Think

Rabbia repressa nel resoconto di una vita.

Si era lavato, vestito e diretto verso scuola.

Una nostalgia precoce si era insinuata dentro di lui.

L'immagine di Kaname che veniva portata via da quel verme era sempre li, nella sua testa.

No.

Non era stata portata via … era andata via …

Deglutii, cercando di scacciare quel triste pensiero dalla sua testa.

Perso nella sua mente, era arrivato meccanicamente a quella scuola.

La loro scuola.

Il cancello di ferro era aperto a dargli un ironico benvenuto.

Si fece coraggio ed entrò, non cambiandosi neanche le scarpe.

Dirigendosi alla sua classe, vide con la coda dell'occhio la scritta “presidenza” sul muro.

Si fermò, riflettendo se entrare o meno. Voleva ringraziare il sempai Hayashimizu per l'aiuto.

Indeciso sul da farsi, il suo corpo si mosse per lui, andando verso la loro classe.

Non c'era tempo da perdere.

Inspirò a fondo, bussò ed entrò senza aspettare la risposta.

Nella classe calò un silenzio di tomba.

Tutti lo guardavano con occhi spaventati.

Tutti.

La paura regnava sovrana in quella classe di pochi metri quadrati.

Prese il posto della professoressa e spiegò ogni cosa in modo freddo e distaccato ai suoi compagni.

Avrebbe voluto non essere in borghese.

Avrebbe voluto essere tra loro, a guardare quel losco individuo reggendo la sua pistola, per proteggere Kaname …

“Kaname ...”

Quei compagni di classe che considerava amici, al termine del suo discorso, lo attaccarono senza pietà, guardandolo con occhi pieni di disprezzo e con una paura insita nei loro gesti decisi, ma sotto sotto goffi.

Gli diedero dell'assassino, della causa per il ricovero di Tokiwa e la scomparsa di Kaname.

Sousuke, strinse i pugni, coperti dalla cattedra.

-Silenzio! Sapete una cosa ? Fino a quattro anni io ero come voi, un giapponese medio, orfano di padre. Però feci un incidente dove persi mia madre e mi ritrovai orfano per una seconda volta, divertente, vero? E il meglio deve ancora arrivare … perché, sapete, non mi mandarono in un orfanotrofio, noo, fui affidato al Nadja*, già, poi ho combattuto in varie guerre per anni fino ad arrivare qui a Tokyo, per questa missione. Beh, vi ricordate i posti in cui ero stato ? Guerre, guerre e nient'altro che guerre. Quindi, chi siete voi per biasimarmi e guardarmi con quegli occhi carichi d'odio ? Nella mia situazione sareste morti. Tutti. Quindi scusatemi se sono stato costretto ad uccidere per sopravvivere. Scusate se sono venuto nella vostra scuola di persone pure a portare le mie mani sporche di sangue. Scusate se ho protetto questa scuola da un AS che voleva distruggerla. E scusate se la Mithril vi ha salvato il culo quella volta a Narashino. Ora scusatemi, ma ho un aereo da prendere ed una missione da compiere- avrebbe voluto dire ciò e uscire dalla stanza.

Avrebbe.

Ma lui si limitò a dire:

-La porterò indietro- con la gola secca.

E se ne andò, lasciandosi dietro la una delle tante vite che aveva vissuto.

La sua vita da studente, la migliore che avesse mai vissuto.

*Nadja = instituto interno al KGB che si occupa di addestrare baby-assassini. Si ringrazia della spiegazione Andrej Kalini, dal volume 7 di Full Metal Panic! Sigma :3

Commento dell'Autrice:

Beeene, è la mia seconda Shot su FMP e anche questa è introspettiva … mmm dovrò farne una comica prima o poi per rimediare a tutta questa tristezza =/ … beh, spero che la storia vi sia piaciuta, se ci sono errori di qualsiasi genere potete segnalarli ;) e ringrazio …. per la recensione positiva dell'altra storia e spero che il carattere di scrittura sia più leggibile rispetto a quell'altro.

Ah, ho esagerato un po' la reazione dei compagni solo ai fini della storia v.v.