Vi
è mai capitato di sentir dire in giro frasi come "Un libro
non letto è un
libro morto" o “Si immaginano le cose per far sì
che non accadano” oppure
"Quando si ferisce qualcuno si vuole ferire sé stessi" o
ancora
"Se incontrassi la morte, cosa le chiederesti"?
A
me sì, e ogni volta ci ho riflettuto sopra.
“Un
libro non letto è un
libro morto”
Quante
volte vi
è capitato di vedere un libro dalla
copertina interessante attraverso la vetrina di una libreria e di
volerlo
comprare anche senza sapere esattamente di cosa parla?
A me
tantissime.
Mi viene
spessissimo
voglia di entrare in libreria tanto per fare qualcosa, e ogni volta ne
esco con
almeno due libri dei quali ho letto a mala pena la trama.
Purtroppo
è
assai frequente che i libri comprati mi deludano molto o mi annoino, e
ogni
volta, non potendoli restituire, mi limito a metterli sulla mensola
della mia
camera fino a quando, non sapendo che fare, li leggerò; O
magari sarà qualcun
altro a farlo al posto mio.
In breve, ho
moltissimi libri di cui ho letto solo le prime pagine, e
perciò “non letti”.
Ogni volta
che penso alla frase “Un libro non letto è un
libro molto” mi viene in
automatico di sentirmi in colpa, anche se non credo alla
veridicità della
frase.
Pensandoci
bene però… un
libro è sentimento in
quanto racchiude tutte le emozioni di chi si è impegnato a
scriverlo parola per
parola, quindi forse non è del tutto sbagliata come frase;
però in questo caso
più che “ferire” il libro si ferisce
l’autore che l’ha scritto…
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“Si
immaginano le cose per
far sì che non accadano”
Ogni volta
che desidero qualcosa… la immagino.
Sia che si
tratti di un oggetto o di un’azione che vorrei compiere ma
non ci riesco.
Perché
immaginare
è sinonimo di sognare, e sognare significa avere
“speranza” e “fede” nelle
proprie capacità.
Quando
desidero qualcosa ardentemente ma so che dovrà passarne di
tempo prima di riuscire
ad ottenerla, vago con la mente in luoghi ignoti anche a me stessa e
immagino
di aver conquistato, dopo tanta fatica, ciò che volevo.
Al contrario
cerco sempre di non immaginare scene tristi o spaventose, immagini
riguardanti
cose che “non desidero”, perché credo
che se si immagina qualcosa quel “qualcosa”
rimarrà per sempre impresso nella propria memoria e anche
quando si crederà di
averlo dimenticato “lui” ci sarà ancora,
nascosto nell’angolo più remoto della
mente e del cuore.
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“Quando
si ferisce qualcuno
si vuole ferire sé stessi”
Questa
diceria che ho sentito in giro è la frase a cui credo di
più ma allo stesso
tempo di meno.
Nel mondo ci
sono persone che soffrono ma non lo danno a vedere e invece di sfogarsi
in un
pianto, magari solitario, finiscono per fare sciocchezze e far del male
agli
altri.
Badate che
io non mi riferisco solo al male fisico ma anche al male provocato da
una frase
per nulla gentile, perché si sa: “Le parole alla
volte sanno essere più taglienti
della lama di una spada”.
Quando
qualcuno vuole soffrire, vuole farsi del male da solo ma non
fisicamente, aspetta
“l’occasione” per sfogarsi su qualcun
altro: la classica “goccia che fa
traboccare il vado” insomma.
Il male che
ci si fa quando ce la prendiamo con qualcuno, magari una persona a noi
cara,
non è per nulla paragonabile a quello fisico provocato da un
livido o da una
ferita: è molto maggiore e peggiore! È come se
una lama affilata ti lacerasse
il petto!
Tuttavia
può
capitare che questo “ferirsi da solo” sia del tutto
casuale e non sia stato
scaturito da un proprio desiderio.
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“Se
incontrassi la morte, cosa
le chiederesti?”
Un giorno,
poco tempo fa, mio padre mi ha chiesto proprio questo.
Non so
perché
me l’abbia chiesto né come gli sia venuta in mente
questa domanda così all’improvviso,
però non appena l’ho sentita ho automaticamente
iniziato a pensare.
All’inizio
non ho risposto e me ne sono andata dalla stanza per riflettere un
po’ per conto
mio; dopo averci pensato su parecchio tempo sono tornata da lui e gli
ho
risposto: -Perché esisti? Ecco cosa le chiederei-
Lui non si
è
sorpreso per nulla e mi ha detto subito: -Allora lei risponderebbe che
esiste perché
siamo noi che la facciamo esistere-
“che
bella risposta” ho pensato subito per nulla soddisfatta,
perché al contrario di lui io un’affermazione del
genere non me la sarei mai
immaginata.
Questi
sono i miei pensieri, spero siano stati graditi.