Welcome back Heroes
Ogni separazione ci fa pregustare la morte. 




 

Non si era mai realmente reso conto di quanto gli eroi dei racconti materni fossero tali.
Ma conoscerli, aveva aiutato a fargli comprendere che, al di là dell’eroe, del coraggio e del sacrificio, c’erano uomini con mille paure e anche difetti.
Era stato un sollievo vederli fremere, per quel presagio nefasto, nonostante esso stesso aveva provato un avvolgente senso di vuoto, vedendo i loro sguardi.
Si era perso nella loro paura, smarrito nell’umanità che li accomunava.
Erano stati eroi, nel suo tempo, si erano immolati per la salvezza, per la vita stessa, ma soprattutto erano stati, ed erano, uomini…
 
La lena del deserto, così sua madre aveva chiamato Yamcha, una volta.
Era stato un bandito, aveva appreso, eppure vedendolo, non ci avrebbe scommesso.
Era allegro. Sì, possedeva una spontaneità che trovava contagiosa, era stato un amico nel riferirgli ogni dettaglio della fine di Cell.
Era stato lui a raccontargli di suo padre, a farlo sperare…
Era un brav’uomo, nonostante l’immaturità persistente, ed era un eroe…
  
E poi c’era Criln, il piccolo uomo tra tanti giganti, eppure era stato, ed era tuttora, il terrestre più forte.
Gli era stato descritto come l’amico fedele.
Ed era buffo che sua madre parlasse di lui come la dolce metà dell’eroe, forse perché inseparabili o semplicemente perché fratelli di mille avventure.
Sì, Crilin non era mai stato la spalla, il suo ruolo era andato ben oltre: era necessario, era una delle fondamenta che avevano reso Goku un eroe.
Era un uomo, sì. Ma soprattutto era anch’egli un eroe.
 
Anche Gohan aveva avuto il suo ruolo come cantastorie, anzi il suo maestro era stato quello che, più di tutti, aveva narrato.
Grazie a lui aveva conosciuto suo padre, seppur soltanto con le parole, talvolta confortanti, altre meno, ma spesso per niente.
Anche i racconti su Vegeta erano duri, come lui, come quella corazza che gli faceva da scudo.
Ogni cosa di suo padre, anche le sole parole, erano forti, potenti, combattive, ma spesso prepotenti, come la sua stessa persona.
 
Sì, aveva sentito tanti racconti, su tutti gli eroi, su tutti quegli uomini che, con la loro morte, avevano reso Trunks ciò che era.
E adesso che li aveva conosciuti avvertiva la loro mancanza, capiva sua madre e ogni sussulto da essa provato, raccontando.
Comprendeva lo sguardo di Gohan o di Chichi, offuscato dal ricordo di un passato così felice da essere doloroso durante la guerra.
Era la nostalgia a torturarlo, a fargli capire che qualcosa ancora mancasse.
Era la perdita di quelle persone, di quegli uomini eroi, a procurargli quel vuoto, quello stesso oblio che avvertiva in sua madre.
Cos’era la pace senza coloro che, per donarla, erano morti invano?
 

Nel suo tempo, loro non c’erano più, ma meritarono di rivedere la pace, per la quale erano morti.
E, così, si era recato su Nameck.
Li avrebbe rivisti…precisamente conosciuti nella sua dimensione spazio-temporale.
Chi sa se sarebbero stati diversi? Si domandava, curioso.
 
-Allora- aveva detto l’Anziano Saggio, alle sue spalle.
-Qual è il tuo desiderio?-in fine, il namecciano aveva chiesto.
Emozionato, Trunks aveva espresso ciò che più desiderava, per sé, per sua madre e per la Terra stessa.
Un bagliore aveva squarciato quel cielo scurito dall’evocazione e Polunga aveva realizzato l’ultimo sogno dei superstiti della tragedia.
Sarebbero tornati, tutti…
-Tu devi essere Trunks- aveva detto Goku, porgendogli una mano, mentre con l’altra si grattava goffamente il capo.
-È un piacere conoscere l’eroe della Terra- aveva poi aggiunto, continuando –un giorno dovremmo combattere-
Sì, era lui. Il solito Goku alla ricerca di sfide, di limiti da superare.
Ma tra tutti, tra tutte quelle seconde presentazioni, cercava suo padre, sempre in disparte e silenzioso.
E quando, finalmente, i loro sguardi si erano incontrati, avrebbe potuto raccontargli ogni cosa, eppure si limitò a chiedergli :
*-Che intenzioni hai?- e non ricevendo alcuna risposta, aveva aggiunto -perché non vieni a stare da noi? Avrai un alloggio e cibo a sufficienza-
Sospirò, finalmente gli aveva parlato, adesso spettava a lui decidere il suo destino.
-Perché no- era stata la sua glaciale risposta.
-Allora è deciso!*- aveva ribattuto l’eroe, nascondendo un sorriso.
 
Sì, erano tornati.
Finalmente, la Terra aveva riavuto i suoi eroi…
 

 

Ogni riunione ci fa pregustare la resurrezione.
[Arthur Schopenhauer]
 
 
 
 
 
 






















































 

Note finali:
Il dialogo posto tra gli asterischi (*) è tratto dall’anime, quando Bulma invita Vegeta alla CC, dopo la morte di Freezer.
La citazione è divisa, perché la fic inizia tragicamente, parlando della perdita degli eroi, ma si conclude con la loro rinascita e la rinascita metaforica dello stesso Trunks che potrà vivere felice.
Ok, scusatemi, ma sto preparando un esame di filosofia e questo è il risultato, cito filosofi XD