Le coste scoscese della Grecia.
Come potrei desiderare, dal profondo dell’anima, di voler vedere qualsiasi altro posto nel mondo?
Sarebbe impensabile.
Chi non è di qui, non sa di cosa parlo.
E nemmeno mai lo saprà, o a lui sarà data facoltà di venirne a conoscenza.
Chi non è di qui, non sa cosa sia la vita.
Coloro che abitano lontano da questo posto, hanno la fretta nel sangue.
Coloro che non lo conoscono, bevono odio a colazione.
Le coste scoscese della Grecia, invece, si lasciano sfuggire il tempo addosso, uccidono le ansie e le preoccupazioni di ogni uomo.
Come poter desiderare di partire? Non c’è viaggio che potrebbe portarmi via, né avventura che potrebbe convincermi.
E se anche io dovessi mai andarmene, spostandomi da qui, non le lascerei comunque.
Poiché esse albergano per sempre nel cuore di colui che le vede e le tocca, ed il loro ricordo è immortale nell’animo del viandante.
Se mai ti trovassi a passar di qui, viaggiatore, fermati.
Ma non un attimo: fermati una vita intera.
Osserva il mare, ed il riflesso del sole su di esso: ti ricorderà che sei parte di questo mondo.
Respira a pieni polmoni l’odore della vita, non lasciarlo scappare.
Perché quando se ne sarà andato, sarà troppo tardi e tu sarai troppo vecchio anche per prendere un solo respiro.
Se mai decidessi di mettermi in viaggio, salperei solo al fine di trovare un luogo simile a questo.
Ma so già, che sicuramente fallirei nel mio intento.
Vagherei per il mondo, col cuore colmo di malinconia e di tristezza, annoiato dalle infinite bellezze del mondo, nauseato dalle sue immense ricchezze.
Giocherei a carte con un vecchio uomo solo di Bochum, e gli chiederei se la sua vita è valsa la pena di essere vissuta.
Me ne andrei, senza una risposta.
Arriverei fino a Mendoza e ballerei il tango con una ragazza argentina.
Le domanderei di lasciare tutto e di seguirmi, per sempre.
Me ne andrei, senza una risposta.
In piedi sulle rive del fiume Gange, mi specchierei nell’acqua.
Parlerei con un indovino, chiedendogli in ginocchio di dirmi se la vita è bella.
Me ne andrei, senza una risposta.
Una volta giunto ad Ankara, comincerei a sentirmi sollevato, perché sarei più vicino a casa di quanto non fossi in precedenza.
Osserverei la gente per strada, cercherei, forse, l’anima gemella.
Ed infine, piangendo con le mani sul volto, mi domanderei chi sono.
E mi risponderei che una risposta non c’è.
Ma tutto ciò, amico mio, mai accadrà.
Mai mi muoverò da qui e mai nessuno verrà a prendermi.
Morirò già in paradiso.
Sulle coste scoscese della Grecia.