Aish
“Ciao sorellina”
E' questa la prima cosa che ho detto guardandoti con gli occhi del
bambino che
ero.
Mi ricordo ancora di quel faccino dolce, rammento ancora di quando mi
facesti
il tuo primo sorriso.
Eri
davvero carina. E forse per la prima volta fui davvero felice della tua
presenza.. Ero contento di vedere qualcuno che mi somigliasse
così tanto.
Mi
ricordo bene i tuoi capelli, di un verde intenso, legati in due lunghe
treccine, e poi come posso dimenticare i tuoi grandi occhi dorati,
identici ai
miei, contornati da tante minuscole ciglia nere che sbattevi con la
grazia di
una principessa? E come dimenticare quel sorrisino furbo e divertito
che mi
rivolgevi ad ogni malefatta sperando di addolcirmi?
Eri
buffa e anche tenera. E così innocente.
"Coraggio,
vieni da me!" ti dissi la prima volta che riuscisti a metterti in piedi
da
sola.. Inciampasti varie volte ma alla fine, lentamente, ce la facesti.
Quando
mi raggiungesti con le tue forze io ti abbracciai per non farti cadere
ancora.
Le mie braccia, piccole ma già forti, sostennero il tuo
esile corpicino. Ti
tenni stretta a me, a lungo, come se avessi paura che qualcuno potesse
farti
del male…per quanto dicevo a mamma di non sopportarti, non
avrei mai permesso a
nessuno di torcerti un capello.
“Dì il mio nome! Forza dillo!"
M'impuntavo
con ostinazione per cercare di farti pronunciare il mio nome, non
capendo che,
allora, eri troppo piccola per poterlo fare con naturalezza come un
adulto.
Provai tante e tante di quelle volte a farti dire il mio nome o anche
un
semplice ‘ciao’ che nemmeno ricordo da quando ho
iniziato a tormentarti con le
mie pretese di bambino, di fratello maggiore. Ma per quanto ci provavi
non
riuscivi mai. All'epoca, poi, avevo già la mia
proverbiale pazienza e, perciò, mi stancavo
subito di starti dietro se
non vedevo dei risultati, quindi ti lasciavo da sola a volte e per
questo,
sicuramente più d’una volta, devi avermi
odiato…
Quando
piangevi io venivo da te, prendevo la tua candida manina e la stringevo
fra le
mie, poi ti facevo un sorriso e tu, all'istante, smettevi di piangere e
la
tristezza scompariva dai tuoi occhi ed il buonumore ti illuminava il
visino. A
volte mi facevi spazientire ma sapevi anche come mettermi allegria.
Un
giorno la tua candida voce richiamò dolcemente la mia
attenzione. Pronunciasti
il mio nome in modo corretto, scandendo le lettere con attenzione. Mi
sentii
orgoglioso di te e ti riempii di complimenti. Il sorriso che
scaturì dolcemente
dalla tua piccola e rosea bocca sembrò immensamente
soddisfatto.
Era
bello vederti correre sicura verso di me, ripetendo all'impazzata il
mio nome.
Abbiamo condiviso un’ infanzia felice ma oramai sfiorita. Sei
stata davvero
importante per me sorellina,molto più di quanto non
sembrasse. Tu, la più dolce
e pura immagine di me.
"Non ti sto
abbandonando, no.
Non piangere, ti prego. Perdonami, perdonami! "ti implorai
quando alcuni alieni mi
portarono via da casa con la forza. Tu urlavi disperata il mio nome e
nostra
madre ti sorreggeva, trattenendo a stento le lacrime.
Anni dopo riuscii a tornare a casa. Tu non c'eri più. Trovai
mamma piangente in
un angolo. Il destino è stato davvero crudele con lei,
poiché l’ha privata senza
alcuna pietà prima di nostro padre e poi di entrambi i suoi
figli.
Io
ero stato portato via perché dovevo servire Profondo Blu al
posto di papà.
Mamma mi disse che portarono via anche te pochi giorni dopo. Per lei fu
un
colpo troppo duro da reggere.
Profondo
Blu, quel bastardo dittatore, ha fatto uccidere papà
perché, a suo dire, era un
traditore. Promisi a mamma che non avrei contestato nulla, che me ne
sarei
stato buono finché la situazione non fosse migliorata e che
non mi sarei fatto
uccidere, me lo chiese quasi piangendo. E io obbedii ma non so ancora
per
quanto riuscirò a mantenere quella promessa.
Era
un fiore quando mi partorì, aveva soltanto sedici anni.
Così giovane aveva
coronato il suo sogno d’amore e, come se nulla fosse, i
sottoposti di Profondo
Blu lo hanno distrutto. Quando tornai a casa lei mi
abbracciò e seguitò a
piangere disperata come se la sua vita stesse giungendo al termine. I
suoi
occhi d'ambra non brillavano più, erano spenti. Per il
pianto, la tristezza, la
disperazione il suo volto non era più come prima.. Il suo
sorriso bonario non
esisteva più su quel viso stanco, affaticato, afflitto.
Aveva paura che ci
facessero del male, era la cosa che temeva di più al mondo.
.Non potevo dirle
che a breve sarei partito per
Dovunque
ti trovi, se riesci a sentire i miei pensieri, ti supplico di dirmi
dove ti sei
perché dopo tutti questi anni vorrei tanto
riabbracciarti…
Se sei
sulla Terra e non sai dove andare allora vai da Ichigo Momomiya, lei
saprà
ospitarti. Qui è l'unica che ti può davvero
aiutare, resta da lei, sarai al
sicuro. Ma non sarà così per sempre, se ci andrai
verrò a prenderti presto, te
lo prometto.
“Ti voglio bene
Aish…sorellina mia…”
Ciao gente,
lo so non è un granché ma credetemi se vi dico che a suo tempo la stesura è stata una faticaccia per me. L'ho scritta la bellezza di otto anni fa ed è stata la mia primissima fanfiction su Tokyo Mew Mew, è la mia bambina, vi lascio immaginare quanto ci sono affezionata e quanto ho combattuto con me stessa per decidere se pubblicarla o meno. Mi auguro che vi sia piaciuta e spero che recensirete, se invece non vi è piaciuta fatemelo comunque sapere, solo non siate troppo severi, please.
Grazie a chi l'ha letta arrivando fin qui ^_^
Un saluto,
Amy