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Autore: jerseydylan    28/01/2012    3 recensioni
Sam si siede accanto a me, lo so che mi sta guardando ma non voglio voltarmi, vedere il mio stesso dolore riflesso nei suoi occhi è ancora peggio che soffrire da soli.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Settima stagione
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Non riesco a sopportare il dolore, stavolta non ce la faccio. Non bastava aver perso Cass, ora anche Bobby. Riesco solo a pensare a quel fottuto stronzo di Dick Roman e a come riuscire a farlo a pezzi. Gli unici momenti in cui non provo dolore sono quelli in cui prende il sopravvento la rabbia. Saranno tre giorni che non parlo con Sam, anche perché non ho voglia di farlo e probabilmete nemmeno lui e poi comunque non saprei cosa dirgli. Non vorrei parlare neanche con me stesso, ma purtoppo è impossibile non farlo. Mi ritrovo sul divano a fissare il vuoto con una bottiglia in mano. Siamo ancora nella baita di Rufus, anche perché è l’unico rifugio che abbiamo. Sam si siede accanto a me, lo so che mi sta guardando ma non voglio voltarmi, vedere il mio stesso dolore riflesso nei suoi occhi è ancora peggio che soffrire da soli.
-smettila.
-come scusa?
-di bere.
-ah! Senti chi parla, bevi quanto me e lo sai…quindi sta zitto.
-hai ragione.
Mi strappa la bottiglia di mano e beve, ora ho voglia di prenderlo a pugni.
-dammela!
Gliela riprendo e bevo anch’io. Cominciamo a strapparcela di mano a vicenda e nel giro di pochi minuti l’abbiamo scolata. Già eravamo belli avanti, ora siamo proprio fuori.
-ma che cazzo vuoi da me Sam?
Nel dirlo lo spingo e lui risponde con un pugno ben assestato. Vedo montare la sua rabbia. Ci alziamo in piedi e ci picchiamo senza un vero motivo. Mi sbatte al muro e cerca di bloccarmi.
-vorrei che urlassi, piangessi, distrugessi casa o qualunque cazzo di cosa che ti permetta di sfogarti.
-sai che non lo farò, quindi smettila di rompermi le palle…lasciami in pace.
Per fortuna siamo isolati, perché stiamo letteralmente urlando.
-dimmi  che posso fare…dimmi almeno di che cazzo hai bisogno.
-di amore Sam…tu puoi darmelo?
Assumo una delle mie espressioni da stronzo strafottente.
-mi prendi per il culo?lo sai che ti amo.
-non quel tipo di amore fratellino.
-che cazzo ne sai di che tipo di amore sto parlando.
Il suo tono ora è basso come i suoi occhi che sembrano arrendersi, ma le sue mani no, continuano a stringere in modo convulso la mia maglietta.
-allora dimostralo.
-cosa?
-dimostrami il tipo di amore di cui parli o almeno spiegamelo.
Continua a tenere gli occhi bassi.
-parlo di un’amore fraterno,che fin dall’inizio ha sconfinato in qualcosa di più forte…che fa venir fuori desideri nascosti, che spinge a volere sempre di più.
-vuoi di più Sammy?
Ora mi guarda negli occhi, ma non risponde. So che è difficile, so che fa male, che non avrebbe voluto ammettere quello che prova, lo so perché è quello che provo io, ma che a differenza di Sam non ho il coraggio di ammettere.
-rispondimi.
-si voglio di più.
-e che cosa vorresti esattamente?
-voglio te.
-mi hai già.
-sai cosa intendo.
-lo so…e ripeto: mi hai già…ma hai il coraggio di prenderti quello che vuoi?
Lo sto sfidando e lo sa, e dentro di me spero che raccolga la sfida, lo desidero più di ogni altra cosa, voglio che smetta di pensare e che agisca, fanculo ai sensi di colpa.
-allora Sammy…che vuoi fare?
-sta zitto.
Mi bacia con tanta foga da farmi sbattere la testa contro il muro. Le sue labbra sono così morbide, così perfette, così calde, schiude la bocca per farmi entrare e finalmente le nostre lingue si toccano, finalmente conosco il suo sapore. Accarezzo il suo viso, il suo collo, i suoi capelli e sembra tutto così naturale, così giusto. Mi sta dando ciò di cui ho bisogno, di cui abbiamo bisogno entrambi. Lascio che sia lui a guidare, mi abbandono totalmente nelle sue mani, ed è bello e mi fa sentire forte, più uomo di quanto non mi sia mai sentito. Mi prende qui, in piedi addosso al muro, rude e dolce allo stesso tempo. C’è così tanto amore nel suo sguardo da togliermi il respiro. Ci mettiamo sul divano e ci addormentiamo lì, solo una coperta vecchia e lisa a ricoprire i nostri corpi sudati e caldi.  
  
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