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Autore: Flaviuz    28/01/2012    8 recensioni
Chi di noi non si è ubriacato almeno una volta?
Il personaggio di questa breve storia è andato anche un po' oltre e ora si ritrova su un divano, con una sigaretta e una parziale amnesia.
Una storia consigliata a chi ha cinque minuti da perdere per farsi due risate.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono steso sul divano, con quella fastidiosissima voce che mi rimbomba nella testa. Non ricordo come sono arrivato qui, e non sono neanche sicuro che questo sia il mio divano.
Cos’è successo ieri sera?
Sforzandomi, l’ultima cosa che ricordo è il mio appartamento: è completamente allagato, ci sono le meduse nel lavello e le tartarughe in frigo. Nel freezer ci sono dei bastoncini findus, ma forse quelli c’erano già da prima. C’è qualcuno nell’armadio che bussa per uscire, magari sta affogando. Non si sa mai, per sicurezza lo lascio lì. Urla “pietà ti prego, sono Giorgio Mastrota, se mi salvi ti regalo un materasso, ti prego!”.
Chissà cosa voleva.
Poi cado. Chiudo gli occhi. E infine il vuoto.
 
La testa mi scoppia, non ce la faccio a pensare. Nell’autostrada del mio cervello stanotte c’è stato un maxi tamponamento con morti e feriti. È comprensibile, quando tutti i tuoi neuroni guidano strafatti. Mi sento come se mi fossi infilato dieci pastelli a cera nel naso.
Controllo.
Falso allarme: sono solo sette.
 
Ho una sigaretta in mano, e dubito che sia fatta solo di tabacco. Sono così fatto che non riesco a capire dove finisca la mia mano e dove inizi il filtro. Decido che continuerò a tirare finché non sentirò odore di pelle bruciata. Al momento mi sembra l’idea migliore.
 
Mi esce del sangue dal pollice sinistro. Credo.
Non riesco a distinguere la destra dalla sinistra. E non capisco perché tutte le mie dita sono diventate dei pollici. Guardo le mie mani e non posso fare a meno di pensare: cosa direbbe la mia insegnante di storia? Lei lo diceva che sarei diventato un fallito. “Sei un fallito, sei nato fallito, vivrai da fallito e morirai fallito!”. Parole un po’ dure per un bambino di sei anni. Ma aveva ragione, e come se non bastasse ora ho diciotto pollici e due alluci.
 
Faccio un tiro dalla sigaretta e giro la testa: a pochi metri da me c’è una mucca gialla che suona il basso. Forse la sto immaginando. L’effetto di ciò che ho preso mi sta passando. Di solito lo capisco quando inizio a pensare “forse lo sto immaginando, forse non c’è una mucca gialla in questa stanza”.
 
Faccio un altro tiro, e lentamente, i ricordi di ciò che ho fatto ieri sera riaffiorano, come diapositive sfocate di una vacanza noiosa. Diapositive? Che cazzo di similitudini uso?
Ero in un bar, e stavo rimorchiando. Lei era bionda, alta, formosa, occhi azzurri e un viso d’angelo. Mi si struscia addosso e dice che mi desidera. Dice di andare in  bagno e di aspettarla lì.
I ricordi si fanno sempre più vividi: non era bionda ma castana e con gli occhi color nocciola. Aveva comunque un viso d’angelo e un corpo mozzafiato. Due seni grandi e sodi e un fondoschiena scultoreo. I ricordi si fanno sempre meno opachi: il viso non era esattamente d’angelo, e i seni non così abbondanti, però il fondoschiena rimaneva leggendario. Si aggrappava a me come se fossi un palo da lap dance e mi sussurrava maialate nell’orecchio. I ricordi diventano sempre più intensi, e tutto si fa più limpido: lei era castana, occhi scuri e piatta come una tavola da surf. I seni e il sedere erano praticamente assenti, ed ero io a strusciarmi a lei sussurrandole zozzerie nell’orecchio, e pregandola di aspettarmi in bagno. Ecco, ora ricordo tutto: stanotte ho molestato un pilastro e poi sono corso in bagno a vomitare.
Oddio che figura di merda. Non potrò mai più guardare quel pilastro negli occhi.
Ho fame. Guardo fuori dalla finestra, cercando di capire se devo prendere cornetto e cappuccino o una pizza e birra. In alto, in un cielo verde, il sole e la luna stanno facendo sesso. È tutto molto onirico. Guardo l’orologio: la lancetta piccola indica il due, mentre la grande indica me. Mi imbarazza molto.
 
Cerco di rotolare verso il frigo con successo. Alzandomi, riesco a non vomitare, un’altra grande vittoria. Aspiro dalla sigaretta, apro il frigo e inizio a meditare su cosa mangiare: salame e miele, peperoni e philadelphia, bucaneve e gorgonzola, cotoletta e preparazione H.
Sono indeciso. Faccio un altro tiro dalla sigarett… ouch.
È finita.
   
 
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