Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Criros e Nina    08/09/2006    4 recensioni
Intro rimossa dall'amministrazione.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Death Eater

A Death Eater's Musts - I doveri Di Un Mangiamorte

Prima di leggere...

Prima di leggere, io e Criros vogliamo dirvi alcune cose...

Innanzitutto, grazie per aver clikkato per leggere la nostra fanfiction, siamo molto contente ! Questa è una storia su Draco, di come si possa ritenere un Mangiamorte convinto, convinzione che andrà a scemare con l'andare del tempo e soprattutto con l'arrivo di una persona speciale...non una ragazza, sia chiaro. Non possiamo svelare niente perchè sennò non ci sarebbe la sorpresa, ma possiamo dirvi che l'arrivo di questa persona porterà a svelare il vero animo del giovane, costretto sin da piccolo a perseguire l'attività dei genitori...

Concluso ciò, vi auguriamo buona lettura, sperando che la storia vi possa piacere!

Criros&Nina [Grint]

p.s.-il primo chap è piuttosto corto ma solo perchè è l'inizio!

Riflessioni prima del conflitto

Erano appena le nove di sera, ma il cielo aveva già cominciato a scurirsi e i lampioni di un piccolo paesino babbano si erano accesi da poco per illuminare le vecchie strade male asfaltate e le antiche casette con i muri tutti sporchi e pieni di graffiti di tutte le forme e dimensioni.

Proprio in una di queste quotidiane abitazioni, precisamente chiuso in una stanza buia e senza finestre, era seduto per terra un bel ragazzo di circa venti anni, alto e magro, di sicuro un tipo che attirava facilmente l’attenzione.

Ma non era il fisico la parte di lui che tutti notavano, ma i capelli biondissimi sempre lisci e lucenti insieme a due grandi occhi azzurri e freddi come il ghiaccio, come del resto era il suo carattere.

Solo le nove, eppure cominciava a dare segni d’impazienza.

Erano passati tre anni da quando aveva lasciato la scuola, ma lui non era cambiato molto; faceva sempre le stesse cose di quando era un ragazzo.

Si ricordava ancora quella terribile notte, la sua ultima notte a Hogwarts, quando aveva esitato, quando aveva lasciato che Piton, suo professore e sua guida, uccidesse per lui Silente.

Ancora adesso non sapeva se avrebbe avuto il coraggio di uccidere quel vecchio tanto indifeso; si chiedeva spesso cosa avrebbe fatto se Piton non fosse arrivato e gli avesse rubato il compito, se fosse stato solo davanti ad un Silente disarmato e implorante, l’unica volta che aveva visto quel vecchio così debole.

Sarebbe rimasto un mistero con cui avrebbe condiviso la sua vita, lo sapeva, ma voleva una risposta.

L’avrebbe ucciso o l’avrebbe risparmiato? Aveva sempre creduto di essere nato per fare il mangiamorte, come suo padre, era diventato seguace di Voldemort a soli sedici anni, anche se aveva creduto fermamente in lui dalla nascita, si era addirittura vantato con gli altri di aver ricevuto l’ordine di uccidere Silente direttamente dal Signore Oscuro.

Eppure… ora aveva dei dubbi al riguardo, non era più tanto sicuro di essere fiero andando in giro ad uccidere la gente, non era sicuro di volerlo fare, se non per onorare i suoi genitori ormai morti.

Guardò con un sorriso freddo il suo avambraccio sinistro: un enorme tatuaggio a forma di teschio con in bocca un serpente era tutto ciò che caratterizzava la sua vita da tre anni.

Quando il signore oscuro chiamava, lui arrivava prontamente ed eseguiva i suoi ordini; niente rimorsi, niente ripensamenti. Non c’era spazio per la pietà nel suo mondo, almeno non senza poi morire.

Andò verso la porta e accostò l’orecchio per sentire se gli altri stavano dicendo qualcosa, ma rimase deluso non udendo neanche un sussurro proveniente dall’altra stanza.

Così si rimise per terra e guardò senza un particolare interesse il luogo dove si trovava: quattro pareti vecchie e cosparse di crepe formavano una piccola camera dove l’unico oggetto presente era un letto in legno tutto ammuffito con una coperta bucata qua e là.

Sul pavimento era steso uno spesso strato di polvere, sul soffitto miriadi di ragnatele era l’unico spettacolo visibile.

Si era quasi abituato all’odore di umido e marcio, però quando era entrato per la prima volta lì dentro non aveva badato molto alle condizioni o all’odore del posto, ma se fosse abbastanza silenzioso.

Sempre, prima di una missione, lasciava gli altri a parlare insieme, mentre lui si isolava il più possibile, per concentrarsi, per pensare.

Pensare a cosa, poi? Non certo di essere perdonato per l’uccisione della prossima vittima, ma neanche a come ucciderla. Pensava solo ai “vecchi tempi”, come li definiva lui, quando era ancora convinto di quello che faceva, quando solo a sentire il nome “Harry Potter” una rabbia folle si impossessava di lui.

Sperò vivamente di non incontrarlo proprio quella sera.

L’ordine della fenice stava dando parecchio filo da torcere ai mangiamorte e ciò lo infastidiva molto.

Non riusciva neanche a compiere una missione, che ecco sbucare fuori lo sfregiato con i suoi amichetti perdenti che tentavano disperatamente di fermare i loro piani.

Doveva ammettere che alcune volte ci riuscivano, alcune volte erano loro a dover scappare mentre quella massa di babbanofili li rincorrevano urlanti di gioia e determinazione, ma non quella volta. No. Quella sera era più determinato lui a far filare tutto liscio che Potter a rinchiudere ad Azkaban alcuni mangiamorte.

Fuori, lontano da quella casa, l’orologio della piccola chiesa del paese suonò finalmente le undici: era tempo di prepararsi.

Un lieve bussare alla porta e poi, senza neanche aspettare risposta, l’uscio della stanza dove lui si trovava, si aprì con un forte cigolio e tre figure incappucciate apparirono davanti a lui.

“Draco, è ora” disse la voce femminile centrale, che non se ne andò appena finito di pronunciare quella frase.

“Bene allora, andiamo” rispose lui con voce glaciale, che molti paragonavano a quella del signore oscuro.

Lentamente si rizzò in piedi e camminò verso l’ingresso dove l’unica luce era quella emessa dalle due bacchette dei due che avevano accompagnato la ragazza.

“Sapete cosa dovete fare. Non fallite o ve la vedrete con la mia ira e quella del signore oscuro. Intesi?”

Gli altri tre annuirono debolmente, spaventati da quella minaccia tanto esplicita che veniva rivolta loro prima di ogni missione.

“Si comincia”

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Criros e Nina