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Autore: foschi    28/01/2012    2 recensioni
- Non ti importa dei sentimenti di tuo fratello? - Thanatos rimase colpito da quella frase: l'aveva già sentita in passato: - Non ti importa che io sia qui a morire di dolore per te? Che ogni volta che ti guardo sento che sei l'amore della mia vita? No, non ti importa! Per te non c'è altri che lei! Lei con quei suoi capelli di seta, lei con quei suoi occhi di prato, lei con quei suoi boccioli di rosa! Lei sempre e solo lei! Non ti importa niente di me! Anzi! Sarebbe meglio se scomparissi dalla tua vita! Ma tanto, ci sia o non ci sia, non fa alcuna differenza! Chi si importa di Hypnos? Chi si prende cura di me? Nessuno! Non interessa a nessuno che io viva come un ombra! E a te ancor meno! Tu non puoi prenderti cura di me! Non sei che un fratello solo di nome visto che permetti che soffra così! Ormai nessuno può prendersi cura di me! Nessuno può curare le ferite inferte alla mia anima ed al mio cuore! - si gettò, piangendo a dirotto, tra le braccia del fratello rimasto spiazzato da quella rivelazione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hypnos, Thanatos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UNITI COSI', ORA E PER SEMPRE

 

 

In lontananza, sullo stretto sentiero pietroso, si udiva il leggero rumore di passi. Un ragazzo, di circa sedici anni, correva recando un sorriso radioso sul viso ed un sacchetto fra le braccia.

Si fermò nel cortile della vecchia casetta situata nella periferia del paese ove viveva con suo fratello gemello.
Un ultimo, morente raggio, benediva la terra con la sua luce e l'ombra del ragazzo andava allungandosi sul suolo del giardino:

- Fratello?! - Gridò a gran voce, ansimando per la corsa.

Un ragazzo comparve da dietro la parete della circolare casetta: - Eccomi! -

Il giovane si avvicinò al fratello sorridendo dolcemente. Raggiuntolo, prese delicatamente fra le mani un ciocca dei suoi argentei capelli e ne baciò le punte, inspirandone profondamente l'odore quasi a volerlo imprimere nella sua mente. Gli carezzò delicatamente una guancia e lo baciò impercettibilmente sulla fronte.

- Ti sei sentito solo, fratellino? – disse reclinando la testa sulla spalla destra sorridendo; il ragazzo arrossì:

- A dire il vero non ero solo: c'era Eos con me – una ragazza comparve accanto al ragazzo dai capelli di luna; le braccia del sopravvenuto caddero penzoloni, con gli occhi e la bocca sgranati ed il sacchetto che recava con sé riecheggiò sull'asfalto.

- Oh, ciao Eos – rispose abbassando la testa e mordendosi le labbra per non far uscire le lacrime che gli pungevano gli angoli degli occhi. Si chinò a raccogliere il sacchetto caduto e si avviò, quasi correndo, alla lì vicina porta mentre i presenti lo guardavano perplessi dal suo insolito comportamento...


 


 


 

Guardava fuori dalla finestra annegando nel mare dei suoi pensieri: quanto odio aveva provato nel vedere quella ragazza accanto a suo fratello, al suo AMATO fratello!! Chissà cosa avevano fatto nella sua assenza!? Quante parole dolci si erano scambiati? Quanti teneri baci? Solo a pensarla, gli ribolliva il sangue: avrebbe voluto eliminarla, avrebbe voluto che suo fratello si dimenticasse di lei, avrebbe voluto che fosse solo suo...

- Che ti prende? - la voce fredda e tagliente del giovane lo riscosse dai suoi pensieri.

Si voltò a guardarlo ma distolse lo sguardo quando vide quello tagliente ed adirato del fratello, tornando a fissare fuori dalla finestra:

- Niente – mormorò ma ben presto i suoi occhi si ritrovarono immersi negli occhi di luna del fratello dato che egli lo aveva afferrato per la tunica.

- Non mentire!! - Sbraitò – Cosa diamine ti è preso? Eos ci è rimasta molto male!! Perché ti comporti così? Che ti ha fatto? Non hai diritto né motivo di trattarla così! - Una mano del ragazzo dai capelli di sole si posò delicatamente su quella del fratello che tremava dalla rabbia:

- Non mi aspettavo di trovarla lì con te, tutto qui – Anche se poco convinto, la mano del giovane dai capelli di luna abbandonò la presa.

- Non ti credo, so che mi nascondi qualcosa – i suoi occhi, pozzi di sole, tornarono a mirare il paesaggio fuori dalla finestra.

- A proposito – disse dopo un attimo di silenzio porgendo con nonchalance il pacchetto al fratello:

- Tieni, questo è per te -

Dopo averlo guardato il giovane, perplesso, lo aprì e con grande sorpresa, trovò una bellissima lira a forma di drago. Stette lì ad ammirarla sorpreso e subito i sensi di colpa lo attanagliarono:

- Fratello io... - ma egli già dormiva mentre la sua mente era presa da terribili incubi...


 


 

Per l'ennesima volta si erano ritrovati a litigare: ormai era caratteristica delle loro giornate, infernali per il giovane dagli occhi di sole che doveva sopportare ogni giorno la presenza della bellissima ragazza dai finissimi capelli di grano, gli occhi di smeraldo e le labbra di pesco.

- Una volta per tutte, mi puoi dire che ti prende? Non tollero più il tuo comportamento! Non ce la faccio più a cercare una giustifica per te con Eos! - Sbraitò il ragazzo dai capelli di luna picchiandolo.

Il ragazzo cadde sulla terra pietrosa asciugandosi un rivolo di sangue che gli colava dal labbro spaccato:

- Non ho assolutamente niente contro Eos! - Pareva deciso ma la voce gli si incrinò: mentiva ma non avrebbe svelato i suoi sentimenti. Il giovane in piedi lo guardava pieno di disprezzo; si voltò e si incamminò.

- Non ti importa dei sentimenti di tuo fratello? - Il giovane si fermò e chiuse per gli occhi. Fu un attimo che i pozzi dorati sperarono di poter rivedere il giovane ritornare indietro, un attimo fugace come un battito di ciglia. Ma egli proseguì il suo cammino senza voltarsi indietro; i profondi pozzi di sole si colmarono di cristalline lacrime ed egli prese a correre, a correre lontano...


 

Entonces llegaste vos

 con tus aires de señor,
y sin pedirme el permiso,
me robaste el corazón!

Busqué un solo rincón
y me invadí con tu olor!
Me tocaste y ya sabías,
que en tus redes yo caía...!



Aveva corso, per quanto non lo sapeva neanche lui. Dove andava? Non lo sapeva. Quanto tempo era trascorso da quando si era allontanato da casa? Non lo sapeva, ore, giorni, settimane? Ma a che pro saperlo? A che pro rimanere incantati dai magnetici occhi di suo fratello se non poteva più immergersene? Tutto era così lontano! I lieti giorni della loro infanzia trascorsa in innocenti giochi erano ormai ricordi troppo lontani e quelli della loro adolescenza erano scivolati via troppo velocemente perché potesse ricordare qualcosa... L'unica cosa che però sapeva era che aveva creduto in una fiaba che mai c'era stata, in una fiaba che era una bugia! Aveva creduto nella storia del principe azzurro ma aveva capito che egli non esisteva! Ormai senza il suo amore accanto, non esisteva niente, ormai non c'era più vita in lui!

Era talmente assorto nei suoi pensieri che non fece caso ad una pietra che si stagliava sul suo cammino. Cadde, cadde insieme ai suoi sogni, alle sue speranze:

- Dannazione a te, Thanatos! - gridò piangendo prima di svenire sulla terra pietrosa.


 


 


 


 


 

Erano da giorni che suo fratello non tornava, cosa gli era successo? Thanatos era colto dai sensi di colpa, dal rimorso, dalla paura! Perché aveva reagito così? Non avrebbe potuto semplicemente parlargli? Ma no! Lui doveva sempre rovinare tutto! Lui doveva sempre ferire qualcuno!...

La porta si aprì, una sagoma incappucciata fece il suo ingresso nel piccolo salone, Thanatos scattò in piedi:

- L'hai trovato? - La figura tolse il mantello bagnato e scosse la testa

- Mi dispiace... - la ragazza si sedette sul giovane che era crollato su una poltrona: - Non fare così, amore mio, lo troveremo – lo baciò. Ma, mentre essi si baciavano, furono destati da forti colpi alla porta. Eos si alzò prontamente ed aprì: davanti a lei si stagliavano le figure di un uomo che aveva sulle spalle un ragazzo dai capelli dorati ed accanto a lui un bambino dall'aria preoccupata. Thanatos guardò il ragazzo sulle spalle dell'uomo: - Hypnos!!! -


 


 

Aveva iniziato a piovere forte e lui rimaneva lì, steso su quell'umida terra mentre le lacrime si univano alle lacrime del cielo che sembrava partecipe della sua sofferenza. A che serviva cercare riparo? Tanto sarebbe morto e nient'altro voleva dato che non poteva avere accanto la persona che amava. La vista gli si appannò, tutto diventava nero, il freddo prendeva possesso delle sue membra; non sentiva più niente.


 

Il tiepido calore di un fuoco lo destò: aprì lentamente gli occhi.

- Papà papà! Si è svegliato! - esclamò un bambino che lo osservava

- Smettila di gridare, Icelo! - l'uomo si rivolse al giovane steso su una coperta: - Ciao! Scusa, se mio figlio ti ha disturbato, io sono Ilas, piacere! -

Hypnos lo guardò spaesato: - Piacere, io sono Icelo! - esclamò il bambino sorridendo. Hypnos sorrise a sua volta: - Io sono Hypnos -.


 

Trascorse qualche settimana insieme a loro: si era ormai affezionato a Icelo e suo padre quasi fossero la sua famiglia...

- Scusa Hypnos, ma tu non ce l'hai una famiglia? - chiese innocentemente Icelo prima di beccarsi un pugno in testa:

- Che domande sono queste, Icelo? - gridò Ilas, Hypnos rise ma subito dopo il suo viso si rabbuiò, una lacrima cristallina cadde sulla sua mano:

- Hypnos tutto bene? - chiese Icelo preoccupato, Hypnos scosse la testa per dire “sì” ma le lacrime uscivano copiose dai suoi occhi.

- Scusami tanto, non avrei dovuto – Hypnos scosse la testa e si asciugò le lacrime:

- Io vivevo con mio fratello Thanatos – disse con voce rotta – ma abbiamo avuto diversi litigi e nell'ultimo, Thanatos mi ha confermato che avrebbe voluto che io sparissi e l'ho accontentato. - Si interruppe e poggiò la testa sulla mano.

- Ma perché avrebbe voluto che tu sparissi? Che fratello è? Io non avrei certo trattato così mio fratello! - Hypnos lo guardò sorridendo e gli accarezzò la testa

- Lui non voleva che mi intromettessi nel rapporto con la sua ragazza ma era una sofferenza per me vederli insieme -

- Perché?- Hypnos si alzò e si recò all'entrata della caverna

- Fratello mio... - mormorò guardando il cielo...


 


 

- Papà! Papà corri presto! -

- Che succede Icelo? -

- Hypnos! Si è tuffato nel fiume per salvarmi ma è non ce l'ha fatta ad uscire! Presto vieni!

Ilas ed Icelo corsero più veloce che poterono e quando arrivarono al fiume, Ilas si tuffò per salvarlo. Icelo cercava di seguirli con lo sguardo ma inutilmente. Ilas lottò con la corrente per un po' finché riuscì ad uscire insieme a Hypnos.

- Papà! Stai bene? -

- Sì, io sì... -

Icelo corse verso Hypnos: - Hypnos stai bene? Hypnos! – ma il giovane non si svegliò; provarono a farlo rinvenire in tutti i modi ma ad ogni istante che passava, il battito di Hypnos si affievoliva.

Lo portarono nella caverna sperando che al caldo ed all'asciutto si sarebbe ripreso ma ciò non avvenne.

- Che facciamo, papà? - Mormorò Icelo piangendo

- L'unica cosa da fare è riportarlo a casa sua – Piangeva anche lui.


 

Lo caricò in spalla e sotto la pioggia battente, corsero verso casa di Hypnos seguendo il sentiero dove lo avevano trovato la prima volta...


 


 


 

Ma la speranza di rivedere Hypnos tra loro si era dimostrata vana: il giovane non si svegliava ed a nulla servivano le lacrime e le invocazioni di Thanatos; a nulla i lamenti del piccolo Icelo che non si capacitava della situazione ed intanto Hypnos scivolava piano piano fra le fredde braccia di Hades...


 


 


 


 

- Vuoi tu Eos prendere Thanatos come tuo sposo per amarlo e rispettarlo, finché morte non vi separi? - Thanatos sorrise dolcemente ed Eos arrossì guardandolo negli occhi:

- Sì lo voglio -

-E vuoi tu Thanatos prendere Eos come tua sposa per amarla e rispettarla finché morte non vi separi? - Thanatos guardò la ragazza che sorrideva

- Sì lo voglio – i due giovani si baciarono, più appassionatamente che mai...


 


 


 

Le loro gioiose risate si spensero: Ilas ed Icelo li si presentarono davanti, il volto rigato dalle lacrime. La paura attanagliò il cuore di Thanatos, sentì che il mondo gli era crollato addosso:

- Come sta Hypnos? - Ilas reclinò la testa piangendo: - Rispondi, Ilas! - scoppiò in un pianto dirotto, Thanatos indietreggiò atterrito, si precipitò nella camera del fratello:

- Hypnos! - Lo fissò con le lacrime agli occhi per un momento poi gli si avvicinò lentamente, quasi avesse paura di svegliarlo. Si inginocchiò accanto a lui e gli accarezzò una mano: rimase colpito dalla sua freddezza:

- Hypnos fratello mio, dimmi che non te ne sei andato! Rispondimi, Hypnos! - e prendendo la sua mano, pianse, pianse tutte le sue lacrime, pianse per quei giorni perduti, pianse per il rimorso, pianse per il senso di colpa, pianse per aver perso la cosa più cara che avesse mai avuto.


 

No te importa,
que me muera de dolor!
Que te mire y sienta que hoy sos,
el hombre de mi vida.
No te importa,
y ya no lo niegues más,
Vos no me podés cuidar,
nadie cura mis heridas, nadie más.
Nadie más...


 


 


 

Vagava per le desolate lande dell'Ade guardandosi intorno spaesato: il grigio regnava incontrastato, il vento freddo lo faceva tremare, le anime lì presenti camminavano a testa china. Provò a parlare con alcune di esse ma inutilmente, esse non alzavano nemmeno lo sguardo per vedere chi fosse il suo interlocutore.

- Sei nel mio regno – mormorò una voce fredda e tagliente. Hypnos si voltò:

- Lei chi è? - tremava

- Hades, il signore di questo regno -

Hypnos sgranò gli occhi: allora era vero! Era morto! Un vento gelido accarezzò la sua pelle lattea. Sorrise amaramente: - E' questo che si prova ad essere morti, Thanatos!?Hai permesso che scappassi di casa perché non ti importava dei miei sentimenti; hai permesso che morissi ed ora dimmi: non ti importa che io sia morto di dolore? Che per tutto il tempo che ho passato a guardarti non abbia capito che sei l'amore della mia vita? No, evidentemente non ti importa! Non lo negare! Tu non sei riuscito a prenderti cura di me, a risanare le ferite che hai inferto al mio cuore ed ora non potrai farlo mai più! Ora nessuno può prendersi cura di me, nessuno! - cadde a ginocchioni sulla fredda terra grigia versando dolorose e copiose lacrime: - Thanatos!!!!!!!!!! -


 


 


 


 


 


 

Si svegliò di soprassalto, sudando e tremando: un incubo così tremendo da sembrare reale. Inspirò profondamente e si alzò: faceva pena, chiunque avrebbe potuto ridere di lui: era diventato pallido, i suoi capelli, raggi di sole, avevano perso la loro lucentezza, sui suoi pozzi di sole era calata una ombra nera: - Solo un incubo... - mormorò fra sé e sé:

- Sei sicuro? - una voce lo fece rabbrividire, si voltò: non vi era nessuno.

Uscì dalla sua stanza, deciso a prendere una boccata d'aria.

Guardò verso il tempio di suo fratello e sospirò. Camminava ripensando al suo incubo ed alla voce che aveva sentito: e se non fosse stato un sogno? Se fosse stato un... ricordo? Scosse la testa per scacciare quei pensieri ma ormai il dubbio gli aveva attanagliato il cuore.

Sentì in lontananza delle allegre risate che lo riscossero; si affrettò e cominciò a tremare. Sgranò gli occhi davanti allo spettacolo che si presentava ai suoi occhi: il cuore prese a battere forte, la vista gli si appannò, dovette reggersi ad una colonna per non cadere. Sentiva i sensi venire meno... corse via, piangendo: - Perché mi fai questo, Thanatos!? -

Si accasciò sul letto stringendo a sé il cuscino piangendo a dirotto: non era stato un incubo ma un ricordo, un bruttissimo ricordo della sua vita precedente. A quanto pare la storia si ripeteva: adesso aveva capito perché aveva reagito così di fronte alla vista di suo fratello con una ninfa! L'amore che nella sua vita precedente aveva provato per suo fratello era tornato a manifestarsi: ora sarebbe tornato a soffrire nuovamente!


 


 


 

Ya no hay sueños rosas, no.
Cada día hay más tristezas!
Que lejos estoy del cuento!
Ni príncipe ni princesa!

Quisiera escuchar tu voz,
diciéndome con amor
que querés estar conmigo,
pero es sólo una ilusión!


 


 

Le sue notti erano ormai caratterizzate da incubi: non c'erano più sogni rosa, ogni giorno più tristezza! Perché tornare a soffrire per lui se non gli sarebbe importato niente? Se avrebbe permesso che soffrisse nuovamente? No, non doveva costruirsi più la favola del vero amore perché già una volta era rimasto ferito: non ci sarebbe stato nessun lieto fine! Solo lui con il suo dolore! Come avrebbe voluto averlo lì accanto a lui! Come avrebbe voluto che quelle delicate mani lo accarezzassero! Come avrebbe voluto sentirsi sussurrare con amore che voleva stare con lui ma questa era solo una mera e fugace illusione! Non poteva vivere nel suo mondo di sogni! La verità era una ferita insanabile che non voleva saperne di richiudersi! Non voleva piangere per lui, sapeva che non ci sarebbe stato niente fra loro ma non riusciva a trattenere le lacrime! Ad ogni passo, ad ogni minimo rumore, si voltava tremando: immaginava di averlo al suo fianco, immaginava un amore che non ci sarebbe mai stato.


 


 

No te importa!
Que me muera de dolor!
Que te mire y sienta que hoy sos
el hombre de mi vida!

No te importa!
Y ya no lo niegues más!
Vos no me podes cuidar,
nadie cura mis heridas, nadie soy!


 


 


 


 


 

- Stai bene Hypnos? - domandò vedendo il colorito pallido del fratello scostandogli con una carezza i ciuffi che ricadevano sugli occhi. Hypnos abbassò la testa: vedere suo fratello abbracciato a quella sciocca ninfa, era un sacrificio troppo doloroso da sopportare! Cosa aveva quella ninfa che lui non aveva? Che cosa più di lui? Cercava disperatamente una ragione ma non ne trovava nessuna! Era lì! Lì davanti a lui! Cosa sarebbe costato dirglielo? Dirgli che stava male per lui, dirgli che lo amava, dirgli che soffriva ogni volta che lo vedeva con lei spregevole! Dirgli che si sentiva morire? Cosa gli sarebbe costato? Essere allontanato nuovamente dalla sua vita! Morire di nuovo solo che non ci sarebbe stato nessuno a salvarlo, questa volta...

- Sì – mentì – Perché? -

- Io ed Aris – Thanatos strinse a sé la ninfa sorridente – volevamo dirti che ci sposiamo -

Hypnos sgranò gli occhi: sentì il suo cuore fermarsi, il suo mondo vacillare e sgretolarsi come fosse fatto di vetro. Scattò in piedi e corse fulmineo nella sua stanza chiudendo la porta gettandosi poi sul letto. Thanatos lo raggiunse poco dopo:

- Hypnos che hai? - chiese sedendosi accanto a lui sul letto. Hypnos si mise a sedere con gli occhi gonfi di lacrime:

- Non ti importa dei sentimenti di tuo fratello? - Thanatos rimase colpito da quella frase: l'aveva già sentita in passato: - Non ti importa che io sia qui a morire di dolore per te? Che ogni volta che ti guardo sento che sei l'amore della mia vita? No, non ti importa! Per te non c'è altri che lei! Lei con quei suoi capelli di seta, lei con quei suoi occhi di prato, lei con quei suoi boccioli di rosa! Lei sempre e solo lei! Non ti importa niente di me! Anzi! Sarebbe meglio se scomparissi dalla tua vita! Ma tanto, ci sia o non ci sia, non fa alcuna differenza! Chi si importa di Hypnos? Chi si prende cura di me? Nessuno! Non interessa a nessuno che io viva come un ombra! E a te ancor meno! Tu non puoi prenderti cura di me! Non sei che un fratello solo di nome visto che permetti che soffra così! Ormai nessuno può prendersi cura di me! Nessuno può curare le ferite inferte alla mia anima ed al mio cuore! - si gettò, piangendo a dirotto, tra le braccia del fratello rimasto spiazzato da quella rivelazione.


 


 


 


 

- Vuole lei, Aris, prendere il sommo Thanatos come suo sposo per amarlo per sempre? -

- Sì, lo voglio -

- Vuole lei, sommo Thanatos, prendere Aris come sua sposa per amarla per sempre? -

Thanatos si voltò verso la ninfa, sorridendo;

- Accompagnatemi fuori, per favore – sussurrò Hypnos distogliendo lo sguardo dalla scena

- Ne è sicuro, divino Hypnos? - il dio prese a tremare: - Sommo Hypnos? -

- Vi prego! - I cupidi rimasero sorpresi dalla sua richiesta: non li aveva mai pregati in quel modo!

Lo portarono fuori quasi trascinandolo: privo com'era di tutte le sue forze.


 


 

Lo adagiarono contro una colonna: Hypnos si accasciò a terra, respirando affannosamente e tremando più forte.

- Signor Hypnos? Possiamo fare qualcosa per lei? - ma Hypnos non rispose; uno di loro corse nel tempio:

- Signor Tanatos! Signor Thanatos! - I presenti si voltarono verso il messo:

- Che succede? - tuonò il dio voltandosi:

- Il sommo Hypnos... -

Il suo cuore prese a battere forte, la preoccupazione ad opprimergli il petto: - Che succede a Hypnos? -

- Venga presto! - Ed i due iniziarono a correre, una disperata corsa contro il tempo.


 


 


 


 

Extrañando tus besos
y pensando sólo en eso!
Que no me deja olvidar!
Que ésta es mi vida!

Extrañando los días
en los que me querías
y yo era tu amor!!


 


 


 


 

- Hypnos! - gli si avvicinò cauto, come se non volesse svegliarlo. Si inginocchiò accanto a lui:

- Fratellino mio... - gli scostò i capelli dagli occhi, Hypnos afferrò la mano del fratello: - Hypnos? -

- Thanatos – aprì gli occhi sorridendo impercettibilmente: - fratello mio, come vedi, non mi sono intromesso nella tua vita, ma sento la mancanza di quei baci che non ho mai potuto avere. Sento la mancanza di quei giorni in cui avrei voluto sentirmi dire che mi volevi e che ero il tuo amore ma questa è stata la mia vita: soffrire per te e morire per te! Però, la certezza che non smetterò mai di amarti, non mi abbandonerà mai.


 


 

No te importa
que me muera de dolor
que te mire y sienta que hoy sos
el hombre de mi vida.

(...)


 

...Sento che le mie forze vengono meno, che il battito del mio cuore è diminuito... sto morendo Thanatos: avrei voluto vivere diversamente al tuo fianco ma tu non ti sei mai accorto di me. Addio Thanatos, addio fratellino, addio mio amore... non sei mai riuscito a prenderti cura di me, nessuno può più! Addio – e reclinando la testa, abbandonò quel mondo di sofferenza.

- No! Hypnos!!!!!!! - strinse a sé il corpo esanime del fratello piangendo: quale sbaglio aveva commesso! Aveva permesso a suo fratello di andarsene per due volte, era vero quanto aveva detto Hypnos: a lui non era mai interessato di suo fratello; lui non se ne era mai preso cura come avrebbe dovuto, troppo occupato a pensare a se stesso per accorgersi di lui...

- Hypnos, non permetterò che tu mi lasci una seconda volta! - E prendendo in braccio suo fratello, corse verso il tempio di Hades.


 

(...)

No te importa,
y ya no lo niegues más
vos no me podés cuidar,
nadie cura mis heridas,
nadie más, nadie más....


 


 


 

Spalancò la porta: - Hades! Restituiscimi mio fratello! - Il dio si alzò dal suo trono di marmo:

- Di cosa mi accusi, Thanatos? Non sono stato io a prendere la vita di tuo fratello! Tu sei il dio della morte! Tu ghermisci le anime! Tu inconsapevolmente hai ucciso tuo fratello! Sei stato tu a ghermire pian piano la sua vita per due volte! Non accusare altri di una colpa che non li compete! Assumiti le conseguenze del tuo gesto, Thanatos – e pronunciando codeste parole, uscì dalla stanza.

Thanatos guardò suo fratello quasi avesse paura di incontrare il suo sguardo accusatorio, uno sguardo che non avrebbe mai più potuto ammirare. Strinse il corpo gelido del fratello a sé, piangendo e singhiozzando:

- Perdonami, Hypnos - .


 


 


 


 


 

Un nero profondo lo circondava: non si vedeva niente né tanto meno avvertiva la presenza di una qualsiasi forma di vita.

Si sedette sull'erba: l'unica che sentiva era solo il mormorio di un fiumiciattolo, più che un mormorio sembrava un pianto. Un rumore lo avvertì dell'arrivo di qualcuno:

- Sei arrivato, Thanatos -

- Non aspettavo altro che rivederti, Hypnos – si sedette accanto a lui: - perdonami fratellino -

Hypnos assentì con un cenno della testa: - Sì, Thanatos -.

Il dio della morte lo abbracciò e Hypnos pianse fra le sue braccia:

- Staremo insieme per sempre, Hypnos -

- Sì, Thanatos – .

Le loro labbra si unirono in un tanto agognato e bramato bacio:


 


 


 


 


 

Uniti così, ora e per sempre.

 

 

   
 
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