Fuori pioveva. Alhena, seduta al suo banco, incatenata a quel pezzo di legno, sognava di correre all’aperto e di danzare sotto l’argento prezioso che il cielo dona alla terra come pegno di amore. Ma questo è impossibile. Ogni giorno si sveglia presto e si prepara per entrare in una prigione di conoscenza. Varca la soglia della cella che condivide con altre 20 persone e si siede al suo posto. La ragazza provava a seguire le parole del professore, ma quando piove, diventa impossibile. Dal suo posto in prima fila può guardare fuori dalla finestra e nei giorni sereni i suoi occhi si dissetano della vista di un lembo di cielo azzurro solcato da soffici nuvole che si rincorrono, il profilo verdeggiante di una montagna e la cima di un albero, quello più alto che cresce difronte alla sua prigione. Un’àncora naturale a cui appigliarsi quando le ore di lezione avvelenano la mente, mente che vorrebbe volteggiare libera insieme alla coppia di corvi che ha fatto di quell’albero la sua casa. Quel giorno fuori pioveva. Il panorama fuori dalla finestra è cambiato, è tutto bianco. Il cielo è scomparso, la montagna è scomparsa. La coppia di innamorati si nasconde fra le fronde dell’albero per proteggersi dall’acqua. Ma il suo albero è la, immutabile. I rami leggermente piegati verso il basso a causa del peso dell’argento. Agli occhi di uno sconosciuto il suo atteggiamento potrebbe sembrare quello di una persona triste o amareggiata. Alhena invece conosceva bene le parole che l’albero suo amico sussurrava al cielo: «Grazie. Le tue lacrime per me sono la vita! E infondendomi la tua forza, o padre Cielo, io posso proteggere i tuoi figli, grazie.» Pioggia, il pegno d’amore che il Dio Cervo dona alla sua sposa Terra. Pioggia, per Alhena, è salvatrice.