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Damned game.

Rose di velluto, lacrime di cera sulle candele.
Un buio denso, una nebbia scura come le acque dello Stige. Troppo pallida la luce di quella fiamma che non smette di ardere lo stoppino.
Tante tenebre, poco chiarore. Non può accadere nulla di buono.
-My Lord.- Una voce morbida carezza il silenzio di cristallo.
Il Lord è sul trono. Un trono di rose o un trono di spine?
E' avvolto da una foschìa di morte: la sua ombra, la sua amante. Che stermina, dilania, martoria pur di averlo tutto per sè.
Sete pregiate, calzature eleganti. Veste come il signore che vuole essere.
-My Lord, my Lord.-
Il servo è ai suoi piedi. Il buio viene lacerato dalle sue iridi tinte del sangue di vittime senza pace.
Il servo china rispettoso il capo. Il servo farà quello che il suo Lord dirà.
Un servo fedele.
-Sebastian.- La voce fredda di chi non può più concedersi la tenerezza. La voce fredda di un Lord.
-Ordina e obbedirò, my Lord. Te ne prego. - Com'è bella la voce del servo. Leggera come i sogni insperati, calda come il fuoco che scoppietta nel camino.
Ma il fuoco può bruciare. Il Lord lo sa.
-Davvero? Le tue sono parole veritiere, o illusorie menzogne?-
Sospetta, il Lord. Sorride, il servo, il sorriso dei serpenti.
-Come potrei mentirle? E' impossibile.-
-Attento a ciò che dici, Sebastian.- Blu, blu è l'occhio che squadra il servo.
Blu come gli abissi dell'oblio, blu come il mare che protegge e distrugge. Blu.
-Sei la mia pedina, o il re che mi spodesterà della scacchiera?-
Il Lord ha paura. No, non il Lord.
Solo Ciel, il piccolo Ciel.
Ciel stanco di asciugare da solo le sue lacrime.
Nastri di raso adornano la sua giacca, catene di sangue segano i suoi polsi.
La benda scivola a terra, come una foglia morta. Scopre un simbolo, scopre la verità.
E' marchiato a fuoco dal suo servo. Dal suo demone. E' promesso a lui.
E quel trono, in cui le rose soffocate dai rovi non possono sbocciare, vacilla.
Sebastian, il servo, il demone, sorride piano.
-Non esistono nè pedine nè re, my Lord. Giocheremo e vinceremo entrambi. Abbiamo diversi obiettivi, che compiremo nella medesima partita.-
-Tu divamperai il fuoco della mia vendetta, brucerai e distruggerai ed annienterai, finchè del mio desiderio rimarranno braci. Trasformerai la mia rabbia e il mio dolore in armi. Il passato si scioglierà nel trionfo.- Vuole sollievo nel presente, Ciel, vuole smettere di ricordare quella sconfitta mortificante.
-Sarà un onore.- Sebastian accenna un inchino. -Lei è come la più superba delle rose. La stringerò fra le dita, mi pungerò con le sue spine, soffrirò e sanguinerò. Ma quando giungerà l'ora...- Il suo sguardo affilato scintilla d'essenza cremisi. -Assaporerò i suoi petali, bocchan. Uno per uno. Mi impossesserò di lei.-
-E sia.- Una scintilla di lussuria attraversa quel marchio maledetto. -E sia, Sebastian.-
E giocano quindi, il Lord e il demone, alleati ed avversari.
Usandosi a vicenda, amandosi ed odiandosi, in una partita rossa come il sangue.
Finchè sulla scacchiera non rimarrà che un re vittorioso e sconfitto.

Note dell'Autrice: Okay, questa cosa è Nonsense. Forse anche troppo.
Ho cercato, per quanto possibile, di descrivere al meglio il troppo complesso rapporto che unisce Ciel e Sebastian. Era infattibile, con una storia normale, dare la giusta idea. Percui...ho scritto questa cosa qui. Che dite, vi piace? Cosa ne pensate? ^-^
Lucy