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Autore: Cucuzza2    29/01/2012    3 recensioni
Kevin non era durato granché, morto sotto le zampe di uno degli animali-cisterna sin dal primo giorno. Sarah l’aveva etichettato come “esempio negativo”. Non s’era mai visto un modo di comportarsi tanto controproducente, in quel Miraggio.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sarah vacillava, accovacciata nella tenda allestita da lei, Kevin e Mike appena quattro giorni prima. Era l’ultima rimasta, e a tratti le veniva da sorridere con un malcelato orgoglio, o forse era follia e basta.

 

Tic, toc, tac, tic.

Toc, tic, tac, toc.

 

Kevin non era durato granché, morto sotto le zampe di uno degli animali-cisterna sin dal primo giorno. Sarah l’aveva etichettato come “esempio negativo”. Non s’era mai visto un modo di comportarsi tanto controproducente, in quel Miraggio.

Poi era morto Mike. Il giardiniere aveva dato un taglio netto con le cesoie al capo del ragazzo, lasciandolo a gocciolare sangue in una pozza di liquido rossastro. Sarah aveva provato un vago orrore, che aveva riversato del tutto nel proprio diario, ma stava già perdendo lucidità. Era il secondo giorno.

Già il terzo giorno Kevin e Mike erano morti, morti, morti! E fra poco anche Sarah lo sarebbe stata. E Sarah tremava, tremava e tremava ancora, perché in quel mondo folle e allucinato non sapeva più cos’altro fare.

 

Toc, tic, tac, toc.

Tic, toc, tac, tic.

 

Piedi-rastrello colpivano ritmicamente il terreno, toc, tac, tic, toc, tac, no, basta, basta, non ancora, non ancora, per carità non ancora!

O forse era follia e basta.

 

Appuntò nervosamente gli ultimi avvenimenti sul diario. A metà pagina si leggeva, chiarissimo, “il giardiniere ha tagliato la testa a Mike con le sue cesoie”; il resto era solo un groviglio di grafie.

Aiuto. Non era un gioco.

 

Tic, toc, tac, tic.

Toc, tic, tac, toc.

 

Ormai si era spalmata la pelle con la buccia di una patata. Il giardiniere le passò a fianco, cieco, e lei non fiatò. L’aggeggio metallico la sfiorò, quasi; poi, con sollievo della ragazza, si allontanò a passetti ritmici.

Sarah si sentì immensamente felice. Anzi, no, non felice: rilassata, rilassata era la parola giusta. Andava tutto magnificamente bene. Ora doveva solo essere mangiata dal Gigante, e tutto sarebbe stato perfetto.

 

Toc, tic, tac, toc.

Tic, toc, tac, tic.

 

 Non ci si rende conto subito... Ti coglie in modo subdolo... diffidare. Ma come fare, altrimenti?

Già, come fare? Non importava, almeno, non in quel momento. Aveva scritto quella frase in un momento di lucidità, cioè, di follia, o meglio entrambe le cose, ma comunque non era questo ciò che contava, e poi aveva altro a cui pensare. Doveva solo maturare, per il momento, perché stava benissimo sotto il sole, e perché stava diventando davvero una patata modello. Certo, non era ancora perfetta, ma un giorno lo sarebbe stata.

Oh, si stava così bene sotto il sole!

Era meravigliosamente felice.

 

Adesso sono felice, non ho più paura, so che tutto andrà per il meglio. Era stupido lottare, così stupido!

 
   
 
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