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Autore: xCyanide    29/01/2012    8 recensioni
Quel brutto stronzo si sposa! E me l’ha detto col sorriso!
“Ehy, Frankie, lo sai che mi sposo?”
Ma vaffanculo! E’ stato come se mi avesse detto “Ehy, Frankie, lo sai che ho deciso di toglierti il cuore, calpestarlo e poi mangiarlo?”
-Che c’è, un gatto ti ha mangiato la lingua? – Mi chiese dopo un po’.
-Aspettami lì. – Mi affrettai a scendere le scale di casa e aprii il portone, rischiando di romperlo.
Me lo ritrovai davanti, bello come sempre. Con i suoi capelli neri pieni di nodi, i fianchi un po’ troppo cicciotti e una maglietta scolorita che lo faceva anche più grasso. Ma era proprio per questo che lo amavo. Per tutti quei suoi piccoli difetti.
POTRESTE MORIRE DI DIABETE, SAPPIATELO! :3
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SI SPOSA!
Quel brutto stronzo si sposa! E me l’ha detto col sorriso!
“Ehy, Frankie, lo sai che mi sposo?”
Ma vaffanculo! E’ stato come se mi avesse detto “Ehy, Frankie, lo sai che ho deciso di toglierti il cuore, calpestarlo e poi mangiarlo?”
Forse, in quel caso, sarebbe stato tutto meno doloroso, si…
Me lo immaginavo già con lo smoking il giorno del suo matrimonio. Con la fede al dito, sicuramente più pallido del solito per via del poco sonno. Bellissimo, come sempre. Con quegli occhioni verdi e quel sorriso storto. Vicino a… Lyn-z.
Si, perché lo sapevano tutti che Lindsey andava dietro a Gerard da mesi, ma lui non l’aveva mai calcolata. E ora, invece? Ora si voleva sposare con quella sottospecie di rifiuto umano con le codine e la minigonna!
“Sai, ho voluto dirlo a te per primo, perché credo tu sia importante e voglio il tuo parere. Ma amo molto la persona a cui lo chiederò.” Ha continuato, tranquillamente.
Ma io sono scappato via, senza farlo continuare. Piangevo, tanto. Aveva detto che l’amava! Davanti a me!
Con il fiato corto, riuscii ad arrivare finalmente  a casa. Avevo bisogno di parlare con mia mamma. Lei sapeva della cotta stratosferica che avevo per quel rincoglionito e, sicuramente, mi avrebbe capito e consolato, nonostante non amasse Gerard in modo particolare.
Aprii la porta sbattendola addosso al muro. Lei era in cucina e si affacciò verso il salone per vedere se per caso era scoppiata la terza guerra mondiale nel suo salotto.
Io, intanto, mi ero lanciato sul divano, stringendo il cuscino a me, cercando un po’ d’affetto. E continuavo a piangere. Tanto.
-Frankie? – Domandò preoccupata. –Frankie, cos’hai? – Chiese, correndo verso di me e posandomi una mano sullo stomaco.
-Io lo odio! – Urlai tra i singhiozzi. –Mamma, ammazzalo, per favore!
-Chi? – Chiese lei, sedendosi vicino a me.
-Quel… testa di cazzo di Gerard! – Strillai. –Voglio ammazzarlo! – Mi tirai su a sedere, stringendo i pugni finchè le nocche non diventarono bianche.
-Che ha fatto? – Sembrava turbata.
-Si sposa! – Esclamai. –Si sposa con quella troia! Me l’ha detto prima, alle prove.
-E tu che hai fatto? – Mi chiese.
-Io sono scappato, non ho finito di parlarci. Me ne sono andato, non volevo sentire altro. E che non pensi di poter venire qui e fare quei due occhi da cucciolo per scamparla, stavolta… - E un nuovo fiotto di lacrime si impossessò dei miei occhi.
-Vieni qui, piccolo mio… - Mi sussurrò lei stringendomi.
-Fa male, mamma, tanto male…
-Lo so, ma secondo me, dovresti parlarci e farti spiegare bene la situazione. – Si oppose.
-Non voglio parlarci più. – Borbottai, come un bambino piccolo.
-Frankie, hai diciotto anni ed è ora che tu affronti i tuoi problemi di persona. – Disse severa.
-Ora può solo stringermi e non parlare, per favore? – Mormorai in un lamento.
-Va bene, piccolo. Però dopo vado a prepararti una torta al cioccolato, di quelle che ti piacciono tanto.
 
Passai i giorni seguenti chiuso nella mia stanza. Non avevo voglia di andare a scuola, di prendere la mia chitarra in mano o anche solo di mettere il naso fuori da casa. Avevo paura di incontrarlo e avrebbe fatto diecimila volte più male.
Lui, dal canto suo, mi aveva lasciato una ventina di chiamate e circa centocinquanta messaggi che ovviamente non avevo letto.
Stavo dimagrendo e mia mamma era iper preoccupata anche perché non mangiavo nemmeno le sue torte al cioccolato. Diceva che non mi faceva bene rimanere nella mia autocommiserazione tutto il giorno, che avrei dovuto chiamare Mikey e uscire un pochino o che, magari, avrei dovuto parlare con Gerard e chiarire.
La prima opzione era accettabile, se non per il grado di parentela che aveva Mikes con quello stronzo. Me lo ricordava troppo e non ce l’avrei fatta a non scoppiare. La seconda la scartavo dal principio. Chiamare Gerard per sentirlo dire che era andato a comprarsi l’abito per il grande evento e che magari avrebbe voluto gli facessi anche da testimone era inaccettabile.
Anche se, sinceramente, non capivo perché mamma insisteva tanto perché parlassi con Gee. Non le era mai andato tanto a genio il fatto che avesse un figlio bisessuale, per lei doveva essere una liberazione il fatto che Gerard fosse completamente e irrimediabilmente etero. Forse poteva essere proprio l’occasione per dimenticarlo. Ma non ce la facevo. Soprattutto quando, tutte le volte che chiudevo gli occhi, mi ritrovavo davanti quel viso che tante volte avrei voluto accarezzare e quelle mani che avrei voluto… Vabbè, tralasciamo dove avrei voluto le sue mani.
Sapevo, però, che Gee era venuto anche a casa a cercarmi e mamma era salita in camera mia chiedendomi se lo avessi voluto vedere. Diceva che lui era disperato e che voleva fare pace. LUI era disperato?! LUI?! Ma vaffanculo un’altra volta!
Tutte le volte, ovviamente, avevo detto a mamma di dirgli che ero occupato a, chessò, dare le capocciate al muro finchè non sanguinavo? Avevo in mente di riuscire a farmi rimanere la cicatrice come quella di Harry Potter.
Anche Ray e Bob avevano provato a chiamarmi, ma io avevo evitato di rispondere per non sentirmi dire che avrei dovuto fare pace con quel ventunenne testa di cazzo.
 
Ma un giorno, mentre dormivo tranquillamente, cominciai a sentire un rumore regolare. Che cazzo era?
Mi alzai di malavoglia dal letto e mi stropicciai gli occhi. Il sole era alto, per cui non dovevano essere più delle quattro e mezza di pomeriggio. E mamma sicuramente era a fare la spesa.
Il rumore continuava imperterrito e io ancora non mi rendevo conto di che cosa potesse essere. Ma quando mi girai verso la finestra, mi accorsi che erano tutti piccoli sassolini che battevano sulle persiane.
Senza pensarci due volte, la aprii guardando in basso. E, beh, perché non ci avevo pensato due volte? Sotto la mia camera, c’era Gerard AdoroSpezzareIlCuoreAllePersone Way che mi guardava sorridendo.
-Che cazzo vuoi? – Chiesi svogliato. Stavo cercando di trattenere le lacrime.
-Sei dimagrito… - Mormorò. –Mi dispiace.
-Ti dispiace?! – Urlai. –Prima vieni da me e mi spezzi il cuore e poi dici che ti dispiace? – Ora, mi avrebbe potuto tranquillamente tirare un sasso in faccia, perché, senza nemmeno accorgermene, mi stavo dichiarando. Perché lui, fino a quel momento, non sapeva niente di quello che provavo. –Gerard, vaffanculo! – Strillai.
I vicini, quei ficcanaso dei vicini, si erano affacciati alle finestre per vedere chi si stava scannando e noi stavamo, quindi, accumulando un po’ di pubblico. Sapevano tutti del mio, diciamo, orientamento sessuale, dato che Gerard non era il primo ragazzo di cui ero innamorato, ma comunque non me ne fregava poi tanto.
Feci per andarmene, ma sentì di nuovo la sua voce.
-Vedi, Iero, è questo il tuo problema. – Cominciò. –Se tu mi facessi finire di parlare per almeno una santa volta, avremmo risolto da molto più tempo.
Mi riattaccai alla finestra e lo guardai in cagnesco.
-Dai, parla, bastardo. – Lo incitai.
-Ti ho detto che mi sarei sposato, ma non ti ho detto con chi. – Sorrise, in quel modo storto che io tanto amavo.
-Lo sanno tutti che ti sposi con quella troia! – Continuai a urlare.
-Veramente, tutti sanno con chi mi sposo, tranne te. E, sinceramente, credo che il tuo parere sia molto importante, altrimenti non se fa niente.
-Dai, illuminami. – Dissi, sempre più scazzato.
-Beh, secondo te, se io chiedessi di sposarmi a un ragazzo, lui accetter..
-Bert?! Ti sposi con Bert?
-Cazzo, fammi finire! – Sbraitò. –Lo conosci bene. E’ incazzato con me da un paio di settimane e mi ha evitato per tutto questo tempo. Credo che sua madre mi odi, ma non fa niente. Va matto per le torte al cioccolato e per i cani. E pagherebbe qualsiasi cifra pur di avere una cicatrice tale quale a quella di Harry Potter. La sua festa preferita è Halloween ed è alto un metro e sessantadue. E impazzisce per i film horror anni ottanta. E…
-Gerard… - Riuscii a sussurrare, senza voce.
-Aspetta! Fammi finire! – Esclamò. –Dici che se io chiedessi a Franklyn Anthony Thomas Iero III di sposarmi, lui accetterebbe?
Io quasi non svenni a quelle parole. Mi stava chiedendo di sposarlo. Mi stava chiedendo di sposarlo!
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma di gioia stavolta.
-Che c’è, un gatto ti ha mangiato la lingua? – Mi chiese dopo un po’.
-Aspettami lì. – Mi affrettai a scendere le scale di casa e aprii il portone, rischiando di romperlo.
Me lo ritrovai davanti, bello come sempre. Con i suoi capelli neri pieni di nodi, i fianchi un po’ troppo cicciotti e una maglietta scolorita che lo faceva anche più grasso. Ma era proprio per questo che lo amavo. Per tutti quei suoi piccoli difetti.
-Allora? – Mi chiesi impaziente, aprendo le braccia verso il cielo in modo teatrale.
-Beh, sai, credo che Franklyn Anthony Thomas Iero III sarebbe talmente tanto felice di diventare tuo marito che ti perdonerebbe. – Gli dissi camminando verso di lui.
Lui si inginocchiò goffamente (non lo vedevo proprio a fare una cosa del genere) e tirò fuori dalla tasca della sua felpa un piccolo contenitore di velluto. Lo aprì e dentro c’era un anello d’argento sottile e delicato che lui si affrettò a mettere al mio anulare. Poi lo vidi sorridere soddisfatto, prima di alzarsi in piedi e di guardarmi.
-Ti amo. – Sussurrò.
-Oh, mi hai fatto dannare prima di dirmelo, bastardo. – Risi.
-Allora, futuro signor Way, mi concede il primo bacio? – Mi domandò retorico, prima di prendermi il viso tra le mani pallide e di lasciarmi un bacio delicato sulle labbra. Gli occhi mi si riempirono di nuovo di lacrime perché, si, quello era il giorno più bello della mia vita.
Tornai alla carica sulle sue labbra, stavolta schiudendole, in modo da sentire il suo sapore. E sapeva di casa, di amore, tenerezza, sollievo, felicità. Di Gerard.
Lo strinsi a me, sorridendo come un ebete.
-Allora, tra quanto? – Chiesi, ancora non avendo realizzato.
-Quando vuoi, però dobbiamo organizzare, fare la lista dei regali, degli invitati…
-Appunto! Non voglio né Lindsey, né Bert al nostro matrimonio, sia chiaro. – Dissi duro, prima di scoppiare in una risata.
-Va bene. – Disse rassegnato. –E poi… - Continuò. –Dobbiamo cercare casa, con un giardino, uno studio per me, un canile per te.
-E io lo devo dire a mamma. – Dissi impaurito.
-Oh, sarà felice. – Mormorò.
-Si, lo credo anche io. – Dissi prima di baciarlo di nuovo.
Sentì qualche “Congratulazioni!” urlato da lì vicino. Vicini ficcanaso, di nuovo.
 
E ora, cinque anni dopo, siamo qui a festeggiare il nostro anniversario insieme a tutta la mia famiglia e quella di Gerard e, ovviamente, i My Chemical Romance al completo.
Io sono seduto sul divano di casa nostra, con la testa appoggiata alla spalla di Gerard, che mi carezza una guancia dolce, mentre parla con mia madre del prossimo fumetto che vorrebbe far uscire. Si chiamerà “The Umbrella Academy” e sarà pieno di supereroi e tutte quelle cose che piacciono a lui.
Io, invece, mi limito a essere il chitarrista ritmico dei My Chem, amato da tutte le fans, modestamente. Ma soprattutto, amato da quel bastardo testa di cazzo di mio marito.
-Ti amo. – Gli sussurro in un orecchio, prima di alzarmi e di andare ad aiutare Donna con i dolci e le portate della cena.
-Oh, caro, non ti preoccupare. – Dice lei, sorridendo.
-No, voglio dare una mano alla mia amata suocera. – Rispondo ridendo e lasciandole un bacio sulla guancia.
-Gerard, io non smetterò mai di dirti che amo tuo marito! – Urlò lei, in modo da farsi sentire da tutti. In modo da scatenare una risata generale.

 

xCyanide's Corner
Sono sempre io, il vostro capo (?) AnyWAy, spero che questa OS vi sia piaciuta e se siete arrivati qui meritate un premio *Lancia caremelle a tutti* Una recensione non farebbe male, comunque!
Un bacio, alla prossima!

  
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