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Autore: KoreW    29/01/2012    1 recensioni
Storia classificata terza e vincitrice del premio originalità al "IL TERZO INDESIDERATO... Contest" indetto da ter99 e da Tefnut, giudicato poi solamente da ter99.
questa è fic è il mio primo esperimento con le Blaise/Daphne e devo dire che ne sono totalmente soddisfatta. Amo questa coppia e spero che la storia riceva anche un minimo di recensioni, così, solo perchè vi è realmente piaciuta.
Corro.
Corro senza meta.
Corro finche non sento le gambe piegarsi dal dolore.
Corro per scappare via da questa vita.
Corro perché la mia vita è uno schifo.
Corro perché non riesco a fare altro.
Corro perché correndo riesco a ovattare i suoni e i pensieri che affollano dalla mia testa.
Corro perché voglio andare via.

Baci ♥
Alyssia98
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nickname: Alyssia98 
Titolo: Perfettamente imperfetta
Personaggi: Daphne Greengrass, Blaise Zabini, Theodore Nott e la partecipazione speciale di... Uni!!!
Genere: Romantico, sentimentale
Rating: giallo
Avvertimenti: One-shot 
Introduzione:

 
Corro.
Corro senza meta.
Corro finche non sento le gambe piegarsi dal dolore.
Corro per scappare via da questa vita.
Corro perché la mia vita è uno schifo.
Corro perché non riesco a fare altro.
Corro perché correndo riesco a ovattare i suoni e i pensieri che affollano dalla mia testa.
Corro perché voglio andare via.

 
NdA: allora... che dire, prendi un unicorno, una voglia e un quadrifoglio e otterrai questa pazza storia di una pazza che non sa fare altro che scrivere pazzie. Bando alla ciance, nei dialoghi certe volte ho cambiato il tempo verbale per rendere meglio, al passato il racconto,  al presente i pensieri di Daphne, spero che la fic ti piaccia.
Baci ♥
Alyssia98

 
                                                                                                                                             Perfettamente Imperfetta

Corro.

Corro senza meta.

Corro finche non sento le gambe piegarsi dal dolore.

Corro per scappare via da questa vita.

Corro perché la mia vita è uno schifo.

Corro perché non riesco a fare altro.

Corro perché correndo riesco a ovattare i suoni e i pensieri che affollano dalla mia testa.

Corro perché voglio andare via.

Sono Daphne Greengrass e sono solo una bambola che viene mossa da una forza più grande. Una forza che la obbliga e che la comanda.
Quella forza si chiama dovere.


Sì, perché ormai tutto ciò dipende da quello. Tutto quello che faccio non lo eseguo perché lo voglio, ma perché lo devo e non riesco a uscire da questa costrizione.

La gonna sventola secondo la direzione del vento, i capelli ondeggiano anch’essi e le mie gambe cedono, stanche per aver corso ininterrottamente.

Sono dentro la Foresta Proibita, immersa nel buio e nel silenzio; due cose che ho sempre amato.

Gli alberi appaiono minacciosi ed il suolo, ricoperto da foglie arancioni, rosse, marroni e gialle, è umido grazie alla rugiada del mattino, la luce è soffusa e si sente lo scrosciare del fiume in vicinanza. Mi appresto nella sua direzione e mi siedo a riva, mettendo dentro i piedi scalzi; il sollievo è immediato.

La divisa, prima immacolata e perfetta, adesso è ridotta in uno stato pietoso. La gonna è stropicciata e logora, la camicia ha perso vari bottoni ed è sporca di una sostanza non ben definita, la cravatta verde-argento è slacciata e mi pende dal collo ed il mantello è tutto strappato e infangato. Sono orrenda.

Non m’importa, in un altro contesto sarei andata in crisi, ma in questo momento ho altro per la testa.

Penso.

Penso a Theo, a Zabini, alla mia casata, al mio rango, alla mia famiglia, a mia sorella, al mio passato, al mio presente e soprattutto penso al mio futuro. Un futuro dannatamente imperfetto.

Un futuro nero, un nero indelebile.

Nero come la pece.

Nero come l’onice, la pietra che porto al collo.

Nero come l’inchiostro.

Nero come la mia vita.

Mi distendo sulla terra umida, lasciando che la rugiada mi penetri nel corpo, i miei capelli biondi risaltano in tutto quell’ammasso di foglie e chiudo gli occhi, ascoltando il silenzio.

La mia pelle candida s’ impregna di quella sensazione di piacere, lasciandosi cullare in uno stato di leggerezza infinito. Mi porto una mano all’altezza del collo, sfiorando la piccola macchiolina color cioccolato che deturpa la mia pelle nivea. È una voglia. Una voglia che mi rende ancor più imperfetta di quanto già non sia.

La prima cosa sbagliata che ho fatto è stata quella di mettermi con Theodore Nott, troppo possessivo.

La seconda cosa sbagliata è stata quella di rifiutarlo poco dopo avergli permesso di osare.

La terza cosa sbagliata è stata quella di ignorarlo i giorni seguenti, come solo una serpe saprebbe fare.

La quarta cosa sbagliata è stata quella di permettergli di mettermi le mani addosso.

E la quinta, ma non per ordine d’importanza, cosa sbagliata è stata quella di permettere a Blaise di difendermi.

Perché diamine adesso il mio cuore ragionava da solo?!

Ho rifiutato Nott, perché quello stesso giorno quella serpe di Zabini mi aveva rifilato un bacio a tradimento. Ero innamorata di Theo, ma quel bacio ha cambiato ogni cosa, perché le emozioni erano molto più forti e passionali.

Mi metto seduta e mi imbambolo a fissare un punto non ben definito dell’altra sfonda, che non ha alcun segno di particolarità o distinzione da quella opposta. Poi sento il rumore di zoccoli sul terreno e mi volto spaventata, credo che sia uno di quei centauri di cui ho sentito parlare.

Ma mi stupisco nel vedere che invece c’è un bellissimo unicorno dal manto argenteo e la chioma bianca splendente. È molto grande e maestoso, ha un espressione fiera in quegli occhi dal colore del cielo di notte, rizza le orecchie non appena ode il minimo rumore e rimane fermo li, come se non approvi la mai presenza.

- Nemmeno a te piaccio, eh? Sono ripugnante. Beh, non c’è da stupirsi; a chi può piacere la Regina di ghiaccio d’altronde? A nessuno, ecco la verità, ma sai che ti dico, non mi importa! Se devo restare sola sarà perché l’ho voluto io. - mi sento una stupida a credere che quell’animale possa anche solo capire una delle mie parole, ma quello si avvicina e mi intima ad accarezzargli la chioma splendente. Lo accontento e al solo sfiorarlo un aura positiva mi avvolge, facendomi sorridere.

- Sei bello, lo sai? Tu si che sei perfetto, guardati, risplendi e sei la creatura magica più bella di tutte, - gli dico, ammirando il suo pelo bianco immacolato. – Sei disposto ad ascoltarmi?- gli chiedo; se non posso parlare con una persona, almeno proverò sfogare le mie sofferenze su quella bellissima creatura.

- Sai, a me Theo piaceva, e anche tanto direi. Eravamo la coppia dell’anno: il bello e dannato e la Regina di ghiaccio. Aveva i capelli neri raccolti disordinatamente in un codino e gli occhi di un giallo spiazzante, erano così intensi e lui era così ribelle e arrogante, mi faceva letteralmente impazzire. Adoravo i tipi come lui, belli e impossibili, dei veri serpeverde, con quel pizzico di cattiveria e di passione. Insomma, il mio obbiettivo era conquistarlo e ci sono riuscita alla grande, - intanto l’unicorno si era seduto al mio fianco e adesso si lasciava accarezzare il muso. – Beh, ti lascio immaginare cosa successe dopo. Eravamo la coppia dell’anno, come ho già detto, la migliore, quella sulla bocca di tutti. Io però venivo sempre considerata una sgualdrina e dopo il mio fidanzamento con Nott queste voci aumentarono. Non me ne curavo, non me ne ero mai curata, perché dovevo farlo in quel momento? Mi sentivo viva… il nostro amore era pura passione, puro divertimento, consumato in silenzio nella stanza delle cose nascoste. Dopo due mesi, però, quella fiamma si spense e la mia vitalità con lei, non mi faceva più nessun’effetto ormai il suo carattere ribelle e la sua arroganza, tutt’al più m’infastidivano. Era tornata la Regina di ghiaccio. Poi, però, un giorno Zabini, con la scusa di chiedermi gli appunti di astronomia mi si avvicinò. Io, ovviamente, da buona serpeverde quale ero, lo mandai via; di certo non lo avrei fatto copiare. Poi è stato un attimo. Il tempo di uno sguardo che mi ritrovo a contatto con le sue labbra. Una fiammella si era riaccesa dentro di me, ma non mi bastava, io volevo il fuoco. Approfondimmo il contatto, eravamo soli nell’aula di astronomia. Poi però mi staccai, infervorata con lui per avermi baciato a tradimento, ammettevo che io avevo contribuito, ma questo non riuscì a calmare la mia rabbia e il desiderio ardente di riaverlo di nuovo mio. Gli diedi uno schiaffo e me ne andai ghignando.

L’aria si fa sempre più fredda, mi stringo un po’ di più all’unicorno per riscaldarmi almeno in parte. Sta calando la sera e i giochi di luci ed ombre rendono la foresta ancora più inquietante; il pelo dell’animale risplende, illuminando fiocamente buona parte del luogo.

È bello il bosco di notte.

Il buio è rilassante e il silenzio è quasi surreale, si sente solo lo scroscio dell’acqua del fiume da dove ho appena ritirato i mie piedi per il freddo. Osservo l’animale, il corno argentato è puntato verso l’alto e quegli occhi blu notte mi scrutano silenziosi, aspettando il seguito del mio racconto.

- Vuoi che continui? Davvero riesci a capirmi?- gli chiedo, ben sapendo che non mi potrà mai rispondere. Lui mi fa cenno di si col capo e allora io continuo.

- Quella stessa sera avevo un appuntamento con Theodore, mi infastidiva parecchio quel giorno e non sapevo bene nemmeno il motivo. Non appena tentò di baciarmi io lo scacciai, mi irritava anche un solo suo tocco. Si era arrabbiato e abbiamo litigato, poi se n’era andato infervorato e io, impassibile, mantenevo quell’aria fiera sul volto. Il giorno dopo lo ignoravo e lo evitavo in tutti i modi; ovviamente questo mio atteggiamento non passò inosservato e le voci continuavano a girare. Nott aveva provato ad avvicinarsi a me, ma io lo ignorai. Allora si era infuriato e mi aveva afferrato con violenza dicendomi un epiteto poco carino ai danni della mia persona. Io ero impassibile, tenevo la testa alta e lo fronteggiavo con lo sguardo. Poi d’un tratto estrasse la bacchetta, stava per lanciarmi un incantesimo, ma io non ero per niente intimorita; non avrebbe osato sfiorarmi con un dito, ma questo Zabini non poteva saperlo. Lo disarmò e gli disse a chiare parole di lasciarmi in pace. Voglia di fare l’eroe? No, noi serpeverde non siamo così impulsivi, tutt’al più possessivi. Beh, ti lascio immaginare cosa successe poi, quei due si scontrarono, ma non con la magia, bensì alla babbana, e devo dire che Blaise ha avuto la meglio, se l’è cavata solo con un occhio nero, mentre Theodore è finito in infermeria. – finto il racconto, l’unicorno posa il suo candido muso tra i miei capelli, scoprendo quella voglia situata proprio al di sotto di essi.

Ormai è buoi pesto, ma non me ne curo, resterei anche tutta la notte qui se potessi. L’unica luce che si diffonde per la foresta è quella del manto dell’unicorno.

- Dopo un po’ le brutte voci sul mio conto erano aumentate, tutti credevano che fossi una di quel genere, una sgualdrina insomma, mi rendevano la vita impossibile. A cominciare da quella faccia di carlino – Parkinson che voleva vendicarsi di me per non essere rimasta nella sua “banda”. Quella lì non ha mai capito che io non avevo bisogno di andare dietro a qualcuno per essere importante. Insomma, la Regina di ghiaccio non ha bisogno di nessuno, le basta la sua corazza. Però anche la Regina di ghiaccio prima o poi deve cedere e io sono caduta rovinosamente. Sì perché dopo un po’ tutta la scuola ha cominciato a bisbigliare al mio passaggio, tutti mi evitavano, persino i miei compagni di casa e mia sorella non mi rivolgevano più la parola. La mia vita stava diventando sempre più nera. Beh, e questo e tutto, ora mi ritrovo qui e sono in dubbio se restare o meno, ma non credo che lo farò: sono una purosangue, mi hanno insegnato delle regole e non mi lascerò abbattere in questo modo. – gli dico inoltre.

Questa notte penso proprio di passarla qui, per una volta voglio infrangere le regole e abbandonare la mia compostezza, ma solo sta notte, poi ritornerò la Regina di ghiaccio.

                                                                           ***

La mattina dopo vengo svegliata dal canto degli uccelli. Sono adagiata al suolo e a prima vista mi appare tutto un po’ sfocato, poi metto a fuoco e mi ritrovo nella Foresta Proibita, luogo dove mi ero addormentata la notte precedente.

L’unicorno è andato via, non lo vedo da nessuna parte. Nemmeno lui è riuscito a rimanere in compagnia della Regina di ghiaccio. Troppo ripugnate.

Poi vedo adagiato a me un piccolo quadrifoglio e capisco che non mi ha lasciato del tutto.

Mi porterà fortuna.

Stringo tra le mani quel piccolo dono e mi incammino, più scompigliata che mai, verso il castello.

Sono si e no le cinque del mattino, non credo che ci sia qualcuno sveglio a quest’ora nel castello, passerò inosservata. L’erba è umida e l’aria gelida mi penetra fin dentro le ossa, ma non demordo: sono una donna forte, sono la Regina di ghiaccio.

Entro cautamente dentro quelle mura, cercando con lo sguardo la via per la mia sala comune, poi due occhi neri mi scrutano silenziosi e non posso fare a meno di non accorgermene.

Da dietro un armatura spunta fuori un ragazzo dalla pelle scura e gli occhi nerissimi con un ghigno sul viso.

- Sei orrenda, lo sai? - mi dice a mò di scherno.

- Non ho bisogno del tuo parere, Zabini! - gli dico acida.

- Così si ringraziano le persone che ti difendono, Greengrass? - mi chiede, sempre con quel ghigno irritante in viso.

- Nessuno ti aveva chiesto di farlo, Zabini. - gli dico altezzosa.

- Infatti, ma ho voluto farlo Daphne, e sai perché? - mi dice con voce roca, dannatamente seducente.

- Ti ascolto, Blaise.  

Si avvicina pericolosamente al mio volto e mi scosta delicatamente i capelli dal collo, scoprendo così la voglia color cioccolato che lo macchia. La bacia e mi sussurra:

- Perché sei così perfettamente imperfetta. - sussulto e lui sorride nel vedermi in difficoltà.

Poi se ne va, silenzioso com’è venuto, lasciandomi sola con mille dubbi nella testa.

Tengo ancora il quadrifoglio nella mano e noto che c’è una piccola macchia nera in una delle sue foglie.

Nera come la pelle di Blaise.

Nera come i suoi occhi.

Nera come la mia fortuna.

Nera come la mia perfetta imperfezione.


Angolo autrice
come ho già detto prima, nutro un profondo attaccamento verso questa storia. Vedete, questa storia mi ha fatto conoscere un'amica, che adess è una di quelle più importanti che ho
Lo so che a voi non interessa, ma a questa premessa ci tengo parecchio. Grazie terry  perché così che ti ho realmente conosciuta ed è grazie a questa perfettamente imperfetta di fic se adesso siamo quello che siamo. Che dire, grazie a chi la leggerà/seguirà/ricorderà/recensirà questa pazza storia. Sappiate che ho cercato di metterci l’anima e se ci sono errori pazienza, infondo tutti siamo un po’ perfettamente imperfetti.
Ecco il giudizio della mia cara giudiciA:


3° classificata ” Perfettamente Imperfetta” di Alyssia 98


Grammatica e lessico: 8/10
Stile e forma: 9/10
Originalità: 15/15
Caratterizzazione personaggi:10/10
Giudizio personale: 10/10
In tutto: 52/55


Allora, come cominciare a scrivere questo giudizio? Me lo sono chiesta dopo aver letto questo capolavoro!^^
In grammatica non ho potuto darti di più a causa di alcuni errori, più che altro di distrazione: un errore che ho notato hai ripetuto in molte parti nella fan fiction è stato il cominciare le frasi con Ma e dopo cosa che secondo me è grammaticalmente sbagliata. Ho notato anche un finto in cui manca la i nella frase: “Finto il racconto, l’unicorno posa il suo candido muso tra i miei capelli, scoprendo quella voglia situata proprio al di sotto di essi.” Infine ho notato che un verbo è scritto errato perché hai scritto “lasciano domi” nella che dovrebbe essere scritto lasciandomi e questo è solo un piccolo errore di distrazione. Ho apprezzato molto il tuo stile ed ho notato solo qualche virgola mancante.
L’originalità sicuramente non è mancata e non ho potuto fare a meno di darti il massimo, anche la caratterizzazione è stata molto curata.
Quanto al giudizio personale posso dirti che, sorvolando sulle piccole sviste grammaticali, ho amato questa one-shot dalla prima parola all’ultima, complimenti.
Baci,
Alyssia98


  
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