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Autore: Dave1994    29/01/2012    1 recensioni
"Sei dunque tornato per avere l'opportunità di uccidermi, come quella volta, Sephiroth?"
"Sei già morto una volta, Zack. Direi che è abbastanza."
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cloud Strife, Sephiroth, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Cloud fece scorrere l'indice e il medio sul gelido epitaffio ai suoi piedi, mentre intorno a lui la neve cadeva imperterrita e leggera ricoprendo sempre più il terreno di una soffice coltre.
Sulla pietra erano incise poche, semplici parole:
"Alla memoria del mio maestro, amico e fratello. Riposa in pace, e veglia su di me."
Il ragazzo, sui cui capelli biondi andavano a depositarsi sempre più fiocchi al punto da farli apparire bianchi, si rialzò in piedi.
- Ti sarebbe piaciuto questo posto. C'è calma e tranquillità. - disse al vento ghiacciato, che gli soffiava violento nelle orecchie. Si guardò intorno, come per cercare qualcuno: ma Zack era morto da anni e di lui non restava altro che quell'effigie persa in una landa ghiacciata.
Cloud rese omaggio, conficcando nel terreno una pesante spada in acciaio, liscio e terribilmente affilato. Era il suo modo di ricordarlo. Solo un vecchio regalo avrebbe potuto essere più adatto.
Il ragazzo biondo si voltò verso la sua moto, poco distante da lui e profondamente immersa nella neve e ci salì sopra. Con uno spruzzo, le ruote iniziarono a girare e Cloud sfrecciò lontano, svanendo nell'ormai emergente bufera.
Il vento vorticava attorno alla lapide, sibilando come un dio scontento che cerca di far volare via un fastidioso granello di polvere. Poi, d'un tratto, l'atmosfera cambiò: in mezzo al bianco e al grigio, comparve qualcos'altro. Un bagliore verde, dapprima fievole, poi splendente: scintille color smeraldo danzarono assieme alla neve, per condensarsi in una forma solida e lucente.
In mezzo al nulla, apparve un uomo, alto e dai lunghi capelli bianchi: era a torso nudo, ma non sembrava soffrire il freddo. Non poteva sentire più nulla, né la fame e né il dolore. Una persona, guardandolo in volto, avrebbe detto che era allo stesso tempo serafico e terribile, angelico e diabolico. Quegli occhi, grigi e trasparenti come il diamante, sembravano guardare oltre l'orizzonte oscurato.
Lui era il Flusso Vitale, e il Flusso Vitale era lui.
Sephiroth fissò la lapide.
- Proprio come ai vecchi tempi. - disse, incrociando le braccia.
Una lieve aura azzurra emanò dalle lettere in pietra, per poi espandersi a dismisura, tastando la spada vicina come a volerne saggiare l'essenza: una cupola di luce circondò l'uomo dai capelli bianchi e l'effigie. Al centro prese corpo Zack Fair, ex SOLDIER e compagno di mille battaglie di Cloud.
No, non poteva essere il vero Zack: la sua pelle, diafana e rilucente, ne tradiva l'incorporeità. Tuttavia, ne era l'immagine sputata: ogni singolo dettaglio, dal ciuffo di capelli che gli pendeva sulla fronte all'azzurro dei suoi occhi (ora reso di un celeste splendente dall'aura vitale dell'apparizione) era riprodotto con assoluta fedeltà.
- Sephiroth - disse lo Zack - spettro, con voce lontana - Sei tornato. Perché? Vuoi forse uccidermi, come hai provato quella volta? -
- Direi che sei già morto una volta, può bastare - rispose l'Angelo della Morte, mentre il suo fiato si congelava a contatto con l'aria.
- Allora, perchè sei qui? -
- Perché non abbiamo mai avuto l'occasione di vedere chi tra noi due è più forte. - rispose Sephiroth.
Zack lo fissò a lungo, in silenzio.
- Presumo tu voglia batterti. - disse, dopo un po'.
- Non vedo perchè no. Ogni tanto, un bel combattimento è il sale della vita. -
- Allora in guardia. - disse Zack, afferrando la Buster Sword conficcata nel terreno da Cloud per rendere omaggio all'amico defunto. La sollevò, come se fosse stata la cosa più leggera del mondo, e si lanciò all'attacco.
Sephiroth alzò le mani al cielo, mentre una parte della sua essenza andava a formare la sua spada leggendaria, la Masamune, e affrontò l'avversario. I due si scambiarono una rapida serie di colpi, descrivendo archi perfetti sopra le loro teste mentre ognuno cercava di abbattere le difese dell'altro.
L'Angelo della Morte, sicuro della sua superiore velocità e tecnica, squarciò l'aria davanti a lui con un sibilo. Zack lo eluse, mostrando come la morte avesse lasciato intatte le sue capacità combattive: saltò e schiantò la sua spada là dove fino a pochi secondi prima c'era Sephiroth. Singoli attacchi mirati misero lo spadaccino dai capelli bianchi in difficoltà, che non si aspettava una simile resistenza.
Arrivò il momento in cui entrambi si lanciarono all'attacco, certi di avere la vittoria in pugno:con un ultimo scambio di colpi, si ritrovarono in una situazione di stallo, con Masamune che premeva là dove c'era un tempo il cuore di Zack e la Buster Sword pronta a calare sulla testa di Sephiroth.
- L'ho sempre sospettato - disse Zack, serafico.
- Allo stesso livello? Impossibile. Io sono sempre stato il migliore. - rispose Sephiroth e trafisse il corpo inconsistente dell'avversario, in un fiume di scintille.
Zack sorrise di un sorriso misterioso, lontano,come di chi sa qualcosa solo a lui conosciuto, e si dissolse nel vento ululante, svanendo com'era apparso: nel nulla. La sua spada cadde a terra in un suono attutito dalla neve, come morta.
l'Angelo della Morte fissò le ultime scintille azzurre sparire. Aveva reso omaggio, saldando un vecchio, vecchissimo debito.
- Certi ricordi non scompaiono mai. - sussurrò alla bufera, mentre un ala nera apparve sulla sua schiena. Dopodiché, si alzò in volo e sparì.
La neve continuo a cadere, senza sosta.
Sarebbe stato davvero un gelido inverno, quell'anno.
Eppure, un fiore stava rannicchiato ai piedi della tomba, timido.
Un fiore dai petali azzurri, pronto a rinascere con l'avvento della primavera.
  
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