Il mio dolore è solo mio.
In quell'afoso giorno di Agosto, i vicini dei Granger erano un po' preoccupati dalle continue urla infantili provenienti dalla casa.
Qualcuno aveva anche provato ad avvicinarsi per vedere cosa stava succedendo, per capire come mai la piccola Hermione stesse gridando a quel modo.
Ma dalla finestra che dava sul loro salotto videro la bambina correre per la stanza e saltare sul divano con un sorriso felice sul viso. Anche i genitori ridevano, nonostante le loro espressioni fossero impregnate di incredulità. Qualcosa di bello doveva essere accaduto e nessuno ebbe il cuore di suonare il campanello e sciupare quel quadro perfetto di felicità.
Intanto, nella casa, il signor Granger era tutt'altro che felice. Aveva capito cosa sarebbe successo da lì a pochi minuti non appena una donna con un cappello a punta e una veste lunga e pesante, troppo per essere estate, era entrata nell'abitazione.
Aveva seguito il discorso della Strega, che si era presentata come professoressa McGranitt, fingendo di non essere mai stato a conoscenza del Mondo Magico.
Anche sua moglie ed Hermione erano state ben attente alle parole della professoressa.
Sua figlia era rimasta per tutta la lunghezza del discorso con gli occhi sbarrati fissi sulla McGranitt e la bocca spalancata.
Dopodiché la Signora Granger, scettica, aveva chiesto una dimostrazione. Senza problemi, la strega aveva tirato fuori un pezzo di legno e, agitandolo, aveva fatto comparire un vassoio pieno di dolciumi.
«Direttamente dalle cucine di Hogwarts, signora» aveva detto, sorridendo cordiale.
Dopo che la Professoressa se ne fu andata, Hermione aveva cominciato a urlare e correre per tutta la casa con la sua lettera di ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts in mano.
Sua madre e suo padre ridevano insieme a lei. Ma negli occhi del Signor Granger un dolore lontano aveva preso posto.
Un dolore simile a quello di una vecchia cicatrice: il male vero e proprio è sparito, la ferita rimarginata, ma se tocchi quel segno indelebile - un segno che non lascerà mai dimenticare che, prima, una ferita profonda aveva bruciato - senti di nuovo il dolore, ormai così familiare.
Ma né sua moglie, né sua figlia fecero a caso a questo, erano troppo felici.
E lui non avrebbe mai lasciato che la sua famiglia scoprisse quanto infame avesse potuto essere la sua vita prima del loro arrivo.
Non avrebbe mai fatto loro sapere quanto era stato forte il dolore di un inutile Magonò davanti ad una guerra che non poteva nemmeno provare a fermare.
Non avrebbe mai raccontato com'era stato piangere sui corpi dei suoi genitori, alla fine della guerra, con la sete di una vendetta che non avrebbe mai potuto compiere.
No, non l'avrebbe mai fatto.
Per qualche anno aveva sperato che Hermione fosse una semplice Babbana, ma adesso era contento così, non aveva più niente di cui preoccuparsi, perché Colui-che-non-deve-essere-nominato se n'era andato e sua figlia poteva vivere la sua magica vita in serenità.
Sarai una strega meravigliosa, figlia mia, proprio come tua nonna, pensò, guardando con tenerezza la bambina urlante.
Rachel*
Lo so, non è una bellezza, ma mi è venuta in mente all'improvviso e ho voluto provare a scriverla.
Mi sono immaginata un Signor Granger Magonò, che ha perso tutto durante la prima guerra magica.
Lui pensa che Voldemort sia veramente sparito perché, dopo tutti i dolori che ha dovuto sopportare, ha tagliato qualsiasi
rapporto con il Mondo Magico. Tranne che con Hermione, ovviamente. Quindi lui è veramente convinto che Voi Sapete Chi sia morto.
Bah, ho sempre pensato che essere un Magonò sia ancora peggio di essere un Babbano.
Va be', recensite. :)