Laren si dispose sullo scranno più vicino al caminetto. Guardò intorno a se
i giovani pargoli del villaggio seduti per terra con gli occhi spalancati,
pronti ad imbevere le loro menti con una saggia storia del mago. Laren smanettò
in una delle miriadi di tasche segrete che aveva la sua tunica e ne trasse un
pizzico di una strana polvere color porpora e la gettò nel fuoco del camino. Il
fumo e le fiamme, presero vita, dando forma alle parole del suo racconto.
"Ricordo la storia di un nano! Thorak era il suo nome! Era un abile
fabbro, tanto abile da forgiare spade quasi perfette! La sua fama crebbe a
dismisura e la richiesta delle sue spade divenne sempre più numerosa. Lui
continuava a fabbricare le sue spade, chino al lavoro sulla sua fucina. Martellava
e scaldava il metallo, producendo spade sempre più ben bilanciate, affilate e
maneggevoli. E più lavorava e più vendeva, e più vendeva e più aumentò i prezzi
Finché i prezzi non divennero troppo alti. Da allora
nessuno più comprò le sue spade, ma lui continuò il suo lavoro chino sulla
fucina. Produceva spade che riempivano i suoi giacimenti. Continuava a produrre
spade che nessuno voleva, ma era il suo lavoro e l'unica cosa che potesse fare.
Ma un giorno, colto dalla foga della forgiatura, ebbe un incidente e si ruppe
una mano.
Impossibilitato a costruire altre spade, si rese conto
di essere solo. Le sue uniche amiche erano le spade che giacevano inutilizzate
nella sua fucina, nella sua casa, nella sua vita. Uscendo, si diresse verso il
tempio più vicino. Era spaesato. Non ricordava quand'era l'ultima volta che era
uscito di casa. Tutti lo guardavano come uno straniero, nonostante abitasse lì
da un’intera vita.
Raggiunto il tempio, un abile sacerdote si prese cura
della sua mano. Parlando un po', Thorak si presentò e il sacerdote lo
riconobbe.
'Thorak, il costruttore di spade! Tutti in città hanno
almeno una sua spada!’.
'Ma se tutti hanno una mia spada e tutti mi conoscono,
perché quando passavo tra loro, mi guardavano come se fossi uno straniero?'
chiese Thorak.
'Mio amico nano, fai un buon lavoro e ricorderanno il
tuo nome! Sii generoso e ricorderanno il tuo aspetto! Fai entrambi e si
ricorderanno di te!' rispose il sacerdote.
Thorak, tornando a casa, ripensò alle parole. Vedendo
tutte le spade giacenti in casa sua, decise di elargirle gratuitamente a
chiunque volesse. Regalò tutte le spade in giacenza e si accorse che, da quel
momento, tutti lo riconobbero come un nano generoso, ma nessuno sapeva il suo
nome. Nessuno gliel'aveva chiesto. Il sacerdote aveva ragione.
Tornando alla sua forgia, ormai orfana di tutte le sue
spade, la riaccese e riniziò a lavorare. Per dieci giorni e dieci notti, lavorò
ininterrottamente. Si costruì una corazza dura, ma flessibile, uno scudo
resistente, ma leggero e una spada veloce, ma letale. Indossò il tutto e uscì.
Si recò dal sacerdote e prese i voti come paladino della fede e della gente.
Da allora iniziò ad aiutare la gente. E tutti lo
conoscevano e sapevano come si chiamava. E ogni notte, prima di andare a
dormire, dopo aver elevato qualche ode al suo dio, si ripeteva 'Fai un buon
lavoro e ricorderanno il tuo nome! Sii generoso e ricorderanno il tuo aspetto!
Fai entrambi e si ricorderanno di te!'. Fu Thorak, il guerriero della
luce."