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Autore: LittlepieceofAlibi    30/01/2012    2 recensioni
Era durato tutto così poco, eppure abbastanza per pentirsene, e poi godere delle braccia di Sebastian attorno al proprio corpo, e poi odiarlo, e attirarlo ancora a sé, infinitamente. Era stato un battito di ciglia, e come il battito delle ali di una farfalla, aveva scatenato un uragano.
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: La storia è basata sulla canzone Affair degli Hurts. È consigliato - ma non obbligatorio ;) - l'ascolto durante la lettura. Potete trovarla qui: http://www.youtube.com/watch?v=eb2l0BEKOJc


 
AFFAIR
 
 
 
Rock me on the river,
where my troubles belong.
'Cause you know I love you,
but I know it's wrong,
but your body is all that I want.
 
Neppure il brusco sbattere della portiera riuscì a sopraffare il caotico rumore dei suoi pensieri, quando Blaine si chiuse in macchina, per poi chiudersi in se stesso.
Non pensò di affondare le mani in una tasca, estrarne le chiavi e inserirle nel quadro, come non aveva pensato che sarebbe accaduto quello che aveva temuto dal suo arrivo; lo fece e basta, mise in moto e si allontanò dalla sua vergogna.
 
Tre ore prima aveva detto a Kurt di essere diretto a casa di Sebastian per aiutare i Warbler con una delle loro coreografie. Non era stato chiaro, non aveva potuto. Non poteva dirgli che, di Warbler, ce n’era solo uno, lo stesso che aveva il fegato di contemplare e bramare il suo corpo sotto lo sguardo del suo compagno.
 
Sebastian non aveva solamente creato problemi dalla visita di Blaine alla Dalton: da quel giorno, aveva rappresentato il problema. Quello con la ‘p’ maiuscola. Kurt non si era mai dimostrato geloso, tutt’altro, ma anche lui lo sentiva. Anche Kurt riusciva a percepire tutto il vigore che un solo sguardo di Sebastian irradiava. Voleva Blaine, e anche se non sembrava possibile neppure nelle più lontane e assurde fantasie, lo aveva ottenuto.
 
Solo per quella notte.
 
Blaine non voleva, non poteva credere di aver desiderato con uguale ardore il corpo di un ragazzo che non fosse il suo. Sebastian non era Kurt, e Blaine poteva giurare di non aver mai desiderato nessun altro. Almeno fino a quella sera.
 
Rosy affair,
you took my heart for a little while.
Greatest mistake I ever made
loving you.
Rosy Affair,
I gave you my heart for a little while.
Wish I could stay with you tonight.
I'm going home.
 
Eppure, se avesse potuto, se ora non fosse stato diretto verso la casa del suo ragazzo - perché quello era il suo posto -, era altrettanto sicuro che si sarebbe fatto cullare per il resto della notte dal calore turpe delle lenzuola tra cui aveva consumato e bistrattato la sua dignità.
 
“Resta. Lo hai tradito.”
 
“No, non è questo quello che voglio.”
 
“È quello che volevi fino a poco fa.”
 
“Le cose cambiano.”
 
“Già.” Sebastian aveva piegato le labbra in un mezzo sorriso eloquente. Blaine aveva sentito un vuoto crescere nel proprio petto.
 
Ciò che lo stava consumando era la consapevolezza di aver desiderato per più di un attimo - e allora avrebbe potuto considerarlo un brutto scherzo giocato dalla sua mente -, persino per più di un’ora, di non tornare indietro ed evitare il viso del ragazzo contro il suo. Per un po’ aveva pensato fosse giusto, lo aveva creduto. Aveva ritenuto giusto lo star scivolando sulla pelle di un altro, mentre Kurt aspettava che lo raggiungesse e, sicuramente impettito, pensava a quanto fosse orgoglioso dell’altruismo del suo Blaine.
 
E intanto Sebastian usurpava il suo cuore e la sua anima.
 
And we danced all night in the shadows,
alone we stood in the crowd.
But I'm going crazy, now you're not around.
You should find another lover, baby.
Won't let you down.
 
Udì in lontananza la suoneria del suo cellulare, che lo avvisava di un nuovo messaggio. Blaine lo afferrò automaticamente, mantenendo lo sguardo un po’ assente sulla strada.
 
Ti sei dimostrato all’altezza delle mie aspettative, Anderson. Be’, non potevo aspettarmi altro da te ;)
 
Cancellò immediatamente il messaggio, avvertendo una grande rabbia montare dentro di sé. Non riuscì a trattenere il gemito frustrato che gli graffiò la gola, e strizzò gli occhi.
 
Ma era maledettamente sbagliato. E lui non poteva volere che succedesse mai più. No, non lo voleva. Odiava Sebastian, seppure una parte di lui ormai gli appartenesse irrimediabilmente. In eterno.
 
E il resto? Il resto era tutto nelle mani della persona che amava. Kurt lo amava, lo adorava, e così Blaine. Sebastian era la goccia di pittura nera colata per errore su un dipinto perfetto.
 
Lui non aveva avuto la sua prima volta, aveva avuto solo una delle sue volte. Gli aveva strappato dei baci, non li aveva meritati. Era stato un errore di quelli che non si ripetono ulteriormente. Una lezione era sufficiente per riportare sulla giusta strada. E la giusta strada di Blaine era quella che stava percorrendo, sia letteralmente che in senso figurativo.
 
“Non sperarci ancora” sibilò, le mani strette al volante e la frustrazione stretta al suo stomaco.
 
Forse Sebastian lo avrebbe gettato via ora che lo aveva ottenuto. Forse lui era solo uno di quegli oggetti che si desiderano così tanto capricciosamente, e infine, una volta ottenuti, si dimenticano nel fondo di un cassetto disordinato.
 
Ma aveva rovinato tutto, perché la loro azione ora gravava su tre vite, ed era pesante, visibile, scura, densa, insopportabile. Era presente, e non poteva negarla, soprattutto a se stesso.
 
 
“Blaine Anderson, nessuno ti ha mai fatto notare che Michael Jackson potrebbe essersi impossessato del tuo bel corpo?” ammiccò Sebastian, mai stanco di vederlo ripetere quel movimento pelvico.
 
Blaine rise, non senza un pizzico di imbarazzo. Insomma, si trovava nella stanza di un ragazzo che stava palesemente flirtando con lui a suon di apprezzamenti e mosse del bacino. “Be’, le New Directions sapranno come sfruttarmi per le regionali.”
 
Sebastian parve andare per un attimo in stand-by, salvo poi sedersi sul bordo del letto e guardarlo da sotto le ciglia con quel suo sguardo affogato nella malizia. “Aspetta un attimo… quindi anche voi farete dei pezzi di Michael Jackson?” sollevò un sopracciglio.
 
Blaine, sorpreso, prese posto accanto all’altro per riposarsi un poco dopo tutti quei passi di danza che aveva cercato più e più volte di insegnargli. In realtà aveva il sospetto che Sebastian se li ricordasse perfettamente e li sapesse eseguire con correttezza. “… Forse non avrei dovuto dirlo” i ragazzi del Glee Club lo avrebbero divorato vivo se fossero venuti a conoscenza della fuga di informazioni.
 
Riscattò in piedi, seguito dall’altro, e ripresero a provare, mentre qualcosa sembrava stare ingranando nella testa del Warbler. Poi Blaine dovette illustrargli un passo leggermente più complicato degli altri, il pezzo forte della loro esibizione, e mentre lo eseguiva assorto e preciso, la sua schiena cozzò contro il petto emaciato di Sebastian, che lo afferrò tenendolo saldo, per evitare che cadesse.
 
“Wow, sei davvero grandioso” il suo respirò lambì chiaramente la nuca di Blaine, che trattenne il respiro, con la speranza che non stesse per accadere ciò che tanto temeva. Come se non avesse potuto in qualche modo evitarlo. “Serve qualcuno che ti stremi un po’, o noi Warbler non avremo speranze.”
 
Sebastian pronunciò quelle parole con una vena d’ironia, mentre le sue mani scendevano alla cintura di Blaine.
 
 
Non poté impedire ai propri occhi di inumidirsi, né ad alcune lacrime di scivolare via, solitarie. Lo aveva voluto, per un attimo lo aveva bramato con tutto il suo corpo e la sua mente. Ma non era rimasto niente. 
 
Rosy affair,
Greatest mistake I ever made
Rosy affair,
For a little while, too long.
 
Era durato tutto così poco, eppure abbastanza per pentirsene, e poi godere delle braccia di Sebastian attorno al proprio corpo, e poi odiarlo, e attirarlo ancora a sé, infinitamente. Era stato un battito di ciglia, e come il battito delle ali di una farfalla, aveva scatenato un uragano.
 
Quei minuti di pura assenza mentale in cui non era riuscito a pensare nel modo corretto avrebbero potuto rovinargli l’intera esistenza, e con la sua, quella di Kurt.
 
Sospirò. Non poteva davvero fare niente per placare le correnti opposte che si stavano scontrando tra loro nella sua mente stanca.
Una parte di lui, quella dignitosa, ora non lo avrebbe fatto svoltare nella via in cui abitava il suo ragazzo, quello che aveva appena tradito con il suo più acerrimo rivale. L’altra parte, invece, gli permise di accostare e spegnere il motore della macchina davanti a quella casa tanto famigliare.
 
Sapeva che così avrebbe trascinato Kurt nello stesso fango in cui stava affondando, e in cui avrebbe stagnato ancora per molto, molto tempo. Ma non poteva farne a meno, perché quella parte di lui che non si era lasciata imputridire di vergogna desiderava amarlo e trattarlo come la persona più preziosa di questo mondo.
 
 
Camminò lungo il vialetto come se quella fosse la via verso il patibolo, e attese che Kurt lo accogliesse in casa.
Quando lo vide sorridente, completamente dimentico, Blaine sentì un distinto ‘crack’ esattamente dietro lo sterno.
 
“Blaine! Non ci speravo più” Kurt schioccò un veloce bacio sulla sua guancia, conscio che Burt li stesse tenendo d’occhio dal soggiorno, mentre si fingeva assorto nella visione di un documentario sugli animali della savana.
 
Blaine gli sorrise, non potendo permettersi di non farlo. “Conosci i Warbler; alcuni sembrano avere due piedi sinistri.”
 
Kurt aveva sicuramente notato la sua aria laconica, ma fortunatamente aveva lasciato perdere, perché riusciva sempre a capire le esigenze del suo ragazzo e ad assecondarle, quindi si limitò a prenderlo per mano e guidarlo verso camera sua, nonostante Blaine conoscesse il tragitto a menadito.
 
Ogni passo che lo conduceva in quella stanza gli toglieva un battito e gli occludeva la gola. Era un peso che non sapeva se fosse disposto a sopportare per molto.
 
Kurt chiuse la porta e si soffermò a guardarlo intensamente, percependo l’insolita angoscia che gli adombrava gli occhi. Lo osservò per un po’, immobile in mezzo alla stanza, e fu come se avesse assorbito parte del suo tormento, facendolo proprio. Blaine ebbe così l’impressione che Kurt avesse intuito, e reagì semplicemente baciandolo, perché sentiva il bisogno di cancellare tutti quei baci sbagliati. Sapeva che quello non era comunque abbastanza, che niente era abbastanza.
 
Si lasciò semplicemente illudere dalla circostanza che tutto, quella notte, andò come sempre, tra lui e Kurt. In fondo Sebastian aveva posseduto il suo cuore solo per un attimo. Un lungo attimo.


















Note finali:

Ho brutalmente assassinato il mio tenero cuoricino Klaine. Sul serio, con tutte le trame Klaine che mi ronzano nella testa proprio questa... cosa dovevo scrivere! 
Il fatto è che, riguardando il video che feci al concerto degli Hurts (per chi fosse interessato, è questo: http://www.youtube.com/watch?v=QTkUqY_4oN0 - la scimmia urlatrice non sono io) sono stata folgorata dall'ispirazione, e questi lampi non vanno mai ignorati!
So che non è bella, non è perfetta, è noiosa e incoerente in molti punti, ma ecco qui. :)
   
 
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