E ora finalmente ne aveva l’opportunità, dopo anni di allenamento finalmente si sentiva pronta ad affrontare i suoi giganti e il mondo la fuori.
Si, perché finalmente erano arrivati Cork, una città non troppo lontano dal mare che ricordava vagamente Dublino. Avevano lasciato Dublino due settimane prima e il viaggio non era stato ne facile ne breve.
Nella nuova città non avevamo messo i manifesti, perché avevamo notato che il passaparola funzionava più della pubblicità.
Di li a venti minuti i cancelli verranno aperti i cancelli e se si concentrava poteva sentire il soffuso vocio delle persone che man mano arrivavano all’ingresso del tendone.
Il commento più diffuso riguardava il cartello appeso all’ingresso del tendone:
Apre al
Crepuscolo
Chiude
all’Alba
Celia
andava fiera di quel cartello: era opera sua
e non si capacitava di come la gente non ne capisse il
significato….
Non
avvertivano nell’aria quell’aurea atmosfera dei
posti antichi e pieni di
storia? Come quando si entra nella biblioteca più fornita
del paese e si ha
solo l’imbarazzo della scelta….
Evidentemente
questa sensazione valeva solo per loro che vivevano nel circo, oltre
che
lavorarci, per la maggior parte dell’anno…
Poi
sentì il leggero crepitio dell’impianto elettrico
che veniva attivato e seppe
che l’insegna si sarebbe accesa di li a pochi secondi; e le
persone trattennero
il respiro come un sol uomo: ecco la reazione che si
aspettava….
Ancora
pochi minuti e sarebbe entrata in scena e avrebbe dimostrato
personalmente il
significato del cartello.
Intanto
sentiva la voce di Prospero
l’Incantatore che esortava
la gente ad entrare per assistere allo spettacolo: l’unico
che fosse degno di
questo nome, l’unico vero spettacolo che verrà
ricordato.
Quand’ecco che la luce diventa
soffusa e la musica diventa una dolce litania come onde che
s’infrangono su una
spiaggia di nuvole rosate.
È il suo momento: lentamente, quasi
danzando sulle ali di una farfalla entra al centro dello spazio
circolare che
serviva da palco.
E li proprio al centro c’è la sua pedana conica;
alla sua
sinistra il leggio del Prospero l’Incantatore: quella notte
sarà proprio lui a
leggere il brano scelto durante le prove.
Il mormorio cresce fino a diventare un diffuso ronzio
nella platea: com’è possibile? Senza un
proiettore? Come può una ragazzina di
poco più di dieci anni fare ciò?
Clelia si godeva lo stupore del pubblico che arrivava a
lei come fonte di energia; quando iniziò a parlare il
pubblico rimase
ammutolito: la voce della bimba sembrava di cioccolato.
Del cioccolato della qualità migliore che Cork poteva
conoscere.
Tutto ciò che loro dovevano fare era chiudere gli occhi e
lasciare che la voce del Prospero l’Incantatore li guidasse
nei meandri della
storia e che aprissero la mente per far si che le immagini di Clelia
potessero
entrare.
Infatti la sua caratteristica era quella di potere
proiettare nelle menti degli altri le immagini che voleva o che preferiva:
all’inizio le persone ne
rimanevano scioccate ma poi si lasciavano guidare da queste due strane
persone
che li guidavano nel labirinto del mondo dei sogni.
Perché
di questo si trattava: di sogni narrati come una storia (narrata dal
Prospero
l’Incantatore) e d’immagini vivide e ricche di
colori (proiettate da Clelia).
Solo
dopo la fine dello spettacolo la gente capiva il significato del
cartello fuori il tendone: il numero di Clelia durava tutta la notte e
per gli
spettatori era meglio di un sonno ristoratore perché
lasciavano il circo
dei sogni come se non dovessero dormire
mai più.
Nonostante la ragazza
sapesse il proprio potenziale poteva avvertire una leggera tensione
diffondersi
nel proprio corpicino e consapevole che doveva essere il più
rilassata
possibile s’immerse nella propria coscienza fatta di sogni
d’ogni genere e
anche lei si lasciò guidare dalla voce del Prospero
l’Incantatore che aveva iniziato a narrare la storia di una
misteriosa principessa
vissuta cent’anni orsono.
Le
immagini del regno di rosa rosse, rosa e gialle nacque dietro gli occhi
chiusi
del pubblico e un profumo leggero sembrò diffondersi
nell’aria; la musica di
violini usciva dalle finestre del palazzo di cristallo dove la
principessa
viveva e sembrava aiutare le rose a crescere e moltiplicarsi, creando
gazebi e
terrazzini profumati.
L’interno del palazzo era fatto di
arcobaleni e il profumo dei gelsomini era inebriante.
Per ultima fu evocata la misteriosa principessa
che era vestita di una tunica di un bianco candido, le cui maniche
lunghe
finivano a palloncino sui polsi esili; il vestito era decorato con fili
d’oro
che formavano intricate figure geometriche e sulle sue spalle era
poggiato un
mantello di seta verde smeraldo, che era allacciato sotto il mento
grazie ad
una foglia d’oro che fungeva da bottone.
Il mantello aveva un cappuccio che poteva
essere usato per coprire i lunghi capelli d’orati e
acconciati a corona intorno
al capo e da un leggero strascico che le permetteva di coprire i piedi
di seta
vestiti.
Questa principessa regnava nel mondo
della Fantasia, ed era lei a distribuire nel mondo le rispettive dosi
di
fantasia che ogni uomo necessitava; sfortunatamente la principessa
regnava da
sola ed era alla ricerca di un compagno per la vita (era immortale) e
sperava
che i suoi messaggeri riuscissero a trovare dei candidati ideali tri quali scegliere.
I suoi messaggeri (oltre alle rose
del suo giardino) erano appunto Clelia e il Prospero
l’Incantatore che in quel
momento riportarono nel mondo reale il loro pubblico: per quella sera
lo
spettacolo era finito, l’alba era giunta e per tutti era
arrivata l’ora di
tornare alle proprie case.
A tutti i presenti, all’uscita, fu
consegnato un piccolo cartoncino bianco con decorazioni d’oro
sui bordi e una
scritta verde smeraldo al centro:
“il
mondo della fantasia
e la sua Principessa
vi ringraziano per la visita
e pregano chiunque trovi
una rosa rossa al profumo di
gelsomino
di recarsi nuovamente al
circo dei sogni…”
Infondo si era trattato solo di un sogno,
no?
Ma forse la selezione per il futuro principe
del regno della fantasia era già iniziata….