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Autore: LadySweet    30/01/2012    0 recensioni
Uno strano circo arrivato nel bel mezzo della notte senza preavvisi. Resta aperto solo la notte... che razza di circo è mai questo?? Un gruppo di amici, una sera decide di andare a uno degli spettacoli di questo circo... cosa scopriranno??
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era qualcosa di insolito in città, qualcosa che non sapevo spiegarmi. Si notava ovunque, mentre il caldo sole estivo, illuminava l'intera città. 
Quella mattina,quando arrivai in ufficio alle scrivanie non c'era nessuno. Allora poggiai la borsa e andai a controllare alla macchinetta del caffè. Le mie colleghe erano tutte li, a chiacchierare entusiaste. Cercai di fare mente locale, prima di dire una cavolata e fare così una brutta figura. “Vediamo... oggi non mi pare che sia una festa, o una ricorrenza. É forse il compleanno di qualcuno dell'ufficio? No, non può essere, io sono un asso nel ricordare le date. Allora che cosa mai poterà essere??” Decisi di fare finta di niente.
-Buon giorno a tutte! - dissi avviandomi verso di loro con la moneta in mano, pronta ad unirmi a loro prendendo un caffè.
-Oh Buon giorno Elisa! - mi rispose Sara tutta felice
-Hei cosa ti è successo? Sei più felice del solito... -dissi prendendo il bicchierino fumante e allontanandomi dalla macchinetta.
-Ma come non lo sai?
-No... cosa dovrei sapere?
-In città è arrivato il circo!!!
Il circo?? Tutto qui???? No, c'è qualcosa di più oltre all'arrivo del circo che le rende così... Non può essere veramente SOLO questo!!” Pensai.
-Tutto qui? - chiesi con aria sospettosa.
-Allora non hai saputo proprio niente!! Questo è un circo strano!!!
-Strano? Cosa intendi per strano?
-Beh sui cartelloni pubblicitari apparsi questa mattina, c'è scritto che l'orario d'apertura è dal tramonto all'alba.
-Quindi un circo notturno. - “In effetti non avevo mai sentito di un circo che facesse spettacoli per tutta la notte. Uno spettacolo serale si... ma fino all'alba... strano” - Ed è solo per questo che sembrate tante oche?? - cercai di buttarla sul ridere, mentre ritornavamo alle nostre scrivanie.
-Non è abbastanza? Ah, guarda nel cassetto della tua scrivania.
Incuriosita, aprì lentamente il cassetto. La prima cosa che colpì la mia attenzione fu un biglietto rettangolare, abbastanza lungo, color rosso sgargiante, con delle scritte gialle. Lo presi, e scoprì che erano due.
-Li ha portati il capo poco prima che arrivassi. Visto che non c'eri te li ho messi li per evitare che qualcun altro te li rubasse.
Lui dice di averli trovati in una busta davanti all'entrata questa mattina. Noi pensavamo di andarci stasera, con i relativi mariti e fidanzati. Vi va di venire?

-Questa sera hai detto? Fammi pensare un secondo... Oggi è venerdì... credo proprio di si! Infondo per una sera possiamo lasciare Angelica da mia madre. Va bene!
-Fantastico! Bene adesso che sei in pari anche tu, ci stavamo organizzando per la serata.
-Io so – intervenne Claudia – che li vicino ai tendoni c'è uno stand che fa dei panini molto buoni a poco prezzo. Potremmo mangiare un boccone li e poi andare al circo!
-Bella idea! - dissero in coro Matilde e Samanta.
-Andata allora! Per che ora ci troviamo, visto che di venerdì finiamo un'ora prima?
-Io direi di trovarci qui nel parcheggio per le 19 e poi fare un corteo ed andare la... Così evitiamo di perderci.
-In effetti non hai tutti i torti Eli! Ok, se non ci sono idee migliori io direi di restare d'accordo così. E adesso mettiamoci al lavoro se no il capo ci uccide tutte! - disse Sara sottovoce. Così tra una risata e l'altra iniziammo la nostra giornata di lavoro, tra i telefoni che non smettevano mai di squillare, e le fatture che non erano mai al posto giusto. Durante la mattina, notai che in tutto l'ufficio non si faceva altro che parlare di quel circo notturno nei momenti di pausa. Dicevano che era apparso senza pubblicità o preavvisi. Al tramonto, la sera prima, non c'era. Il mattino dopo quei tendoni bianchi e neri si ergevano indisturbati. Questo in effetti è una cosa abbastanza strana. Solitamente quando in città era previsto l'arrivo di qualcuno o qualcosa, ogni angolo veniva tappezzato di insegne e manifesti colorati. Sta volta invece niente. Ad ogni modo, quando tornai a casa per la pausa pranzo, Daniele, mio marito era tornato a casa da poco, ed era passato lui a prendere la nostra piccola da sua madre. Erano sul divano a giocare. Vedere mia figlia ridere riusciva a togliere dalla mia testa qualsiasi pensiero.
-Ciao! - dissi entrando. Andai direttamente verso di loro e diedi un bacio ad entrambi. Poi mi tolsi la borsa poggiandola sull'angolo del divano.
-Hei tesoro, ben tornata!
-Cosa ci fate già a casa??
-Beh oggi il mio capo ci ha permesso di uscire 10 minuti prima, per preparare una importante riunione con dei compratori esteri. E vuole che le attività siano sospese almeno per qualche ora. E così sono andato a prendere prima Angelica da mia madre.
-Hai fatto bene! Quindi rientri più tardi?
-Si.
-Bene, avremo più tempo per stare tutti insieme, visto che stasera io e te abbiamo da fare... - la buttai li per vedere come avrebbe reagito. Da quando era nata Angelica, non eravamo mai usciti da soli. Di solito portavamo fuori la piccola la domenica pomeriggio, o erano gli altri a venire a cena da noi ogni tanto. Mai viceversa. Ma adesso nostra figlia aveva un anno e mezzo quasi. Se rimaneva con mia madre per 2 o 3 ore per una sera, non succedeva niente.
-Abbiamo da fare noi stasera?
-Già. Non so se hai sentito dell'arrivo del circo...
-Si... quello strano circo arrivato sta notte che sta aperto dal tramonto all'alba...
-Beh il mio capo ha dato due biglietti per ognuna di noi in ufficio, e con le altre pensavamo di andarci stasera con mariti e fidanzati...
-Ma sono biglietti...
-Biglietti di entrata gratis, solo per stasera...
-A beh, allora non bisogna sprecare l'occasione!
-Bene! Allora il programma prevede che appena finiamo torniamo tutte a casa. Ci siamo date appuntamento alle 20.15 nel parcheggi del nostro ufficio. Dicono che poco lontano dal circo c'è uno stand che fa dei panini fenomenali a poco prezzo, quindi pensavamo di mangiare qualcosa li, e poi andare al circo.
-Mi sembra accettabile. Una cosa... lei – disse facendo segno verso la bambina che intanto gli era in piedi sulla gambe, tenendosi con una mano alla spalla del padre, e con l'altra sventolava un sonaglio – che facciamo?
-La lasciamo da mia madre. Tanto staremo via un paio d'ore... 3, non di più!
-Ah... si, si ci può stare.
-Bene! Adesso vado a preparare il pranzo. Sarai affamato come sempre!
-Puoi scommetterci!
Andai prima a togliermi gli anelli e le scarpe, infilandomi le ciabatte con cui stavo più comoda. Poi mi diressi verso la cucina, e infilatami il grembiule, iniziai a preparare da mangiare. Quando per me fu l'ora di rientrare, quasi mi dispiacque lasciarli da soli. Stare con la mia famiglia era la cosa che amavo fare di più! A malincuore mi misi in macchina e tornai in ufficio. Per fortuna o sfortuna (dipende dai punti di vista) il sistema dei computer era saltato. E ad un certo punto staccammo il telefono per evitare di impazzire. Non potendo dare ai clienti le informazioni che volevano, loro davano di matto al telefono, e noi rischiavamo la stessa fine. Così, mentre i tecnici del computer cercavano di rimettere in sesto il sistema, noi della parte amministrazione, ci eravamo radunate davanti alla macchinetta chiacchierando sulla serata che ci attendeva. Dopo due ore abbondanti di ozio, il capo ci informò che il sistema era stato ripristinato e il telefono riattaccato, e che quindi dovevamo riprendere a lavorare. Che strazio quelle giornate in quel modo! Finalmente arrivò l'ora di andare a casa a prepararsi. Mio marito usciva mezz'ora prima di me da lavoro, quindi quando arrivai a casa, lui era semi pronto. Con un po' di mal di testa mi preparai anche io. Optai per un top rosso e un pantalone bianco. Scarpe con il tacco basso per camminare meglio in mezzo a tanta gente, un filo di trucco e una spazzolata veloce.
-Pronta! - dissi a mio marito.
-Bene! Wow, sei davvero bella!
Quel complimento mi spiazzò. In effetti era parecchio tempo che non mi mettevo un po' in tiro. Vestimmo la piccola e ci avviammo verso casa di mia madre. L'avevo avvertita all'ora di pranzo che le avrei lasciato sua nipote per qualche ora, così quando arrivammo , lei prese Angelica in braccio e dopo un ultimo saluto, ci cacciò via a divertirci. Ce lo meritavamo, ci disse. Così all'ora stabilita eravamo nel parcheggio. Prima di noi erano arrivati Claudia e il suo fidanzato. Erano una coppia molto giovane. Lei era la più giovane fra tutte noi dell'ufficio. Nell'arco di 5 minuti arrivarono le altre 3 macchine che mancavano all'appello. Constatato che ci fossimo tutti, partimmo, Sara in testa, e andammo verso il circo. Parcheggiammo vicino allo stand dei panini, ci sedemmo al tavolo e a turni andammo ad ordinare. Il nostro gruppo era davvero grande, ma ci divertivamo tantissimo. Samanta guardando verso il circo disse:
-Strano è tutto spento.
Dallo stand dei panini si vedeva chiaramente un sacco di gente che aspettava davanti ai cancelli, ma tutto era spento. Il sole però non era ancora tramontato del tutto. Finimmo di mangiare, e ci avvicinammo alle persone che già aspettavano. Mi voltai per un secondo e vidi che il sole era appena scomparso dietro l'orizzonte. Poi udì la gente che esclamava sorpresa, così mi girai e vidi i tendoni illuminarsi. Sopra il cancello, altre luci si accesero, e vedemmo delle fontane di luci illuminare l'entrata. Sembra un meraviglioso gioco di luci senza un nesso logico. Poi mettendo più a fuoco vedemmo comparire delle lettere. Composero una scritta:

le Cirque des Rêves

Sentii delle persone dietro di noi, leggere la scritta ad alta voce, e tradurla automaticamente: il circo dei sogni. Come nome prometteva bene. I cancelli si aprirono, e tutti quanti avemmo l'impressione che volesse abbracciarci tutti al suo interno. Adesso il circo era aperto. Dopo qualche secondo d'attesa, per riprendersi dallo stupore, vedemmo un ometto comparire alla biglietteria, tirando su la saracinesca. In quel momento, tutti presero a muoversi e noi fummo travolti dalla massa, come un'onda, che ci spinse vero la biglietteria. La coda era piuttosto lunga. Quando dopo parecchia attesa fu il nostro turno, mostrammo i biglietti, e lui ci fece cenno con la mano di proseguire. Entrammo nel primo tendone, e mostrammo i biglietti ad un altro signore, con dei grossi baffi e la testa calva. Lui ce li prese e augurandoci buon divertimento con un vocione roco e grave, entrammo. Dopo un piccolo corridoio, girammo l'angolo e spostate le pesanti tende rosso scuro entrammo nella sala del circo vera e propria. Dietro la tenda c'erano due strettoie: una a destra e una a sinistra, che portavano ai posti a sedere. Scegliemmo di andare a destra, e saliti di due file, prendemmo posto verso il centro. L'arena centrale era rotonda e fatta di uno strato di sabbia. I contorni erano rialzati, ed erano dipinti a quadretti blu e gialli. Ai due lati c'erano due grosse torri. Servivano probabilmente agli acrobati per fare i loro numeri in volo! E in aria c'era una corda legata a due pali. Una rete a trama fitta, stava sopra le nostre teste. Adesso che ci pensavo, non ero mai stata al circo. Mi ero limitata a guardarlo dalla televisione o nei film. Gli spalti si erano riempiti. Le luci si spensero per qualche secondo, dopo di che, due fasci di luce, provenienti da direzioni opposte, si unirono in un solo punto. Li, nel cono illuminato, dopo una piccola esplosione, dal un cumulo di fimo uscì fuori una ragazza, mon molto alta, magrolina e docile. Indossava un body azzurro chiaro, tempestato di brillantini e delle ballerine dello stesso colore. I suoi capelli erano raccolti in uno chingon, e sul viso aveva un trucco bianco ed azzurro, che formavano strane forme attorno ai suoi occhi, brillantinati anch'essi. Aveva uno di quei microfoni che si indossano intorno alla nuca, come una cuffia. La sua apparizione aveva zittito tutto il tendone. La ragazza parlò con una vocina squillante.
-Benvenuti al circo dei sogni, dove tutto è possibile. Questa notte, sarete partecipi di qualcosa di mai visto al mondo!
Quelle parole mi rapirono. I miei occhi si illuminarono e il mio cuore batteva forte, come una bambina.
Iniziarono i primi numeri, un giocoliere, una coppia di clown e una contorsionista. Poi fu la volta degli spettacoli con gli animali: leoni, giraffe, elefanti, zebre, addirittura una foca e una scimmia. Era davvero divertente per me. Iniziai a ridere dal primo momento di gusto. Giunse il momenti degli acrobati. Il mio sguardo rimase come incantato da quei corpi che si libravano nell'aria e facevano mille capriole, aggrappandosi alle aste. Rimasi con il fiato sospeso durante il numero dell'equilibrista. Era ad una tale altezza, e camminava con una tale disinvoltura! Riecco quella stravagante coppia di clown. Sta volta chiamarono dei volontari dal pubblico, facendo fare loro strane mosse: che ridere! Com'erano buffi!! Alla fine della serata ricomparve quella ragazzina.
-Bene signori e signore, preparatevi per il gran finale. Resterete tutti a bocca aperta! Devo raccomandarvi bene però, di allacciare le cinture che sono alla destra del vostro sedile. E di aggrapparvi saldamente alla barra di ferro che sta scendendo sopra le vostre teste.
Ci guardammo intorno un po' spaesati. In effetti c'era una cintura di sicurezza alla destra del mio posto. La presi, la tirai e la feci arrivare all'altro capo del sedile. La strinsi in modo che mi tenesse ben salda al sedile. Poi vidi che la barra su cui avevo poggiato la testa, si era alzata di qualche centimetro e adesso scendeva su di noi, come quelle delle giostre. Alcuni membri dello staf, controllavano che ognuno di noi avesse tutto allacciato. Quando diedero l'ok, la ragazza riprese a parlare.
-Bene, preparatevi per l'incredibile!
Per alcuni secondi non successe niente, e il mio cuore batteva all'impazzata, come prima che la giostra si muovesse. Poi accadde. Non so come ci fossero riusciti, ma sentimmo tremare sotto di noi, e poi dei rumori, come se qualcosa si fosse staccato. Qualcuno cominciava a gridare, a farsi prendere dalla paura. Claudia, che era accanto a me, chiuse forte gli occhi e rinforzò la presa sulla maniglia. Sara, accanto a mio marito agitava i piedi che adesso le erano a penzoloni, come su un altalena. Notai che anche i miei piedi erano a penzoloni. Guardai nella platea davanti a me: ci stavamo sollevando. Dopo qualche minuto, la ragazza che era tranquillamente rimasta in piedi al centro della arena, premette un pulsante, e le varie strisce bianche e nere del tendone si aprirono una dopo l'altra, come quando si sbuccia una banana, rivelando una cupola di vetro. Quello che apparve ai nostri occhi fu lo spettacolo più bello che avessi mai visto: un cielo stellato estivo come se ne vedano pochi. Poi guardammo giù, e anche il pavimento del circo aveva lasciato posto ad una enorme lastra di vetro, che ci permetteva di guardare la nostra città dall'alto. Era incredibile, ma eravamo sospesi a mezz'aria sopra la nostra città. Che spettacolo straordinario. Era come un sogno... “Adesso capisco perché si chiama il circo dei sogni”. Dopo mezz'ora di volo sopra le varie parti della città, il tendone tornò a posizionarsi dov'era prima. La ragazza ci diede il permesso si slacciare le cinture e la barra si alzò, tornando dietro le nostre teste. Con l'augurio di aver passato una piacevole serata, la ragazza ci congedò. Ci alzammo tutti. Io raccolsi la mia borsa con ancora le gambe tremanti. Aspettammo che i primi della nostra fila uscissero liberando il passaggio verso la pesante tenda rossa, il piccolo corridoio e l'uscita. Uscimmo a coppie, ancora un po' scossi dalla magnifica esperienza vissuta pochi minuti prima. Ci mettemmo in un angolo in cerchio e per pochi secondi nessuno di noi disse niente. Poi scoppiammo a ridere in una fragorosa risata e ognuno parlava con quello davanti o accanto di ciò che aveva provato mentre “volavamo”. Poi la discussione divenne unica. Parlammo per diversi minuti. Alla fine diedi un'occhiata all'orologio. Era mezzanotte.
-Bene ragazzi, è stata la cosa più incredibile che abbiamo mai vissuto,ma si è fatto tardi e noi dobbiamo andare a prendere Angelica. Grazie davvero per la stupenda serata. Donne, noi ci vediamo lunedì mattina in ufficio. Ciao.
-CIAO RAGAZZI – dissero gli altri in coro, agitando le mani verso di noi.
Guardai Daniele per un secondo, lui mi baciò forte. Ci scambiammo un dolce sorriso e abbracciati, andammo alla macchina. Quando arrivammo a casa di mia madre, aprì con le chiavi, e vidi che i miei genitori dormivano sulle poltrone, mentre la mia bambina era seduta sul tappeto a giocare con i suoi pupazzi, più sveglia che mai. Appena la presi in braccio lei rise, svegliando la nonna.
-Oh, accidenti cara ci siamo addormentati -cercò di giustificarsi mia madre.
-Non ti preoccupare! Non è successo niente!
-Vi siete divertiti?
-Non immagini nemmeno quanto! Bene adesso è l'ora della nanna signorina. Mamma poi domani ti racconto meglio. Buona notte!
-Buona notte cara.
Mi chiusi la porta alle spalle, e guardando verso la macchina vidi che Daniele aveva già preparato il seggiolino. Misi a sedere Angelica e la legai. Tornai a mettermi al mio posto a in pochi minuti fummo a casa. Dopo aver messo a letto la piccola, ci preparammo per la notte anche noi. Stranamente quella notte, ci addormentammo abbracciati. Cosa che non succedeva da un pezzo. Dalla mia parte del letto c'era la finestra. Guardai fuori dal vetro e vidi in lontananza le punte dei tendoni bianchi e neri. Avevo davvero vissuto un sogno!

   
 
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