Perhaps…
 

A Cha
E agli abbracci spaccaossa.
 ne ho bisogno. ora.
 

Perché?
Perché l’ho fatto?


Continui a chiedertelo, affranta. L’unica volta che sei riuscita a dimostrare un po’ di coraggio, hai rovinato ogni cosa.
Anche la sottile linea che aveva appena iniziato a tessersi fra voi.

Non ci credi, vi siete ritrovati seduti vicini su una panchina nel parco, traboccante di rigogliosa vita.
Il tuo gomito ossuto è in contatto con il suo.
Ti viene voglia di abbandonarti al dolce profumo della sua pelle.
Respiri a fondo, l’aria ti sale fino al cervello, solleticandoti il naso.
-io… vorresti diventare… no, aspetta.. iotiamo- gli occhiali rossi ti cadono pesantemente sul naso affilato, nel volto di bambina, come per proteggere gli occhi che vanno riempiendosi di lacrime grosse e umide, che premono forte per uscire.

Il ragazzo dallo sguardo magnetico e sprezzante osserva fisso un punto di fronte a sé, perso in chissà quali pensieri, sembra una statua di granito, perfetta e fredda.
Senti inesorabile il sangue che affluisce sulle gote, donando loro un tono acceso e goffo, il cuore ti si stringe, mentre pulsa come un tamburo nelle orecchie.
Accavalli le caviglie, cercando di non dare a vedere la tua impazienza, ma lui non accenna ad uscire dallo stato di distaccato e apparente shock.
Smetti persino di respirare, ma potresti anche buttarti nello stagno di fronte a voi, lui non se ne accorgerebbe.
Sei solo un’ingenua.
Un’ingenua che credeva di aver fatto breccia nel cuore di un simile strafottente, che sembra allontanatosi da te di mille miglia.

Ma non vuoi umiliarti un secondo di più.
-non importa. Veramente.. beh.. ciao…-ti abbassi, prendendo la borsa sotto braccio e lisciandoti il vestito verde smeraldo senza spalline che ti arriva appena a metà delle cosce rosee e affusolate.
Un ultimo sguardo alle converse rosse che mettono in risalto le caviglie ossute, ti alzi e ti incammini velocemente verso il campetto, gli altri ti staranno aspettando.
Mentre ti rifugi nel rassicurante abbraccio di Kidou, singhiozzando come una bambina, pensi che probabilmente Akio sarà ancora seduto su quella maledettissima panchina, le gambe coperte dai jeans chiari leggermente divaricate e le braccia intrecciate dietro la nuca. La maglietta viola che recita “are you fucking kiddin me?”
No, non lo stavi prendendo per il culo.
La cresta che ondeggia nel vento, con quel ciuffo ribelle che ti ha fatto perdere la testa per lui.

Così lo ricorderai per sempre.
Forse avrebbe potuto fermarti e sussurrarti a fior di labbra che anche lui ti amava alla follia.
Forse avrebbe potuto accarezzarti i capelli e sfiorarti le guance con il dorso della mano.
Forse avrebbe potuto portarti in un letto per dimostrarti quanto ti voleva bene.
Forse avrebbe potuto percorrere con un dito le curve del tuo corpo, spostando la presa calda e sicura delle sue mani sul tuo collo.
Forse avrebbe potuto farti gemere e urlare di dolore, ma renderti felice di ciò che stava facendo.
Forse avrebbe potuto cingerti la vita e scivolare dentro di te, baciandoti il collo e facendoti inarcare la schiena, come per unirti letteralmente a lui.
Forse, dopo aver urlato il tuo nome, si sarebbe abbandonato su di te, non smettendo un secondo di unire le sue labbra con le tue.
Ti avrebbe abbracciata, inspirando forte il tuo profumo di violetta.
Già. Forse vi sareste sposati.
Si, avreste potuto, se quel ragazzo non fosse stato Fudou Akio.
 


*no. uccidetemi*

beh.. questo è quanto,
lo so, fa schifo... -.-
ma mi sto deprimendo .. (come scoppiare a piangere durante l'ora di scienze perchè la tua migliore amica sta con il ragazzo a cui tu corri dietro da 3 secoli)

*inizia a mangiare una mela dopo l'altra*
vi saluto
Marts