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Era sabato. Un sabato freddo. Il mondo girava intorno a lei, che lo guardava ferma, immobile. Sembrava tutto così spento. Soprattutto da quando lui se ne era andato, quella maledetta sera di ottobre. Era il 25, se lo ricordava così bene. Si ricordava bene le fitte al cuore, le lacrime, e la voglia di scappare da quell’incubo. Ma, purtroppo, si accorse che non era ne un sogno, ne un incubo, era solo la realtà, una realtà da cui lei voleva scappare. Gli vennero in mente i pomeriggi che passavano così in fretta, fra un bacio e un sorriso, fra una carezza e uno sguardo. Ricordava di come lui gli prendeva le mani, piano, come se avesse paura di romperle. Come fosse cristallo. Si guardò le mani, erano così pallide, lo smalto azzurro stava sbiadendo, e c’erano i segni del nervosismo, un nervosismo causato dalla sua assenza, e anche dalle verifiche che in quel periodo andavano sempre peggio. Sfiorò ancora una volta le mani con lo sguardo, che si posò su un piccolo tatuaggio. Sorrise. Era così bello, e soprattutto per lei era importante. L’infinito. Avrebbe voluto che loro due fossero stati così: infiniti. L’aveva fatto qualche giorno prima in classe, con un ago e un po’ di china, mentre pensava a come sarebbe andata la sua vita senza di lui. Ecco come andava per il momento: un sabato sera a casa da sola, mentre le amiche erano in discoteca, e probabilmente pure lui, o a casa dei suoi soliti amici, fanatici di moto. E fra di loro c’era anche il loro migliore amico: Luca.

Quel ragazzo che le aveva asciugato così tante lacrime, che l’aveva consolata, e che l’aveva tranquillizzata.

 

Qual’era il suo nome? Aura.

A lui non piaceva il suo nome.

Il suo nome? Kevin.

Lei, invece, amava il suo nome.

 

Vi starete chiedendo se loro erano stati assieme, se si amavano. Ebbene no. Non erano stati assieme. Nonostante la loro “storia” andasse avanti da 18 mesi.

Si,  un anno e 6 mesi. Con vari tira e molla, provocati dai dubbi che lui aveva, e a volte provocati dalla  paura che lei aveva.

 

Perché non erano stati insieme?

 

Semplice: lui era fidanzato, e si direbbe anche innamorato; lei era single, ed era innamorata. Innamorata di lui.

 

Si amavano?

 

Lei, quella ragazza dagli occhi castani, lo amava.

Lui la amava, amava quella ragazza dagli occhi verdi.

 

*

 

È così che l’universo si spezza. È così che ti accorgi di quanti difetti ha una vita.