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Autore: Silvar tales    30/01/2012    1 recensioni
Quegli occhi le avevano fatto dono di un ricordo speciale.
L'unico ricordo che le cellule morte del suo cervello avevano deciso di conservare, come fosse un'elegia della sua vita passata.
Di tre eroi della Pioggia, che avevano pianto lacrime bastanti a riempire tre volte le pozzanghere della loro terra.
Era sicura che Nagato non avesse mai provato invidia, o odio verso lei, o verso il suo bambino. Era stato il primo a piangere acqua nera, dopo che quella bestiola si era spenta ancor prima di nascere.
[Prima classificata al "Pain & Konan - Contest!" indetto da Ceci Weasley]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Konan, Pain
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Apnea




Qualcuno l'aveva creduta morta.
E quel qualcuno l'aveva rinchiusa in una prigione di terra, con due gocciolanti ceri di carta a tenerle compagnia.
Lo stesso qualcuno che, con tutta probabilità, l'aveva uccisa.
Ma ora lei era sveglia.
Non si trattava di dover risorgere. Niente poteva ridarle battito in cuore, o sangue in corpo.
Era solo un respiro, un ultimo barlume di coscienza prima di morire di nuovo.
Si toccò gli occhi, secchi. Una pellicola di cellulosa le aveva coperto le pupille. Era cieca come una larva.
Le sembrava impossibile che quel breve stato prenatale sarebbe presto degenerato. Presto. Presto.
Le furono concessi due, forse tre respiri.
Quattro, forse cinque secondi.
Ma il pensiero viaggiava alla velocità della luce. Tutta la sua attività celebrale esplodeva in una frazione sfavillante, prima di spegnersi in una nana bianca.


“Ѐ tutto ciò che hai trovato?”
Yahiko strattonò rude Nagato, tirandolo per la maglia sformata. I pochi tozzi di pane che aveva tra le braccia caddero per terra, ammollendosi all'istante d'acqua.
Konan li raccattò in fretta, riponendoli all'interno della gonna ad eccezione di uno, che iniziò ad addentare con voracità.
“Devi impegnarti di più, Nagato! Konan deve mangiare!”
Il giovane shinobi abbassò la testa con aria dispiaciuta, e si limitò a balbettare poche parole incomprensibili.
La ragazza li ignorò. Preferì concentrarsi sul magro pasto, tant'era la fame che sentiva in corpo.
La sera Yahiko si scusò con Nagato, ammise di aver alzato la voce senza un motivo apparente.
Konan era accovacciata in un angolo della stanza; dormiva profondamente, avvolta in una coperta pelosa, con un sorriso sereno che le increspava le labbra.
“È per lei vero?” si azzardò a chiedere Nagato.
Una punta dolorosa attraversò il viso del ragazzo, e un lieve rossore gli imporporò le guance.
“Sì”, ammise, con insolita timidezza.
Non sarebbe servito a nulla negare, ormai, anche se sapeva che per Nagato sarebbe stato un boccone impegnativo da assimilare.
Si scambiarono un ultimo bacio.
Intrecciarono le mani, si guardarono languidi. Yahiko sfiorò il viso dell'altro, con una chiara espressione colpevole.
"Mi dispiace".
 Sfiorò il ventre gravido di Konan.
Accarezzò l'impercettibile tepore che lo gonfiava, e lo coprì meglio col lenzuolo, quasi a volerlo nascondere da occhi indiscreti.
Ignaro degli occhi dell'angelo, che segretamente vigilavano.


Quegli occhi le avevano fatto dono di un ricordo speciale.
L'unico ricordo che le cellule morte del suo cervello avevano deciso di conservare, come fosse un'elegia della sua vita passata.
Di tre eroi della Pioggia, che avevano pianto lacrime bastanti a riempire tre volte le pozzanghere della loro terra.
Era sicura che Nagato non avesse mai provato invidia, o odio verso lei, o verso il suo bambino. Era stato il primo a piangere acqua nera, dopo che quella bestiola si era spenta ancor prima di nascere.

Yahiko.
Yahiko era colui che sarebbe dovuto diventare l'eroe del loro tempo, il salvatore dei popoli.
Ma infine era caduto anche lui, spezzandosi  e adagiandosi su se stesso come una colonna di calce. 

Finalmente, la sonnolenza l'avvolse, e il tormento, il bruciore sugli occhi si spense.
Un ultimo ricordo animò i suoi sogni di morte.
O meglio, un'ultima illusione.
Una vita felice, finalmente libera dalla pressante angoscia delle nuvole.

Trattenne il respiro. 









1° classificata al Pain & Konan - Contest! indetto da Ceci Hufflepuff

-Grammatica 10/10 
-Forma e stile 10/10 
-Caratterizzazione 9.5/10 
-IC 10/10 
-Gradimento personale 9.5/10 
totale: 49/50 

Grammatica: Davvero ottima, non ho trovato nemmeno un errore. 
Forma e stile: La forma è corretta e lo stile chiaro, semplice, essendo tuttavia sempre adeguato al tono angst della fic. 
Caratterizzazione: Devo dire che la scelta del momento che hai raccontato mi ha stupita. È macabro e tuttavia molto bello. Hai descritto bene e in poche parole la situazione, sembra quasi di vedere Konan sepolta che in un attimo si risveglia e ricorda. 
È anche molto poetica la tua fic. 
L’unica cosa; nel trafiletto in cui Konan ricorda, lei sembra un po’ sparire. 
IC: Hai reso bene tutti e tre i personaggi. Ho adorato il modo in cui Yahiko emerge nei ricordi di Konan e il conseguente risalto dato al pairing Konan/Yahiko. La cosa bella è che non scompare nemmeno il pairing Nagato/Yahiko. 
Poi Yahiko e Nagato sono loro, al 100%. 
Gradimento personale: Mi è piaciuta, davvero molto. Le cose che ho amato di più della tua fic sono il clima, macabro, anche un po’ fatiscente eppure bella e assolutamente narutiana. E, assolutamente, il risalto che sei riuscita a dare a due pairing contemporaneamente.
Davvero brava. 
Un bacio, Ceci.
   
 
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