Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: suni    31/01/2012    48 recensioni
“Non ho mai detto che Draco Malfoy lo è. Non direi mai una cosa simile di un mio amico senza averne prove certe, e sicuramente mai al primo venuto,” sentenziò Theo. “Probabilmente hai tratto conclusioni affrettate,” terminò con un sorriso educato.
Harry alzò gli occhi al cielo.
“Andiamo! Quante persone conosci che dicano robustamente eterosessuale, Nott?” chiese, logico.
“Te lo dico, se tu in cambio dici a me da dove spunta quest'ossessione per l'inclinazione sessuale di Malfoy. Se non sapessi che tu sei robustamente eterosessuale direi che mi dà da pensare,” replicò Theo per le rime, nient'affatto turbato.
“Cos...Cosa? Che schifo!” protestò Harry con orrore.
“Non è così male, sai...” commentò Nott a mezza voce.
“...Ora comincio a pensare che alla fin fine sia tu a non essere robustamente eterosessuale, Nott,” borbottò Harry scettico.
Fanfiction partecipante all'OTP Tournament - I Edizione, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 ».
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger, Ron Weasley, Theodore Nott | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fanfiction partecipante all'OTP Tournament - I Edizione, indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 » , nel II girone, Drarry.

Volevo scrivere qualcosa di veramente bello, per questo contest. Qualcosa di epico, appassionante, pieno di magia, magari di angst, qualcosa di potteriano con bacchette, duelli, pericoli. Invece forse è che mi guardo intorno e vedo cose, che spesso non mi piacciono. Così la tematica, i toni, tutto è cambiato rispetto alle mie intenzioni originarie quasi in modo autonomo. Il risultato non mi piace, posso dire anzi che raramente sono stata così poco soddisfatta di quello che ho scritto, ma spero comunque che i messaggi riescano a passare.

Per passare alle cose serie, ringrazio immensamente Acardia per il bellissimo betaggio, ricco di spunti che non ho potuto cogliere che in minima parte - fondamentalmente per questioni di tempo. Un grazie anche a Meissa che ha riletto in piena notte e corretto le sviste della mia correzione (...ebbene sì, riesco a fare errorini anche mentre correggo quanto betato).

Il prompt con cui ho partecipato è “Edizione straordinaria de La Gazzetta del Profeta”.
(E guardate questa meraviglia di banner che ha fatto il CoS! Guardate! E' la cosa più bella di tutta la storia!)





Photobucket


Harry Potter
e la robusta eterosessualità


Ron sbraitò con euforia. Hermione si commosse e si asciugò discretamente le lacrime, al contrario di Molly che scoppiò apertamente in singhiozzi. Dean gli rifilò una gomitata con aria complice, Neville gli strinse calorosamente la mano, George gli fece esplodere la tazza di tè, Arthur lo abbracciò con imbarazzo, Bill aprì una bottiglia, Seamus si mise a ridere, Luna gli chiese se avrebbe potuto fare da damigella e Dennis si propose felicemente come fotografo. Tutti ebbero reazioni entusiastiche alla notizia.

Soltanto Theo lo guardò vagamente interdetto.
Allora la sposi,” commentò poi, annuendo.
Sembrerebbe,” rispose Harry, con un sorriso di circostanza.
Theo annuì di nuovo.
Congratulazioni, Potter,” concluse.
Ehi, no, non sembrare troppo felice per me, potrebbe tornarti la gastrite,” replicò Harry ironico.
Non lo sto facendo,” lo rassicurò Theo, con l'aria di non aver colto.
Lo vedo, Nott.”
Fu una delle pochissime volte in cui la compagnia del collega l'avesse messo a disagio. Da quando Theodore Nott aveva integrato l'Ufficio Auror, l'anno prima, la sua presenza nei dintorni aveva iniziato a diventare normale, poi familiare e infine persino piacevole. Theo era una persona discreta, che non sprecava il fiato e aveva sempre i riflessi pronti. Era un osservatore attento e un ascoltatore oculato, estremamente percettivo e capace di intuire gli stati d'animo degli interlocutori. Nel giro di pochi mesi Harry si era sorpreso nel trovarlo simpatico, a modo suo; d'altra parte, non era mai stato uno dei più accaniti sostenitori di Voldemort nella Casa di Slytherin, a dispetto forse di suo padre, né uno di quegli studenti che prendevano di mira Harry Potter per qualunque cosa. Non aveva mai partecipato alla guerra tra case di Hogwarts o ad altri simili episodi di scontro.
Nonostante fosse compassato e avesse un'aria tremendamente snob Theodore non era, a dispetto dell'apparenza, una persona indifferente a chi gli stava intorno. Il suo era un atteggiamento di facciata e una volta che Harry l'ebbe compreso non tardò ad apprezzare la ragionevolezza, il buon senso e la prudenza del suo nuovo collega, tutte qualità di cui lui scarseggiava. Inoltre, le ricorrenti gastriti nervose di Theo gli ricordavano che alla fin fine tutti avevano le loro disgrazie, e questo era un pensiero che ad Harry faceva bene.
Poteva, in fin dei conti, definirlo qualcosa come un amico.
Fu per questo, quindi, che la sua reazione così poco incoraggiante alla notizia della sua proposta di matrimonio a Ginny lo lasciò stupito. Non che Harry si fosse aspettato che si mettesse a fare la ola sparando incantesimi in aria o a cantare a squarciagola, ma almeno una stretta di mano sarebbe stata opportuna. Cercò di fare finta di nulla e finì di bere la sua tazza di tè con aria svagata, chiacchierando di qualche banale episodio di vita d'ufficio col collega.
Sei di turno, domani?” gli chiese poi, sul punto di alzarsi.
Theo lo guardò con un'ombra di sorriso.
Potter, li compili tu i fogli di turno,” gli ricordò rassegnato, prima di dondolare una mano con noncuranza. “Sono di serale, domani.”
Allora ci vediamo al cambio,” terminò Harry con un cenno di congedo. “Buon pomeriggio.”
A te, Potter,” rispose Theo, restituendogli un gesto analogo.
Nel giro di tre giorni, il clima di completa sovreccitazione che lo circondava gli fece rimpiangere il tiepido entusiasmo di Nott. La famiglia Weasley e tutti gli altri suoi amici sembravano usciti completamente di testa e organizzavano banchetti di festeggiamento senza soluzione di continuità, Ginny sembrava una psicopatica schizoide e quando persino Hermione cominciò a blaterare stramberie su decorazioni e menù nuziali Harry decise che, per il suo benessere psicofisico, aveva bisogno di darci un taglio.
Nott, cosa fai a cena?” domandò stancamente il venerdì pomeriggio, abbandonandosi su una sedia della caffetteria del Ministero.
Theodore sollevò su di lui uno sguardo sorpreso. Per quanto sul lavoro fossero ormai soliti trascorrere abbastanza sovente il loro tempo libero insieme, non si vedevano mai all'esterno. Frequentavano ovviamente ambienti e persone troppo diversi ed erano entrambi perfettamente consci che c'era poco da fare al riguardo: le istituzioni e i giornali potevano anche vantare a gran voce la fratellanza seguita alla fine della guerra, ma c'erano cose che non sarebbero cambiate. I loro amici, per esempio.
Spero tu non mi stia proponendo un tête a tête galante, Potter,” rispose Theo ironico.
Harry sbuffò con un sorriso.
Vorrei solo passare un'intera serata senza che qualcuno mi chieda come intendo vestirmi per la cerimonia,” rispose esasperato.
Theo ripiegò la copia della Gazzetta che stava sfogliando prima del suo arrivo, pensoso.
Se è solo per questo, credo di avere la soluzione che fa al caso tuo. Domani è il compleanno di Blaise, così stasera andiamo a bere qualcosa a Hogsmeade. Puoi venire, se vuoi,” propose cauto.
Harry lo guardò arricciando il naso.
Ci sarà altra gente?” domandò, già pronto a schermirsi. Ci mancava giusto una serata con tutto il suo anno di Slytherin per trasformare definitivamente la settimana in un incubo.
Theo però scosse la testa.
Ha organizzato un pranzo per domenica,” rispose spiccio. “Stasera è una cosetta alla veloce, penso ci saremo solo io e lui,” aggiunse con una scrollata di spalle.
A Blaise non sono simpatico,” tentò ancora Harry, incerto.
Theo lo guardò con aria quasi oltraggiata.
Sono il suo migliore amico. Non mi farebbe mai lo sgarbo di essere spiacevole con qualcuno che sia in mia compagnia,” affermò sicuro, prima di accennare un sorriso di sbieco. “E poi sarà un piacevole diversivo.”
Forse allora avrebbe piacere se foste solt...”
Per tutti i Boccini, Potter,” lo interruppe Theo con fare spossato. “Sei tu che me l'hai appena chiesto. Vuoi distrarti, sì o no? Questo tentennare insistente è piuttosto antipatico,” concluse, tamburellando le dita sul tavolo.
Ma sì, magari passo,” rispose Harry, annuendo.
Non ci pensò più per il resto della giornata. L'idea di lui, Nott e Zabini intorno a tre bicchieri gli pareva inappropriata. Non sapeva nemmeno se lui e Theo si sarebbero divertiti, in una vera serata insieme come amici normali, e aggiungere Blaise Zabini a quel quadretto non sembrava incoraggiante.
Quando però arrivò a casa, alla fine del turno in ufficio, ebbe a malapena il tempo di levarsi il mantello che la testa della sua fidanzata sbucò nel camino di Grimmauld Place. Ginny aveva l'aria eccitata, ansiosa, e a malapena lo salutò prima di esplodere in un fiume di parole.
Sto iniziando a stilare la lista degli invitati, Harry, e non so davvero come sbrogliarmela. Se invitiamo tutti i parenti dal mio lato verrà fuori una ressa senza senso. D'altra parte come faccio a sapere chi escludere? Non ho idea di quale sia il grado di parentela a cui è accettabile fermarsi. E gli amici? I compagni di scuola? Per non parlare dei tuoi colleghi e le personalità del Ministero, e io avrò un sacco di invitati per via del Quidditch e...”
Ginny,” gemette lui, riuscendo a infilarsi in una pausa di respirazione.
Lei sbatté gli occhi e lo guardò stranita, come se nella foga del monologo avesse dimenticato che parlava con lui.
Forse potrei passare da te e ne discutiamo con calma,” propose.
Ho un impegno con i colleghi,” sputò istantaneamente Harry, atterrito.
Fu così che, alle otto e mezza, si trovò a varcare la soglia dei Tre Manici con aria dubbiosa. Cercò intorno a sé la sagoma di Nott, facendosi largo tra la clientela del locale. Lo intravide al bancone, davanti a un grappolo di bicchieri pieni, e si diresse verso di lui sorridendo sollevato.
Ehilà, collega,” salutò avvicinandosi.
Theodore sobbalzò e si voltò indietro. Esibì un'aria stupita e aggrottò lievemente la fronte.
Oh, Potter, ero convinto che non venissi,” commentò, con un cenno del capo a mo' di benvenuto.
Già, ma si è resa indispensabile la mia latitanza,” ammise Harry scrollando le spalle. “Zabini dov'è?” s'informò guardandosi intorno.
Abbiamo un tavolo. E, uh, Potter... Ti avrei avvisato, se fossi stato sicuro che volevi venire. C'è stato un piccolo cambio di programma,” annunciò lentamente, incerto.
Sarebbe?” chiese Harry con vaga inquietudine, strattonandosi via la sciarpa dal collo.
Theo si passò la mano sul viso con l'aria di riflettere sul da farsi.
Ci sono anche Goyle e Malfoy,” annunciò infine, rinunciando ad indorare la pillola.
Oh.”
La voce di Harry uscì rauca e piatta, senza inflessione.
Si guardarono per un istante con disappunto. Se fosse stato solo per Goyle, forse, Harry avrebbe anche potuto rimanere lì per una mezz’oretta; ma per quanta fantasia ci potesse mettere, non riusciva proprio a immaginare lui e Malfoy che bevevano allegramente allo stesso tavolo. Diede un mezzo sospiro, poi Theo scrollò le spalle.
Non pensavo proprio che...”
Non fa niente,” rispose Harry cercando di non sembrare deluso, e fece per riavvolgere la sciarpa. “Vado a casa. Comunque Ginny...”
Theo appoggiò la mano sul suo avambraccio.
Ehi, aspetta un momento,” esclamò. “Beviamoci almeno una cosa al banco, visto che sei venuto fin qui. Vado solo a portare questi ai ragazzi,” aggiunse, indicando i bicchieri accanto a sé.
Harry pensò che la proposta fosse azzeccata. Avrebbero fatto quattro chiacchiere e poi con un po' di fortuna, se fosse riuscito a prendere tempo e a guadagnarne un altro po' in qualche incontro fortuito con altri conoscenti del Ministero, sarebbe riuscito a tornare a casa abbastanza tardi da poter evitare di richiamare Ginny al camino senza sentirsi in colpa.
Mentre Theo si allontanava tra i tavoli sorrise a un paio di facce note, salutò Rosmerta e ordinò un bicchiere. Lo Slytherin fu di ritorno un attimo dopo, col calice in mano.
Come mai sei sfuggito alla tua futura signora?” s'informò bevendo un sorso.
Harry fece una smorfia significativa.
La lista degli invitati,” borbottò truce. Theo ridacchiò.
È una tua precisa responsabilità,” celiò severamente. “Come eroe nazionale ti facevo più coscienzioso.”
Mai stato coscienzioso,” si difese Harry con una mezza risata. “A proposito di eroi, cosa hai detto al... tuo tavolo?” s'informò, sporgendo la testa per gettare l'occhio in direzione del lato del locale verso il retro, dove l'aveva visto sparire poco prima.
Che ho incontrato un collega,” rispose semplicemente Theo con un sogghigno sornione. “Nessuno era interessato a sapere con quale grigio burocrate del Ministero intendessi tediarmi,” aggiunse ironico.
Harry sorrise con approvazione.
Ben fatto...” commentò.
Non sono mica uno Slytherin per niente. Ah, Potter, comunque... Come intendi vestirti per la ceri...?”
Maledetto!” lo interruppe Harry con una risata. “Non ci provare nemmeno!”
Ma guarda che è importante, Potter!” scherzò ancora Theo con aria scandalizzata. “Sarà il giorno de...”
Nott, ti sei dimenticato la mia grapp... Ah.”
La voce strascicata alla loro destra ebbe il potere di paralizzare Harry in un genuino moto d'imbarazzo. Si voltò con riluttanza per incontrare, come previsto, il profilo affilato di Draco Malfoy, col braccio a mezz'aria e un'espressione perplessa.
Non si erano realmente visti dai tempi del processo seguito alla fine della guerra. Qualche volta era capitato che s'incrociassero nei corridoi del Ministero o in giro per Diagon Alley, ma si erano limitati a rivolgersi un cenno di riconoscimento - non si poteva proprio definirlo di saluto - e a tirare dritto, ciascuno per la sua strada. Certo non era previsto che si vedessero in un'uscita serale con un amico comune – anche perché fino a poco tempo prima non ne avevano proprio, di amici comuni – nel bel mezzo di un'allegra chiacchierata.
Ci fu qualche secondo di doveroso silenzio, poi Theo si risolse a prendere la parola.
Malfoy, credo tu conosca il mio collega, il signor Potter,” affermò con un tono di voce neutro e formale, ben attento a non lasciar trapelare dal proprio viso nessuna sfumatura d'ilarità.
Draco non si esentò comunque dal rivolgergli un'occhiata glaciale che conteneva la promessa di una rappresaglia.
Vagamente,” rispose secco.
Ehm, ciao,” farfugliò Harry senza avere la più vaga idea di cosa fare.
Potter,” scandì freddamente Malfoy. “Quale gradita coincidenza.”
Nevvero?” sfuggì sottovoce a Theo.
Seguì un nuovo breve silenzio spigoloso, poi Malfoy si schiarì la voce e fissò il bancone.
La mia grappa,” affermò atono. “L'hai dimenticata,”
Non ricordavo ne volessi una,” si scusò Theo stringendosi nelle spalle.
Sì, beh...” Draco liquidò l'osservazione con un cenno. “Potresti portarla quando torni al tavolo,” suggerì, già ritraendosi d'un passo. “Grazie,” concluse rapidamente, prima di dileguarsi.
Harry lo guardò sparire con evidente sollievo, oltre che con vaga curiosità.
Lo fa spesso?” chiese.
Theo spostò lo sguardo verso la direzione in cui l'altro era evaporato.
Cosa, bere grappa? Non so, direi che...”
Ringraziare,” rettificò Harry.
Theo gli rivolse uno sguardo canzonatorio.
È un individuo perfettamente civilizzato, sai?” rispose.
Ho qualche dubbio,” brontolò Harry sarcastico.
Theo rise piano.
Ti sorprenderebbe sapere quanto spesso Malfoy dice per favore e grazie, Potter,” affermò con sicurezza. “Tranne a Goyle, va bene,” ammise sollevando una mano. “Comunque, sbrigati a finire quel bicchiere, che poi te ne offro uno io. Non ti ho ancora felicitato per il matrimonio.”
Direi che definire la tua reazione di scarso entusiasmo sia un eufemismo,” commentò Harry, sorridendo in modo eloquente.
Theo svuotò il suo bicchiere d'un sorso, con aria meditabonda. Sembrò prendere l'osservazione molto sul serio.
Ti dirò la verità, anche perché sono già al terzo whisky Incendiario e non ho ancora cenato... In realtà,” e abbassò la voce, per discrezione, “io penso onestamente, ora che ti conosco, che tu in verità sia gay.”
Harry sgranò gli occhi e scoppiò a ridere, divertito. Quando però scorse l'interlocutore rimanere perfettamente serio, spalancò la bocca con un suono strozzato.
Stai scherzando, vero?” balbettò garrulo.
Theo prese un respiro.
Non hai idea di quanta gente con un problema di omosessualità irrisolta mi circondi,” affermò stancamente. “Se non fossi così robustamente eterosessuale mi disturberei a sedurvi solo per farvelo capire.”
Harry lo guardò allibito.
Ma tu sei completamente pazz...!” esplose sdegnato, prima di aggrottare la fronte. “Robustamente eterosessuale?” ripeté perplesso.
Theo si strinse nelle spalle.
È una citazione, l'ha usata l'altro giorno un conoscente,” spiegò brevemente. “Che, per inciso, non è robustamente eterosessuale, ma gli piace pensarlo, e chi sono io per disilluderlo?”
Questa conversazione non sta realmente avendo luogo,” commentò Harry assorto. Gli capitava abbastanza spesso di pensare che, dopotutto, lui era molto più portato a trovarsi nel bel mezzo di una crisi nazionale e ad affrontare pazzi omicidi che ad avere a che fare con le persone in un contesto normale. “Tu... Tu non puoi pensare veramente che io lo sia!” riprese poi.
All'inizio no,” ammise Theo. “Ma poi, sai, ci ho fatto caso.”
Ci hai... Ma che vai dicendo?” protestò Harry in tono vibrante.
Non prendertela, Potter,” replicò Theo con aria tranquilla. “Non è mica un insulto.”
No!” affermò lui di slancio. “No, ma... Non lo sono assolutamente!”
Theo fece spallucce.
Va bene. Allora mi sono sbagliato.”
Certo che ti sei sbagliato,” confermò Harry, preso in contropiede da quell'arrendevolezza. “Non capisco nemmeno come tu abbia potuto ipotizzare che... Oh, Merlino,” concluse, svuotando il bicchiere d'un sorso.
Un altro giro?” propose pacificamente Theo.
Sì, grazie,” sospirò Harry, mentre lui si sporgeva per ordinare. “Seriamente, perché l'hai pensato?”
E dai, Potter, fa niente,” tagliò corto Theo.
No, sul serio!” insistette lui, caparbio come sempre.
Oh, Salazar,” mormorò Theo. “Odio questa parte. Non lo so,” sbuffò poi. “Tu...tu... Tu non sei minimamente in quella cosa delle donne. Sei sempre in mezzo a uomini, ti confidi solo con gli uomini, tranne la Granger e forse qualche altra ma solo perché non le vedi come femmine in quel senso... Hai quel tipo di sintonia solo con gli uomini. Vuoi un esempio?” continuò pazientemente.
Sì!” esclamò Harry, allibito.
Bene. Potresti essere a casa con la tua ragazza, invece sei qui con me. Sì, la lista degli invitati è una palla. Ma ci sarebbe sicuramente scappata una...sai...scopata.” Fece una pausa, porgendogli un nuovo bicchiere. “E invece...”
Tu non mi attrai!” si difese Harry, disgustato.
Theo sbuffò tra sé e sé.
Non è quello che volevo dire. Lascia perdere.”
No che non lascio perdere!” continuò Harry. “Tu pensavi questo per tutto il tempo, mentre ci vedevamo in ufficio.”
E allora?” replicò Theo. “Non è mica un problema mio. Sempre che sia un problema, poi...”
Guarda un po', allora è vero che c'è Harry Potter,”
Il tono di voce indolente di Blaise Zabini li interruppe. Harry si voltò a guardarlo, con un sorriso educato che si specchiava in quello analogo di Blaise, scorgendo – di nuovo – Draco Malfoy al suo fianco.
Salve, Zabini,” esordì spiccio.
Buonasera e congratulazioni, figli maschi e via dicendo... Ho sentito la notizia,” rispose Blaise, distaccato ma non sgarbato.
Quale trionfo per l'Inghilterra magica,” mormorò Malfoy con tono molto meno cortese.
Ehm, grazie,” biascicò Harry, prima di riprendere a bere per non dover intavolare una conversazione.
Theo si appoggiò al bancone con naturalezza.
Volete ordinare?” chiese.
Draco si è rassegnato a trasportare da sé la sua grappa fino al tavolo e io vorrei un'altra Rosaspina,” confermò Blaise. “C'è una ragazza al tavolo accanto che non leva gli occhi di dosso a Malfoy. Abbiamo lasciato Greg a intimidirla,” continuò poi, tediato.
Hai fatto colpo, Draco,” commentò Theo ironico.
Malfoy sospirò con fare eroico.
Gli svantaggi dell'essere robustamente eterosessuale.”
Il whisky di Harry gli s'incastrò in gola per la sorpresa, provocandogli un immediato quanto violento attacco di tosse. Quell'espressione, il conoscente di Nott... Puntò sul collega due occhi sgranati per lo stupore, senza riuscire a smettere di tossire. Theo trattenne a stento una risata.
Dici bene, Malfoy...” commentò, comprensivo.
Che fai, Potter? Dimmi che muori,” domandò l'interpellato speranzoso, mentre lui continuava a gorgogliare.
S'è fatta...l'ora che rientri...” esalò Harry, posando il bicchiere vuoto con mano malferma.
Naturalmente,” assentì Theo, alzandosi per tornare a sedere con gli amici. “È stato un piacere, Potter,” concluse.
Sì, siamo tutti elettrizzati,” confermò Malfoy sarcastico.
Harry lo ignorò.
Buona serata,” salutò, rivolgendosi a Theo. “E buon compleanno, Zabini.”
Grazie,” rispose urbanamente il festeggiato. “Ci si vede.”
Harry se ne andò via di fretta, completamente scombussolato dalla piega presa dalla serata. Rientrò in casa ancora allibito, i nervi tesi e la testa in confusione. Prima Theo lo prendeva per gay non ammesso, poi saltava fuori che pensava lo stesso di Draco Malfoy... Poteva aver preso un abbaglio, anzi, l'aveva preso sicuramente... ma due?


Harry trascorse il fine settimana a discutere con Ginny il problema degli invitati. Stilarono quattro diverse liste e presero poi a intersecarle, in un perpetuo delirio che lo lasciò molto più stanco di un'intera settimana lavorativa. Quando tornò in ufficio, il lunedì mattina, si sentì un uomo libero. Quando poi vide Theo in beata solitudine alla scrivania, si fiondò verso di lui come scagliato da una catapulta.
Quindi Malfoy lo è!” esordì frettolosamente.
Lo Slytherin alzò lo sguardo con un sussulto.
Potter, buongiorno a te,” rispose.
Lo è?” ripeté Harry, slacciandosi il mantello con foga.
Non so di cosa parli,” rispose Theo facendo il vago.
Nott...” protestò Harry esasperato.
L'altro scrollò la testa.
Ho sbagliato con te, potrei sbagliare ancora,” ammise con noncuranza.
Ma pensi che lo sia!”
Theo lo guardò costernato.
Ti ho sempre trovato accettabile perché ti fai moderatamente gli affari tuoi,” osservò grave. “Com'è che ora sembri Rita Skeeter?”
È solo strano,” si difese Harry abbassando i toni. “Tutto qui.”
Theo aggrottò la fronte.
Non ho mai detto che Draco Malfoy lo è. Non direi mai una cosa simile di un mio amico senza averne prove certe, e sicuramente mai al primo venuto,” sentenziò. “Probabilmente hai tratto conclusioni affrettate,” terminò con un sorriso educato.
Harry alzò gli occhi al cielo.
Andiamo! Quante persone conosci che dicano robustamente eterosessuale, Nott?” chiese, logico.
Te lo dico, se tu in cambio dici a me da dove spunta quest'ossessione per l'inclinazione sessuale di Malfoy. Se non sapessi che tu sei robustamente eterosessuale direi che mi dà da pensare,” replicò Theo per le rime, nient'affatto turbato.
Cos...Cosa? Che schifo!” protestò Harry con orrore.
Non è così male, sai...” commentò Nott a mezza voce.
...Ora comincio a pensare che alla fin fine sia tu a non essere robustamente eterosessuale, Nott,” borbottò Harry scettico.
Theo sorrise compiacente.
Lo vedi? Ora quest'espressione è entrata anche nel tuo lessico. Lo dice un sacco di gente, e Malfoy non c'entra nulla,” disse in tono soddisfatto.
Harry allargò le braccia, vittorioso.
Io so che lo è. Di' quello che ti pare. Malfoy è gay,” concluse.
Cooosa?”
Si voltarono entrambi di scatto, allarmati. Ron era sulla porta con un plico di pergamene tra le mani e li fissava entrambi ad occhi sgranati, la bocca spalancata e le orecchie rossicce per l'agitazione.
Oh, no,” mormorò Theo.
Malfoy? Draco Malfoy è omosessuale?!” ripeté Ron, prima di scoppiare istericamente a ridere. “Oh, Merlino... Merlino, aspetta solo che George e Bill sappiano questo..!” sghignazzò.
Ron, non è affatto...” iniziò concitatamente Harry.
Weasley, Potter stava facendo ipotesi a casaccio sull'omosessualità dei miei amici,” aggiunse Theo con aria estremamente seria. “Ti pregherei di tenere per te questa madornale scemenza,” aggiunse categorico.
Eh?” chiese Ron, con l'aria che qualcuno gli avesse rubato i regali di Natale. Poi li guardò sospettoso, prima di sorridere con intesa. “Ma certo,” confermò in un sospiro. “Muto come una tomba. Ho equivocato,” concluse. “Peccato, però,” terminò a malincuore, prima di porgere a Theodore le pergamene.
Per me?” gemette lui.
Il caso Wilkinson, tutto tuo. Vi lascio, ehm... continuare. A dopo,” si congedò Ron, prima di defilarsi rapidamente.
Theo lo guardò uscire con un sospiro.
Potter, abbi la decenza di spiegargli per bene che non è vero,” intimò rassegnato.
Certo,” lo rassicurò lui. “Ma noi sappiamo che lo è, giusto?”
Potter!”
Harry sbuffò.
Va bene, va bene... Glielo spiego,” ripeté.
Non ce ne fu il tempo. Ron si era appena chiuso la porta alle spalle che Dean Thomas gli precipitò quasi addosso.
Ho sentito veramente quello che ho sentito? L'hai detto davvero?” chiese agitato. “Malfoy?” aggiunse con una mezza risatina.
L'ha appena detto Harry!” confermò Ron freneticamente, ridacchiando a sua volta.
Uao. Che bomba,” commentò Dean ad occhi sgranati, con un'altra risatina.
Puoi dirlo!”
L'Ufficio Auror era composto da alcuni dei più grandi maghi del paese. La sua autorevolezza era indubbia: quel che usciva dall'Ufficio Auror era sacrosanto. Le informazioni provenienti dall'Ufficio Auror erano veritiere e indubitabili, sempre e comunque. Harry però, ignaro di aver scatenato un polverone di proporzioni ciclopiche, continuava a trascinare avanti i suoi incarichi e a cercare di conservare la sanità mentale nonostante la sua fidanzata sembrasse fermamente decisa a demolirla con interminabili discussioni su fiori freschi, centrotavola decorativi e selezioni di antipasti, senza avere la più vaga idea del motivo per cui sempre più gente, nei corridoi, gli sorrideva in segno d'intesa e gli rivolgeva strane smorfie.
Rimpiangeva un po' il suo sesto anno di scuola.
Tutto questo andò avanti fino al mercoledì mattina. Quel preciso mercoledì mattina in cui Harry Potter, arrivando in ufficio, ci trovò niente meno che Draco Malfoy in carne ed ossa, seduto di fronte alla sua scrivania con espressione così torva e incazzata che per un attimo non riuscì a fare altro che fissarlo.
Era vero che sembrava un po' gay, comunque, con quell'aria elegante e signorile, quei capelli così biondi e luminosi e quegli occhioni grigi, così chiari. Al termine “occhioni” Harry decise che la sua mente aveva vagato abbastanza.
Malfoy,” esordì perplesso. “Posso fare qualcosa per te?”
Direi che l'hai già fatto, Potter,” sibilò lo Slytherin.
Harry lo guardò senza capire.
Io?” s'informò, per essere ben sicuro che non ci fosse un malinteso.
Tu, brutta specie di cerebroleso rossodorato!” sbottò Malfoy alzandosi in piedi.
Harry aggrottò la fronte.
Non so davvero cosa...” iniziò.
Oh, non lo sai?” ripeté Malfoy glaciale, senza nemmeno lasciargli finire la frase. “Quindi non sai nemmeno come mai mezza Londra va dicendo che sono una specie di checca isterica, vero?” sputò sarcastico, avanzando di un passo verso di lui.
Harry lo guardò ad occhi sgranati, mentre un principio di riso nervoso gli affiorava alle labbra.
E..eh?” esalò.
Quanto sei patetico.” Malfoy parlò con con tutto lo sprezzo possibile. “Fai anche finta di niente.”
Harry s'irrigidì, preso in contropiede.
Malfoy, datti una calmata. Ti assicuro che non ho idea di cosa tu stia dicendo.”
Oh, Potter, per favore! Lo dice anche il giornale!” replicò Draco con estrema irritazione. “Piantala di giocare all'eroe senza macchia, vuoi?”
Ma di cosa cavolo parli?” eruppe Harry alzando la voce.
Draco lo fissò gelido, una smorfia di disgusto sulle labbra. Senza emettere verbo e usando solo i muscoli strettamente necessari al movimento del braccio, indicò con la mano il giornale che aveva poggiato sulla sua scrivania. Harry si avvicinò aggrottando la fronte.
Il Wizard's Herald... Non è questo granché,” osservò a mezza voce.
Malfoy emise un suono di fastidio.
È il giornale di Londra, Potter. Scusa tanto se la notizia non compare sul quotidiano nazionale,” replicò rabbioso. “Pagina ventotto.”
Harry si affrettò a raggiungere il punto in questione, quello della cronaca mondana, e quand'ebbe aperto la pagina giusta spalancò la bocca esterrefatto. In fondo, ma ben evidenziato, c'era un trafiletto dal titolo indubbio: I gusti insoliti di Draco Malfoy.
Oh, Godric...” biascicò.
Leggi, leggi,” intimò freddamente l'interessato. “A voce alta, grazie.”
Harry si schiarì la gola, atterrito, ma non osò proprio esimersi.
Arriva...dritta dritta dall’Ufficio Auror, centro nevralgico del Ministero della Magia, l'indiscrezione che fa spalancare gli occhi a tutta la città: Draco Malfoy, chiacchierato ereditiere d'alto lignaggio e rampollo di una delle più nobili famiglie Pureblood del paese, sarebbe risalito alle luci della ribalta per la prima volta dal termine della Seconda Guerra all'Oscuro per una notizia di ben altro genere. Stando alle indiscrezioni, infatti... Oh, Merlino,” gemette Harry. “...Infatti, il signor Malfoy si distingue per la peculiarità delle sue scelte in campo amoroso. Pare accertato che il giovane mago, oggi ventiduenne, orienti le sue preferenze verso esponenti del suo stesso sesso. Testimonial d'eccezione di questa notizia sembra essere nientemeno che il nostro Harry Potter, che oltre a vegliare sulla sicurezza dell'Inghilterra dalla sua scrivania di Vicecapo dell'Ufficio Auror sembra avere anche il tempo per monitorare questioni ben più intime. 'Malfoy è gay,' avrebbe dichiarato fermamente il nostro ad alcuni collaboratori. Non te ne scappa una, Harry! Questa cosa è una stronzata!” sbottò senza nemmeno prendere fiato.
Draco lo fissò penetrante.
Ne rinneghi la paternità?” s'informò asciutto.
Ma certo!” esclamò Harry.
Saresti disposto a farlo pubblicamente? Non hai mai detto niente del genere?” insistette Draco con maggiore fermezza.
Ma certo che non... Oh, Godric,” sospirò Harry coprendosi il viso con la mano.
Draco emise un ringhio minaccioso.
Potter? Hai o non hai detto...?”
A Nott!” esclamò lui esasperato.
A Theo?” ripeté Draco con voce quasi stridula. “Cosa? Ma allora sei veramente un idiota! Quello già pensa che... Potter, cosa cavolo ne sai tu di me e dei miei gusti sessuali?” protestò indignato, strappandogli il giornale dalle mani.
Ma niente! Stavamo solo parlando e c'era quella storia della robusta eterosessualità e...” farfugliò Harry, in preda al panico.
Prego?” sibilò Draco.
Harry boccheggiò per qualche secondo, e proprio in quel momento si udì bussare alla porta.
Potter? Dovresti interrogare il dodici...”
Un momento!” sbottò lui, prima di tornare a voltarsi verso Malfoy. “Senti, questo è il mio orario di lavoro, po...”
Non me ne frega niente,” sentenziò Draco. “Non me ne vado di qui finché...”
Oh, Merlino. Possiamo parlarne a pranzo?” tentò Harry alle strette.
La sua frase fu seguita da un profondo silenzio, tanto che si rese conto lui stesso di quanto fosse suonata assurda.
A pranzo,” ripeté Malfoy atono.
Sì, nella mia pausa pranzo,” rettificò Harry. “Possiamo vederci da qualche parte e chiarire l'equivoco.”
A pranzo,” ripeté ancora Malfoy, vacuo. Sembrava non capacitarsi. “E credi che io abbia davvero intenzione di...?”
No! Cioè, sì?” farfugliò Harry. “Possiamo vederci da qualche parte e...”
Ti aspetterò fuori dal Ministero,” stabilì Draco con estrema serietà.
Va bene,” concluse Harry . “Diciamo intorno alle...”
Dodici e trenta. Puntuale, Potter,” concluse seccamente lo Slytherin.
Va bene, va bene. Con permesso.”
E con quelle parole borbottate a mezza voce, Harry spalancò la porta e lasciò rapidamente l'ufficio, domandandosi come fosse possibile che la vita civile riuscisse ad avere ancora meno senso di quella dell'eroe predestinato.


Dopo una mattinata trascorsa a interrogare presunti criminali ci voleva proprio una pausa pranzo devastata da conversazioni di dubbia piacevolezza con vecchi compagni di scuola a lui ostili. Harry se lo ripeté per l’ennesima volta mentre s’infilava nell’ascensore del Ministero con un sospiro truce, intimando poi a se stesso di non dar più retta alle teorie di Theo e di non aprire bocca mai più se non in presenza di un membro del Wizengamot che potesse, eventualmente, testimoniare in seguito sulla scorretta interpretazione delle sue affermazioni.
Sei in ritardo di quattro minuti, Potter,” affermò Draco infastidito non appena lui fu sbucato fuori dall'ascensore.
Ho l'orologio indietro,” bofonchiò Harry, senza sapere cosa dire.
Cominciamo bene,” sentenziò l'altro. “Per fortuna non è come se, non so, da te dipendesse la sicurezza nazionale.”
Harry realizzò che sarebbe stato un pranzo molto lungo. Prese un bel respiro.
Dove andiamo?” chiese senza dargli corda.
Sei stato tu a proporre questa cosa,” gli fece notare Draco mettendoci tutta l'avversione che si poteva esprimere.
Va bene. Una cosa semplice e veloce, andiamo al Paiolo. È un posto normalissimo e sembrerà che non abbiamo niente da nascondere,” stabilì lui su due piedi, ricevendo l'occhiata omicida dell'altro con un moto d'imbarazzo. “Sarebbe più sospetto se ci beccassero in un posto appartato!” si giustificò di getto.
Sospetto in che senso?” scandì Draco con aperto orrore.
Harry lo guardò angustiato.
Andiamo al Paiolo,” mormorò rassegnato.
Malfoy lo seguì senza protestare ulteriormente. Quando varcarono la soglia del sempre affollatissimo Paiolo Magico e furono squadrati per bene da un buon sessanta percento degli avventori, si limitò a schiarirsi la voce.
Sei sempre convinto che sia stata una buona idea, immagino,” commentò sarcastico.
Non ho mai detto che la fosse,” replicò Harry puntando un tavolo d'angolo, e vi si sedette come se fosse stata una scopa che l'avrebbe portato in salvo.
Come, non smetterò mai chiedermi, come hai fatto a vincere la guerra, Potter?” sospirò Draco in una mezza cantilena, prima di raggiungerlo.
Non ne ho idea,” rispose lui onestamente. “Cosa vuoi mangiare?”
Draco fece spallucce.
Qualunque cosa servano qui non mi piacerà, quindi fa lo stesso,” spiegò noncurante. “Ci stanno guardando tutti,” aggiunse infastidito.
Fai finta di niente, smetteranno,” suggerì Harry.
...Disse colui che compariva sui giornali un giorno sì e l'altro pure da anni,” mormorò Draco.
Harry ridacchiò inconsapevolmente. Smise subito.
Salve, Tom,” esordì all'indirizzo dell'anziano mago, che si stava avvicinando al tavolo.
Buongiorno, signor Potter. Come sta?” rispose l'uomo, fermo in attesa di prendere gli ordini. Harry lo interpretò in tutt'altro modo.
Bene. Un pranzo di lavoro,” si affrettò a chiarire a voce alta e chiara, indicando Draco.
Tom annuì bonario.
Cosa vi porto?”
Due piatti del giorno.”
E una grappa,” aggiunse Draco, guardandolo allontanarsi dopo un cenno affermativo. “Tu si che sai come non dare nell'occhio, Potter.”
Scusa?” disse Harry confuso.
Lascia perdere e spiegami questa storia di Nott. Parlando a voce bassa, se possibile.”
Harry prese fiato.
Oh, bene. Godric, d'accordo. Il fatto è che l'altra sera, ai Tre Manici, Theo se n'è saltato fuori con questa storia che secondo lui sarei un omosessuale irrisolto,” iniziò, riluttante.
L'ha detto anche a te?” esclamò Draco, sorpreso. Si ricompose schiarendosi la voce. “So che lo fa con un sacco di gente,” aggiunse altero.
Harry preferì non infierire.
Il fatto è che mi ha fatto l'esempio di un suo ignoto conoscente che si definiva, ecco, robustamente eterosessuale. Senza, a suo dire, esserlo,” continuò, guardando ovunque tranne che in direzione di Draco Malfoy.
Robustamente eterosessuale?” ripeté lo Slytherin con una strana inflessione, quasi pigolante.
Già. E circa, vediamo, quaranta secondi dopo tu te ne sei saltato fuori con i vantaggi dell'essere robustamente eterosessuale.”
Io?” ripeté Draco con la stessa voce esitante.
Già. Così ho pensato che stesse parlando di te, e perciò l'altra mattina, in ufficio, gli stavo dicendo che ero arrivato alla conclusione che sei gay. Ed è in quel momento che qualcuno mi ha sentito.”
...Qualcuno?”
Harry prese fiato, a malincuore. Non era una bella cosa, quella che stava per dire, nemmeno trattandosi di quello stronzo di Malfoy.
...Ron.”
Weasel?!” Draco gemette atterrito, per poi accigliarsi. “Weasel! Allora è stato quel mentecatto straccione a dire in giro che tu hai detto...”
Malfoy, abbassa la voce!” sussurrò Harry appiattendosi sul tavolo. Tom scelse proprio quel momento per dirigersi verso di loro facendo veleggiare due piatti e un bicchierino.
Grazie,” lo accolse Harry cordialmente.
Quindi è stato Weasel,” ruminò Draco oltraggiato, non appena il vecchio si fu allontanato abbastanza. Scandì quell’affermazione svuotandosi in gola la grappa.
Dopo gli ho spiegato in privata sede che si era trattato di un malinteso, ma lui evidentemente ne aveva già parlato a qualcuno,” concluse Harry a braccia spalancate. “Mi dispiace.”
Draco lo scrutò astioso.
Oh, questo è proprio tipico di te! Rovinare la vita alla gente e poi saltartene fuori con mi dispiace tanto, sono un bravo ragazzo!” lo scimmiottò, in un'imitazione della sua voce che Harry dovette a malincuore riconoscere come estremamente riuscita.
Rovinare la vita?” ripeté poi, perplesso. “Io non credo di aver mai...”
Cosacosacosa?” lo zittì Draco in un moto d'irritazione. “Non ti azzardare a finire la frase, Potter, o giuro che ti ammazzo sul momento!”
Ma io non… A chi avrei rovinato la vita, scusa?” si difese Harry imbronciato.
Draco lo guardò come se fosse stato un completo ritardato. In quel modo orribile, probabilmente, venivano guardati i genitori di Neville. Poi prese un lungo respiro, posò la forchetta che aveva appena impugnato accanto al piatto intonso e si levò il tovagliolo dalle gambe, alzandosi. Gli gettò un ultimo, eloquente sguardo.
A me.”
Harry spalancò la bocca come un sarago. Non ebbe il tempo di mettere insieme una risposta qualunque che Malfoy, voltatosi, se n'era già andato.


Potter, sai chi è Adalbert Morgan?” domandò Theo, entrando nel suo ufficio senza neanche bussare.
Harry aveva passato un pomeriggio atroce. Se n'era rimasto per quasi tutto il tempo seduto a rimuginare sul suo colloquio insensato con Malfoy e sulla sua accusa finale. Era profondamente ingiusta: lui non aveva fatto niente di niente e, se davvero Malfoy si era rovinato la vita, la colpa la poteva imputare unicamente a se stesso e alle proprie scelte sbagliate. Non gli sembrava che se la passasse così male, comunque, o non avrebbe avuto tempo da sprecare per andare a importunare sul posto di lavoro vecchi rivali scolastici.
Poi Ginny aveva fatto una capatina veloce al camino per fargli sapere che aveva domandato le disponibilità delle date per la loro cerimonia durante l'estate. Infine, Ron gli aveva giurato e spergiurato che non aveva detto a nessuno di quel che gli aveva sentito dire a Nott a proposito di Malfoy, tranne a Dean che aveva già sentito dalla porta. E a Katie Bell, aveva ammesso all'ultimo momento, con estrema reticenza.
Katie Bell,” aveva ripetuto Harry.
Ci ha sentiti ridere!” si era giustificato Ron con fare imbarazzato.
Harry aveva sospirato profondamente. Katie Bell, che di certo aveva informato le altre femmine nei paraggi e di conseguenza l'intera città. Ovviamente.
Non se l'era sentita di continuare il discorso e ora, udendo la voce di Theo, sollevò lo sguardo su di lui con colpevolezza. Il collega aveva in mano una copia della Gazzetta e sembrava assorto nella lettura. Harry fece mente locale sulla sua domanda.
È un giornalista. E anche un ciarlatano. Ci ho litigato, qualche mese fa, perché aveva intenzione di pubblicare qualcosa di molto disdicevole e soprattutto molto falso sulla promozione di Hermione,” rispose prontamente, non troppo interessato. “A proposito di giornalisti, se sei qui per la questione dell'Herald, mi dispiace davvero, davvero tantissimo. Ho già spiegato a Malfoy che non è colpa tua,” continuò di getto.
Theo annuì tra sé.
Sarei venuto a chiedertene conto, ma poi mi sono imbattuto in questa. È l'edizione straordinaria della Gazzetta del Profeta fresca di stampa ed è firmata quasi interamente dal nostro Morgan, appunto,” spiegò velocemente, con tono neutro. Harry avvertì irrazionalmente un senso di tragedia imminente.
E...?”
E quello che vorrei chiederti ora è cosa ci facevi tu a pranzo da solo con Draco al Paiolo Magico,” concluse Theo, prima di spostare finalmente su di lui uno sguardo tinto di disappunto. “Perché, sappilo, non è stata una mossa brillante.”
Non ebbe bisogno di precisare altro. Gli bastò voltare verso di lui la prima pagina del giornale, su cui troneggiava una foto di lui e Draco Malfoy davanti al pranzo, intenti a confabulare.
IL DEATH EATER E IL RAGAZZO SOPRAVVISSUTO.
Oh Godric,” miagolò Harry terrorizzato.
Siete la love story del secolo,” affermò Theo asciutto. “Oltre a essere due perfetti imbecilli, se mi è consentito esprimere un'opinione.”
Harry riuscì solo a tendere la mano verso di lui, la gola secca. Theo gli passò il giornale e il Gryffindor ci si tuffò dentro.
La quantità di pagine dedicate al fatto era così sproporzionata che Harry si rese conto subito di essere stato molto stupido a sottovalutare così tanto il problema. In un paese calmo, in cui da qualche anno non succedeva nulla di preoccupante, la carenza di scoop poteva ingigantire qualunque stupidaggine, come il ridicolo pettegolezzo su Malfoy. Quanto al suo nome, Harry aveva rinunciato a contare quante volte comparisse sui giornali nei contesti più disparati, e non si disturbava neanche più a chiedere smentite o minacciare querele. Morgan, per giunta, doveva avercela ancora per lui per la faccenda di Hermione e, beh, chiunque poteva avercela con uno che era stato, per quanto brevemente, seguace di Voldemort. Ma quell'edizione straordinaria della Gazzetta sembrava comunque folle.
Non si limitava a parlare diffusamente del pranzo, descrivendolo come un “attimo inizialmente confidenziale”, sfociato per brevemente in “aperto contrasto” per poi placarsi in una “scaramuccia tra innamorati”, con tanto di “drammatici proclami”. Riferiva persino che Malfoy, “in un momento di risentimento amoroso” gli aveva rinfacciato di avergli rovinato la vita.
E dopo questo, Harry non se la sentiva di dargli tutti i torti.
Non finiva lì, comunque. Gli editoriali ripercorrevano anni e anni delle loro vite, riassumendo la loro ben nota inimicizia scolastica, soffermandosi nel dettaglio sul processo successivo alla fine della guerra, sul suo ruolo nell'assoluzione di Draco - al punto da lasciar sottintendere un favoreggiamento - e si dilungava nel sottolineare come avesse addotto la scusa che Draco gli aveva “salvato la vita” al Malfoy Manor. C'era scritto persino dello scherzo al terzo anno, quando Malfoy per cercare di farlo secco si era travestito da Dementor.
Che stronzo.
Harry prese un lungo respiro, tornando a guardare la foto in prima pagina. Dopo qualche secondo si accigliò e poi estrasse la bacchetta, puntandola sulla grossa immagine in cui lui e lo Slytherin continuavano a parlottare gesticolando leggermente. Verificò che non vi fossero segni di contraffazione e l'incantesimo gli confermò che la foto non era stata modificata né manomessa. Era perfettamente autentica. Aggrottò ancora la fronte.
È strano,” disse all'indirizzo di Theo. “Sono sicuro che non eravamo così vicini. Voglio dire, sembra che a Malfoy si stia per staccare la testa dal collo per quanto si sporge verso di me, e io poi, sono praticamente sdraiato sul tavolo! Non è affatto and... Ehi! La mia mano non è mai stata così tanto vicina alla sua, ne sono sicuro! Guarda qu...”
Nel sollevare la testa di scatto, Harry si accorse che era rimasto solo. Theo se n'era andato da chissà quanto, mentre lui leggeva i primi articoli senza più degnarlo di alcuna attenzione. Tornò a guardare la foto. La sua faccia sembrava così concentrata, così intenta nella discussione, che faticava a riconoscersi. Era raro che le cose lo assorbissero completamente, da quand'era finita la guerra, ma non c'erano dubbi sul fatto che nel momento in cui era stata scattata quella fotografia lui non stesse pensando ad altro che alla loro conversazione. Malfoy lo fissava intensamente, mordicchiandosi un labbro, e aveva proprio l'aria di qualcuno che non si sarebbe accorto della presenza - per dire - di un ippogrifo inferocito nemmeno se quello gli fosse saltato in braccio.
Beh, d'accordo, è una foto equivoca, ne concluse, non vuol mica dire niente.
Poi Ron si precipitò in un ufficio berciando in modo concitato, le dita ben strette su un'altra copia dell'edizione straordinaria. Harry ebbe giusto il tempo di prendere fiato.
... Significa questa roba, Harry? Questo giornalista è un completo psicolabile, dobbiamo farlo arrestare! Ti rendi conto? Harry, a pranzo con Malfoy, ma cosa cavolo ci stavi facendo! Non che io creda a una sola parola, amico, ma...”
Ron, guarda che è colpa tua.”
L’amico lo guardò per un istante con sorpresa, poi diede uno sbuffo.
Oh, ci risiamo,” commentò pazientemente. “Ora te ne salterai fuori con qualche storia tipo che sono stato disfattista nella ricerca degli Horcrux o che...”
Ron,” lo interruppe Harry serio. “Dico davvero. Sei stato tu a parlare a Dean e Katie di questa storia di Malfoy, ed è per questo che lo sanno tutti, che l'Herald stamattina ne ha parlato, che io ho incontrato Malfoy per spiegargli i fatti e che quindi oggi pomeriggio la Gazzetta ha fatto le cose in grande.”
Ron lo osservò pensoso.
È per questo che vi siete visti, allora,” ne concluse sollevato. “Harry, devi sporgere subito denuncia e chiedere una smentita immediata. È inammissibile che...”
Lo farò,” gli assicurò lui. “E comunque se non lo faccio io, lo farà Ginny. Sarà furiosa.”
Lo credo bene!” esclamò Ron. “Devi subito chiamar...”
Non è questo il punto, Ron!” sbottò Harry.
L'altro lo guardò interrogativo.
Ma è..?”
Dovresti seriamente scusarti con Malfoy, Ron,” disse Harry, grave.
L'amico sgranò gli occhi, allibito.
Eh? Ma ti ha dato di volta il Boccino?” protestò, facendosi violetto. “Non ci penso neanche! Sarò morto prima di...”
Ma guarda! Hanno sbattuto mezza la sua vita sul giornale solo perché... Perché poi? Perché secondo loro sarebbe gay? E allora?” s'infervorò Harry.
Ehm, amico...” cercò di mediare Ron.
È questo il fatto! Ora che questa storia di Pureblood e Mudblood si è calmata hanno bisogno di qualcun altro da odiare! Hanno sempre bisogno di qualcuno da odiare! Perché, poi?” proseguì Harry.
Oh, no, amico. Conosco quella faccia,” si allarmò Ron. “Harry, tu non puoi, non puoi diventare il paladino dei gay.”
Sì che posso!” eruppe lui, fuori di sé. “Sono stato il Paladino dei Muggleborn, il paladino degli Half-blood, il paladino di Dumbledore, il paladino degli spostati, il paladino dell'Order e posso essere anche il paladino degli stramaledetti finocchi, porco... Elfo!”
Se ti sente Hermione...” commentò automaticamente Ron.
Si guardarono negli occhi per un paio di secondi e ridacchiarono nervosamente. Poi Harry prese un lungo respiro.
Seriamente, Ron, dovresti davvero scusarti.”
L'altro si accigliò, guardandolo fisso.
Ti dico una cosa, Harry,” affermò. “Va bene, sono stato io a dirlo a Dean e Katie. Ma quello che l'ha sbraitato in mezzo all'ufficio con la porta spalancata... Quello non sono stato io.”
Per qualche secondo Harry non trovò nulla da ribattere, e rimase in silenzio. Ron gli rivolse un ultimo sguardo carico di sottintesi e poi gli fece un mite cenno di saluto, prima di lasciare l'ufficio con la Gazzetta ancora in mano.
Trenta secondi dopo Ginny comparve al camino con la faccia più rossa dei capelli, fuori da ogni grazia. Harry realizzò che la parte peggiore della giornata era appena iniziata.


Hai qualcosa da dirmi?
Sulla pergamena non c'era altro. Harry tornò a guardare il gufo, poi di nuovo quelle poche parole scritte.
Hai qualcosa da dirmi?
Prese un respiro profondo, si alzò dal divano con fare rassegnato, recuperando il mantello, e si risolse ad affrontare la questione di petto senza tergiversare. Pochi istanti dopo si trovava di fronte al cancello della casa in cui non pensava di mettere mai più piede. Era imponente e elegante come la ricordava, ma non così tetra come l'aveva memorizzata il suo cervello. Esitò qualche istante e poi palesò la propria presenza. Dopo lo scampanellio, una tenda si mosse ad una finestra. Harry attese per un minuto e, proprio quando fu sul punto di suonare nuovamente, il cancello si aprì davanti a lui. Con un sospiro profondo, si diresse verso l'ingresso del Malfoy Manor.
Draco lo aspettava sulla soglia, rigido e leggermente accigliato. A qualche metro da lui, le gambe di Harry decisero di rallentare e poi di fermarsi, in modo tutto sommato abbastanza autonomo.
Potter.”
...Il Paiolo non è stata una grande trovata, vero?” mormorò lui con una smorfia.
Draco dilatò a malapena le narici, sospirando in perfetto silenzio.
Me lo dovevo aspettare. Se ci sei tu di mezzo sono sempre rogne,” commentò distaccato, poi schiarì la voce. “Scusami se non ti invito ad entrare in casa, ma ci sono i miei genitori,” aggiunse sarcastico.
Non credevo succedesse una cosa del genere. Il fatto è che Morgan, il giornalista, ce l'ha con me per via di...” belò Harry, incespicando tra le parole.
Con te?” ripeté Draco, quasi trasognato. Corrugò la fronte. “Sei incredibile, Potter. Continui a ritenerti il centro del mondo.”
Fu il turno di Harry di accigliarsi.
Non capisco,” ammise. “Comunque, ci ho litigato mesi fa e penso se la sia legata al dito.”
Draco annuì lentamente.
D'accordo. Lui ce l'avrà anche con te. Il resto della redazione, probabilmente, ce l'ha con me. Come quasi tutti.”
Questo è il genere di affermazione di cui mi sfugge il senso,” osservò Harry, incerto.
Draco lo guardò con attenzione.
Tu non ci hai assolutamente fatto caso,” disse piano, come se lo stesse cogliendo una folgorazione. “Non ci hai minimamente badato, in questi anni. Non hai fatto caso a nient'altro che a Harry Potter.”
Malfoy, piantala con la storia dell'egocentrismo e spiegati una buona volta,” lo riprese lui irritato.
Draco emise una risatina amara.
Mi hai mai sentito nominare, in questi anni?” chiese a bruciapelo.
Harry lo guardò stranito.
No,” rispose perplesso. “Cioè, tranne da Nott, qualche volta, e Ron potrebbe aver inveito di tanto in tanto ma...”
Va bene. Comunque, se anche tu fossi un pochino meno concentrato su di te, non mi avresti sentito nominare lo stesso,” lo interruppe Draco, la voce piatta. “Tranne forse per qualche promemoria sulle mie imprese o sul fatto di essere il più giovane tra tutti maghi che hanno ricevuto il Marchio Nero.”
Harry tacque assorto, con una brusca accelerazione del respiro. Cominciava a capire. Il più giovane dei Death Eater. Certo non una buona nomea, per ricominciare la vita dopo la guerra.
Deglutì a fatica.
Che lavoro fai?” chiese sottovoce.
Draco lo guardò condiscendente.
Nessuno. Per fortuna non ne ho bisogno. Il patrimonio di famiglia basta per due generazioni senza muovere un dito.”
Harry annuì senza interessarsi all'informazione.
Ne vorresti fare qualcuno...in particolare?”
Ci stai arrivando,” disse Draco con un sorriso amaro.
Harry si fece cupo.
Qualcuno ti ha mai svalutato per...quella storia? Sei stato scocciato o...?” chiese teso.
Quanto la fai tragica, Potter,” rispose Draco con uno sbuffo. “No. Il mio cognome sarà anche coperto di fango, ma non è ancora fango.”
Ma perché attaccarsi a questa cosa del gay?” protestò Harry nauseato.
E perché no? Una scusa vale l'altra. Che sono un Muggleborn non lo possono dire, e poi non va neanche più di moda,” rispose Draco senza farci troppo caso. Poi scosse la testa. “Mi sto fidanzando.”
Eh?” guaì Harry.
Mi stavo fidanzando,” si corresse Draco. “Con Astoria Greengrass, la sorella di Daphne.”
C'era una Daphne Greengrass a Slytherin nel loro anno, rammentò Harry. Non si ricordava neanche la sua faccia.
Ah,” mugugnò confuso.
Ora, grazie a te, non so se mi rivolgerà ancora la parola.”
Ma non è colpa mia! Non sono stato io, non dirigo la Gazzetta!” esclamò Harry con foga. “Io cerco solo di farmi i fatti miei, non...”
Non è colpa mia se finisco sempre in questi casini giganteschi, sono un bravo ragazzo,” continuò Draco per lui, facendogli un'altra volta perfettamente il verso.
Ma è proprio quello che... Come cavolo ci riesci?” chiese Harry indispettito.
A fare cosa?” ribatté Draco, preso alla sprovvista.
Quello. La mia voce. Sembra... È identica,” spiegò lui perplesso.
Potter, ti prego, ho passato anni a farti l'imitazione,” lo liquidò lo Slytherin con noncuranza. “Hai altro da dirmi?”
Sporgerò denuncia, farò fare una smentita ufficiale, per entrambi, e sborseranno un bel po' di Galeoni per questo scherzetto,” elencò rapidamente lui, deciso. “E no, non è colpa mia. Niente di quello che ti è successo è mai stato per colpa mia.”
Lo Slytherin lo guardò assorto.
Mi hai schiacciato e non te ne sei neanche accorto,” scandì. “E non dire che non c'è mai stato niente di intenzionale. Forse non sempre. Forse non è colpa tua se rappresentavi tutto quello che ho sempre odiato. Ma pedinarmi, come al sesto anno, e mettermi i bastoni tra le ruote, lo hai fatto tanto spesso quanto l'ho fatto io,” continuò, la voce calma in cui scorreva una sicura sfumatura di collera. “Solo che tu sei stato più efficace.”
Harry deglutì un groppo in gola.
Non è vero,” mormorò, ansioso.
Draco annuì impercettibilmente, senza quasi badargli.
Proprio non ci avevi fatto caso a che fine avevo fatto, eh? Non ti eri accorto di niente.”
Harry sbuffò.
Non avevo molta voglia di informarmi su come stavano quelli che qualche anno fa mi volevano morto,” ammise brusco, sulla difensiva.
Già. Non ti interessa minimamente,” ripeté Draco.
Malfoy, a me non interessa niente!” replicò Harry esasperato. “Né tu, né il campionato di Quidditch, né le elezioni, né nient'altro da quando avevo diciotto anni! Non mi interessa quello che faccio, non mi interessa dove sto andando a finire, non mi interessa se le cose vanno bene o male. Mi sposerò, avrò dei figli e sarò davvero felice, e non mi interessa!”
Draco lo osservò assorto.
Perché?” chiese, senza un'inflessione particolare.
Harry impiegò qualche secondo a rispondere, perché stava prendendo fiato. Non l'aveva mai detto a nessuno prima, non ne era neanche davvero consapevole. Gli tremavano un po' le ginocchia.
Non lo so,” rispose con la gola stretta.
Draco sembrava meno cupo. Piegò la testa di lato, esaminandolo.
Se non fossi la causa primaria di tutte le mie disgrazie, mi faresti quasi pena,” constatò freddamente.
Vai al diavolo, Malfoy,” concluse Harry, stabilendo che la conversazione non aveva motivo di proseguire.


Ciao, Harry.”
Quel mattino il suo umore era pessimo. Theo aveva preso un permesso per occuparsi di sua madre, che era scivolata per le scale e quindi bloccata a letto da una storta alla caviglia; Ron era uscito con la sua squadra per una missione sul campo, il direttore della Gazzetta del Profeta aveva finto di non poterlo ricevere, Molly era passata a trovarlo in ufficio schiamazzando e minacciando i giornalisti di tutto il pianeta e almeno sei persone, lungo i corridoi del Ministero, gli erano praticamente scoppiate a ridere in faccia. Sei persone che fino al giorno prima lo salutavano con tanto reverenza da dover solo più inginocchiarsi davanti ai suoi piedi, oggi gli ridevano in faccia semplicemente perché pensavano che andasse a letto con gli uomini. Era una cosa così ridicola che Harry non sapeva se mettersi a ridere anche lui o scagliare fatture Orcovolanti ovunque arrivasse la sua bacchetta.
Quando vide entrare in ufficio la sua migliore amica, perciò, le rivolse un sorriso riconoscente.
Hermione, ciao,” esclamò, rinfrancato. “Come va la giornata?”
Lei si strinse nelle spalle.
Giù all’Ufficio Misteri oggi c’è calma piatta, così ho pensato di salire a salutarti,” rispose, accomodandosi senza perdere tempo sulla sedia davanti a lui.
Harry non le credette nemmeno per un secondo: conoscendo Hermione come la conosceva sapeva benissimo che lei non era il tipo di persona che bighellonava in giro facendo quattro chiacchiere casuali con la gente; se era venuta fin lì era perché aveva qualcosa di ben preciso di cui parlare, e vista la situazione lui non faticava a immaginare cosa.
Infatti lo guardò attentamente, sistemandosi un ricciolo crespo accanto al viso.
Va tutto bene, Harry?” chiese seria.
Lui sbuffò.
Per me sì,” rispose. “È il resto del paese che svalvola.”
Hermione diede un mezzo sospiro.
Ron mi ha spiegato l’equivoco di Malfoy,” annunciò diretta. “E penso che sia stato molto, molto imprudente vederlo al Paiolo, ma capisco che volessi dimostrare che non c’era nulla da nascondere nel vostro incontro,” si affrettò a specificare, vedendolo incupirsi.
È questo il punto!” assentì Harry. “Non mi aspettavo, non pensavo minimamente che si sarebbe scatenato un putiferio del genere!”
Hermione sospirò, scuotendo la testa.
Ti confesso che anche io fatico a capirlo,” commentò. “Ne parlano tutti.” Poi si mordicchiò un labbro, incerta, e Harry capì che aveva ancora qualcosa da dire. Attese, in silenzio. “Ho fatto colazione con Ginny, stamattina.”
Oh,” fece Harry. “Ieri sera era un po’ scossa.”
Lei lo guardò con un lampo di esasperazione.
Ci è rimasta così male!” esclamò. “Mettiti nei suoi panni, leggere quelle bugie sulla persona che ama… È sconvolta. È una persona forte e lo sappiamo, ma questa storia la sta ferendo. Dovresti…cercare di essere più presente, Harry,” suggerì con cautela.
Lui aggrottò la fronte, punto sul vivo.
Io sono presente. Ho cenato con lei, ieri. Si è fermata a Grimmauld Place per la notte.”
Hermione sospirò senza aggiungere altro sull’argomento. Scrollò il capo e prese fiato.
Hai rivisto Malfoy?” domandò.
Sono passato al Manor prima di cena,” annuì lui, raccogliendo i pensieri. “Mi sento in colpa, credo. Voglio dire, lui non ha fatto assolutamente niente, stavolta. Non ci vedevamo da un millennio, non mi ha certo dato problemi, e guarda in che pasticcio l’ho messo. Non che intendessi farlo, ma…” S’interruppe, amareggiato.
Harry,” lo riprese Hermione, “Malfoy è sempre stato bravissimo a mettersi nei pasticci anche da solo. Non credo faccia una gran differenza.”
Lui sorrise leggermente.
È vero che ha un certo talento…” concesse, ironico. “Mi ha detto che si sta per fidanzare,” aggiunse poi, completamente a sproposito.
Hermione gli rivolse un'occhiata perplessa.
Credevo aveste parlato dell’edizione straordinaria,” osservò.
Oh, sì, certo,” confermò Harry. “Ma anche di… altre cose.”
Hermione strinse le labbra, meditabonda.
Sarebbe buffo se questa brutta storia vi portasse ad… appianare le vostre divergenze,” disse, non troppo convinta. “Spero non lo inviterai ai pranzi di Natale. Non so proprio come potrei tener buono Ron,” continuò con uno sguardo eloquente. Harry ridacchiò.
Non credo ci sia questo pericolo.”
L'hai letta tutta, la Gazzetta?” chiese poi Hermione, ancora assorta nei suoi ragionamenti.
No,” rispose Harry. “Volevo farlo ieri sera ma non ho avuto tempo. Perché?”
Lei scrollò le spalle.
Niente. È solo che nel farlo mi sono accorta di quanto passato avete in comune tu e Malfoy. È stato…strano.” Emise uno sbuffo, alzandosi. “Sarà il caso che io torni in ufficio, Harry. Cerca di tenere duro,” si congedò infine. Harry la salutò calorosamente, domandandosi cosa intendesse con quell’augurio finale.
Lo comprese in fretta, rendendosi conto di quanto una semplice calunnia senza interesse come quella pubblicata dalla Gazzetta potesse far presa sulla gente. All’ora di cena l’unica cosa che desiderava era barricarsi in casa senza mai più avere niente a che fare con il resto del genere umano.


Potter, che faccia.”
Ciao, Nott,” brontolò lui, sospirando con un gesto stanco. “Qualcosa su di me?” aggiunse poi, indicando il giornale che lo Slytherin aveva tra le mani.
Non oggi,” lo rassicurò Theo. “Ma è solo questione di tempo. Hai parlato con qualcuno?” s’informò poi. “So che Draco si è rivolto al Consiglio della Legge Magica. Non credo si arriverà al Wizengamot, ma comunque…”
Ho appuntamento con il direttore della Gazzetta dopopranzo,” rispose Harry. “Chiederò una smentita ufficiale e patteggerò un risarcimento prima di portarli in tribunale.”
Theo aveva l'aria pensosa.
Questa storia è uno schifo,” sentenziò torvo. “E continuo a pensare che tu l’abbia gestita come un perfetto imbecille. Non mi spiego, poi, perché Draco ti abbia dato retta. Non me lo sono mai spiegato e non me lo spiegherò mai,” precisò contrariato.
Non l’ho gestita co…” si difese Harry. “Oh, va bene. Non avrei dovuto proporre il Paiolo. Ho solo pensato che farci vedere in un luogo pubblico ben noto avrebbe evitato i fraintendimenti.”
Theo sbuffò, scettico.
Non mi stupisce che tu abbia avuto un’idea idiota per risolvere la situazione,” puntualizzò. “A quanto ne so, lo fai spesso. Quel che mi stupisce è che Draco ti sia venuto dietro. Lui avrebbe dovuto immaginare che sarebbe finita male. Era così ovvio. Se io avessi saputo che intendevate pranzare lì ve l’avrei impedito. Era così evidente,” continuò, con stizza.
Scusa, forse io e Malfoy siamo ingenui,” commentò Harry risentito.
No, ecco il punto!” sbottò Theo. “Tu sei ingenuo, non Malfoy! Malfoy è una delle persone più intelligenti e più caute che conosco e non riuscirò mai a capire come ogni volta che ci sei di mezzo tu finisca col diventare un essere a malapena senziente!”
Harry lo guardò spaesato.
Stai vaneggiando,” osservò. Theo, di solito così misurato, sembrava proprio un po’ fuori dai gangheri.
Certo che no! Sono indignato, e se tu avessi passato gli ultimi tre giorni a sentir dire cattiverie su un tuo amico, di nuovo, lo saresti quanto me!” ribatté Theo. “Accidenti a me e alla robustezza eterosessuale! Prendi e porta a casa, Theodore Nott: se mai una volta ti venisse di nuovo l’idea malsana di parlare, resta zitto!”
Harry ridacchiò malgrado tutto.
Bene, vado a lavorare, così dopo mangiato potrò andare a far sì che io e l’essere a malapena senziente riceviamo delle scuse,” stabilì, meno incarognito.
Cerca di girargli alla larga,” intimò Theo. “Non mi piace quello che fai al suo cervello.”
Oh, ma piantala!” rise Harry. “Malfoy non si mette certo a sragionare quando sono nei paraggi.”
Theo lo guardò senza la minima traccia d’ilarità.
Ah, no?”
Harry aggrottò la fronte, perplesso, e si diresse verso il suo ufficio con vaga inquietudine. Quando si fu seduto alla scrivania, ignorando deliberatamente una pila di buste provenienti con ogni probabilità da ammiratori delusi dalle recenti rivelazioni, soffiò forte l'aria fuori dalle labbra, bizzoso. Le parole di Theo gli avevano riportato alla mente la conversazione del giorno prima con Hermione. Ogni volta che ci sei di mezzo tu. Il passato che avete in comune.
Era vero che Malfoy tendeva a comportarsi come un perfetto cretino quando avevano a che fare l’uno con l’altro, ma Harry aveva sempre dato per scontato che fosse una cosa che faceva più o meno con chiunque. Nel corso degli anni gli aveva visto compiere idiozie di ogni genere per sabotarlo, per denigrarlo o per fargli fare misere figure, ma se l’era sempre presa anche con Ron, Hermione, qualunque Gryffindor e un bel po’ d’altra gente.
L’hai letta tutta, la Gazzetta?
No, Harry non l’aveva letta. Decise di farlo subito anche perché, rammentò, sarebbe stato bene essere ben preparato per l’incontro con quelli della Gazzetta. Recuperò il giornale dal cassetto e osservò di nuovo la copertura sensazionalista. La foto di lui e Malfoy, dall’apparenza così confidenziale. Le loro mani, appoggiate per caso vicinissime. Gli occhi con cui guardava Malfoy, come se da quella conversazione dipendesse la sua vita quando non era per nulla così.
Il passato che avete in comune.
Voltò rapidamente pagina, arrivando alla sequenza dei riquadri sui loro anni scolastici. Ecco una foto scattata sul campo di Quidditch in occasione di una finale, con i due Cercatori in procinto di spiccare il volo. Harry la osservò bene e realizzò che nessuno dei due stava guardando il cielo: si fissavano ondeggiando da sopra le scope, senza badare minimamente a quello che avevano intorno. Eppure Harry non ricordava di aver perso tutto quel tempo a far caso a Malfoy.
Un’altra foto di Hogwarts, risalente al periodo del Torneo Tremaghi. C’era Harry, nel suo miglior aspetto da campione – angustiato e con le spalle incassate, cioè – in mezzo a una delegazione degli studenti di spicco della scuola. Era una foto scattata in occasione della pubblicizzazione del Torneo ed Harry notò che, ancora una volta, tra tutta la gente che avrebbe potuto guardare stava fissando proprio Draco Malfoy, che a sua volta osservava lui apertamente. Tutti gli altri avevano lo sguardo in camera, ma non loro due.
Non voleva dire niente, Morgan doveva aver scelto apposta delle foto del genere. Spostò lo sguardo sulla successiva, a fondo pagina: uno scatto della consegna dei MAGO. Neanche a dirlo, ecco lì Harry che sorrideva alla fotocamera dondolando sulle gambe e guardava da tutt’altra parte, ed ecco Malfoy sulla traiettoria dei suoi occhi, che lo scrutava con una smorfia mezza sollevata e mezza ostile, le due cose per ragioni completamente diverse.
Voltò ancora pagina, arrivando agli articoletti sul maxiprocesso. Non si disturbò nemmeno a leggere ma guardò un’altra foto: Draco Malfoy al banco degli imputati ed Harry Potter a testimoniare. Caso strano, si stavano fissando intensamente, l’uno intento a parlare con foga, gesticolando, l’altro bloccato sulla sedia. Avrebbe dovuto guardare i membri del Wizengamot, mentre spiegava loro perché Draco Malfoy non doveva essere condannato, invece se ne stava lì a contemplare lui come un deficiente. La foto successiva non era molto più edificante e Harry ricordava anche piuttosto bene l’attimo in cui era stata scattata, appena prima che la sentenza venisse emessa. Si era addirittura alzato in piedi per il nervosismo e se ne stava lì, proteso in avanti nella direzione dell’imputato in un perfetto stato di ansia. Non era sicuro di essere stato così angosciato, ma dalla foto lo sembrava proprio. I suoi leggeri movimenti nervosi parlavano chiaro.
Le pagine successive riferivano delle loro vite dopo la guerra e ovviamente loro non comparivano più insieme. Ce n’era una molto carina di lui e Ginny in una posa rilassata. Era la prima di tutto il servizio in cui lui stesse guardando in direzione del fotografo. Non che volesse dire qualcosa.
Passò alla pagina successiva, quella che parlava di Draco, anche se non diceva granché: vita ritirata, poche apparizioni pubbliche, nessun impiego particolare. Una foto ritraeva Draco in occasione di una celebrazione del 31 ottobre al Ministero. Harry non sospettava nemmeno che ci fosse mai venuto.
Sospirò profondamente, inquieto.
Malfoy era una persona orribile e tutto quello che avevano fatto nella vita era stato darsi addosso. Eppure, per anni, non avevano smesso di osservarsi a distanza. Durante il sesto anno ad Hogwarts, poi, lui aveva trascorso una quantità di tempo imbarazzante a pedinare Malfoy come se fosse stata la sola cosa dotata di un qualche significato. C’era stata una ragione più che valida per quel fatto, cioè il sospetto che stesse per compiere un gesto irreparabile che lui doveva impedire in tutti i modi; ma forse, ammise, non ci avrebbe speso tante energie se si fosse trattato di qualcun altro.
Poi se l'era dimenticato. Era strano, a ripensarci, ma una volta uscito dall’aula del tribunale dopo l’assoluzione Harry aveva completamente rimosso Malfoy dall’universo della sua percezione. Dopo sette anni di rivalità e attenzione l’aveva cancellato senza che fosse intenzionale. Adesso sembrava assurdo, ma fino a poco prima non se n’era nemmeno reso conto.
Perché Malfoy, realizzò, gli faceva paura. Non quel genere di paura che atterrisce, che rende intimiditi o paralizza, che riempie di timore per la propria incolumità: non ci sarebbe stato motivo di avere quella paura di Malfoy. Era più il tipo di paura che mette in ansia, che fa venire voglia di girare alla larga. Ma per quale ragione, questo Harry non l’aveva chiaro.


“…Domani smentiranno ufficialmente la notizia. Morgan dovrà scrivere un articolo di scuse che sostituirà l’editoriale di prima pagina, e anche il direttore scriverà un pezzo per scusarsi,” annunciò Harry soddisfatto. “Dovranno sborsare duemila Galeoni a me e duemila a Malfoy.”
Oh, Harry, meno male!” esclamò Ginny nel camino. “Se vuoi il mio parere quell’uomo orribile dovrebbe essere licenziato seduta stante. Giuro, mi viene voglia di andare a rimboccargli le mutande sui capelli!”
Harry ridacchiò bonariamente.
Penso che non avrà più incarichi di rilievo per un bel po’, e sinceramente a me basta,” osservò. “Non ho nessuna voglia di tirare la cosa per le lunghe. Non è detto che non lo licenzino, comunque, ma non sarò io a imporlo,” aggiunse con una certa nota speranzosa.
Bene. Sono contenta, Harry. Sarei stata più contenta nel vederlo morto, ma penso di potermi accontentare,” commentò Ginny, conciliante. “Vieni a cena alla Tana?”
Lui nicchiò col capo.
Ho un paio di cose da fare, stasera. Ci vediamo domani, ti porto fuori,” rispose poi, vago.
Ginny sbuffò piano.
È inutile che cerchi di lisciarmi, sai?” scherzò.
Non oserei mai,” replicò Harry sgranando gli occhi. “Salutami tutti, va bene?”
Sissignore. A domani, Harry.”
Ciao.”
Quando la testa di Ginny fu sparita nel camino, Harry si abbandonò contro lo schienale della sedia per stiracchiarsi, sfiatando soddisfatto. Le cose stavano per sistemarsi, non gli restava che annunciarlo a Theo e a Malfoy.
Il primo si presentò sulla porta del suo ufficio esattamente trentadue secondi dopo, appoggiandosi allo stipite con espressione tesa.
Ottime notizie!” sorrise Harry per rassicurarlo. “Domani si scuseranno ufficialmente.”
Theo non ci fece quasi caso.
C’è un problema,” annunciò invece, cupo. “Malfoy è ricoverato al San Mungo.”
Per un pelo Harry non si ribaltò all'indietro con tutta la sedia.
Eh?!” squittì.
Lo hanno aggredito stamattina presto a Nocturne Alley. Sono stato avvisato adesso.”
Harry sentì che il fiato gli veniva a mancare. Si raddrizzò, in panico.
Cosa? Perché?”
Theo non rispose. Si limitò a guardarlo.
Godric, non è possibile!” proruppe Harry saltando in piedi. “È grave?”
Theo scosse il capo.
Ha qualche livido e una gamba rotta. Blaise dice che sarebbe andata peggio se non fosse stato pronto a reagire. Sto andando là.”
Vengo con te!” esclamò Harry di getto. Pochi istanti dopo si scapicollavano entrambi nel corridoio dell’ospedale, mentre un’infermiera dell’accettazione li avvicinava per mettersi a disposizione.
Signori, posso…?”
Potter,” annunciò lui, abituato all'immediato effetto della menzione del proprio cognome. “Il signor Malfoy?”
La donna sembrò esitare per un momento, guardandolo con curiosità, poi mormorò loro di seguirla al piano di sopra. Harry riconobbe la voce che proveniva dalla porta aperta di una stanza senza nemmeno bisogno di indicazioni.
“…Un libro da Borgins. Un libro, capisci?” stava dicendo Draco con tono perplesso. “Stavo andando a comprare un libro. Immagino che in un simile paese di bifolchi questo sia un crimine da punire col pestaggio.”
Draco,” esclamò Theo passando la soglia. Harry lo seguì, scorgendo accanto al letto di Draco una ragazza minuta e molto graziosa che non conosceva. Vedendo l’amico Malfoy accennò una smorfia un po’ tracotante, con noncuranza, ma nel riconoscere Harry si accigliò.
Potter, perché tu sei qui?” esclamò irritato, prima di tornare a rivolgersi a Theo. “Puoi smettere di portartelo dietro? Ha già fatto abbastanza danni l’altra volta ai Tre Manici. Trovati un’altra mascotte.”
Volevo sapere come stavi,” si giustificò Harry, mentre Theo salutava l’altra visitatrice.
Benissimo, grazie, puoi andare,” rispose prontamente Draco.
Cos’è successo? Chi è stato?” continuò Harry, ignorandolo. Draco sospirò profondamente.
Astoria, ti presento il signor Harry Potter. Astoria Greengrass, la mia fidanzata,” annunciò in tono formale, senza spostargli di dosso uno sguardo malevolo.
Piacere,” disse lei, distaccata.
È tutto mio,” assicurò Harry senza potersi trattenere dall’osservarla con più attenzione. Dunque quella era la futura signora Malfoy. Era carina, senza dubbio, ma non bella quanto la suocera.
Come stai?” stava chiedendo Theo.
Così. Ho un ginocchio rotto e un ematoma in testa, ma vuoi mettere con la soddisfazione di sentirmi accusare di aver traviato San Potter? Li avrei abbracciati, se non fossero stati così poco inclini a fare amicizia,” rispose Draco, caustico.
Quanti erano?” chiese Theo.
Traviato?” ripeté contemporaneamente Harry.
Draco esitò per un paio di secondi.
Tre. E sì, hanno detto proprio traviato.” Sbuffò con fare noncurante all’indirizzo della fidanzata. “Volevo spiegare che questo signore non ha mai voluto neanche stringermi la mano, ma stavo volando per aria prima di poterli informare.”
Harry non fece commenti. Malfoy sembrava scherzoso e di buonumore e la sua ragazza pareva tranquillizzata, ma lui lo trovava così pallido e il suo volto aveva lineamenti talmente tirati che si stupì di come lei potesse credere a quella messinscena. Anche Theo sembrava dubbioso, ma a sua volta si esentò dal farlo notare.
Li conosciamo? Chi erano?” chiese invece.
Non lo so,” rispose Draco, con lo sguardo fisso sulla gamba immobilizzata.
Non lo sai o non lo dirai?” intervenne Harry sospettoso.
Draco lo guardò con aria di sfida.
Se lo sapessi non lo direi,” rispose.
Dovresti denunciarli,” osservò Theo.
È quello che ho detto anche io,” intervenne Astoria, annuendo.
Draco emise uno sbuffo.
Non servirebbe a niente, Nott,” gli fece notare.
Harry pestò un piede a terra.
Quei tizi ti hanno aggredito per una stronzata sulla Gazzetta!” sbottò infuriato. “È una cosa inammissibile, andrebbero arrestati!”
Draco gli sbuffò contro.
Se hai tanta voglia di perdere tempo a raddrizzare torti fai pure, Potter.”
E infatti lo farò!”
Draco ridacchiò mellifluo.
Eccomi sotto l’ala protettrice dell’eroe. Cara, non dobbiamo più preoccuparci di nulla,” commentò, sorridendo ad Astoria.
Lei non sembrava sapere come reagire. Spostò sugli altri due uomini presenti un’occhiata incerta e si ravviò i capelli.
Credo che vi lascerò ai vostri discorsi. Sarò per un po' dai tuoi genitori, e naturalmente verrò domani,” annunciò, sporgendosi ad accarezzargli la mano. “Riposati, Draco. Signori…”
Harry farfugliò un salutò, mentre Theo annuiva con un cenno.
Ti accompagno, Astoria,” propose cortesemente. “Malfoy, ci vediamo in questi giorni.”
Ciao, Nott.” Draco attese a malapena dieci secondi dopo che furono usciti. “E tu perché sei ancora qui?” chiese secco.
Harry quasi sussultò.
Volevo solo… Mi… So che mi odierai per averlo detto, Malfoy, ma mi dispiace davvero.”
Draco non rispose nella maniera pungente e malevola che si era aspettato, ma si limitò ad appoggiare la testa indietro, chiudere gli occhi e respirare profondamente.
Vorrei che te ne andassi,” mormorò.
Ma Harry rimase lì, mortificato, col fiato mozzo.
Draco emise un rantolo di fastidio.
Potter, vattene!” esclamò con la voce strozzata.
Harry deglutì senza parlare e fece un passo in avanti.
Non…fa niente, sai,” osservò, cercando penosamente di suonare scherzoso. “Ti ho… Ti ho già visto piangere una volta.”
Draco sfiatò sarcastico.
Grandioso. Era proprio quello che volevo ricordarmi in questo momento.”
Rimase immobile, con gli occhi ancora chiusi e la mascella serrata. Harry non si mosse a sua volta, impacciato, restando accanto al letto. Aspettò per qualche istante, in profondo imbarazzo, e stava per arretrare e prendere congedo quando Draco parlò piano.
Salazar, non ci riuscivo a creder che stesse succedendo davvero. Stavo andando a comprare un fottuto libro! Un libro!” ripeté di nuovo, scuotendo piano la testa contro il cuscino.
Harry lo imitò, desiderando dire qualcosa di giusto, ma non c’era nulla da dire e gli mancava la voce.
Mi dispiace,” ripeté in un sussurro impercettibile. Un attimo dopo gli giunse il suono soffocato di un singhiozzo, e abbassò lo sguardo.
Sono…così incazzato che ti ammazzerei!” esplose Malfoy, col respiro spezzato. “E nemmeno perché sei tu! Ammazzerei tutti quelli che ho davanti! E levati, Merlino, vai fuori dai piedi!”
Harry si schiarì la gola e arretrò di un passo.
Certo, d’accordo,” assentì subito. Poi prese fiato. “In realtà, volevo dirti che domani la Gazzetta smentirà tutto, e ci rimborseranno i danni all’immagine. Posso… Posso tornare a trovarti?” chiese infine a bassa voce.
Perché ti devo rispondere?” rispose Draco con stizza, asciugandosi lacrime invisibili. “Tanto farai di testa tua, come al solito.”
Harry lo prese per un sì.


Ehm, ciao. Ti ho portato questo,” annunciò Harry con leggero disagio, mostrando un copia della Gazzetta che pubblicava le scuse in bella vista, in prima pagina.
Malfoy gli sorrise senza allegria.
Ne ho già tre copie,” affermò, indicando il comodino su cui le Gazzette cominciavano ad accumularsi.
Oh,” disse Harry, quasi deluso. “Beh, una in più non farà male,” commentò, posando anche la sua e sistemando la sedia per piazzarsi accanto al letto.
Quando ti ho invitato a sederti?” s’informò Draco, brusco.
Mai.”
L’altro lo guardò spazientito.
Cosa ci fai qui, Potter? Mio padre e mia madre arriveranno a momenti, e preferirei non ti vedessero,” osservò senza ombra di cortesia.
Ma mi sono anche pettinato,” protestò Harry, cercando di scherzare. Draco si disturbò a guardargli la testa, trattenendo visibilmente un sorriso.
Non si direbbe proprio, Potter.” Poi sbuffò. “Allora, che vuoi?”
Niente,” assicurò Harry. “Cioè, un paio di cose ci sarebbero,” ammise subito.
Draco lo scrutò sospettoso.
Vai avanti.”
Harry prese fiato.
La prima cosa è che vorrei gli eventuali nomi e le descrizioni delle persone che ti hanno assalito,” annunciò senza mezzi termini. “Sì, sì, lo so,” lo anticipò, agitando stancamente la mano. “Non vuoi avviare nessun procedimento contro di loro. Purtroppo, però, una denuncia a carico di ignoti a tuo nome è già stata depositata al Dipartimento,” aggiunse con fare desolato.
Draco aggrottò la fronte.
Io non ho sporto nessuna denuncia.”
Harry fece spallucce.
Forse qualcuno ha falsificato la tua firma,” ipotizzò innocentemente.
Potter…” ringhiò Draco a pugni stretti.
Malfoy, dai, lo sai anche tu che questa cosa non ha senso. Ti hanno aggredito per una cosa che non è neanche vera, ma se pure la fosse… Seriamente? Ti sta bene pensare che gente simile rimanga in giro a piede libero?”
Considerato che io stesso partecipavo a riunioni di gente incappucciata che voleva purificare la popolazione…” osservò Draco, sarcastico.
E questo dovrebbe averti insegnato qualcosa, no?” lo pungolò Harry.
Sì. Che sei un essere seccante.”
Harry sospirò.
Malfoy…”
Qual è la seconda cosa?” lo interrogò Draco, per nulla incline ad assecondarlo.
Harry esitò, si sedette meglio e storse il naso.
L’hai letta tutta l’edizione straordinaria?”
Ovviamente.”
Anche io,” confermò Harry. “Sai, mi ha fatto pensare a una cosa.”
Questa sì che è una notizia. Forse la dovrebbero fare su questo, la prossima edizione straordinaria.”
Malfoy…” ripeté Harry con una mezza risata. “Dico sul serio. Ho pensato… Ho pensato che se le cose intorno fossero state diverse, se non ci fosse stato… tutto il resto, è altamente probabile che io e te saremmo stati ottimi amici.”
Draco lo fissò come se fosse diventato improvvisamente un Doxy.
Ne dubito fortemente,” mormorò stupito.
No,” insistette Harry. “Noi ci siamo sempre…interessati a vicenda.”
Tu non mi interessavi. Ti volevo morto. Capiscilo, Potter, sono due cose estremamente diverse,” gli fece notare Draco in tono apprensivo.
Ed era indispensabile, ad esempio, passare anni a studiare la mia imitazione, per questo?” replicò Harry senza demordere.
No. Quello era per sfotterti.”
Harry levò lo sguardo al cielo.
Pensala come ti pare. Io sono convinto che, sì, lo so, non avevamo niente in comune ma saremmo stati, tipo, grandissimi amici. Non sto dicendo,” precisò subito, mettendo le mani avanti, “che dovremmo esserlo adesso. È un po’ tardi per questo, dopo dieci anni che vorrei buttarti giù da una scopa in volo e viceversa. Cioè, io… È soltanto che lo stavo pensando quando Theo è venuti a dirmi che eri qui al san Mungo e poi… Non lo so. Mi sono sentito come se l’amico che non ho fosse stato ferito, una cosa del genere.”
Draco tacque per qualche istante.
Lo sai come si chiama, questo? Si chiama schizofrenia. Normalmente sono i bambini che hanno amici immaginari, ma suppongo che nel tuo sottoscala Muggle non ci fosse spazio a sufficienza.”
Harry scoppiò a ridere, sorprendendo anche se stesso.
Come sai che ho vissuto in un sottoscala?”
Draco si strinse nelle spalle.
Devo averlo letto da qualche parte.”
Harry annuì, senza disturbarsi a fargli notare che ricordava molto bene i dettagli letti da qualche parte. Draco dovette pensarla allo stesso modo, perché non proferì verbo.
Non vuoi proprio dirmi chi erano?” chiese poi Harry, a bassa voce.
Non me lo ricordo, Potter.”
Come preferisci allora. Cercherò di arrivarci da solo,” stabilì, facendo spallucce.
Potter, l’altro giorno mi hai detto che non ti interessa più niente,” gli ricordò Draco, inquisitivo. “Perché ti disturbi tanto? È per dimostrarmi ancora che sei più bravo?”
No,” rispose Harry, e poi ci pensò un po’ su. Lo guardò dritto in faccia, stupito lui stesso. “E’ perché questo mi interessa, credo.”
Draco annuì lentamente
Devi annoiarti parecchio,” constatò. “Magari Theo ha ragione. Può darsi che tu non sia così robustamente eterosessuale. Forse ti manca un uomo,” ipotizzò con aria canzonatoria.
Forse mi manca non essere Harry Potter,” mormorò lui rifiutando di assecondare lo scherzo.
Io ci ho provato a darti altri nomi, ma nessuno di quelli che ho proposto ti piaceva,” gli fece notare Draco.
Harry lo guardò storto.
Sfregiato? San Potter? Potty?” elencò con un mezzo sorriso.
Draco levò il naso all’aria, compiaciuto.
Sono tutti bellissimi. Il mio preferito è Potty,” annunciò con sussiego, mentre Harry scoppiava a ridere di cuore.
Credo che per la verità Potty sia di Peeves,” commentò ilare.
Draco si affretto ad agitare la mano.
La paternità è ancora da verificare,” affermò con un sorriso istintivo. Harry fece automaticamente altrettanto, scoprendo per la prima volta che il viso di Draco Malfoy poteva esprimere divertimento senza nessun genere di perfidia. Realizzò che, quando non ci metteva dentro tutta quella malignità, Malfoy aveva un gran bel sorriso, aperto e luminoso.


Siamo arrivati a duecentocinquantatré. Ci eravamo dati il tetto massimo di duecentocinquanta, ma tanto è sicuro che qualcuno non verrà.”
Theo annuì meditabondo.
Una cerimonia discreta, Potter.”
Harry ridacchiò.
Se fosse stato per me potevamo essere in quindici,” osservò. “Ma tra tutti i parenti, gli amici, i colleghi… Insomma, è venuta fuori una folla,” concluse con scarso entusiasmo.
Tanto per sapere se devo prepararmi mentalmente, sono uno dei duecentocinquantatré?” chiese Theo, con fare noncurante.
Naturalmente,” confermò Harry. “Ho contato te più una persona, pensando che potresti aver bisogno di un supporto psicologico,” aggiunse scherzoso.
Che pensiero carino,” celiò Theo.
Permesso?”
Si voltarono entrambi verso la porta, da stravaccati che erano sulle due sedie dell’ufficio di Harry. Draco Malfoy era ritto sulla soglia, sorridendo impercettibilmente in modo ironico.
Si lavora come pazzi, da queste parti…” osservò.
Stavo appunto annunciando a Potter che ho risolto il mio caso ma, ora che lo dici, vado subito a procurarmene un altro,” replicò tranquillamente Theo, alzandosi. “Ci vediamo, signori.”
Diede una leggera pacca all’amico, uscendo, poi Harry fece cenno al visitatore di entrare.
Vieni, accomodati,” lo invitò. “Cosa ti porta qui?”
Draco si fece avanti e raggiunse la sedia, prendendo posto.
Sono venuto a ritirare la mia denuncia,” annunciò con decisione.
Ah,” commentò Harry, contrariato. “Speravo venissi a darmi informazioni sugli aggressori.”
Draco scosse la testa.
Direi di no.”
Perché non vuoi che vengano arrestati, Malfoy? Se lo meritano,” osservò Harry deluso.
Draco scosse la testa.
Voglio solo lasciarmi questa cosa alle spalle. Anche se qualcosa di buono me l’ha portato…”
Harry aggrottò la fronte.
Cosa?”
Draco sorrise di sbieco.
Duemila galeoni,” rispose, strappandogli una mezza risata.
Per un attimo ho pensato ti riferissi al fatto che ci parliamo. Ti avrei riportato da un Medimago,” replicò Harry, con un filo di rammarico che volle celare.
Tutte le cose buone hanno un lato negativo, ma non mi lamenterò. Forse, alla fine, mi piace il rischio.”
Harry lo osservò pensoso, lasciandosi girellare in mente un’idea molto malsana. Non lo faceva apposta, ma certe volte gli venivano impulsi preoccupanti che, immaginava, tradivano la sua eredità paterna.
Quanto?” chiese.
Draco si insospettì.
Non mi rassicura quella faccia, Potter. A che cosa stai pensando?” s’informò.
Harry sorrise ampiamente.
A due Burrobirre e al Paiolo Magico. Ho finito il turno.”
Draco storse il naso con disapprovazione.
Questo è molto perfido nei confronti della comunità magica, Potter,” osservò in tono di rimprovero, prima di sorridere. “Mi piace.”


Potrebbero pestarti di nuovo,” ipotizzò Harry sedendosi.
Non credo mi coglieranno di sorpresa una seconda volta,” replicò Draco con durezza. “E poi l’hai letto il giornale, no? Noi due siamo robustamente eterosessuali.”
Giusto. Ehilà, Tom,” salutò Harry all’indirizzo del bancone. “Due burrobirre per me e il signor Malfoy, grazie,” aggiunse a voce alta.
Quanta audacia, Potter,” sussurrò Draco divertito. Harry ridacchiò di gusto.
Sto cercando di fare in modo che tu venga ucciso,” ammise con fare cospiratorio.
Ancora?” sbuffò Malfoy. Harry lo guardò storto.
Non l’ho mai fatto prima,” gli fece notare.
Certo. Non è come se mi avessi mai perseguitato,” assentì Draco con fare condiscendente.
Ancora questa storia?” protestò Harry con veemenza. “Malfoy, non è vero per niente!”
Ah, sì? E che mi dici di quell’episodio che proprio tu hai citato, quando mi hai pedinato nel bagno, peraltro ferendomi quasi mortalmente con un incantesimo?” lo accusò Draco.
Tu mi hai rotto il naso sull’Espresso!”
E mi stavi ancora spiando…”
E-e quando ti sei vestito da Dementor, allora? Che avevo fatto quella volta, eh?”
Fu così che iniziarono a discutere la miriade di episodi scolastici che li riguardavano più o meno direttamente entrambi, calandosi sempre più in dettagli che entrambi ricordavano con minuzia sorprendente. Dopo le due Burrobirrre Malfoy ordinò un giro di whisky, che fu seguito poco dopo da quello chiesto da Harry. Il vecchio Tom offrì loro una mano di amaro della casa, ed entrambi lo trovarono così gradevole che chiesero il bis.
“…E… E Weasel continuava a sputare lumache e Salazar misericordioso, avrei voluto morire in quel momento per andarmene con la massima gioia,” rise Draco, centellinando il suo liquore. “Era così meraviglioso… La bava che colava dalle lumache gli stava d’incanto.”
Non è certo stato bello come la volta che sei stato trasformato in furetto!” fu la pronta risposta di Harry. “Purtroppo tu ti sei perso la scena, ma ti assicuro che valeva la pena di vivere solo per essere lì. Continuavi a rimbalzare sul pavimento e ti contorcevi come un pazzo, e…”
Il rumore del tuo setto nasale che si rompeva, quello scricchiolio di ossa frantumate sotto le mie nocche! Non scorderò mai quel suono paradisiaco, quella sensazione di onnipotenza…”
Non ci volle molto altro tempo perché iniziassero a trovare tutto molto comico, e dopo una terza dose di amaro – “non c’è due senza tre”, fu l’acuta osservazione di Draco – sembravano entrambi propensi a pensare che i loro anni scolastici fossero stati abbastanza spassosi e che il merito era da imputare in buona parte al reciproco darsi ai nervi.
Non passò molto tempo – né, fortunatamente, molti altri bicchieri - prima che il vecchio Tom suggerisse gentilmente ai chiassosi avventori di andare a prendere una boccata d’aria, così Harry e Draco s’incamminarono per una Diagon Alley ormai quasi svuotata barcollando leggermente.
“…Ero sicuro che fossi tu! Te ne andavi in giro a blaterare minacce ai nemici dell’Erede, mi sembrava ovvio!” stava spiegando Harry con foga, scosso dalle risate.
Sei veramente un idiota, Potter!” sghignazzò Draco scuotendo la testa. Avanzarono di qualche altro metro prima di rendersi conto che non stavano andando da nessuna parte, che erano brilli e che l’ora di cena era passata da un po’.
Non posso….” Draco ebbe un altro accesso di risa, per inerzia. “…Tornare a casa in questo stato,” ansimò, trovandolo evidentemente divertente. Harry si lasciò trascinare ulteriormente dalla sua risata, stringendosi la pancia. Aveva un male tremendo agli addominali e per qualche motivo anche questo lo fece ridere, il che non aiutò ad alleviare le fitte.
Oh, Merlino,” gemette, cercando di riprendere fiato. “Sto malissimo,” farfugliò ilare e respirò di nuovo a fondo, mentre Draco sussultava di un riso silenzioso e più moderato. “Di’, ci sei mai stato a Grimmauld Place?” gli chiese, ricordando che c’era un vecchio whisky, nella credenza, che poteva proprio fare al caso loro.
Dai Black?” disse Draco. “No… Mio padre non sopportava Walburga.” Rise ancora. “Era una vecchia terribile, mi faceva una paura tremenda.”
Ho del whisky,” annunciò Harry. “E devi vedere l’arazzo dei Black! Ci sei anche tu!” aggiunse, ricordando il particolare con ingiustificato entusiasmo.
Il mio nome in casa tua? Che tragedia!” esclamò Draco. E se avesse bevuto almeno un bicchiere di meno, a quel punto si sarebbe certamente reso conto che la sceneggiata per provocare la società magica si era spinta ben oltre i limiti della ragionevolezza; sicuramente anche Harry avrebbe realizzato che invitare a casa Draco Malfoy era una cosa che non aveva il minimo senso. Invece si stava divertendo come non gli capitava da un secolo e non pensò proprio a nient'altro. Perché, per la prima volta da quand’era ragazzino, si era dimenticato che lui era Harry Potter e tutto quel che ne conseguiva.
Perciò si avviarono insieme verso Grimmauld Place e una volta giunti a destinazione si sistemarono in sala, si servirono due bicchieri ed esaminarono l’arazzo dei Black, mentre Draco raccontava tutto quel che sapeva sui vari personaggi della casata e che Sirius non aveva narrato. Dopo un quarto d’ora di storia familiare Harry si era fatto un’idea così eccentrica e strampalata dell’illustre famiglia che riprese a ridere quasi istericamente. Draco s’interruppe e insistette per visitare la biblioteca, di cui sua madre gli aveva parlato varie volte, e finirono per fare un giro turistico di tutta la dimora.
“…E qui ci dormivo quando c’era l’Order, insieme a Ron,” raccontò Harry mostrando l’interno della loro vecchia camera, attualmente spoglia e semivuota. “Sto pensando di farci uno studio,” aggiunse vago.
Secondo me non è abbastanza luminosa,” osservò Draco scuotendo la testa, prima di voltare i tacchi. “Nella stanza d’angolo dovrebbe starci meglio, con due finestre. Dovrebbe essere…” osservò per un istante il corridoio, dirigendosi con sicurezza verso la porta in fondo, “… quest…ah.”
Oh, ehm, sì, quella è dove dormo adesso,” spiegò Harry andandogli appresso. “Mi piace avere una camera da letto con tanta luce.”
Sempre per via del sottoscala? Quanti traumi, povero Potter,” lo schernì Draco.
Lui rise, oltrepassandolo nella stanza.
C’è un po’ di casino,” borbottò a mo’ di scuse.
Un po’…”
Ad Harry piaceva chiamare il perpetuo stato disordine in cui viveva “caos creativo”. A Draco sembrò sicuramente un macello senza senso. C’era di tutto, sparpagliato in quella camera: libri, foto, vestiti, ma anche tazze vuote, talismani, qualche pezzo da tenuta regolamentare per Auror e persino uno Spioscopio piazzato sul comodino.
Come fai a trovarti i piedi, qui dentro?” s’informò storcendo il naso.
Improvviso,” rispose Harry con una scrollata di spalle, mentre il suo sguardo scorreva intorno per poi tornare a posarsi di nuovo sull’interlocutore. Quello, fu esattamente quello il momento in cui realizzò che c’era qualcosa che non andava, che non era affatto normale che fosse nella sua camera da letto con Draco Malfoy alle undici di sera.
Lo Slytherin dovette arrivare allo stesso tipo d’illuminazione, perché rimase lì impalato con aria straordinariamente poco a suo agio. Poi si schiarì la voce con noncuranza.
Ci serviamo il bicchiere della staffa?” propose, arretrando verso la porta.
Certo,” confermò Harry a mezza voce, e nel secondo immediatamente successivo, giusto mentre Draco era sul punto di muoversi, scoprì guardandolo in faccia che forse, alla fine, Theodore Nott era davvero una persona straordinariamente intuitiva e forse, alla fine, quel che gli mancava era davvero un uomo; ma non uno qualunque, proprio quello lì che gli stava davanti, con gli occhi grigi e penetranti, il suo naso all’aria e la spolverata di capelli chiarissimi che, con tutta quell’agitazione, gli ricadevano umanamente sulla fronte in leggero disordine. Probabilmente non pensò lucidamente nessuna di quelle cose: successe semplicemente che gli venne in mente che non poteva non baciare Malfoy. E siccome gli era venuto in mente, Harry, come suo solito, tradusse l’impulso in azione senza soffermarsi sulle considerazioni del caso.
Gli bastò un petosecondo, troppo poco perché la scintilla del raziocinio lo trattenesse, per spingere lo Slytherin contro lo stipite della porta e, prima che Draco potesse ritrarsi o Schiantarlo indifferentemente, poggiare le labbra sulle sue approfittando della sorpresa. Si aspettò che lo Schiantesimo arrivasse subito dopo, invece non successe nulla di simile. Draco emise un verso soffocato d’incredulità, afferrò il suo bavero per spingerlo via da sé, ma nel farlo, anziché staccarselo di dosso, gli andò appresso. Si trovarono a barcollare in mezzo alla stanza senza smettere di baciarsi sempre più freneticamente, e siccome le mani di Malfoy non si staccavano dal suo maglione Harry pensò bene di poggiare le proprie dietro la sua testa, in mezzo ai capelli. Poi non pensò più proprio nulla.
Andò tutto al suo posto da sé, in un modo così semplice e assurdo che non se ne accorse minimamente: il sangue che pompava nella vene, il cuore che batteva con violenza contro la sua cassa toracica, i respiri che si inseguivano in fretta, ventidue anni di voglia disperata di esistere, ogni tassello nella giusta posizione e la sensazione fortissima di annegare, finalmente, in una pace che non aveva nulla a che vedere con il suo stato di eccitazione fisica. Quella rimaneva lì e lo spingeva a stringere tra le sue dita i capelli di Draco, succhiare le sue labbra e respirargli in gola, con una voglia inarrestabile di toccare tutto quello che poteva avere che si tradusse nell’abbassare le braccia intorno alle sue spalle per spingerselo contro. Ora le mani di Draco erano schiacciate tra i loro toraci, e dopo un po’ si liberarono per andare a depositarsi intorno ai suoi fianchi, senza che Malfoy smettesse di spingere la lingua oltre le sue labbra, tra i denti, contro la sua.
Non c’era più niente, adesso, in mezzo a loro.


Quando Harry Potter si svegliò, l’indomani mattina, visse una serie di scoperte insolite in rapida successione: per prima cosa, ancora praticamente addormentato, si rese conto di avere in sapore inequivocabile di alcol in bocca e un discreto cerchio alla testa. Poi realizzò che non aveva vestiti addosso e infine che aveva passato qualche ora a rotolarsi nel letto sperimentando un paio di orgasmi da preliminare e un gloriosissimo coito nella mano di Draco. Spalancò gli occhi di scatto e raddrizzò la testa con una fitta alla tempia.
Malfoy stava dormendo, lì di fianco. Gli aveva rubato quasi tutte le coperte e aveva il viso schiacciato contro il cuscino. Harry si passò la mano sulla faccia, intontito, e cercò di rimanere calmo. Si era ubriacato e aveva fatto una grossa sciocchezza, succedeva a un sacco di gente della sua età. Avrebbe soltanto voluto evitare di sentirsi così stupidamente nel modo in cui si sentiva, perché oltre all’ansia aveva addosso una smania di ridere, di nascondere la faccia tra le mani e sghignazzare senza ragione. Adesso, il viso di Draco Malfoy gli sembrava diverso. Aveva qualcosa di meno costruito, e non solo perché stava placidamente dormendo ma per una qualche altra ragione, una che lo portava a vedere in modo diverso quei lineamenti affilati, dando loro un’altra luce.
Harry era sicuro che avrebbe dovuto sentirsi male. Non solo aveva tradito la sua futura moglie, ma l’aveva fatto con un uomo: non un uomo qualunque, peraltro, ma comunque un uomo. Un maschio. Era sicuro che ci dovesse essere qualcosa di profondamente sbagliato in questo, perché lui non era così, e una parte di lui voleva davvero che si sentisse sporco e fuori posto, ma non era così convincente come avrebbe desiderato.
Lasciò ricadere la testa sul cuscino con uno sbadiglio silenzioso, gli occhi puntati sul soffitto. Aveva un po’ freddo, ma immaginava che cercando di recuperare la coperta avrebbe finito con lo svegliare Malfoy, e non era molto ansioso di scoprire come lui avrebbe preso “il mattino dopo”. Draco dormiens nunquam titillandus, diceva il motto di Hogwarts, e Harry non l’aveva mai trovato così saggio.
Fu nel bel mezzo di quella dotta elucubrazione che sentì il suono di uno sbadiglio provenire dalla sua sinistra e il fruscio di un movimento incerto. La sensazione languida di pelle d’oca immotivata che ne seguì, e che lo prese dritto alla bocca dello stomaco, lo lasciò a boccheggiare per la sorpresa.
Malfoy emise un leggero mugugno e prese un respiro profondo, poi sbadigliò di nuovo.
Che ore sono?” mormorò, e soltanto allora Harry si azzardò a voltarsi per guardarlo. Aveva anche lui lo sguardo fisso sul soffitto, insonnolito.
Tipo le otto,” disse Harry, cercando di far uscire dalla gola una voce decorosa: ne venne fuori un borbottio rauco e poco chiaro. Si rese conto che era nudo nel letto con Draco Malfoy, altrettanto nudo, e gli venne il panico. Poi ci ripensò di nuovo e non lo trovò così spaventoso.
Rimase immobile, in silenzio, cercando di ricordare a se stesso che allungare la mano per toccarlo sarebbe stata una cosa disdicevole per una lunga serie di motivi: era un maschio, era Malfoy, non era più ubriaco e quindi avrebbe reagito con la violenza, e lui avrebbe ancora tradito Ginny. Lo Slytherin, lì accanto, sembrava ugualmente paralizzato. Stava diventando spiacevole, e Harry si sentì molto a disagio, oltre che stupido.
Beh…” farfugliò. “Potremmo fare un caffè.”
Sì.”
Si alzò a sedere, annuendo, e si trovò davanti al primo insormontabile ostacolo: lui aveva appena un angoletto di coperta sistemato strategicamente, e se si fosse alzato per prendere i vestiti o la bacchetta sarebbe stato completamente nudo di fronte a Malfoy. Rimase lì impalato, senza sapere cosa fare.
Potter?” lo interpellò giustamente il suo ospite.
E-eh…”
Potter? Che fai, vegeti?”
Non so dove sono le mie mutande,” borbottò impacciato.
Mi sembra comprensibile. In questo immondezzaio è già tanto se trovi il letto,” biascicò Draco, strofinando la guancia sul cuscino. “E poi scommetto che senza occhiali non vedi neanche dov’è la porta.”
A Harry sfuggì una risatina che lo fece sentire molto meglio. Aveva creduto che Malfoy avrebbe dato in escandescenze, affermando che l’aveva ubriacato per fargli fare cose contro natura. Invece non sembrava affatto propenso a dire nulla di simile.
Effettivamente mi muovo più a intuito, la mattina,” ammise.
E allora il tuo intuito fa schifo,” replicò Draco, aspro.
Harry aggrottò la fronte, domandandosi cosa intendesse dire.
Questo non è molto simpatico,” osservò stupidamente.
Nemmeno starsene lì con le mani in mano come un idiota, se è per questo,” ribatté Draco con uno sbuffo, prima di rotolare nuovamente supino. “Immagino dovrò togliere il robustamente dal mio eterosessuale, dopo oggi.”
Harry lo guardò per un paio di secondi in modo quasi mistico, domandandosi se aveva davvero capito bene. Spostò gli occhi sull’orlo della coperta, oltre il quale si intravedeva il fianco chiaro di Malfoy, e decise che tutto sommato per essere sicuro non gli restava che fare un tentativo. Allungò lentamente una mano, reggendosi sull’altra, fino a farla scivolare sotto la coperta e sulla pelle di Draco, che reagì con un sospiro rumoroso, tendendo i muscoli. Allora Harry trattenne un sorriso e si sporse definitivamente su di lui per baciarlo, trovandolo estremamente bendisposto. Gli si lasciò cadere addosso respirandogli dalle labbra, in un groviglio di braccia e gambe che si allacciavano. Si baciarono con calma, assaporandosi, e quando Harry si sentì decisamente eccitato trovò molto istintivo e naturale spingere il bacino contro di lui, scontrandosi con lo stesso movimento in senso opposto. Draco strattonò la coperta frapposta a loro e Harry prese un respiro stentato quando sentì la pelle aderire a quella dell’altro in un tepore diffuso, morbido. Gli prese il viso tra le mani, continuando a baciarlo e muoversi contro di lui. Aveva voglia di fare sesso, di perdersi, di non sentire più nient’altro che quel languore e quel martellio nel petto.
Non so…” biascicò confusamente, ma s’interruppe con un fremito quando la mano di Malfoy si chiuse sulla sua erezione. Trattenendo il fiato con un gemito strozzato mosse faticosamente la propria per fare lo stesso, e la stanza risuonò dei loro sussulti soffocati, sempre più nitidi e affannosi. Harry non resistette molto a lungo, e Malfoy poco più di lui. Quando l’ultimo sospiro orgasmico si fu spento e i loro respiri furono tornati a una parvenza di normalità, senza che le loro membra si snodassero, Harry piantò gli occhi dritti in quelli di Draco.
E adesso?”
Malfoy non capì, o fece finta.
Credevo avessi parlato di un caffè…” osservò. “E personalmente ti consiglio anche una doccia. Puzzi come cento latrine,” aggiunse ironico, ma senza vera cattiveria. Harry ridacchiò.
Guarda che nemmeno tu profumi di rose!” obiettò.
I Malfoy non puzzano,” sentenziò fieramente Draco.
“…Odorano di stantio,” confermò Harry ilare, schivando per un pelo il successivo schiaffo diretto sulla sua faccia.
Potter…” sbottò Draco cercando di non suonare divertito, mentre tentava di menarlo. Harry si divincolò ridacchiando, gli prese i polsi e, ormai forte di una certa audacia, ritornò a baciarlo senza incontrare la minima resistenza; anzi questa volta fu proprio Malfoy a rovesciarsi su di lui, schiacciandolo sul materasso.
Devo andare in ufficio,” riuscì a boccheggiare Harry in una pausa per respirare, seppure controvoglia. Draco si sollevò sui gomiti.
Sì, e io a casa a dormire,” confermò sornione.
Stronzo.”
A quel punto Harry non fece più nemmeno caso al fatto di essere senza vestiti e caracollò in piedi con uno sbadiglio, mentre Malfoy riusciva nell’ordine a recuperare la bacchetta in una tasca e a far schizzare verso di sé il resto dei propri vestiti. Harry lo lasciò in cucina ad aspettare che fosse pronto il caffè, mentre lui si buttava al volo sotto la doccia per non fare troppo schifo al lavoro. Guardandosi allo specchio si accorse di avere un paio di occhiaie inequivocabili, ma qualcosa di vivace e sereno nei lineamenti e nel brillio dello sguardo che trovò molto piacevole.
In cucina, Draco si era già servito e sorseggiava il caffè fumante sfogliando la Gazzetta con aria contrariata.
Non parla della nostra sbronza al Paiolo.”
Harry sbuffò una risata, riempiendosi la tazza.
Avremmo dovuto rompere qualche tavolo,” ipotizzò scherzoso. “Comunque, almeno così non ti ammazzano.”
Sai che soddisfazione,” brontolò Draco, mentre lui si schiariva la voce.
Senti, non… Non l’ho ritirata, la tua denuncia,” confessò a malincuore.
Lo so,” commentò Draco con fare rassegnato. Poi prese un altro sorso, chiudendo il giornale. “Nathaniel Emmett,” disse nella tazza.
Harry lo guardò perplesso.
Eh?”
Quello che ho riconosciuto si chiama Nathaniel Emmett. Fa il commesso da qualche parte a Diagon Alley,” spiegò Draco senza guardarlo.
Harry si trattenne dall'avere reazioni esagerate. Si umettò le labbra, stringendo la presa sulla tazza come se fosse stato il collo dell’aggressore.
Ok,” sussurrò, guardando distrattamente Draco che si alzava. “Perché me lo stai dicendo?”
L'altro si strinse nelle spalle, appellando il mantello. Se lo poggiò sulle spalle con un gesto rapido.
Perché è finito, il tempo degli incappucciati. E se non è finito, dovrà finire.” Accennò un sorriso strafottente. “È per questo che sei nato, no?”
Così dicono,” assentì Harry senza convinzione.
Draco annuì brevemente.
Io vado,” annunciò, a nessuno in particolare. Harry posò la tazza e lo seguì verso la porta d’ingresso, abbassandone le protezioni con un colpo di bacchetta. Draco la aprì, varcò la soglia e si fermò sul gradino. Harry sentì di avere le mani sudate e qualche problema di respirazione.
Ci vediamo..?” iniziò incerto.
Quando capita,” lo interruppe Draco scrollando la testa. “Immagino dovrò venire per dei riconoscimenti o qualcosa del genere.”
Harry cercò di non sembrare ansioso.
Non ce ne sarà bisogno, se ammettono il crimine. E ci vorrà qualche giorno, magari,” osservò vago. Ma anche due ore, pensò, sarebbero state troppe. Malfoy però si limitò ad annuire.
Certo. Beh, buon lavoro.”
Era già sparito un attimo dopo. Harry fissò per qualche secondo lo spazio vuoto in cui si trovava il suo corpo pochi secondi prima, sentendosi improvvisamente molto solo.


Di certo Theo per una volta dovette avere seri problemi a rimanere impassibile, quando il Vicecapo dell’Ufficio Auror si presentò sul posto di lavoro con quindici minuti di ritardo e una faccia indescrivibile. Harry sapeva che sembrava qualcuno lo avesse preso a cazzotti e poi che subito dopo avesse vinto la lotteria, passando di conseguenza la notte in bianco.
Potter,” lo salutò il collega. “C’è Weasley che ti aspetta di là per le pratiche di fine mese,” gli fece sapere, serio. Era il genere di procedura burocratica lunghissima e tediosa che lui sopportava malissimo. “Ti senti bene?” aggiunse, facendogli intuire che il suo aspetto non era dei migliori.
Harry lo guardò spaesato. Bella domanda.
Non lo so,” rispose onestamente.
Theo si schiarì la voce.
Ore piccole?” ipotizzò vago. Chissà perché, a Harry sembrò che avesse l'aria di saperla lunga. O forse no, forse era solo paranoico. Ma quello era Theo, e non c'era da scherzare.
Harry si limitò a sbuffare.
Mi serve un mandato d’arresto per un tizio che si chiama Nathaniel Emmett,” disse deciso.
Che ha fatto?” s’informò Theo.
Tu comincia con l’arrestarlo.” Harry restò sul vago, incamminandosi verso il suo ufficio. “Ah, Nott?” aggiunse all’ultimo, voltandosi indietro.
Sì?”lo incitò Theo, e subito Harry disse qualcosa che gli usciva da dentro lo stomaco e che non si aspettava nemmeno lui.
Mano pesante.”
Anche Theo parve perplesso da quel suggerimento insolito, ma l'unico segno del suo stupore fu un rapido sbattere di ciglia. Quanto quarantacinque minuti dopo ritornò in ufficio insieme a Dean, l'uomo che camminava in mezzo a loro e che Harry identificò a naso come Nathaniel Emmett aveva l'aria di essere stato Schiantato per bene. E non solo una volta.
Harry lo guardò attentamente, fermo sulla soglia del suo ufficio personale. Un viso comune, l'aspetto di una persona qualunque. Non troppo alto né eccessivamente robusto, per quanto ben piantato, abiti normalissimi, capelli castani né corti né lunghi, comunissimi occhi marroni, di un marrone non particolarmente acceso in cui in quel momento brillava l'inquietudine mal dissimulata. Sembrava in tutto per tutto il signor chiunque. Non c'era niente che avrebbe potuto permettere di distinguerlo da qualcuno che non passava il suo tempo ad andare in giro aggredendo persone di cui non condivideva i gusti sessuali.
Era quello il problema con i mostri. Non sempre erano esseri sepolcrali, squamati e senza naso. Per lo più risultavano identici a tutti gli altri, si mimetizzavano perfettamente con la gente sana e questo forse li rendeva ancor più terribili. Harry strinse il pugno intorno alla bacchetta, facendo cenno a Theo e Dean di precederlo verso la sala degli interrogatori.
Doveva rimanere calmo, si disse. Invece gli continuava a venire in mente l'espressione totalmente impotente di Draco Malfoy quando l'aveva visto la prima volta in ospedale, il tono di incredulità e di dolore che c'era nella sua voce spaesata mentre ripeteva per la terza volta che stava soltanto comprando un libro. Harry stringeva i denti quando il vasetto della pianta grassa che Ginny gli aveva lasciato in ufficio esplose con un botto rumoroso, spargendo frammenti tutt'intorno. Chiuse gli occhi e respirò a fondo per tranquillizzarsi.
Harry! Tutto a posto?” esclamò Katie affacciandosi dalla porta. Vide i cocci e aggrottò la fronte. “Che succede?”
L'ho urtato ed è caduto,” rispose lui, senza curarsi del fatto di avere una voce troppo rabbiosa per suonare credibile. “Ho un interrogatorio,” continuò.
Katie sorrise, annuendo.
Vai pure, sistemo io,” suggerì.
Lui farfugliò un ringraziamento, lasciò la stanza e si affrettò a raggiungere i colleghi. Li guardò attraverso l'uscio incantato: Dean era appoggiato al muro con l'aria strafottente e un sorrisetto poco raccomandabile, mentre Theo stava facendo sfoggio della sua miglior espressione glaciale e di uno sguardo sinistro da perfetto serial killer. Se Harry l'avesse incontrato per strada con quella faccia non sarebbe stato molto felice di vederlo.
In mezzo, Nathaniel Emmett sembrava decisamente poco a suo agio. Continuava a far saltare lo sguardo intorno, allarmato, e si agitava sulla sedia cui era assicurato.
Ci dev'essere un errore!” lo sentì esclamare con foga.
Certo, certo,” ridacchiò Dean noncurante, girellandosi in mano la bacchetta.
Theo fece scrocchiare le dita ed Emmett lo osservò inquieto.
Non avete il diritto di tenermi qui senza dirmi con quale accusa! È illegale, non...” riprese, con meno baldanza.
Thomas, fallo stare zitto,” esclamò Theo con voce bassa e velenosa, il volto ancora contratto in quella maschera truce. “Sai cosa succede se non sta zitto, vero?”
Dean lanciò ad Emmett un'occhiata eloquente, quasi confidenziale.
Io lo so... Ma credimi, amico, tu non vuoi saperlo,” gli disse, annuendo ripetutamente.
Il prigioniero sembrò voler diventare un tutt'uno con la sedia, mentre cercava invano di ritrarsi. Harry scelse quel momento per aprire la porta.
Buongiorno,” esordì bruscamente.
Dean gli sorrise, mentre Theo accennava un movimento del capo.
Capo,” salutò il primo, mentre il secondo rimaneva in silenzio.
Lei è Harry Potter!” esclamò Emmett sollevato. “Deve farmi uscire di qui, le assicuro che non...”
Qui gli ordini li do io,” lo zittì Harry con una sorta di ringhio. “Quindi vedi di rispondere alle mie domande. Dov'eri la mattina di martedì scorso intorno alle otto e mezza?”
Harry ebbe il tempo di cogliere una scintilla di panico e comprensione nello sguardo del mago, prima che cercasse di comporre un'espressione innocente. Contemporaneamente registrò il violento irrigidirsi del corpo di Theo.
A casa,” rispose Emmett sicuro. “Intorno a quell'ora abitualmente faccio colazione.”
Sì?” domandò Harry, sollevando per la prima volta lo sguardo su di lui. “Quindi mi stai dicendo che abitualmente la tua colazione comprende aggressioni e percosse a danno dei passanti?”
Emmett sgranò esageratamente gli occhi. Era un attore pessimo.
Cosa? Non capisco che...” iniziò con fare smarrito.
Conosci Draco Malfoy? Lo hai mai incontrato?” continuò Harry truce.
...Malfoy?” ripeté Emmett perplesso, prima che la bacchetta di Theo finisse puntata alla sua gola.
Rispondi alla domanda,” sibilò lo Slytherin.
Nott...” iniziò Dean sottovoce, vigile. La storia dello psicopatico incontrollabile era una montatura che lui e Theo avevano messo insieme per torchiare gli accusati, ma in quel momento Theo sembrava davvero fuori di sé, lo notò confusamente persino Harry.
Dean, vai a vedere se di là c'è bisogno di qualcosa,” suggerì rigido. Sentiva il cuore rimbalzare sordo contro le tempie e il sangue gli rombava nelle vene. Il sottoposto esitò per qualche secondo, forse perché le loro facce lo inquietavano, ma finì per scrollare le spalle.
Va bene,” mormorò dirigendosi alla porta. “Ragazzi...” ammonì, prima di imboccarla e chiudersela alle spalle.
La bacchetta di Theo era ancora puntata contro la gola di Emmett, quasi conficcata nella carne.
Forse non ti rendi conto della posizione in cui sei,” iniziò Harry con voce improvvisamente calma. “Sei chiuso in una stanza senza testimoni con due Auror, di cui uno sono io,” precisò, allontanando i capelli dalla cicatrice.
Se ti succedesse qualcosa passerebbe per un incidente,” sussurrò Theo minaccioso.
Per un folle secondo, Harry pensò che potevano farlo. Per quanto lo riguardava, quel tizio non meritava di vivere. Nessuno che andasse in giro cercando di distruggere quelli che riteneva diversi lo meritava. Potevano farlo a pezzi e insabbiare la cosa e nessuno, mai, avrebbe additato Harry Potter come un assassino. Un incidente, un tentativo di fuga andato storto.
Erano le forze dell'ordine. Potevano fare qualunque cosa.
Deglutì a fatica e sbatté gli occhi, inspirando profondamente.
Secondo me fai meglio a confessare,” concluse. “Altrimenti, non lo tratterrò,” aggiunse indicando Theo, la cui postura ed espressione avevano assunto il massimo della minaccia possibile. “Hai aggredito tu Draco Malfoy?”
Per qualche secondo rimase tutto immobile. Theo con la bacchetta puntata, Harry lì in piedi con aria torva, Emmett col fiato rotto, il petto che andava su e giù rapidamente e le labbra socchiuse. Poi Theo ebbe uno scatto violento e diede un pugno sul tavolo proprio di fronte al prigioniero.
Sì!” ragliò lui con un sussulto di sorpresa, atterrito dall'imprevidibilità del gesto più che dalla sua natura. Emise un singhiozzo di panico. “Sono stato io. Non mi fate del male!”
Però tu ne puoi fare agli altri...” fece Theo meditabondo, senza sembrare troppo convinto dalla richiesta.
Chi c'era con te?” continuò Harry senza badarci.
Nessuno!” esclamò Emmett di getto, riprendendo colore. “Ero solo, ero...”
Eravate in tre,” ringhiò Harry. “E ti consiglio di dirmi gli altri due nomi, adesso, prima che mi arrabbi sul serio!” sbottò. Il suo battito cardiaco era sempre più accelerato. Le orecchie ronzavano sempre più forte. Erano in tre contro un uomo solo, perché pensavano di avere il diritto di giudicare qualunque cosa. Gli andò il sangue alla testa. Malfoy era libero di fare sesso con chi gli andava. Tutti erano liberi di fare sesso con chi volevano e sì, anche lui, Harry Potter, se preferiva un uomo era liberissimo, e questo maledetto verme e i suoi due degni amici l'avrebbero pagata cara.
Non c'era nessuno con me!” ripeté Emmett con foga.
A Harry partì il pugno. Quasi di sua spontanea volontà si andò ad insaccare sotto la mandibola del mago, scaraventandolo indietro e poi a terra con tutta la sedia. Theo si ritrasse d'istinto e lui, senza nemmeno badare al polso indolenzito, lo oltrepassò ed estrasse la bacchetta.
Come vuoi,” ruggì furioso. “Te l'avevo detto!”
Theo ebbe il riflesso di trattenerlo afferrando il suo avambraccio, forse perché si era accorto che non aveva più il controllo di sé.
Harry...!”
No, Harry un cazzo!” sbottò lui, stravolto, strattonando il braccio nella presa di Theo. Gli tremavano le mani e aveva quasi voglia di piangere, e non per Draco Malfoy ma per tutto quanto quello schifo. “Basta! Sono stanco morto di tutta questa intolleranza, di veder vomitare quest'odio contro chi non è uguale per una ragione che non vuol mai dire ma c'è sempre, e quando una cade ne spunta un'altra, se non è il sangue è il sesso o qualche altra cosa,” continuò a scandire abbassando la voce e avvicinandosi sempre più, ormai la sua bacchetta era appoggiata sulla fronte del mago, che non osava reagire, mentre Theo gli teneva ancora la mano intorno all'altro polso ma senza troppa forza. “Ho visto morire persone per questa farsa. È vero, abbassarsi al vostro livello non mi rende migliore, ma se non ci si abbassa almeno un pochino non cambia mai niente. La gente come te capisce solo altra brutalità, quindi te lo dirò per l'ultima volta: voglio i nomi dei tuoi complici o ti giuro che farò qualcosa di cui ci pentiremo tutti e due... Ma tu più di me.”
Theo lasciò la presa sul suo braccio. Nathaniel Emmett, rovesciato a terra, li guardò per un istante con profondo terrore e poi emise un singulto disperato.
Va bene... Va bene, ve li dico,” singhiozzò.


L'arresto degli aggressori di Draco Malfoy fece un certo rumore, nei giorni successivi. Ad Harry non interessava affatto, perché l'unico da cui avrebbe voluto sentir provenire un commento o un ringraziamento era anche l'unico che non si era fatto sentire. Draco non aveva rilasciato dichiarazioni, non era passato all'Ufficio Auror e non aveva nemmeno risposto alla missiva che lo informava della cattura avvenuta, convocandolo in aula il giorno del processo. Harry era sicuro che ci sarebbe andato, non era questo a interessargli. Voleva soltanto vederlo.
S’infilò nell’ascensore con un sospiro di stanchezza. Sapeva che fuori stava per albeggiare e che con tutta probabilità a casa lo aspettava un altro gufo di Ginny. Comprensibile, visto che negli ultimi giorni era stato perfettamente latitante. Aveva inventato ogni genere di scusa per vedere la fidanzata solo di sfuggita, cercando di venire a capo del marasma che gli si agitava in testa. Era confuso come non ricordava di essere mai stato nella vita, e sì che avere le idee chiare non era una sua prerogativa.
Voleva vedere Malfoy. Era difficilissimo non contattarlo in via privata, non cercare qualche stratagemma per incontrarlo. Non aveva arrestato Emmett e la sua combriccola per avere la sua riconoscenza, questo no – le ragioni erano ben più profonde e universali – ma aveva sperato che quel fatto avrebbe portato una nuova collisione tra loro due e, che gli piacesse o meno, Harry ne aveva voglia. Voleva vederlo. Voleva vederlo e sapere che anche Malfoy stava continuando a pensare a quella nottata senza riuscire a smettere. Che anche a lui era rimasto addosso qualcosa di terrificante e meraviglioso e che gli sembrava costantemente di essere stato investito dall'Espresso un attimo prima.
L’ascensore si fermò all’uscita ed Harry sgusciò fuori dalla cabina telefonica per ritrovarsi nel solito vicolo male illuminato. Per poco non inciampò in un ginocchio che non avrebbe dovuto, a rigor di logica, trovarsi lì. Sbatté gli occhi e mise a fuoco niente meno che Draco Malfoy, seduto sul marciapiede con le mani affondate nel mantello e la testa piegata indietro, verso di lui. Ebbe un attimo di smarrimento e poi deglutì stentatamente.
Malfoy.” Si schiarì la voce. “Cosa ci fai lì per terra?”
Draco storse le labbra, come se fosse stato infastidito. Da cosa, bravo chi lo sapeva.
Theo mi ha detto che avevi il turno di notte e che finivi alle cinque e mezza,” affermò rigido.
E quindi?” chiese Harry sottovoce. Gli faceva male la mascella, tant’era serrata.
Draco sospirò condiscendente.
Ho pensato che venire a complimentarmi fosse un gesto di civilizzazione doveroso,” osservò neutro.
Harry si era aspettato una risposta del genere, ma la trovò comunque dolorosamente deludente.
Oh,” esalò. “Non era il caso,” aggiunse impacciato. Si vide per un istante dall'esterno e si trovò patetico in modo umiliante, a tormentarsi da giorni per uno che gli aveva detto chiaramente, di nuovo, che lo riteneva un individuo insulso, oltre che portatore di sciagura. E che era un maschio.
È stato facile?” continuò Draco formale.
Abbastanza,” rispose Harry nel tentativo, ugualmente patetico, di non fingersi avvilito. “Io e Nott abbiamo montato una scenetta.” Che stava per degenerare in un vero omicidio, ma questo preferì ometterlo.
Capisco.”
Malfoy rimaneva seduto lì per terra, lui impalato come un'armatura di Hogwarts; tutto era parecchio imbarazzante. Si schiarì la voce.
Beh, allora...” borbottò. “È tutto... No?” gli sfuggì infine, con una nota di speranza che non gli riuscì di celare e che lo fece sprofondare definitivamente nell'odio verso se stesso.
Draco lo guardò con l'espressione che si riserva solitamente a qualcuno di veramente molto idiota, tipo Allock prima del Confundus o qualcosa di simile. Harry stava già per cercare di svignarsela quando vide la sua espressione sprezzante ed esasperata distendersi in qualcosa come un sorriso sarcastico.
“…Secondo te, genio?”
Harry spalancò la bocca senza fiato, mentre il suo stomaco saltava in aria con trionfo. Poi non si disturbò nemmeno a rispondere: gettò a malapena uno sguardo intorno, si accovacciò a terra e gli afferrò le spalle, tirandolo verso di sé. Se lo tenne contro per un paio di secondi e poi gli baciò la tempia, il lato del viso e infine Draco andò a catturare le sue labbra. Harry sentì l’aria riempire i suoi polmoni con nuovo vigore, mentre si allontanava appena da quella bocca alla ricerca di un paio di sfrontati occhi grigi.
Sei proprio un fenomeno, Malfoy,” sussurrò con un sorriso.
Sto valutando se concederti l’onore di chiamarmi per nome,” annunciò Draco, magnanimo.
Quanto sei altruista,” commentò Harry, ammirato.
Gli venne da ridere senza che potesse impedirlo. Anche Draco lo imitò, a mezza voce.


_________________________



HARRY POTTER HA DETTO NO
Annullato il matrimonio del Ragazzo sopravvissuto
È di ieri la notizia che ha lasciato tutto il paese di stucco. Il ben noto Harry Potter, oggi Vicecapo dell’Ufficio Auror, ha rotto il suo fidanzamento con la storica compagna, Ginevra Weasley. Mentre le più disparate ipotesi sulle ragioni di questa rottura improvvisa imperversano, i suoi protagonisti mantengono un assoluto riserbo.
Ho altri robusti progetti per l’avvenire,” ha dichiarato sibillino il Salvatore del mondo magico.
Dalla Gazzetta del Profeta, gennaio 2003.
   
 
Leggi le 48 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: suni