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Autore: Miss Kon    31/01/2012    3 recensioni
Sakura aveva preso l’abitudine di passare alcuni interi pomeriggi a guardare fuori dalla finestra accarezzandosi quel ventre sempre più gonfio di giorno in giorno.
Non faceva nulla di particolare, sembrava sempre assorta in qualche pensiero strano o lontano, ma non diceva mai nulla a tal proposito.
Chi le stava vicino, però, lo sapeva.
Sapeva che quegli occhi verde acqua stavano cercando di vedere, o immaginare, qualcosa -qualcuno- in lontananza, all’orizzonte.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Eccomi qui! Ora io dovrei essere immersa nello studio della chimica organica ed invece sono qui con la mia solita follia appresso.
Puntualizzo subito. Il lui di cui qui si parla NON è Sasuke! Sakura sta aspettando un’altra persona e forse leggendo vi sarà chiaro, sappiate che comunque non è il giovane Uchiha e avrete delle delucidazioni dopo, nella postilla.
Ora godetevi questa follia.




E si accarezzava quel ventre.


Sakura aveva preso l’abitudine di passare alcuni interi pomeriggi a guardare fuori dalla finestra accarezzandosi quel ventre sempre più gonfio di giorno in giorno.
Non faceva nulla di particolare, sembrava sempre assorta in qualche pensiero strano o lontano, ma non diceva mai nulla a tal proposito.
Chi le stava vicino, però, lo sapeva.
Sapeva che quegli occhi verde acqua stavano cercando di vedere, o immaginare, qualcosa -qualcuno- in lontananza, all’orizzonte.
Aveva preso quella assurda abitudine nel momento in cui quella sua pancia, ora gonfia e piena, aveva iniziato a crescere.
Sapeva che non aveva senso fare così ma certe volte non riusciva a trattenersi.
E allora prendeva una sedia, si accarezzava quel suo ventre e guardava fuori in silenzio.
Spesso Naruto andava a trovarla, come anche Ino e Hinata, e passavano diverse ore assieme parlando, spesso parecchio, ma senza mai dire nulla di particolare.
Sakura non piangeva più da tempo.
Non piangeva più davanti a Naruto.
Non piangeva più neppure davanti ad Hinata od a Ino.
Non piangeva mai davanti a nessuno, neppure davanti a sé stessa.
Solo il cuscino del suo letto era testimone dei suoi pianti, ma lui stava zitto e lei lo apprezzava per questo.
Stava facendo del suo meglio per essere forte.
Non diceva mai nulla né a Naruto né a Ino, non più.
Sopportava in silenzio.
E Naruto aveva iniziato a farle compagnia, in quel sopportare silenziosamente, da una parte per rispetto all’amica, in fondo se lei non voleva parlare non voleva essere lui a doverla costringere a farlo, dall’altra forse lo faceva per esserle solidale.
Così sopportava in silenzio l’apatia dell’amica e il dolore che le vedeva addosso ma che non riusciva a lenire.
Quando se ne stava a casa da sola Sakura spesso sbrigava delle faccende, puliva la casa, leggeva o magari scribacchiava qualcosa; poi però c’era sempre quella voglia di guardare fuori da quella maledetta finestra.
Qualche volta riusciva a distrarsi altre volte invece si arrendeva a quell’opprimente sentimento e si sedeva vicino a quella finestra, sempre con quello sguardo fisso, sempre coccolando quel suo ventre colmo di vita.
Una vita che già amava e per cui voleva essere sempre un po’ più forte.
Aveva pensato spesso a un nome e gli era spesso venuto in mente un lungo elenco di nomi in cui ne spiccava sempre solo uno in particolare: Itachi.
Ma ogni volta pensava fosse ingiusto dare quel nome a quel bambino.
A volte si trovava spaesata e non sapeva che fare con quel suo pensiero, aveva il folle terrore che quel nome avrebbe potuto essere un brutto presagio per il piccolo ma allo stesso tempo sperava che un simile nome potesse dargli forza.
Sapeva che quello era il nome della persona che, prima di lei, aveva preso possesso del cuore, senza poi mai restituirlo completamente, di colui che stava attendendo di vedere da quella vecchia finestra da ormai troppo tempo. Forse sperava che con quel nome, il nome di colui che aveva per primo amato, lui potesse tornare portando con sé ancora quell’azzurro cielo che lei aveva scoperto di amare.
Quando quei dubbi la tormentavano decideva sempre fermarsi, qualunque cosa stesse facendo, e dopo aver preso qualche respiro profondo iniziava ad accarezzare il suo piccolo, quasi a consolarlo da qualcosa ma anche, quasi, a chiedergli delle risposte.
A dire il vero le non lo faceva con un qualche intento preciso, semplicemente sentiva che era semplicemente l’unica cosa da fare.
Così in silenzio restava ad accarezzarsi quel ventre.
Sempre sopportando in silenzio.
Sempre senza piangere mai, se non stretta al suo cuscino e nascosta nelle tenebre della stanza.
Sempre guardando fuori dalla finestra.
Sempre accarezzando quella piccola vita.








Letto? Piaciuto?
Spero di sì!
Capito chi è il misterioso uomo che la nostra ninja attende? No? Sì?
Se no, tranquilli è normale! Sono stata più criptica del dovuto!
Se sì, complimenti! U.U Sono fiera di voi!
Ok, chiarisco subito: Sakura sta aspettando Kisame. Sì avete capito bene KISAME!
Ammetto che l’indizio migliore era “quell’azzurro cielo” che può essere inteso sia come il cielo che è azzurro o che la persona di cui si parla è azzurra come il cielo (è fatta apposta così la frase, ho gettato quanto più fumo potevo negli occhi! XD).
Oh, non fate quelle facce! Io AMO i crack pairing e qui sono riuscita ad inserirne persino due. SakuraxKisame e KisamexItachi [ricordate? “era il nome della persona che, prima di lei, aveva preso possesso del cuore, senza poi mai restituirlo completamente, di colui che stava attendendo di vedere da quella vecchia finestra ”] anche se chiarifico di non essere una yaoista, semplicemente mi andava di mettere dentro la scia di ben due coppie!
La storia è abbastanza triste, lo ammetto: parlare di una donna che attende sia la nascita del proprio figlio che, disperatamente, il ritorno di colui che ne è il padre che comunque, visto il passato che ha, non potrà mai essere davvero “padre” di quel bimbo; non è la ccosa più allegra del mondo.
Ma è una giornata uggiosa e io sono un po’ dello stesso umore del tempo fuori: giornata un po’ grigia insomma.
Non amo i falsi modesti e cerco di non esserlo quindi lo ammetto: a me questo lavoro piace. Ma so che è strano e che è quasi nonsense, quindi posso capire che non piaccia, oltretutto ci ho messo dentro due coppie allucinanti.
Spero comunque avrete il buon cuore di commentare, almeno per dirmi bene cosa non vi piace!
  
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