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Autore: Erik Lenoir    31/01/2012    1 recensioni
Una lettera ad un amico, un racconto fantastico, un viaggiatore un po' scettico e una notte magica. Il filo conduttore che lega queste due cose? Un circo che apre al crepuscolo e chiude all'alba, come ogni spettatore comprende all'entrata dello stesso.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro amico,

Vi scrivo per narrarvi un avvenimento che mi è accaduto di recente, giusto qualche giorno fa. Non ero a casa, come mio solito stavo viaggiando. Giunta la sera avevo deciso di ritirarmi nella mia camera di albergo in cerca di riposo. Non so cosa mi abbia fatto uscire poco dopo, il tempo di una doccia. Non nego di aver sentito una voce nel corridoio che parlava di un circo in città. Non mi sono mai considerato un tipo da circo nonostante mi abbia sempre affascinato. Fatto sta che mi sono diretto sul posto seguendo i mormorii e la gente stessa che si stava dirigendo in quel luogo. Affascinante. Avreste dovuto vedere quell’atmosfera magica che si era creata nell’area circostante e si propagava di sorriso in sorriso. L’euforia era contagiosa dopo averlo visto e questo solo dal di fuori. Apprezzerete molto quello che vi racconterò in seguito. Il nome del circo per incominciare: “Il circo dei sogni”. Ha in sé qualcosa di magico non trovate? Solo un grande artista avrebbe potuto concepire qualcosa di simile. Straordinario come l’immaginazione, lasciandosi andare sul possibile significato del nome, si perda nei meandri del pensiero, ma non è tutto! All’entrata appare una scritta enigmatica quanto suggestiva, che si insinua nella mente sollevando domande: “Apre al Crepuscolo, Chiude all’Alba”. Non vi sto a raccontare i commenti delle persone al mio fianco mentre entravo. Preso il biglietto mi diressi a passo deciso verso un buon posto per godermi lo spettacolo. Quando tutto fu pronto finalmente apparve. L’illusione in persona. Il suo solo nome era evocativo. Tuttavia mi accorsi dell’analogia solo quando venne presentata anche la sua assistente, apparsa in un’illusione a sua volta. Quando mi ritrovai a collegare Prospero l’Incantatore e Miranda, inevitabile fu pensare all’opera di Shakespeare “la Tempesta”, un testo di straordinaria bellezza. Come sotto effetto di un incanto osservai lo spettacolo senza muovermi, ammaliato dalle illusioni proposte, di cui invano cercai di trovare una spiegazione. Ebbene vi dico che il tempo sembrò essermi rubato e in quello che apparve un tiro di schioppo fu tutto finito. Noi spettatori fummo congedati ed io, estasiato, tornai in camera sicuro che la sera successiva vi sarei tornato. Quella notte riposai bene e il giorno dopo, di buon mattino, mi ritrovai a passeggiare in quella zona, come se i miei piedi avessero fretta di tornare in quel luogo. Fu grande la sorpresa quando arrivai. Non c’era niente. Laddove la sera prima si ergeva fiero il tendone del circo ora restava il nulla. Alquanto sconsolato tornai in albergo giusto in tempo per la colazione. Stranamente le stesse persone che la sera prima avevo visto uscire dal circo insieme a me parlavano di tutt’altro, come se non fosse mai successo. Da allora mi tormento con una domanda. E’ stata verità, magia, illusione o sogno?

  
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