So che cosa c’è in questo cielo,
e che cercano le rondini.
Un posto dove nascondersi,
dove ritrovarsi e disperdesi.

So che cosa c’è in questo spazio,
è che spesso non ricordo.
Il cielo a momenti non ha posto,
dove partire per guarire.

E sono qua, sono qua,
senza più parole per vivere,
Che guardo le mie mani sconfinare nel ghiaccio
A mille distanze da Venere.

E dimostrare, per di più,
che non è vita se non ci sei tu,
per il gelo caldo quanto un sole lieve.
Mentre tu piangi neve,
mentre tu piangi neve.

Se vuoi portami nel tuo bosco,
e insegnarmi a scappare.
E per questo delirio posso anche cambiare
E accetterei, anzi vorrei poterti sposare.

E se fossi, anche adesso, migliore di ciò che sono,
ti rapinerei e ti porterei dall’altra parte del cielo.
E ti costruirei di margherite un letto
e ti regalerei il mio cuore dal petto.

Ma resto qua, resto qua,
senza più parole per vivere,
che guardo tutte le mie relazioni svanire,
a mille distanze da Venere.

E dimostrare a fine di ciò,
che è senza tempo questa vita che ho,
è un mare di tedio per una spiaggia breve.
Mentre tu piangi neve,
mentre tu piangi neve.

Che sublimazione questa neve,
che sublimazione questa neve.
Cade dal cielo, cade dal cielo …
Cade su questa giornata di buio.

Che bellezza questa neve,
che speranza questa neve.
Cade sul campo, si ferma il tempo …
Cade su questo giorno spento.

Fino ad una vita buttata,
fino ad una vita sbagliata,
fino ad una vita apatica,
ma alla fine, sempre, sempre fantastica.