le
Cirque des Rêves
Fuori le persone attendono, al freddo,
ma non
per questo sono di cattivo umore anzi, l’entusiasmo si
può leggere bene nei
loro occhi. Il circo non è ancora aperto per loro, ma
dentro… dentro tutti quei
tendoni c’è vita.
Un giocoliere si esercita lanciando in
aria
prima tre, poi quattro e ancora cinque palline, senza mai farne cadere
una. Lo
fa da molti anni ma continua a esercitarsi, principalmente
perché gli piace
farlo.
In alto, dei trapezisti si lanciano
nel
vuoto, fidandosi l’un l’altro, cercando dopo un
salto, le mani del loro
compagno. La vita in fondo, non è che un salto.
Una bambina è riuscita,
però, a intrufolarsi,
dentro ad uno di quei tendoni, spinta dalla curiosità tipica
di tutti i
bambini. Si sarebbe messa a piangere, in un’occasione
normale, dopo essersi
resa conto di aver perso di vista la propria mamma, ma non era questa
quell’occasione perché tutto quello che vedeva, la
distraeva troppo e a
piangere, non ci pensava proprio!
Che mondo magico, appariva
così ai suoi occhi
quel circo. Il giocoliere in realtà non le usava nemmeno le
mani per lanciare
in aria e poi sostenere quelle palline, no! Lo faceva con
l’aiuto della mente, spostava
e lanciava gli oggetti, a suo piacimento e con le mani… beh
le mani le teneva
sui fianchi, tutto soddisfatto.
E gli equilibristi, oh…
camminavano in
equilibrio su fili immaginari mentre i trapezisti, dopo essersi
lanciati nel
vuoto, rimanevano sospesi a mezz’aria senza farsi nulla. I
domatori invece, cavalcavano
le loro fiere, leoni e tigri senza averne il minimo timore e questi
ultimi
docili, ubbidivano e facevano le fusa come gattini che han voglia di
coccole.
La bambina quasi, per un istante, pensò addirittura di
poterne accarezzare uno
tanto erano buoni!
Questa
era magia. La
bambina sapeva bene che nel mondo reale tutto ciò non era
possibile. Certe cose
non potevano esistere. O almeno lei, non le aveva mai viste. Forse
però questo
circo era speciale e proprio per questo qui l’impossibile
diveniva possibile e
la magia era reale.
La
bambina quindi, che
fino allora, se ne era stata ferma e buona a osservare il tutto, a
piccoli
passi avanzò. Non ne aveva ancora abbastanza di quel magico
modo e voleva
vedere dell’altro. Un clown sul triciclo, magari, capace di
poter volare e fare
piroette, su nel soffitto. Ciò che vide allora, fu quanto
più di straordinario
la sua testolina avrebbe mai potuto anche solo immaginare.
Un
uomo dalla barba
nera, lunga e folta con degli altrettanti lunghi e folti baffi neri
aveva
appena messo in bocca un bastone infuocato, tant’è
che la bambina portò una
manina alla gola, sentendola quasi bruciare per quanto quella scena
l’avesse
sconvolta. Fu allora che l’uomo, dopo aver riaperto la bocca,
anziché fuoco
soffiò via delle farfalle, coloratissime farfalle, delle
più varie dimensioni
che raggiunsero la bambina e l’avvolsero, con i colori e le
loro ali.
“Dahlia!”
Un braccio s'introdusse
attraverso il tendone gonfio e la bambina fu trascinata fuori da quel
mondo
incantato, dalla madre che tanto l’aveva cercata. La bambina
più volte dopo
quell’episodio si chiese se quello fosse stato tutto un dolce
sogno o la
realtà. Una cosa è certa… non
dimenticò mai quel circo dei sogni.