Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Herrmioni    11/09/2006    2 recensioni
One shot senza pretese... Remus si trova al centro di una battaglia, troneggiato dalla persona che odia di più al mondo. Ed è solo. Ma sarà davvero così? La canzone usata è "You are not alone" di M.Jackson. L'ho scritta molto tempo fa, ma mi è venuto voglia di pubblicarla... se commentaste mi farebbe molto piacere!!! Un bacione, Herrmioni
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You are not alone

Remus si trovava al centro della strada. E al centro dello scontro. Si trovavano nella periferia di Hogsmeade, vicino al pub Testa di Porco. Il gruppo di Mangiamorte aveva tentato di raggiungere Hogwarts da lì. Ma l’Ordine li stava tenendo d’occhio da un pezzo. Con Remus quella notte c’erano anche Moody, Tonks e Shackleboalt. L’allarme era stato lanciato, e Silente e la McGranitt sarebbero sicuramente giunti a momenti. I Mangiamorte avevano ancora tutti il volto coperto ma era sicuro che lei fosse lì. L’aveva riconosciuta dalla voce, aveva tremato nell’udire la sua odiosa risata agghiacciante. Era lei che capeggiava il gruppo. Maledetta lei, lei che gliel’aveva portato via! In quel momento era impegnato a lottare con altri due Mangiamorte. Incombevano su di lui minacciosi. Erano grossi, molto grossi, ma altrettanto lenti e stupidi. Sembravano due troll. Non fu difficile per lui liberarsene, ma dopo che li ebbe schiantati sentì il sangue, caldo e vischioso, colargli copiosamente sulla guancia, proveniente da un taglio profondo che si era aperto sopra il suo sopracciglio sinistro. Si ripulì alla bene e meglio con la manica della tunica e si guardò intorno per cercarla, per trovarla e, si ci fosse riuscito, per ucciderla. L’ira e il desiderio di vendetta si stavano a poco a poco impadronendo di lui. Stava per perdere il controllo e il senso della realtà. Voltandosi intravide Tonks, pallida e ansimante e in netta difficoltà, arretrare sempre di più contro il muro di un edificio. Riusciva ancora a difendersi, ma presto sarebbe caduta sotto i colpi di quel Mangiamorte che, a differenza degli altri due, era piuttosto abile. Prese a correre verso di lei quando di colpo si sentì le gambe bloccate e cadde rovinosamente a terra. Facendo leva sui gomiti e lasciandosi sfuggire una smorfia di dolore guardò in basso. Grosse funi verdi lo avevano legato e ora lo stringevano sempre di più. Nella caduta la bacchetta gli era volata via di mano e stava a diversi metri da lui. Cercò di liberarsi con le mani, ma le corde magiche non mollavano. Allora cominciò a strisciare, cercando di raggiungere la bacchetta.

-Dove credi di andare, Lupin?-

Di nuovo la sua risata gli colpì sgradevolmente le orecchie. Alzò lo sguardo. Bellatrix Black troneggiava sopra di lui, ora a volto scoperto. Teneva la bacchetta puntata su di lui. Sorrideva, o meglio, le sue labbra sottili ed esangui erano distorte in un ghigno che sapeva di cattiveria pura. Era malvagia Bellatrix, malvagia e completamente pazza. Remus ricominciò a muoversi freneticamente, ansimando per la rabbia e l’agitazione. Doveva assolutamente raggiungere la sua bacchetta, ma la distanza sembrava aumentare invece che diminuire. E lei che continuava a ridere. Lo stava facendo impazzire.

-Aspetta. Ti do una mano.-

Bastò un suo gesto veloce e Remus si sentì sollevare in aria. Allarmato guardò sotto di sé. La strada lastricata si allontanava da lui. Poi Bellatrix lo scaraventò contro un muro di fronte a loro. L’impatto fu tremendo. Rimase stordito per alcuni secondi. Aprì a fatica gli occhi. Vedeva tutto sfocato e la testa gli pulsava tremendamente. La bacchetta magica però ora era poco distante da lui. Allungò una mano, tutta graffiata, per afferrarla, ma lei gliela bloccò con un suo piede. Bellatrix premette forte e lui si lasciò sfuggire un gemito.

-Sei solo, Lupin! Completamente solo.-

Ma in quel momento qualcosa cambiò. Fu come se il tempo si fosse fermato. La battaglia cessò. Tutti erano rimasti immobili nella posizione in cui si trovavano, chi a terra, chi in procinto di scagliare un incantesimo.

-Ma che diavolo sta succedendo?- gridò Bellatrix stupita, ma in quell’attimo fu sbalzata via e ruzzolò poco lontano.

-Remus.-

La voce che lo raggiunse era roca e ovattata. Sembrava quasi provenire da dentro di lui. Tremò per l’emozione. Conosceva quella voce, l’avrebbe riconosciuta tra mille. Lo raggiunse come una carezza, come una ventata di aria pura. Il mago riaprì gli occhi e sollevò leggermente la testa, dilaniato dai dolori. Lui era avvolto da una specie di luce azzurrina. Ed era bellissimo. Si era chinato e aveva raccolto la sua bacchetta. E adesso si stava avvicinando. Si inginocchiò di fronte a lui e lo aiutò a rialzarsi. La sua mano si chiuse sul suo polso. Era gelido. Tuttavia Remus sentì uno strano calore pervadergli il corpo. Lo sostenne mentre tremava e si ripiegava sulle ginocchia. Lo mise in piedi e gli consegnò la bacchetta e sorrise. Il sorriso più meraviglioso del mondo, quello di un angelo dal Paradiso.

-Sirius?-

Another day has gone

I’m still all alone

How could this be

You’re not here with me

You never say goodbye

Someone tell me why

Did you have to go

And leave my world so cold

Era apparso così, all’improvviso, lasciandolo di stucco. Come amava fare quando… quando era ancora in vita. Remus abbassò lo sguardo. Aveva la sua bacchetta ora, e Bellatrix era a terra. Poteva vendicarsi, poteva catturarla, ucciderla… poteva farle tutto quello che voleva. Sirius gliela stava indicando concitato, ma lui lasciò cadere a terra la bacchetta. Non gli importava più niente di lei. Che fuggisse pure se lo desiderava. Gli occhi gli bruciavano terribilmente, sentì le guance inumidirsi. Lacrime e sangue. Si avvicinò a Sirius e tese la mano per sfiorargli i lunghi, disordinati capelli neri. Il mago si bloccò e rimase immobile. Sirius alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo, poi sorrise e riabbassò lo sguardo su di lui. Aveva capito. Di nuovo Remus poté ammirare quei magnifici occhi color del ghiaccio, così intensi, che sapevano leggergli l’anima. Nessuno lo conosceva come Sirius, e Remus non aveva mai amato nessuno come lui. Era certo che l’altro sapesse perfettamente come si sentiva.

-Perché mi hai lasciato da solo?-

Sirius spalancò gli occhi, poi sorrise mesto. Gli accarezzò una guancia e poi posò la sua mano sul petto di Remus. Ascoltò ad occhi chiusi il battito del suo cuore, che si faceva sempre più veloce.

You are not alone

For I am here with you

Though you’re far away

I am here to stay

But you are not alone

For I am here with you

Though we’re far apart

You’re always in my heart

-Tu non sei solo.-

La voce di Sirius raggiunse di nuovo le orecchie di Remus. Credeva che non l’avrebbe mai più sentita. Spostò, forse un po’ bruscamente, il braccio di Sirius e si gettò contro di lui. Si aggrappò alla sua schiena, affondò il volto nell’incavo fra il collo e la spalla. Sirius rimase per un secondo spiazzato, ma poi sorrise dolcemente e circondo le spalle esili di Remus con le proprie braccia. Non sapeva bene come mai si trovava lì, la forza che gli aveva permesso di correre da lui quando lo aveva visto in pericolo. Sì perché lui lo vedeva sempre, era l’unica cosa che poteva fare oltre al Velo. Vedere. Ma qualcosa era successo. Aveva sentito il suo pianto l’altra notte. Aveva chiamato il suo nome. E lui lo aveva sentito e improvvisamente, quella sera, si era ritrovato lì, tra lui e Bellatrix.

Just the other night

I thought I heard you cry

Asking me to come

And hold you in my arms

I can hear your prayers

Your burdens I will bear

But first I need your hand

Then forever can begin

Con la cosa dell’occhio videro entrambi che Silente e la McGranitt erano arrivati. La situazione ormai poteva definirsi "sotto controllo"…per quanto questo termine avesse senso. Allontanò leggermente Remus da lui e lo fissò negli occhi. Poi si chinò a baciarlo. Un bacio veloce, tenero.

-Smaterializzati. Non so quanto potrò rimanere qui.- gli sussurrò, ancora a pochi centimetri dalle sue labbra. Remus annuì. Tremando leggermente si chinò a raccogliere la bacchetta. Subito dopo i due sparirono dalla strada.

***

Sirius era in piedi di fronte al letto a baldacchino della sua vecchia camera. Le coperte scarlatte coprivano Remus addormentato a partire dal bacino. Era incredibilmente magro. Poteva osservare la curvatura dolce delle spalle, la pelle morbida e dorata del torace, ricoperta da graffi e cicatrici. Segni che lui conosceva a memoria. Segni che aveva percorso, con le dita e con le labbra, milioni di volte. Il suo Remus. Lo amava come il primo giorno, quando si erano scambiati un timido e imbarazzatissimo bacio nella Stamberga Strillante. Accarezzò i capelli ingrigiti dell’amante, erano ancora soffici e profumati. Il freddo della sua pelle di fantasma, o qualsiasi altra cosa fosse, svegliarono il mago addormentato. Aprì piano gli occhi, due schegge d’ambra che colpirono dritto al cuore Sirius. Ora sarebbe stato ancora più difficile dirgli addio. Remus gli sorrise tenero.

-Ti amo, lo sai?-

Sirius annuì mordendosi il labbro.

‘Non rendermi tutto ancora più difficile, amore!’

-Sì…-

Si sedette sul letto e si abbassò su Remus. Gli prese il volto tra le mani, sorridendo al sentirlo rabbrividire sotto il suo tocco. Si avvicinò e posò le sue labbra su quelle carnose e calde di Remus. Labbra di vivo contro labbra di… morto? Improvvisamente una forza potente e indesiderata si impadronì di lui. Fu costretto a interrompere il bacio, che avrebbe voluto continuare per l’eternità. Remus lo guardò.

-Devo andare. Il tempo è scaduto.-

-Come hai fatto ad arrivare qui? Dimmi almeno questo.- gli chiese il mago, con una tristezza profonda nella voce.

-Non lo so.- rispose sinceramente Sirius, allargando le braccia. E davvero non ne aveva idea.

-Qualcosa mi ha fatto giungere qui, e quella stessa cosa ora vuole riportarmi indietro. Perdonami.-

-E perché? Mi hai salvato la vita, Sirius.-

-Allora… addio- mormorò Sirius abbracciando Remus. Lo sentì muoversi tra le sue braccia, agitato.

-Ti prego, non lasciarmi!- singhiozzò, aggrappandosi disperatamente alle sue spalle. Sirius sentiva un enorme nodo in gola. Non avrebbe mai voluto ma doveva.

-Devo, amore.-

-Non lasciarmi solo.-

Sirius stava cominciando a svanire.

-Non farlo!-

-Non sei da solo.-

E svanì.

Everyday I sit and ask myself
How did love slip away
Something whispers in my ear and says
That you are not alone
For I am here with you
Though you're far away
I am here to stay

For you are not alone
For I am here with you
Though we're far apart
You're always in my heart
For you are not alone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Herrmioni