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Autore: Danna_98    01/02/2012    1 recensioni
Non che tu abbia conservato un’anima, sia chiaro. È andata a farsi fottere, insieme alla tua possibilità di essere felice, quando per la prima volta ti hanno definito l’Erede dei Black.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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In Puro Stile Black

Oramai aveva gli occhi di un uomo che aveva visto altri cieli.
Nessuno più malinconico, più altero, di quel cielo grigio costellato di nubi, sipario eternamente triste, eternamente appropriato, per quell’antica magione conservata nel ghiaccio.
Black Manor si stagliava nelle nevi perenni, immensa e lontana, la sua eterna vita consumata nelle alture ghiacciate di una lontana e quanto mai ignota isola Irlandese.

Tu, dall’alto dei tuoi 22 anni, ti sei ritrovato lì scappando dai Potter, dalla loro vita perfetta.

Un altro tassello della tua vita è scappato, superando l’orizzonte ghiacciato, facendosi scudo della nebbia.
Era sempre stato inappropriato, utile solo alla baleniera vestita di pizzo.
Regulus, l’inutile Regulus, ti ha mostrato con la sua morte l’incubo.
L’incubo di svegliarti un giorno e non trovarli più.
Di non trovare le ombre eleganti e intoccabili dei fantasmi del tuo passato.

Molli l’enorme giaccone di pelle nera, liso, che ti arriva al ginocchio, sul lungo divano in stile puramente Black, costosissimo e scomodissimo. Lo posi distrattamente, ma con un eleganza naturale e ricercata, irraggiungibile per qualunque essere umano.

Il marmo nero risuona tetro sotto le tue costose scarpe lucide.
Il suono del tuo respiro è ovattato dalle fredde pareti di una magione, anch'essa in puro stile Black, algida e tetra, indefinibile casa per un qualsiasi essere che conserva ancora un anelito d’anima.
Non che tu abbia conservato un’anima, sia chiaro.
È andata a farsi fottere, insieme alla tua possibilità di essere felice, quando per la prima volta ti hanno definito l’Erede dei Black.

Naturalmente lei era lì.
Aveva la bellezza dolcissima e decadente di un bocciolo di rosa sfiorito, che, ancora battagliero, nasconde la sua essenza dietro all'ultimo baluardo, gli ultimi petali, forse secchi, forse sfigurati, ma lievi, dolci e maturi.
Dei petali che lasciano dietro di loro uno strano senso d’ansia, poichè ti costringono a chiederti se scompariranno prima di mostrare la loro tanto difesa e perduta speranza.
Portando con se la bellezza di un tempo lontano portato via dal vento impaziente di vivere nuove ere, di conoscere dolcezze nuove dal sapore estero, di viaggiare sulle ali che, pian piano, lo trasportano lontano.

Si guardarono e fu questione di un istante.
Bellatrix Druella Black in Lestrange si alza da quella vecchia poltrona di broccato argento.
Si alza nel suo lungo vestito nero da gli intricati arabeschi di pizzo oscuro.
Chiude gli occhi nel vederti inginocchiare, serra le palpebre truccate pesantemente, le ciglia allungate e sapientemente inumidite da un costoso, costosissimo mascara, probabilmente sottratto a sua sorella Cissy, sipario impenetrabile per occhi scuri, simili ai tuoi, occhi d’ossidiana, di giaietto dai cangianti riflessi di tempesta di cui mai avevi compreso tutte le sfumature.
Ti esibisci, tu, Sirius Orion Black, figlio di un inetto qual era Orion Black e di Walburga Black in Black,arcigna ma bellissima regina nella sua gioventù d’oro e d’argento da tempo sfumata.
Ti esibisci in un perfetto baciamano, in puro e mai più così giusto stile Black.

Non parlaste quella notte. Non ne aveste il tempo.
Non parlaste neanche nei giorni seguenti, giorni che parevano mesi, mesi che parevano giorni.

Non parlaste perché per voi i gesti, puri gesti in stile Black, valevano di più, molto di più.
Valeva di più il lungo bacio scambiatovi al vostro incontro.
Il lungo bacio che vi aveva costretto a trasferirvi sul lungo, durissimo e scomodissimo divano in puro stile Black.
Valeva di più il tempo trascorso in interminabili partite di scacchi che vedevano protagonisti i pezzi di cristallo sparsi per terra e il letto della stanza Cobalto.
Valevano di più i lunghi pomeriggi passati a sorseggiare The che riportavano più tazzine rotte che altro.
Valeva di più il suo addio, Sirius, quello in cui ti aveva restituito l’anello.
L’anello con il sigillo dell’Erede.
Dell’Erede dei Black.

L’anello che rappresentava e scacciava l’incubo.
Incubo di cui, in puro stile Black, non avevi più paura.

  
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