Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: AntheaMalec    01/02/2012    5 recensioni
Una one-shot dal punto di vista di John Watson, dopo la morte di Sherlock Holmes. Precisamente si colloca nel momento della puntata in cui si trova seduto sulla poltrona del 221B di Baker Street, da solo. 619 parole.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Alone

 

 

 

This is the hardest story that I've ever told.
No hope, no love, no glory.
A happy ending gone forever more.
I fell as if I'm wasted,
And I'm wasted every day.

[Happy Ending – Mika]

 

 

 

Non potevo crederci che quel giorno sarebbe arrivato così presto eppure eccomi lì, seduto da solo nel nostro appartamento, l’unica mia compagna era il silenzio, così surreale, così inconcepibile, che aleggiava da giorni nel locale, un silenzio che non aveva mai abitato insieme a noi. 
Un silenzio di morte e di tristezza, un silenzio che sapeva di parole mai dette e di prematurità. 
Non riuscivo a non fissare quella poltrona vuota dinanzi a me in una muta preghiera di ritorno che faceva male all’anima, non riuscivo a distrarmi dal ricordo della sua caduta e da quel corpo insanguinato, il suo, ancora una volta. 
Potevo afferrare quell’attimo in cui avevo sentito il battito nullo sotto alla pressione delle mie dita, potevo ricordare la confusione, gli occhi incapaci di guardare ma allo stesso tempo fermi sul cadavere, per non perdersi nemmeno un attimo di lui, ancora una volta, l’ultima
In questo momento vorrei poter urlare il tuo nome –trovare il fiato e la forza, farlo rimbombare per quelle pareti senza senso, ma saprei che tu non saresti lì, che tu non ci sarai più. Avevo deciso insieme alla signora Hudson di non entrare più in quell’appartamento così saturo di ricordi troppo dolorosi, ferite ancora troppo aperte per poterci passare sopra come se nulla fosse, eppure appena ero entrato dalla porta d’ingresso una forza più grande si era impossessata di me, guidandomi nel salotto dove troppe volte ci eravamo riuniti. 
Ora, a guardare tutte le sue cianfrusaglie buttate confusamente sul pavimento, ad osservare gli oggetti per lavorare e quel buffo cappello che era rimasto sulla scrivania, immobile, non riuscivo a non fermare le lacrime che mi rendevano la vista sfocata. 
Silenzio, malinconia, e quel senso di abitudine strappato rudemente dalle mani. 
Sherlock Holmes, quell’insopportabile arrogante saputello, era la persona migliore che avevo avuto il privilegio di conoscere, un amico particolare, certo, ma non per questo cattivo. 
Io mi fidavo di lui, nonostante tutto e tutti, nonostante le parole cattive che circolavano sui giornali, nonostante le sue parole prima della fine. 
Avevamo condiviso molto, tra emozioni accuratamente celate e sgradevoli avvenimenti. 
Non sarebbe più stata la stessa cosa, non con quel buco nero al centro del petto, non senza di lui, così grande e pieno di sé, così estraneo all’essere umano standard. 
Stavo seduto su quella poltrona da un tempo indefinito mentre i ricordi affluivano come un mare in piena, infermabili. 
E già mi mancava tutto di lui, il violino suonato nel cuore della notte e la sua ossessione per le sigarette, mi mancava la sua intelligenza che mi irritava e mi affascinava allo stesso tempo e mi mancavano quei gesti, quasi casuali, che dimostravano quanto umano potesse essere, nonostante molti affermassero il contrario.  
Feci coincidere i palmi dei piedi tra loro –come facevano i bambini nei momenti di solitudine, in un senso di protezione che intimamente mi serviva perché la perdita era ancora fresca e il silenzio ancora troppo ingombrante. 
Avrei voluto cambiare pagina senza dover provare nulla, avrei voluto spazzare via tutti i suoi oggetti senza pensarci e mandare al diavolo il 221 B di Baker Street come se non fosse mai esistito. 
Volevo non sentire nulla perché ciò che sentivo dava la nausea e sapevo che non sarebbe passato. 
Gli incubi erano rincominciati, più impetuosi di prima, ma non era più la guerra il centro dei miei pensieri. Era lui, tutto Sherlock Holmes, dalle risate alla rabbia, dal dolore alla spontaneità. 
Ma lui era...morto, definitivamente, e questo non poteva essere cancellato. 
Sarei andato avanti, l’avrei fatto davvero, per me e per lui. 
Sarei andato avanti, avrei cambiato capitolo. 
E avrei mostrato la mia tristezza, tra un respiro e l’altro, solo alla mia anima.

Addio Sherlock Holmes, addio migliore amico.

 

 

We're so close yet so far apart
I close my eyes I look away
That's just because I'm not okay
But I hold on, I stay strong

[Pretending – Glee Cast]

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: AntheaMalec