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Autore: Capriccio biondo    01/02/2012    18 recensioni
Questa one shot, classificatasi quarta al contest "Hi! Nice to meet you", descrive l'incontro fra Edward e Bella all'alba dei tempi, prima della loro comparsa come esseri umani, in un limbo paradisiaco che già li vede come predestinati. E' una shot dedicata alla forza e alla purezza dell'anima di Edward.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight
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Luce. Era l’essenza fondamentale di quel luogo, che aveva molti nomi, tutti dati da chi non poteva averne esperienza concreta. Lì si viveva in comunione e in pace con tutti e col Creatore, aspettando che arrivasse per ciascuno il momento di nascere sulla Terra. Mi chiamo Edward, per ora solo quello. Avrò un cognome quando nascerò, quando prenderò le sembianze di un neonato e non ricorderò più nulla della mia attuale esistenza. Questo è il destino che attende ciascuno di noi. L’anima viene creata e rimane qui fino al momento, già stabilito all’alba dei tempi, in cui ciascuno nascerà e andrà incontro al proprio destino. Finché siamo qui già ne siamo a conoscenza, conosciamo dove nasceremo, per quanto tempo rimarremo sulla Terra e quando moriremo. Presto arriverà il mio momento. Sono emozionato, vivrò un’infanzia serena, sarò amato moltissimo anche perché sarò figlio unico. Non ho incontrato le anime di fratelli o sorelle qui. Tuttavia, la mia vita sarà breve. Un’epidemia di spagnola spazzerà via tutta la mia famiglia. Mi sono già visto agonizzante su un letto d’ospedale pur nel fiore dell’età. Non importa, tornerò qui, in una dimensione diversa, ma qui, nella luce. Sono sereno, felice, desideroso di vivere appieno tutto. Cammino tra i sentieri, in mezzo alla pace, alla serenità, alla gioia e mi fermo a bere alla fonte. Fa caldo oggi, nonostante la mia veste leggera. Sorseggio direttamente l’acqua dalla sorgente e mi passo una mano tra i capelli, bagnandoli un po’ e ravvivandoli. Mi stendo sull’erba sotto la grande quercia e chiudo gli occhi. I miei amici mi stanno aspettando, scalpitano. Non facciamo altro che parlare della nostra prossima partenza e delle prime sensazioni, delle sconosciute pulsioni che cominciamo a sentire. E’ naturale. Siamo vicini più di chiunque altro qui al mondo terrestre con le sue tentazioni e il nostro peccato originale consiste nell’esserne toccati. Ora, però, voglio riposare, mi sento improvvisamente stanco e un lieve bruciore dietro la spalla destra mi mantiene vigile. Sento delle risate, degli schiamazzi, dei tonfi nell’acqua. Risate femminili. Mi avvicino curioso e la vedo. E’ immersa nel laghetto fino alla vita, i suoi capelli scuri sono raccolti in una coda ordinata mentre la sua veste bianca e umida rivela le sue forme più del dovuto. Non dovrei fissarla in questo modo, non dovrei pensare certe cose su di lei, sul suo splendido corpo, dovrei pensare solo alla sua anima candida. Lei si gira lentamente e mi vede. Non faccio nulla per nascondermi, mi sento legato, mi sento attratto come se fosse il centro esatto del mio mondo, come se tutto quello che ci circonda non esistesse, come se per me non ci fosse che lei da sempre e per sempre. E’ una sensazione strana, nuova, devastante, che mi fa sentire leggero e allo stesso tempo carico di apprensione. Che cosa starà sentendo lei? Cosa penserà di me? Che la stessi spiando? Che volessi guardarla malevolmente? No, lei è pura, è bianca, è un’anima gentile e, continuando a tenere gli occhi ancorati ai miei, esce dall’acqua e mi viene incontro.

- Ciao….

Glielo dico così, guardandola semplicemente.

- Ciao…

Mi risponde continuando a fissare qualcosa vicino alle punte dei suoi piedi.

- Non volevo spaventarti, né disturbarti…ti ho vista e ho pensato…beh…ho pensato che sei bellissima!

La mia ninfa sembra muovere lentamente il capo da destra a sinistra come a cercare qualcosa o qualcuno.

- Mi chiamo Edward…

Continuo il mio monologo sperando lei mi offra almeno la visione dei suoi grandi occhi color cioccolato. Gli occhi non mentono mai e lei comunque non lo potrebbe fare. Qui non si sa ancora cosa sia la menzogna.

- Sono Isabella…e anche tu sei molto bello.

Il mio cuore si gonfia di un sentimento rivoluzionario, di un amore diverso da quello che provo per i miei amici, per le altre persone cui voglio bene. Non so come gestirlo, non so se anche lei provi o meno questo turbamento nell’anima.

- Isabella…ti va di stare un po’ con me? Di parlare? Di conoscerci?

Lei mi sorride ed io mi perdo, nella ragazza più bella che io abbia mai visto, nella sua luce, nella sua limpidezza d’anima.

- Sì, Edward, sediamoci qui.

Mi prende per mano ed io mi sento sciogliere. Il calore che nasce tra le nostre dita intrecciate mi pervade in ogni fibra. Non ho mai sentito nulla del genere, non so come definirlo e neppure cosa aspettarmi. Ci sediamo su una panchina finemente scolpita alla riva del laghetto, riparata all’ombra di un grosso salice piangente.

- Sei qui da molto?

Isabella prende in mano la situazione, mentre io sono ancora troppo scosso dalle nuove sensazioni che mi travolgono come grosse onde.

- Sì, il mio tempo sta per arrivare. Nascerò tra poco.

Un velo di tristezza passa nei suoi occhi, o questo è quello che voglio leggere io.

- Invece tu? Rimarrai ancora per molto?

Spero mi dica di no, voglio avere almeno una speranza di ritrovarla, di averla al mio fianco nella vita terrena.

- No, per il nostro concetto di tempo non ancora per molto. Per la vita umana però sono più di ottant’anni.

Mi sento gelare. Io sarò già morto quando lei nascerà. Non avrò modo di rivederla, di bearmi della sua bellezza, di condividere qualcosa con lei, di amarla come un uomo ama una donna. L’angoscia s’impadronisce di me, mi chiude la bocca dello stomaco e mi crea un nodo alla gola che m’impedisce il respiro.

- Perché sei triste Edward?

La guardo e capisco che non saprei mentirle nemmeno se volessi farlo realmente. E’ lo specchio della mia anima, la compagna della mia esistenza. E’ così raro trovare la persona che ci completa. Io l’ho trovata casualmente e la sto perdendo. Voglio confessarle tutto, non ho tempo da perdere.

- Isabella, io vorrei starti vicino, passare molto tempo con te…non so se riesci a sentirlo…

- Lo sento Edward, è quello che provo io.

Gioia. Immensa, ingestibile, irrefrenabile gioia. Le sorrido, lei lo fa di rimando.

- Non so cosa sia Edward…

- Neppure io, so solo che senza di te non esisto, non respiro, non sento il cuore battere…

- Stai con me allora, stammi vicino…

La speranza nelle sue parole mi fa ancora più male. Ferirla dovendo dirle la verità mi devasta.

- Io devo andare, fra pochissimo, la grande luce mi prenderà e sarò già morto quando tu nascerai…

Lei, inaspettatamente, mi getta le braccia al collo. Il suo profumo mi invade le narici ed io penso che vorrei portarmelo addosso per sempre, che vorrei fondermi con lei come il pane e il burro fuso, che sarei disposto a dare qualunque cosa per portarla con me.

- Ti dà fastidio se ti accarezzo, se ti tocco?

Isabella si stacca e mi guarda con un’espressione interrogativa.

Voglio rassicurarla. Le parlo con tono pacato, tentando di arginare l’impeto, lo slancio, l’ardore che provo per lei.

- E’ un modo per comunicare anche senza parlarci. Tu mi hai abbracciato prima. Volevi dirmi che ti dispiace che io debba separarmi da te così presto, no?

Lei annuisce con fare infantile. Ci sorridiamo.

- Si possono dire molte cose in questo modo…che sono felice d’averti incontrato…

Le accarezzo la guancia con la punta delle dita, mentre lei chiude gli occhi.

- …che vorrei portarti con me….

Le prendo delicatamente le mani e faccio intrecciare le nostre dita.

- …che penso di amarti!

Fisso i suoi occhi, poi le sue labbra e lentamente mi avvicino. La sfioro, leggero, quasi impalpabile. Isabella arrossisce e mi passa una delle sue piccole mani tra i capelli.

- Ti amo Isabella…

Un sussurro vicino al suo orecchio. Un addio più che una dichiarazione.

- Ti amo anch’io Edward…

La dolcezza nel suo sguardo, la disperazione nel tono della sua voce, la tenerezza nell’aggrapparsi alla mia veste mi sovrastano. Le nostre bocche si cercano nuovamente parlandosi per tutti gli anni a venire e rimpiangendosi per il tempo già passato.

- Vieni con me, non voglio vivere senza di te, non voglio andarmene!

- Non posso Edward, lo sai, non sta a noi decidere…

- Io non lo voglio un mondo dove tu non esisti!

- Incontrerai qualcun’altra…

Ostenta sicurezza, ma la sua voce si è incrinata e una lacrima piena e calda scende sulla sua guancia fino a posarsi sulle nostre mani ancora unite.

- Tentiamo Isabella! Andiamo al grande cerchio di pietra, dove tutti quelli che devono essere investiti dalla grande luce si riuniscono. Ci confonderemo e nasceremo nello stesso momento. Potremo ritrovarci, crescere insieme, amarci per l’eternità.

Mi alzo e le porgo la mano in un chiaro gesto d’invito. Mi sceglie ancora una volta e ci incamminiamo verso la nostra meta. Ci uniamo agli altri, vesti bianche brulicanti, tutti in trepida attesa. Ad un tratto il sole sembra muoversi attorno a noi, seguendo la circonferenza della grande costruzione di pietra nera, e contemporaneamente abbassarsi. La luce ci pervade, mentre chiudo Isabella fra le mie braccia e la stringo al mio petto, come fosse parte di me, della mia essenza, della mia anima.

- Edward…

Una voce melodiosa, ma ferma, fa echeggiare il mio nome. E’ Michael. Mi guarda con un’espressione gentile, comprensiva, declinando i suoi tratti in un sorriso sincero. Una bellezza sfolgorante che è emanazione diretta della potenza sia generatrice che distruttiva del Creatore. Mi invita ad avvicinarmi con un cenno della testa. Lo faccio a capo chino. Lui sa già tutto e, pur accarezzando Isabella con lo sguardo, pronuncia la sua sentenza.

- Non è ancora il suo momento Edward.

- Io l’amo! Non so se sia una giustificazione valida, ma è così.

- L’amore non è egoismo, ragazzo mio, è soprattutto far dono all’altro di se stessi senza alcuna pretesa, lasciar libera l’altra persona perché segua il proprio destino.

- La sua strada non incontrerà mai la mia. Io morirò prima della sua nascita. Che senso ha allora il mio amore per lei e il suo per me?

- Devi avere fede Edward! Tutto è già scritto!

- Non capisco…

Guardo Isabella e trovo la forza per andare ancora avanti.

- Ti prego Michael! Dacci una speranza, un qualcosa cui aggrapparci che non sia la disperazione, un segno…

- Siete predestinati. Portate lo stesso simbolo impresso dietro alla spalla destra. Ognuno di voi lo ha, ma si rende visibile solo quando vi imbattete nei vostri compagni.

D’istinto appoggio la mano sul mio e poi guardo l’esile spalla del mio amore, sulla quale troneggia un piccolo simbolo circolare. Sono ancora più confuso, anche se una flebile speranza si sta facendo strada nel mio cuore. Isabella si stringe a me ancora di più. Sembra un cucciolo smarrito.

- La ritroverò…non so come, ma lei sarà mia…è così?

Michael mi sorride ancora con benevolenza.

- Sì, Edward.

- Come la riconoscerò?

- Il tuo amore ti guiderà da lei, agirà per te contro ogni razionalità, sovrasterà ogni altro istinto.

-…ed io come potrò riconoscerlo?

La voce di Isabella arriva come un lieve sussurro, ma la determinazione nel suo timbro e nel suo sguardo colpisce Michael.

- Non ti potrai sbagliare, lui avrà gli occhi dorati. Ora però dobbiamo andare, il tempo qui è scaduto.

Isabella mi guarda angosciata. La stringo a me mentre mi ripeto che devo essere forte anche per lei, che devo infonderle fiducia. La bacio avvolgendo le sue labbra con le mie.

- Ti aspetterò amore mio…per sempre…

La vedo muovere le labbra ma non la sento. La luce mi avvolge.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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