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Autore: CriJovi    01/02/2012    6 recensioni
E' la prima volta che trovo il coraggio di pubblicare una mia storia.
Tutto è nato di getto,ogni volta che ascolto questa canzone dei Bon Jovi penso alla situazione in cui Jon l'ha scritta e ci fantastico parecchio. Per questo ho deciso di scriverci una one-shot.
"You see your best friend going through this hell, and it was an emotion that was right there to be had."
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio e Silenzio. Terribile e deprimente accoppiata.
Cosa più importante,tutto quel silenzio induce a pensare,rimuginare e rimpiangere.
Richie decise così di aggiungere a tutta quella tristezza l'alcol. Ma non una bottiglia di buon vino francese,no.
Bottiglie su bottiglie di alcool pesanti,difficili da smaltire. Lo costringevano a stare incollato li,in quell'appartamento da 4 soldi affittato al'ultimo secondo dopo la separazione con Heather,a fissare il vuoto davanti a sè.
Tapparelle abbassate,come per volersi nascondere dal mondo.
Si passò una mano sulla faccia,voleva svegliarsi da quel terribile incubo,ma tutto fu vano.
E pensare che si era già scolato tre bottiglie di rhum.
Evidentemente il pensiero di Heather e della sua piccola Ava riusciva a prevalere anche su questo.
'Che motivo ho per vivere adesso? Ho rovinato tutto,tutto. Mi vergogno di me stesso. Senza di loro non ho neanche più vena creativa. Anche papà se n'è andato. Lui si che mi sapeva confortare. Perchè te ne sei andato papà? perchè l'hai fatto?Se non ho voi e non ho la musica che diavolo mi rimane?' Una lacrima bagnò la sua guancia. 'Ho Jon,è vero. Ma lui ha una famiglia da accudire,non può farmi da balia. Chi può biasimarlo. Basta. Questa è la volta buona che la faccio finita. Toglierei un peso a molti. Pensiamoci: Heather avrebbe Ava tutta per se,Jon non dovrebbe più prendersi cura di me,e la piccola Ava non dovrebbe crescere con un padre degenere come me. Un chitarrista per la band si trova subito,non sono poi così dotato,si può trovare di meglio. Già.'
Sospirò e sorseggiò un'altra volta dalla sua bottiglia di rhum da poco iniziata.
Una nuova lacrima scese,questa volta più velocemente,e senza dare tempo all'uomo di asciugarla con il palmo della mano.
Gli bagnò il labbro superiore,lasciandogli un retrogusto salato. Sorrise amaramente.
'Deve essere bello morire così,bere,bere,bere. Finchè i pensieri,la vista non ti si appannano. Muori felice,senza pensieri. O almeno credo,non posso saperlo con certezza. Chissà quante bottiglie devo scolarmi prima di far finire questa asfissiante sofferenza.'
Diede un altro sorso,e poi un altro,ed un altro ancora.
Fichè qualcuno non busso alla porta. Un colpo. Due colpi. Tre colpi. "LO SO CHE SEI LI DENTRO BASTARDO!"
Richie mugugnò tenendosi la testa. "Apri Richie,ti scongiuro. Sono giorni che sei rinchiuso. Ho bisogno di parlarti."
Richie appoggiò la bottiglia di alcol sul tavolino poco distante e si trascinò alla porta rumorosamente.
Accese la luce e guardò dallo spioncino,seppur sapesse già di chi si trattasse.
"Bisogno di parlarmi? O bisogno di farmi una paternale come tuo solito Jon? Lasciami stare."
Jon sbuffò. "Sono venuto semplicemente perchè ho voglia di parlare meglio con te. Sono giorni che non ci vediamo e non è da noi. Hai intenzione di farmi stare nel pianerottolo per ore?"
Richie si appoggiò con le spalle al muro e si accasciò a terra. "Non voglio che tu mi veda cosi."
"Cosi come?"
"In questo terribile stato."
"Ti ho visto ubriaco,fatto,nudo,cosparso di panna montata,con i capelli cotonati,con i capelli biondi,con un occhio nero quando avevi fatto a botte con quel tipo,ti ricordi? Pensi che me ne possa importare qualcosa del tuo stato? Diamine bro,fammi entrare!"
Diede un ultimo vigoroso colpo prima che Richie aprisse la porta e lo lasciasse entrare. Tenne la testa bassa.
"Però,non credo tu mi abbia mai visto piangere." Sussurrò dando libero sfogo alle sue frustrazioni.
Incredibile come Jon,anche con la sua semplice presenza,riuscisse a farlo svuotare,liberare.
Si chiedeva sempre come facesse,ed in tutti quegli anni di amicizia,non aveva ancora trovato una risposta plausibile ed accettabile.
Jon sospirò,si posizionò davanti a lui ed alzò la testa di Richie,imponendogli di guardarlo negli occhi.
"avanti spiegami."
"possiamo sederci?" Jon annuì,mollò la presa e si avviò verso il divano,dove fino a poco prima era seduto Richie.
"beh?"
"beh?"
"cosa succede?"
Richie si abbandonò ad una fragorosa risata. "succede che,ho vinto un premio. un premio prestigioso,che pochi possono permettersi."
"ah si? dai,che bella notizia! Magari ti fa stare meglio,visto il periodaccio. Di che premio si tratta?" Disse Jon pieno di aspettative.
"Il premio per il fallito dell'anno! E sai perchè ho avuto l'onore di vincerlo?" proclamò fissando la bottiglia di rhum tra le sue mani e cercando di decifrarne l'etichetta. Jon lo guardò affranto ma al tempo stesso collerico.
Gli dispiacque vederlo in quello stato,ma non poté non arrabbiarsi nel vederlo inerme e apatico,incapace di reagire,abbandonato all'alcol. Non era quella la soluzione.
"Maledetto io che credo ancora alle tue stronzate! Avanti, continua pure la tua farsa Richie,voglio proprio sentire come 'hai vinto questo premio'."
"Semplice: sono riuscito nel giro di pochi giorni a mandare a puttane tutto quello che ho costruito in questi anni. Ce ne vuole di impegno eh! Heather dopo quello che ho fatto mi ha sbattuto fuori di casa e guarda dove sono finito!" disse alzandosi in piedi ed allargando le braccia "Poi spiegherà ad Ava che il suo papà è brutto,cattivo ed alcolizzato e avrò perso anche lei. E poi cosa? Ah si" si diede una pacca sulla fronte "dimenticavo. Non ho più ispirazione Jon. Non ho più voglia di suonare davanti a centinaia di persone. Voglio stare qui,a fissare le crepe dei muri,in compagnia del mio fedele amico alcol. Quindi,niente tour,niente cd,niente di niente! Sono un incapace fallito." Sorseggiò un'altro pò dalla bottiglia.
Jon si alzò,gli sfilò la bottiglia e lo guardò dritto negli occhi. "sentimi bene,non so cosa ti sia preso,ma Heather non ti toglierà Ava,questo è poco ma sicuro. Almeno finchè continuerai ad essere sano di mente. Continuando a bere ci concludi poco sai? Non ti sto chiedendo di fare altri tour o cd per ora. So solo che i Bon Jovi non avrebbero un successo tale senza di te. Anzi,a volte i periodi difficili e brutti aiutano per scrivere le canzoni più belle della storia! Devo farti degli esempi?" Richie non rispose ma abbassò lo sguardo.
"non rispondi? beh te li faccio lo stesso. 1966: Strawberry Fields Forever,Beatles. 1975:Wish You Were Here,Pink Floyd,dedicata a Barrett per l'allontanamento dalla band dovuto all'uso di droghe. 1992: Tears in Even per il figlio morto e My father's eyes per il padre che non ha mai conosciuto. Ovviamente si parla del tuo amato Eric Clapton. E dulcis in fundus, 1992, Bed of Roses, scritta da un disperato Jon Bon Jovi in conflitto con la sua adorata mogliettina. Ti ho convinto?" Gli sorrise,sfoderando i suoi bellissimi denti.
Richie trattenne le risate "devo dire che l'ultima canzone citata non è poi un granchè! secondo me ha avuto successo perchè il chitarrista ci fa un riff da paura!"
"eh,peccato che quel chitarrista stia degenerando parecchio.." disse Jon tornando serio.
"Jon,lasciami perdere davvero."
"io non lascio perdere il mio migliore amico,non mi puoi chiedere questo. E starò qui finchè non ritroverai il senno. E se non lo ritroverai,beh, berrò con te e moriremo alcolizzati insieme. Richie non hai novant'anni,se riesci a reagire ora potrai avere una vita anche senza Heather! Ava ha bisogno di te,i tuoi fans hanno bisogno di te,io ho bisogno di te.." disse abbassando sempre più il tono della sua voce.
"Davvero? non fare lo scemo,vivresti lo stesso!"
"ma se ormai condividiamo tutto!"
"chiedi a Dorothea se possiamo condividere anche lei! non sarebbe male!"
Jon lo squadrò malissimo,ridendo però sotto i baffi. "bada a te Sambora."
"ehy man scherzavo! comunque,anche se volessi,non potrei più cercare di ricominciare da zero. Quella" indicò la bottiglia appoggiata prima sul tavolino da Jon "mi crea ormai dipendenza. Ne ho bisogno per alleviare i miei dolori,i miei pensieri."
Jon scosse la testa. "sai perfettamente che c'è una soluzione a quello."
"sarebbe?" inclinò la testa di lato,poi fece mente locale. "NO NO NO! IN CLINICA COME UN MALATO DI MENTE NON CI VADO!"
"mi sembra l'unica soluzione Richie! avrai anche vinto il premio 'dei falliti',ma non voglio che tu vinca il premio 'delle teste dure alcolizzate troppo orgogliose per farsi aiutare',quello non ti si addice."
"o magari si."
"smettila Richie,siamo seri. Fatti aiutare."
"ma ti immagini che riscontro avrà con i media? Come verrò etichettato?"
"verrai etichettato solo da chi non ti conosce e non ti vuole bene! ti importa del loro parere? Le persone a te vicine sanno quello che stai passando e non ti etichetteranno mai." Richie soppesò le parole appena pronunciate dal suo amico. Poi lo guardò negli occhi cercando il suo conforto. Jon,come leggendolo nel pensiero,sorrise "dai,noi della band ci saremo sempre. Dovrai solo portare pazienza per qualche tempo,poi ritornerai più in forma di prima. Te lo garantisco."
"Però non ti prometto di resistere per tanto li in mezzo a quei matti. Ci provo,ma solo per Ava e per la fiducia che tu riponi in me." Jon si propese verso di lui e lo abbracciò,sincero.
"hai fatto la scelta giusta bro,sono fiero di te" Richie sospirò e rispose al suo abbraccio.

Pochi giorni dopo davanti all' UCLA Medical Center,Los Angeles.

Quell'imponente edificio dalle pareti bianche lo spaventò.
Non aveva nulla di spaventoso apparentemente,ma Richie dentro di se provava un'angoscia senza precedenti.
Scese dalla macchina privata di Jon,aprì il cofano e prese saldamente in mano la sua valigia.
Jon scese dalla parte opposta e lo raggiunse. Dietro di loro,una macchina arrivò poco dopo con David e Tico.
Scesero anche loro,e corsero verso la loro direzione. Richie li guardò uno alla volta e poi sospirò.
"Dai man,andrà bene! mica ti mangiano!" disse David cercando di sdrammatizzare.
Tico,al suo fianco,si dondolò sui talloni,con le mani in tasca. Era sempre di poche parole lui.
"Lo spero. Spero di non impazzire!"
"Ti verremo a trovare! qualsiasi cosa riguardi il gruppo passerà prima da te!"
"ma alla fine sarai tu a decidere,vero Jon?" disse Richie ridendo nervoso e stuzzicandolo.
"sempre e comunque" si portò una mano al petto.
In quel momento,una donna sulla cinquantina li raggiunse,era un'infermiera del centro. Era piuttosto robusta,ma ispirava dolcezza.
"salve,scusate il disturbo,lei deve essere il signor Sambora"
"si,sono io" La donna sorrise,visibilmente emozionata.
"beh,la stavamo aspettando. Saluti i suoi amici e mi segua per cortesia." Richie annuì e aprì le braccia.
"venite qui ragazzi,abbraccio di gruppo!" I tre si fiondarono su di lui e lo abbracciarono,infondendogli forza.
In fondo,erano sempre gli stessi,con qualche rughetta in più,ma con un rapporto che non si sarebbe diviso mai.
Richie si staccò,riprese la valigia,li salutò con la mano e seguì l'infermiera.
"Fai il bravo,e non sedurre troppe donne!" disse Jon alzando il tono della voce. Richie si voltò velocemente e gli sorrise,urlando a sua volta "ha parlato l'uomo più puro e casto dell'universo!".
Gli altri tre lo guardarono aprire la porta e poi entrare dentro alla sua unica ancora di salvezza.
"ce la farà?" si chiese Tico."ce la farà." dissero all'unisono David e Jon.
"noi possiamo solo fargli sentire il nostro appoggio." concluse Jon. Sospirarono,continuando a guardare fisso davanti a loro.
"Ragazzi io vado che ho da fare,ci si becca in giro" disse Jon dando una pacca sulla spalla ad entrambi,e rientrando in macchina.
David e Tico si diressero verso la macchina con cui erano venuti,poco lontana.
In realtà,Jon non aveva grandi impegni quel giorno,ma era stato colpito da un'improvvisa ispirazione.
"possiamo partire signore?" disse Jeffrey,l'autista.
"Un attimo solo Jeffrey. Hai un pezzo di carta e una biro per caso?"
L'autista tastò le tasche e gli passo la sua multicolori. "per foglio va bene il retro di questo volantino?non ho altro"
Jon sorrise. "Va benone. Adesso puoi partire,grazie." Jeffrey annuì e accese il motore.
Il biondo si tolse le scarpe e si rannicchiò sull'ampio sedile. Si posizionò in modo da vedere il paesaggio circostante dal finestrino. Prese la biro,scelse di scrivere in blu. Il nero gli sembrò troppo ufficiale e triste.
Cominciò a ripensare agli aspetti ed ai momenti di Richie che più gli piacque ricordare.
Volle fare sembrare questa nuova canzone perfetta. Chiuse gli occhi,e si immaginò già la melodia.
Li riaprì,sorrise sornione e cominciò a scrivere di getto.

'I close my eyes and picture your hand in mine,
I still hear your voice,
It takes me back to that time
Where I could find a reason to be strong
Seems like lately there's a whole lot of leavin' going on'


Si fermò un attimo,mangiucchiando l'estremità della biro. Canticchiò la melodia. Gli piacque.
Poi ripensò al suo amico,quel chitarrista svitato ma dall'animo profondo e sensibile.
Ricominciò a scrivere,le parole gli vennero spontanee.
Sperò che i suoi versi arrivassero in qualche modo a Richie,e gli infondessero la voglia di andare avanti.
Non vedeva già l'ora di rivederlo,magari finalmente felice,e fargli sentire quella canzone.
Ne avevano ancora di cose da fare insieme,eccome.

   
 
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