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Autore: Hilda Polaris    09/04/2004    0 recensioni
- 2019, ATTO I rimaneggiato e corretto. ATTO II revisionato e aggiunta scena V! -
Il Silenzio dei ghiacci, la maestosità dei monti, l'infinito fulgore dei cieli... Le Alfe, fate del gelo, si riuniscono in una radura tra gli abeti durante un'abbondante nevicata, e iniziano, a turno, a raccontarsi una favola.
What If strutturata come un'opera teatrale per chi ama il mondo di Asgard, vorrebbe sapere di più sul passato, presente e futuro dei protagonisti e, soprattutto, vorrebbe che la storia non fosse finita così.
Grazie in anticipo a chi vorrà leggere e commentare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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SCENA II


 

- Seelye, il tuo racconto promette grandi cose… Saranno degni, gli uomini, di ascoltare queste vicende narrate dalla bocca di una divinità?
- Oh, Eis: gli uomini hanno diritto di ascoltare una storia di cui sono i protagonisti.
- I protagonisti di questa storia hanno avuto contatti con il divino più volte, e alcuni di essi godono del favore degli Asi, nonché del Sommo Odino… Non tutti sono da considerarsi esseri umani come gli altri.
- Non solo per questa loro condizione privilegiata essi meritano che una creatura sovrannaturale canti la loro vita. Asgard rinnova la sua eccezionalità con storie che sembrano leggende, e noi, sue protettrici, abbiamo il dovere di riportarle con  devozione agli uomini, come perenne ricordo e insegnamento futuro.
Odino consente e sollecita le mie parole.

È tempo che io narri, Eis.

È tempo che noi Alfe accettiamo di dischiudere
il freddo bocciolo delle fiabe del Nord.

- Se è questo che Odino desidera dalle sue ancelle, così sia.
Ma ti prego, sorella, di concedere anche a noi l’onore di raccontare.
La neve cade, probabilmente durerà per giorni.
Essa avvolge noi e la Natura nel silenzio ideale per chi narra e per chi ascolta. Riuniamoci tra gli abeti: le loro frondose e amiche chiome ci proteggeranno
in caso di tormenta.

A te, Seelye, l’onore di cominciare.

 

(racconta Seelye)

 

- Grazie, sorella.
A turno noi Alfe mostreremo ai mortali quanto ricco di eterno e loquace fulgore
in realtà sia il silenzio di Asgard.
Alcune stelle solitarie fanno capolino tra le nubi… Bene.
Gli Dei illuminano e benedicono fausti il nostro raduno con le loro lucciole celesti,
visibili nonostante il cielo coperto.

 

Accade spesso che qualche stella sfidi i nembi e mostri il suo splendore
all’uomo che cerca una luce nell’oscurità.
Accade nel cielo, così come nelle vicende umane.
Una luce nel buio, seppur fioca, risalta nella notte anche più di quanto non si creda, e mostra a chi osserva che, nonostante la presenza di minacciose nuvole, lassù esiste comunque un cielo infinito.
Esiste comunque una via, uno spiraglio, una speranza di vita e di felicità.
La vista di quel minuscolo bagliore invita a dirigersi verso esso, a seguirlo, a cercarlo…

Rialzarsi, anelando a quella luce.

Andare avanti, anelando a quella luce.

Alla fine del cammino, la notte sarà terminata, e dissipate le nuvole.
Inizia un nuovo giorno, una nuova storia.
E il buio e l’oppressione dei nembi saranno dimenticati.

Questo è quello che la vicenda permea e che il suo dipanarsi insegna.

***

Cos’era rimasto, dopo la morte dei reali, dopo la terribile guerra contro Yslung?
Cosa, se non il buio?
Per anni Asgard rimase senza sostegno e senza guida.
Nessuno conosceva la sorte della piccola Hilda, e inoltre la principessina venuta prematuramente alla luce in quella terribile notte si dimostrò presto
fisicamente e psicologicamente troppo fragile
perché gravasse sulle sue spalle la responsabilità del regno e della preghiera.
Fu così che gli abitanti, riunitisi in assemblea assieme ai Guerrieri Divini, decisero di eleggere un Consiglio che governasse concretamente la città,
e ferventi suppliche ad Odino permisero la conservazione dei ghiacci,
anche se non pronunciate dai membri della famiglia reale.
Il Dio prese a cuore la sorte della sua città favorita,
e diresse gli eventi assieme alle Norne in modo da lasciare che la vita in quei luoghi scorresse lenta e tranquilla come un grande fiume,

in attesa che il destino risollevasse Asgard dalla sua lunga sosta nel buio.
Nessuno di noi conosce il loro accordo e i loro piani.

E di solito le tre Dee non sono propense a rivedere i loro intenti, neanche per il
Padre.

È il loro dovere, e il loro destino.

Ma gli abitanti di Asgard non si posero domande: videro il favore degli Asi e il loro unico scopo divenne sopravvivere agli inverni, in attesa che qualcosa, non sapevano cosa, accadesse.

Il Mondo era bianco, e piatto, e buio.


Per intere stagioni il cielo del Nord fu vuoto di Aurore Polari.
Passarono tanti lunghissimi anni dalla guerra in cui la famiglia dei Polaris era stata devastata.

Ma persino le nostre notti, ancorché gelide e lunghe, non durano in eterno.

E ancora più luminosa è l’alba che alle tenebre segue,
per chi ha gli occhi rassegnatamente abituati ad esse.

Anni, e poi il Destino diresse il suo dito su una fanciulla, che comparve a Palazzo accompagnata da una coppia di anziani e terrorizzati servitori che tutti ritenevano perduti
assieme alla famiglia reale.

La giovinetta sembrava in trance.
Da giorni aveva iniziato a parlare in una lingua che era stata retaggio del popolo del Nord secoli addietro, e, quando le si chiedeva di scrivere, utilizzava le Rune.

Entità buone e meno buone tormentavano le sue notti.
I corvi si posavano sulle sue mani quando la piccola le levava al cielo.
Eventi inspiegabili, come piogge di meteore che sembravano collegare le stelle dell'Orsa Maggiore alla Stella Polare, accompagnavano i suoi passi.

Quell'astro era un simbolo inequivocabile: i Polaris.


Le prove cui Odino sottopose la ragazza permisero di riconoscerne definitivamente l’identità.
Essa sentiva in sé la voce del Dio, riusciva ad interpretarne i segni e gli auspici,
riusciva ad impugnare la sacra Balmung senza rischi per la sua incolumità,
e infine, grazie alle sue preghiere, i ghiacci mantenevano il loro freddo e imponente aspetto, anche nelle giornate in cui il tiepido sole estivo minacciava il loro scioglimento.
Grazie ad una serie di vaghissimi ricordi riposti nella sua mente, all’innegabile somiglianza fisica e ai segnali che Odino trasmetteva attraverso la sua persona,
la fanciulla dagli occhi di blu e di lavanda fu ufficialmente riconosciuta
come la legittima erede di re Harald, la primogenita di cui tutti credevano persa la vita:
in virtù di questo, le fu consentito di salire al trono come Regina di Asgard.

Gli Dei tacquero
e gli uomini annuirono.

Il suo nome fu di nuovo Hilda dei Polaris.”


***

- Ricordi come apparve diversa la vita da allora, Seelye?

- Naturalmente! L’alba, dopo una notte invernale… Era finalmente giunta.


Asgard conobbe un rinnovato periodo di prosperità, e sebbene fossero stati molti, all’inizio, i dubbi circa il passato della nuova regina, essi furono fugati, oltre che dai segnali divini nella fanciulla,  anche dal suo modo di governare il paese.
Molti riconobbero il piglio quasi fin troppo solenne, la fedeltà ad Odino e lo sconfinato amore per la sua terra del mai troppo rimpianto Harald,
che sembrava vivere ancora nel viso, nel carattere e nei movimenti di Hilda.
La ragazza, nonostante la giovanissima età, seppe rendere onore al suo compito di reggente e di celebrante, sempre in bilico tra il divino e l'umano,
guidata dalla saggezza del nostro potente Signore.
Sempre condotta per mano dal Dio, Hilda elesse una nuova schiera di guerrieri che subentrarono ai precedenti Guerrieri Divini nella protezione del Palazzo Reale e di Asgard,
assegnando loro investitura ed armature in base ai meriti di addestramento e battaglia.

Sette stelle ancora una volta.

L’Orsa Maggiore rifulse della sua luce più splendente,
e insieme allo scintillìo della Stella Polare, illuminava Asgard.

Oh, quanto, quanto avevamo atteso la fine del buio!
 

***

- Ma, ahimè, sorella! La ruota del Destino continua a girare
anche se la si vorrebbe fermare sui periodi di gioia…
Le Norne continuano a dipanare il loro filo senza smettere di tesserlo,
e purtroppo non si preoccupano degli inevitabili strappi che esso può subire.

 

- Non lasciare che il buio pervada la tua anima nuovamente, Eis;
hai ragione.
La felicità perfetta non può essere eterna,
e la felicità eterna non sarà mai perfetta.
È la legge che domina il mondo, è innegabile. Ma è altrettanto innegabile che questa legge non preveda neanche oscurità completa e perenne.
Osserva questi fiocchi di neve. Ecco, ne prendo uno nelle mie mani: cosa vedi?

 

- Uno splendido, trasparente astro di ghiaccio.
Ma mi è consentito guardarlo solo per un istante… Subito dopo scompare.

- Certo, ma… Guarda intorno a te.
Non vedi forse una miriade di astri di ghiaccio come quello?
Tutti sono splendidi di una bellezza diversa ma ugualmente intensa.
Ognuno di essi dura meno di un respiro, ma vale la pena rinunciare ad ammirarli, solo perché sai che il tempo concesso per farlo sarà pochissimo?

Godi di quel gelido briciolo di brina…

E quando sarà scomparso, ecco, basterà che tu ne accolga un altro
sulla punta di un dito, e nuovamente ne ammiri la bellezza
senza preoccuparti di quanto a lungo essa potrebbe mostrarsi.

- Non puoi negare però che, dopo la scomparsa del fiocco, la delusione sarebbe inevitabile. E la consapevolezza che, qualora ce ne fossero ancora, essi avrebbero sempre vita così breve, non faciliterebbe il desiderio di cercarne e contemplarne altri!

-… E rinunciarvi solo per questo, Eis? No, non sarebbe giusto.

- Cosa te lo fa pensare?

- La certezza che la bellezza di ogni fiocco lascerà nel mio cuore il ricordo di sé, in modo che, se si ripresentasse, io non farei alcuna fatica a riconoscerla… E questa idea mi spingerà a desiderare che nevichi ancora!

- Le tue parole mi sono di grande conforto, sorella mia.
Vorrei che anche gli uomini possano acquisire la tua stessa sicurezza.

- Questa era la nostra intenzione, ricordi?
Noi adopereremo il nostro racconto per insegnare qualcosa al genere umano attraverso l’esempio, che è il migliore dei maestri.
Purtroppo gli uomini sono imperfetti, e non possiamo pretendere che tutti capiscano quello che noi trasmetteremo loro. Può darsi che comprendano alla maniera sbagliata, così come può darsi che non comprendano affatto. Ma perché non tentare?

Coraggio, Eis, a te ora: narra a noi tue compagne e agli uomini cosa accadde durante i primi anni del regno di Hilda di Polaris, quando tutti credevano che il loro cielo sarebbe rimasto eternamente limpido.


(racconta Eis)

-… E invece il cielo si oscurò a causa di nubi straniere!

“Poseidone rese schiava Hilda dell’Anello del Nibelungo.
Fu lei la vittima designata.
Nessuno sa come questa divinità del sole sia entrata in possesso del sacro oggetto;
ma quasi sempre le azioni malvagie hanno cause e spiegazioni facilmente attuabili e difficilmente comprensibili.
L’anima della regina soggiaceva al potere dell’Anello, che la spingeva a commettere i delitti più efferati restando consapevole di ciò che stava facendo, e provocandole inaudite sofferenze, dal momento che, inoltre, nessuno, nemmeno quelli che avevano notato il suo cambiamento, poteva mai immaginare cosa in realtà fosse accaduto.
L'Anello costrinse Hilda a desiderare nuove conquiste territoriali,
il cui scopo dichiarato era donare agli abitanti di Asgard territori baciati dal sole
nei quali vivere dopo millenni di isolamento nel gelo,
ma il cui scopo effettivo era insidiare e soppiantare il dominio di una dea greca da tempo in guerra contro Poseidone stesso: Athena.
Asgard e il suo popolo furono così coinvolti in una guerra dopo una pace faticosamente conquistata e minacciati dalla rovina derivante da essa.

Ma non fu quello l'unico dei drammi.
Il potere malefico a cui sottostava impediva alla fanciulla di arrestare lo scioglimento dei ghiacci dell'Artico mediante la preghiera.
Il livello del mare sì alzò pericolosamente, alcuni villaggi costieri furono sommersi, e la regina non fece nulla per salvare i loro abitanti.
Non fece nulla per pianificare la difesa della città dall'attacco dei guerrieri greci, salvo restar chiusa nella sala del trono a chieder conto di vite e anime ai suoi cavalieri.

Non fece nulla per nessuno.

I Guerrieri Divini caddero in battaglia l’uno dopo l’altro contro i Cavalieri di bronzo, i guerrieri di Athena giunti in Asgard, spinti al massacro dalla cieca fiducia nella loro regina.

La principessa Freya, la bambina fragile venuta al mondo nella tragica notte di tanti anni prima fu rinchiusa nelle prigioni del palazzo con l'accusa di tradimento da Hilda stessa, finché si vide costretta a darsi alla fuga assieme ad uno dei Cavalieri, fatto prigioniero con accuse insensate poco tempo addietro.

Il rimorso che divorò Hilda alla fine della guerra, quando, ritornando in sé grazie alla distruzione dell’Anello da parte di uno dei Cavalieri greci cui Odino aveva temporaneamente concesso Balmung, constatò la distruzione di cui era stata causa, fu devastante.
Cosa le era rimasto, se non il dolore?
Una sorella ancora troppo giovane per soffrire pene così grandi sfiduciata e in preda a continue crisi di nervi, un popolo pieno di terrore e di malcontento, le stelle dell’Orsa Maggiore tristemente spente, assieme alle vite dei Guerrieri di cui erano simbolo. Il buio era sceso implacabilmente su Asgard ancora una volta.

Come apparivano lontani e sepolti in un irreale e indefinito passato gli anni di gioia!


Pur tuttavia, l'Aurora tornò.


 

In una situazione del genere sarebbe stato troppo facile perdere ogni fiducia nell’avvenire. I fatti potevano soltanto far sospettare che il Destino si stesse addirittura accanendo contro Asgard. La fede vacillava, e ci si chiedeva come fosse possibile che gli Dei, e soprattutto Odino, che tanto dichiaravano di prediligere la città su ogni altra, potessero permettere il verificarsi di tali sciagure...”

- Ma, Eis, come ti ho detto poc’anzi…
L’imperfezione dell’uomo lo porta facilmente a concludere affrettatamente le sue riflessioni su quello che gli accade. La ruota del Destino non cessa di girare nemmeno nei periodi di oscurità, e gli avvenimenti che accaddero successivamente lo avrebbero ancora una volta dimostrato.


 

  
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