Scandali a Corte
Cap.
1
Il patto
Talvolta è meglio perdersi
Sulla strada di un viaggio
impossibile
Piuttosto che non partire mai.
(G. Faletti)
In effetti Rose Weasley aveva immaginato
quella scena in milioni di modi, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe andata
così.
I suoi sogni più romantici la vedevano spesso
attaccata alle labbra di lui in un gesto pieno di passione, ma nella peggiore
delle ipotesi aveva immaginato che lui si voltasse e se ne andasse, lasciandola
come una sciocca nel bel mezzo del corridoio, invece in quel momento Lysander
era fermo davanti a lei e sorrideva vagamente divertito.
“Oh, anche io ti amo, Rosie!” esclamò
abbracciandola giocosamente e scompigliandole i capelli con una delle sue mani
grandi e la ragazza lo guardò pensierosa.
Forse non aveva ben capito ciò che gli aveva
detto.
Dopo anni di pene d’amore, aveva finalmente
deciso di dichiarare a Lysander Scamandro il suo amore per lui.
E la decisione le era costata immensa fatica.
In primis aveva dovuto lottare con il suo
orgoglio e poi aveva dovuto ripassare mentalmente l’intero discorso per almeno
un paio di giorni prima che si sentisse pronta a pronunciarlo ad alta voce e si
era anche fatta dare un’acconciata da Lily per l’occasione.
Smettendo per un attimo di essere il Prefetto
secchione e diligente della scuola e rimanendo semplicemente Rose Weasley, una
sedicenne alle prese con una bella cotta.
Eppure Lysander non sembrava averla presa
molto sul serio.
Infatti continuava a sghignazzare e
comportarsi da grande amico, com’era sempre stato con lei.
“Lysander, hai capito bene cosa ti ho detto?”
gli chiese con perplessità ed il ragazzo annuì, stringendosi nelle spalle in un
gesto vago e regalandole un debole sorriso.
“Adesso devo andare però, Rosie, mi aspettano
ad una allenamento di Quiddich. Ci vediamo più tardi” affermò risoluto e si
allontanò correndo, fino a sparire nel giardino.
Rose lo seguì con lo sguardo e sospirò
scoraggiata quando al suo posto rimase il vuoto.
Una risata bassa, roca e crudele la raggiunse
e non appena ne riconobbe il proprietario si sentì gelare.
Si voltò, fronteggiando Scorpius Malfoy con
il mento alzato in un gesto fiero ed i pugni chiusi.
Purtroppo conosceva Scorpius da tanto tempo e
anche piuttosto bene.
Questo perché si era ritrovata a condividere
con lui, oltre alla scuola, anche molte delle vacanze alla Tana.
Colpa di Albus che aveva stretto una forte
amicizia con lui e si ostinava a trascinarselo dietro.
“Che cavolo hai da ridere, Malfoy?” gli sputò
addosso acidamente, ma lui non smise di sorridere e si strinse nelle spalle.
“Stavo ridendo
perché le dichiarazioni d’amore mi divertono, soprattutto quando si tratta di
amori non corrisposti”.
Quest’esclamazione la fece gelare e la ragazza trattenne
improvvisamente il respiro.
Si accorse che stava impallidendo, mentre le sue orecchie
assumevano un’accesa tonalità di rosso.
“Taci, Malfoy!” affermò allora, non trovando altro da dire.
Non poteva credere di essere tanto sfortunata!
Non solo la sua dichiarazione non era andata a buon fine,
in quanto quel pallone gonfiato di Malfoy aveva assistito a tutta la scena ed
ora non avrebbe perso occasione per umiliarla.
Il ragazzo rise ancora sinceramente divertito e si staccò
dalla parete avvicinandosi a lei con passi fin troppo lenti.
“Cosa si prova ad essere rifiutati, Prefetto Weasley?” le
chiese, sputando l’ultima parola con una certa cattiveria, ma Rose non si
scompose.
“Non sono stata rifiutata” si ostinò a sostenere ed il
biondo sorrise di nuovo, fermandosi a pochi centimetri da lei.
Era quasi dieci centimetri più alto di Rose e si ergeva
accanto a lei in tutta la sua bellezza e la sua sicurezza, ma la piccola
Weasley non si lasciò intimorire affatto.
Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, Scorpius si
ritrovò ad esibirsi in una risata di scherno.
“Ne sei convinta davvero?” le chiese e Rose si astenne dal
rispondergli.
Malfoy la scrutò, quasi incredulo.
“Certo che lo sei” constatò infine, “Non puoi fare
altrimenti, vero?” le chiese, ma di nuovo lei non rispose.
“Rose Weasley non riuscirebbe mai ad accettare che la
perfezione della sua vita sia intaccata da un piccolo incidente” osservò con un
ghigno accattivante e lei, per la prima volta, si sentì turbata dalle parole di
Scorpius.
Non le era mai successo.
Di solito si limitava ad ignorare i suoi insulti, ma quella
volta non poté fare a meno di incassare il colpo e trattenere il sospiro
addolorato che premeva contro le sue labbra.
Fece per rispondere, ma il ragazzo la precedette.
“Come ci si sente a traballare sul trono di cristallo che
ti ha sostenuta fin ora?” le chiese in un sussurro, piegandosi leggermente sul
suo orecchio e la ragazza rabbrividì nuovamente, ma non si mosse.
Cercò di riprendere fiato e deglutire, infine finse un
sorriso tranquillo.
“Non c’è bisogno che spremi le meningi per cercare offese
da propinarmi, la tua parola, per me, vale meno di zero” affermò con sicurezza
e per un attimo le sembrò di vedere un ombra passare negli occhi limpidi del
ragazzo, ma subito dopo tornò alla sua naturale freddezza.
“Non ho intenzione di offenderti, Weasley” affermò a quel
punto con sicurezza, “Anzi, voglio offrirti la vittoria su un piatto d’argento”
aggiunse subito dopo con un sorriso tranquillo e la ragazza lo guardò
corrugando la fronte perplessa.
“Cosa vuoi dire?” gli chiese e lui sorrise con fare
pratico, allontanandosi da lei di qualche passo, per poi piegarsi nuovamente
sul suo volto e fermarsi a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Vediamoci alla Torre di Astronomia stasera alle ventidue”
le sussurrò, prima di voltarsi e allontanarsi lungo il corridoio a passi
sicuri.
E per la seconda volta, quel pomeriggio, Rose si trovò a
guardare un ragazzo di schiena che si allontanava da lei.
Rose Weasley si guardò attorno allibita.
Forse, ipotizzò, stava per arrivare la fine del mondo e lei
non se n’era ancora resa conto.
Quella sera, Rose, si ritrovò ferma davanti alla Torre di
Astronomia ad aspettare Scorpius Malfoy.
Aveva pensato a quella specie di appuntamento per tutto il
pomeriggio ed era stata quasi sul punto di non presentarsi, ma poi la sua
curiosità aveva avuto la meglio e si era ritrovata lì, anche piuttosto
spaesata.
Più di una volta, nei cinque minuti in cui attendeva, le
era balenato in mente il pensiero che Scorpius l’avesse imbrogliata, ma, non
appena lo vide arrivare dovette ricredersi.
Lo Slytherin avanzava con calma nella semioscurità.
Non indossava il mantello, così Rose poté osservare bene la
sua sagoma stagliarsi nell’ombra e si ritrovò a considerare quel corpo snello e
muscoloso, piuttosto attraente.
Ovviamente si affrettò a cancellare questo pensiero non
appena si trovò il suo ghigno strafottente a qualche centimetro dal volto.
“Lieto di trovarti, Weasley” esclamò con finta cordialità e
la ragazza incrociò le braccia sotto al petto e gli rivolse un’occhiata di
sufficienza.
“Ma figurati” si limitò ad esclamare.
“Dico davvero” insistette il ragazzo, “Tu non sei della
stessa opinione?” le chiese poi, retoricamente e lei gli scoccò un’altra
occhiataccia e sorrise falsamente.
“Assolutamente no” affermò con sicurezza e lui ghignò
nuovamente.
“Sei qui, però” osservò.
“Solo perché voglio capire cosa stai cercando di fare” si
giustificò ed il ragazzo si strinse nelle spalle con un atteggiamento rilassato.
“Voglio solo aiutarti” esclamò e lei inarcò un sopracciglio
sorridendo ironicamente, mentre scuoteva la testa.
“Aiutarmi? Ma figurati, Malfoy! Non ti crederei mai!”
affermò lei con sicurezza e lui smise di sorridere.
“Non dovresti essere così scorbutica con chi ti sta facendo
un favore, Weasley!” le ricordò e lei inarcò nuovamente un sopracciglio.
“Mi limito solo a mantenere un abituale atteggiamento
ostile nei tuoi confronti” rispose con tranquillità, ignorando di proposito la
parola favore, che lui si era
premurato di usare.
Di nuovo un ghigno beffardo comparve sul suo volto e
Scorpius si avvicinò a lei di un passo.
“Lo sai
che secondo molti psicologi l’ostilità è in realtà attrazione sessuale
sublimata?” le
chiese con semplicità e per poco Rose non si strozzò con la sua stessa saliva.
Si riscosse, tossicchiando e ringraziò il cielo che fosse
semi buio, in modo che lui non potesse vedere il rossore che si era sparso sul
suo volto solitamente pallido.
Scorpius
rise di quella sua reazione e la sua risata si espanse in tutto il corridoio.
“Non
provo nessun tipo di attrazione nei tuoi confronti, Malfoy, puoi starne certo!”
affermò la Weasley a quel punto, cercando di recuperare terreno e lui alzò un
sopracciglio ghignando.
“Ah no?”
rincarò la dose e lei si allontanò da lui scuotendo la testa.
“Certo
che no”.
“Ma
veniamo al dunque” mormorò a quel punto, rassettandosi pieghe inesistenti sulla
gonna della divisa, “Come vorresti aiutarmi?” chiese Rose, marcando
particolarmente su quell’ultima parola.
Scorpius
le sorrise, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una boccetta in vetro e
gliela sventolò davanti agli occhi.
La
ragazza strizzò gli occhi per cercare di vedere bene il liquido nel buio, ma non
vi riuscì.
“Cos’è?”
chiese ed il sorriso di Scorpius si allargò.
“Il modo
di far capitolare quel pallone gonfiato di Lysander ai tuoi piedi” affermò con
sicurezza e Rose corrugò la fronte.
“Un
filtro d’amore” sibilò Scorpius e Rose sgranò gli occhi sorpresa.
Si
accostò di più al flaconcino di vetro e lo guardò con attenzione.
“Questo
è proibito, Malfoy!” dichiarò infine, in un tono tra il sorpreso e l’arrabbiato
ed il ragazzo annuì.
“Lo so,
ma è estremamente efficace. Ne bastano tre gocce nel bicchiere del tuo Lysander
e la tua vita tornerà ad essere perfetta, anzi, lo sarà più di prima” affermò
con estrema sicurezza e Rose lo guardò dubbiosa.
Rimase
ad osservarlo per qualche minuto prima di aprire la bocca per parlare.
“Cosa
vorresti in cambio di questo, Malfoy?” gli chiese pacatamente e lui sorrise
fulmineo.
“Come
siamo sospettosi, Weasley!” dichiarò con estrema calma e lei sorrise
ironicamente.
“Sei una
serpe, Malfoy, e le serpi bastarde come te non fanno mai niente per niente”.
Scorpius
annuì.
“Vedo
che ci conosci bene, Rose” sospirò e
la ragazza provò sorpresa nel sentir pronunciare il suo nome proprio da lui
che, forse, per nome non l’aveva mai chiamata.
“Dimmelo
e basta” rispose lei con risolutezza e lui sospirò.
“In
cambio dovrai semplicemente rendermi il favore” sibilò a pochi centimetri dal
suo volto e Rose trattenne quasi il respiro.
Malfoy
doveva essere impazzito!
“è fuori questione” affermò e Scorpius
sorrise, tirandosi di nuovo indietro.
“Bene,
vorrà dire che non avrai il Filtro e ti ricordo che è molto difficile trovarne
uno in circolazione” sospirò.
Rose
incrociò le braccia sul seno e sospirò.
“Non lo
voglio il tuo Filtro d’Amore … è illegale!” affermò con sicurezza, ma il
ragazzo non smise di sorridere.
“Si, è
illegale, ma potrebbe risolvere tutti i tuoi problemi” sospirò e fece una pausa
teatrale prima di continuare.
“Pensaci
bene, Rose, da quanto tempo lo desideri? Da quanto tempo ti mascheri da amica
fedele, sperando che lui si accorga che sei una ragazza e non una sorella? Del
resto tu e Lysander siete perfetti insieme, perché lui non riesce a capirlo?”
sospirò girandole attorno e fermandosi proprio alle sue spalle.
Rose si
irrigidì improvvisamente.
“Sarebbe
la situazione ideale, non è vero, Rose?
Lysander e Lorcan sono cari amici di famiglia, passano tutto il tempo con voi,
conosci bene i suoi genitori, la tua famiglia adora Lysander, quasi quanto lo
adori tu. E poi, quasi tutti i tuoi cugini sono fidanzati, tu no, invece. Rose
la secchiona non riesce ad avere il ragazzo che desidera” sussurrò nel suo
orecchio e la ragazza deglutì a fatica.
“Perché
Lily riesce sempre ad ottenere tutto ciò che vuole con estrema facilità, mentre
tu devi sudare ogni giorno per guadagnare la tua perfezione? Lysander non
sarebbe un bel trofeo da mostrare alla tua famiglia? Finalmente potresti essere
considerata davvero alla pari di Lily”.
Rose
strinse forte i pugni abbandonati lungo i fianchi e si impose di rimanere
calma, mentre la sua mente registrava quelle parole.
Scorpius
Malfoy aveva maledettamente ragione!
Quante
volte si era ritrovata a desiderare di essere Lily?
Nonostante
lei fosse perfetta, nonostante avesse ottenuto tutto ciò che desiderava, o
quasi, le sembrava sempre di non riuscire a raggiungere sua cugina, Lily
Potter.
Lils era
sempre qualche centimetro più in alto di lei, sempre un passo avanti.
Era
bellissima, una delle ragazze più belle della scuola, ed otteneva tutto ciò che
voleva con estrema facilità, cosa che a lei non era mai stata concessa.
“La tua
felicità è tra le mie mani, Weasley, devi solo afferrarla” concluse Scorpius e
lei deglutì a fatica.
“Sei un
infimo bastardo, Malfoy” dichiarò solenne, voltandosi lentamente a
fronteggiarlo e lui sorrise vittorioso.
“Lo so”
concordò con semplicità.
“Cos’è che vuoi?” gli chiese con un sospiro
rassegnato e lui sorrise.
“Devi
procurarmi un appuntamento con Lily”.
Rose
aprì la bocca e sbatté le palpebre perplessa.
“Un
appuntamento con mia cugina Lily? Cosa c’è, Malfoy, stai perdendo fascino?” gli
chiese ironicamente e lui le scoccò un’occhiataccia.
“è proprio questo il punto, Rose. Tua cugina
è decisamente attratta da me, ma non vuole ammetterlo. Sono certo che è per
colpa di quell’idiota di James e per una serie di altri problemi. Tu dovrai
fare solo in modo che lei riesca a palesare il suo interesse nei miei confronti”
affermò il biondo e Rose sospirò.
“Non ti
è saltato in mente che forse lei è innamorata del suo ragazzo e tu non le
interessi?!”.
Scorpius
sorrise.
“Innamorata?
Lily Potter? Naah, non è affatto innamorata del cagnolino da passeggio che si
porta a spasso ultimamente. Lei è sicuramente attratta da me, però e tu dovrai
convincerla a chiedermi un appuntamento”.
“Sei
squallido!”.
Scorpius
rise e si strinse nelle spalle, “Prendere o lasciare” e quando Rose annuì
debolmente, lui allungò la mano e le sventolò la boccetta davanti agli occhi.
Rose la
prese al volo, facendola sparire presto nel pugno chiuso della sua mano.
Poi si
voltò e se ne andò, senza degnare il ragazzo di altre attenzioni.
Lui la
guardò andar via e sorrise.
Questa volta si era cacciata proprio in un bel guaio, pensò tra sé.
Spazio autrice:
Ebbene eccomi qui. Ho tipo un milione di cose da fare, ma sono ancora
qui a propinarvi storie, del resto sono certa che molti di voi possano
capirmi.
Questa breve long (per il momento sono previsti solo cinque capitoli,
non credo ce ne saranno di più) è nata da una one shot
che ho scritto per un contest.
In seguito ai risultati ho pubblicato quella one shot qui sul sito,
indecisa se farne o meno una storia a capitoli, poi mi è venuta
l'idea, così ho dovuto cancellare la storia e ripubblicarla per
cambiare alcune cosette.
Le due frasi in corsivo all'interno del testo sono citazioni, così come la frase iniziale.
E il titolo nasce da un modo di dire che uso spesso quando vengo a conoscenza di qualche gossip scandoloso.
Che dirvi?! Sì, lo so, questa è la solita storia trita e
ritrita ( che però vi promette qualche sorpresa) e su questo
sito ce ne saranno centinaia simili, ma spero che anche la mia vi possa
interessare.
Grazie per l'attenzione.
Alla prossima _EpicLoVe_