Realtà come follia.
- o follia come realtà -
Aveva sempre vissuto lì, in quell’angolo della lunga tavolata.
Tutta mera follia.
La follia diverte? Certo.
Ma a volte è tragica.
Nascondi qualcosa in quel cappello, signor cappellaio?
Nulla, dov’è la mia regina?
Alice.. dov’è Alice?
Sorridere, sorridere sempre.
Fa piangere sorridere?
Non è esasperante?
Prenda la vita con leggerezza, signor cappellaio.
Vedrà che dimenticherà.
Essere sorridenti sempre è follia?
Non si può cercare una scorciatoia per la felicità?
Magari fingendo che tutto questo diventerà realtà.
Questa che è solo la sua follia.
Non gli sta bene?
Lasciatelo impazzire, alla fine troverà una soluzione.
Ti sta bene?
Questa tazzina è troppo piena.
Di zucchero. Sì, lo zucchero.
C’è anche l’orologio.
Perché non riesce ad aggiustarlo?
Il burro. Il burro non aveva funzionato.
Oppure contare i minuti non faceva per lui.
Il tempo.
Diamo un tempo al Tempo stesso.
Posso fare sì che siano sempre le tredici.
Dovrò chiedergli per favore?
Quanto è debole il confine tra disperazione e follia?
Un confine da valicare.
O tempo di una risata.
Lei quale sceglie, signor cappellaio?
Ridiamo.
Ridiamo insieme.
Come forsennati.
Come matti
Perché non ci metti un punto?
Alice sta arrivando.
Wonderland
Allora lui è un cappellaio matto.
Matto sì, ma felice
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Inutile spazio autrice.
Quando una nonsense chiama.
Mi è piaciuto scriverla.
E’ dedicata alla mia pessimista Ros.
E poi? Ah, dimenticavo: ho diviso il breve testo tra irrealtà e realtà, che alla fine si incontrano.
Perché adoro il cappellaio quasi quanto lo stregatto.
- secondo Word sono 200 parole. –
Double drabble. La mia prima.