Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: akachika    02/02/2012    9 recensioni
Ho paura di farmi odiare oltre modo da te... eppure
giurai a me stesso che mai, mai, MAI ti avrei lasciato andare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alois Trancy, Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'in the end, can we stay together?'
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~I  will never let you go~

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Siamo in carrozza, abbiamo appena  lasciato la magione  Phantomhive ; non mi interessa .
“Fatene ciò che volete, potete anche darle fuoco per quanto mi riguarda”
“Come potremmo? Contiene tutti i suoi ricordi bocchan”
“I ricordi non servono a nulla, io ne sono la prova”.

È vero, i ricordi sono inutili ma, gli esseri umani non lo capiscono.
“Ero curioso di sapere cosa avresti fatto un volta conosciuti i termini del contratto, ma devo dire che è stato divertente Sebastian; provare ad uccidermi” mi rivolgo a te guardandoti negli occhi e sorrido beffardo
“Visto che ha compiuto la sua vendetta potevo divorare la sua anima, il motivo per cui le ho fatto da maggiordomo.”
Continuo a sorridere ma dentro di me un’altra speranza viene distrutta.
In questo momento sento come se l’anima di Alois Trancy non mi avesse mai lasciato del tutto, per una frazione d’istante penso di capire quello che provava lui; ignoro quella sgradevole sensazione.
“Ma sono qui, vivo” continuo
“Si siete vivo, ma non come umano, come demone. Quel giorno Alois Trancy ha stretto un contratto con Hannah secondo il quale lei sarebbe rinato come demone. È per questo che io non sono stato in grado di divorare la sua anima” .
Di nuovo quella sensazione, più intensa questa volta; la ignoro di nuovo non facendola trasparire minimamente.
“Si, e io ti detti un ordine in quel giardino di rose: sii il mio maggiordomo in eterno” concludo
“Si, e siccome ho risposto ‘si’ a quell’ordine, anche se non posso divorare la sua anima, io sono ancora un diavolo di… maggiordomo di un demone.”
Mi sento soddisfatto, tu mi appartieni e non importa cosa succeda tu sarai al mio fianco.
Mi sento leggero, la sensazione sgradevole ora è puro appagamento.
A differenza del conte Trancy io sono riuscito a tenermi fedele il mio maggiordomo.

….

2 anni dopo
Da quel giorno non sono cambiato, Sebastian non è cambiato, la mia vita non è cambiata  sempre che quella potesse chiamarsi vita.
Mi sveglio sentendo la luce del sole posarsi sul mio viso, Sebastian sta sistemando le tende.
Essendo un demone non ho bisogno di dormire eppure è una di quelle poche abitudini che non ho mai abbandonato.
Alzo il viso dal cuscino, la luce del mattino mi ferisce gli occhi, mi giro dando le spalle al mio maggiordomo; mi si avvicina per vestirmi, lo guardo in faccia… Mi accorgo che quel sorriso tanto dolce quanto falso che aveva sempre dipinto sul volto era sparito, sostituito da un'espressione impassibile.
Qualcosa dentro di me fa male costatando che anche quel sorriso era solo per la mia anima, non per me, non per Ciel Phantomhive.
So che posso ordinargli di sorridere e lui non avrebbe altra scelta che  obbedirmi ma, ciò renderebbe quel sorriso solo più falso di quanto non lo fosse già.
Mi guardi aspettando il mio ordine che però non arriva, sto zitto; ti giri e te ne vai .
I demoni non provano sentimenti. Il mio maggiordomo, si, Sebastian ne è la prova.
Di nuovo penso che posso costringerlo, piegarlo ad ogni mio volere.
Di nuovo percepisco quella strana, scomoda, sgradevole … dolorosa sensazione.
Di nuovo sento come se il conte Trancy, o almeno una piccola parte di lui fosse ancora in me, parte dei suoi ricordi più recenti probabilmente.
Provo un forte senso di confusione, se queste sensazioni, questi pensieri, questi sentimenti sono dovuti ad Alois significa che non hanno nulla a che fare con me.
Mi auto convinco: si è così di sicuro perché… perché i demoni non provano nulla se non la bramosia per un’anima umana.
Esco dall’hotel; negli ultimi due anni abbiamo girato molti posti, non li ricordo nemmeno tutti, non stavamo molto nello stesso luogo, come se fossimo in fuga da nemmeno io so cosa; tu sei li ad aspettarmi davanti alla carrozza, impassibile.
Salgo senza guardarti, entri anche tu e ti siedi di fronte a me.
Appoggio la testa e chiudo gli occhi: voglio dormire, si perché i sogni sono l’unica cosa umana che mi è rimasta, l’unico momento in cui tutto è come vorrei che sia.
Non so se i demoni possano sognare, posso chiedertelo ma, non voglio.
Lentamente, cullato dai movimenti della carrozza cado tra le braccia di Morfeo.
Vedo Alois Trancy in ginocchio,perde molto sangue; perde sangue da quella ferita che io stesso gli inflissi.
Urla, disperato chiama il nome del suo maggiordomo.
Piange. “Sei l’unico che mi rimane al mondo” gli dice aggrappandosi alla sua gamba “Non lasciarmi” lo implora.
Non mi piace ciò che vedo.
Non mi piace perché non provo alcun ribrezzo per il conte ma, provo disgusto per me stesso perché lo comprendo.
Il demone si avvicina al ragazzo, gli prende il viso tra le mani.
Gli occhi di Alois rispecchiano tutte le sue speranze.
Speranze.
Speranze che io stesso un tempo avevo, ora quasi dimenticate.
Speranze distrutte dal demone nel momento in cui uccide il giovane conte che tanto lo aveva amato.
Lo uccide perché trova la sua anima indegna di essere divorata perché macchiata dai sentimenti.
Urlo davanti a quella scena, rendendomi conto che anche la mia anima era stata macchiata dai sentimenti, l’unica differenza tra me e Alois stava nel fatto che fino alla fine io ero riuscito a nasconderli anche davanti agli occhi del mio maggiordomo, del mio demone.
Urlo con tutta la forza che ho in corpo.

Mi sveglio.
Sebastian mi guarda interrogativo, capisco di aver urlato per davvero.
“Tutto bene bocchan?”. Ti fingi preoccupato ma, mi vorresti vedere morto. Che ipocrita.
No. L'ipocrita sono io.
Tu hai sempre detto che aspiravi alla mia anima, io ho sempre detto di aspirare solo alla mia vendetta e che non mi importava che una volta compiuta sarei morto, per mano tua. Sono io che mi sono illuso per tutto il tempo che non fosse tutto per via del contratto aggrappandomi alle speranze e i sentimenti che tanto dicevo di disprezzare.
“No.”  Cala di nuovo il silenzio; non posso stare zitto, non posso fingere di non avere ancora capito.
“Sebastian”
“Si bocchan?”
“Ti sciolgo dal contratto.”  Mi guardi stupito, per una volta ti ho preso alla sprovvista.
“Come bocchan?” mi chiedi quasi incredulo, allora sei felice, me lo aspettavo ma, quella speranza, per quanto martoriata, c’era ancora.
“Sei stupido oppure sordo? Sei libero, puoi andartene.”
No, non era completa la frase! Non era ciò che volevo dire! Voglio, devo concluderla!
“Se vuoi…” Non mi rispondi. Alzo lo sguardo, non ci sei, te ne sei già andato senza nemmeno una parola; mi odi a tal punto?
Capisco che la risposta è si se no saresti ancora qua.
Mi prendo la testa tra le mani.
“Perché l’ho fatto?” Ho forse  paura di te? No. Ho paura di farmi odiare oltre modo da te a causa del mio estremo egoismo. Probabilmente ormai è troppo tardi.
“Cosa ho fatto?” Quando  mi ero appena  risvegliato come demone giurai a me stesso che mai, mai, MAI ti avrei lasciato andare.

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Ciau a tutti =)
spero vi sia piaciuta almeno un pochino e se siete arrivati fino a qui lasciate anche un piccolo commento giusto per farmi sapere cosa ne pensate ;)
Anche perché questa è una one-shot però io avevo in mente di scrivere un seguito  che ne dite?
Vi piacerebbe? Fatemelo sapere !
grazie. 
^^
Un bacio. 
Marty  
  
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