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Autore: Altair312    02/02/2012    1 recensioni
" Le neonate tartarughine si dissotterravano e allegramente si dirigevano verso il mare mentre la cascate di stelle continuava: era uno spettacolo. E proprio quando l’ultima ritardataria spariva dentro l’acqua, cessarono i lampi di luce cadenti era il 10 agosto, la notte di San Lorenzo…
Riaprii gli occhi…"
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricordi…





Era davvero enorme. La spiaggia si estendeva per chilometri. Era infinita. Quel luogo era selvaggio. Si poteva camminare per ore, con i piedi scalzi sulla riva, senza incontrare anima viva. La visione era spettacolare: verso il crepuscolo il cielo si tingeva di tutti i colori. Poco più il là si ergeva una montagna bianca fatta di argilla. Ricordo ancora quando io e la mia squadra lavoravamo, in estate, in quel paradiso. A metà mattina cominciavano a spuntare i primi bambini-mutanti color panna, che si divertivano a rincorrersi e a fare i mostri, mentre le madri, bianche pure loro, facevano una pennichella. Si facevano strani commenti sui benefici che quella strana fanghiglia faceva alla loro pelle. In effetti era vero: noi ricercatori avevamo analizzato quella polvere e avevano constatato che era un toccasana per l’epidermide, meglio di alcune creme artificiali, e che era particolarmente depurativa.
Oltre alla spiaggia immensa di sabbia finissima, alle nuvole con tutti i colori della tavolozza di un pittore e la montagna di argilla, si poteva ammirare una palla infuocata all’orizzonte. Il disco solare che  si specchiava nelle acque cristalline  di quel mare pieno di vita, che era dimora di pesci di vari colori e dimensioni era davvero rilassante stendersi  con i piedi che venivano bagnati  dall’acqua sul bagnasciuga dopo una giornata di duro lavoro  e infinite ricerche.
Ci si alzava molto presto  e l’unica compagnia che si poteva avere era quella  di un vecchio cane nero che si divertiva un mondo a rincorrerti per poi lavarti la faccia con la sua lingua ruvida e infine scappare con una ciabatta in bocca. Tutto questo accadeva fino a quando la spiaggia non si popolava di persone, perché a quel punto l’amico a quattro zampe spariva per andare ad importunare altra gente e far saltare in braccio ai genitori i bambini spaventati dalla sua grande stazza.
Tutti vorrebbero vivere in un posto così, quasi fosse un paradiso terrestre, ma la spiegazione era semplice: questa era una riserva naturale, in cui abitava e si riproduceva la specie protetta della “caretta caretta” o tartaruga marina
Chiudendo gli occhi cerco di ricordare...                            
Correva l’anno 1965, questa famiglia di tartarughe marine rischiava l’estinzione e alla mia  équipe fu assegnato il compito di proteggere ad ogni costo, trovando il modo di preservare il loro habitat naturale. Fu così che cominciò la costruzione della riserva ad opera di una cinquantina di persone. Era tutta gente giovane, nessuno superava i trent’anni, ma erano tutti competenti, ognuno nel proprio campo. Ci stabilimmo lì per cinque lunghi anni di ricerche, osservazioni, analisi e carotaggi. Comunque l’esperienza più emozionante avvenne durante una notte di luna piena, con il clima mite e nessuna fonte di luce artificiale. Io e altri cinque miei  colleghi ci eravamo offerti di sorvegliare, fino a nuovo ordine, le uova di tartaruga sotterrate nella sabbia. Arrivammo nel punto prestabilito subito dopo il tramonto, perché si riusciva ancora a vedere all’orizzonte il rosso fuoco del sole. Rimanemmo davanti alla buca delle uova chiacchierando, fino a quando non guardammo il cielo: da lì si poteva ammirare la Via Lattea e quando cominciarono a schiudersi le uova iniziarono a vedersi le scie di stelle cadenti. Le neonate tartarughine si dissotterravano e allegramente si dirigevano verso il mare mentre la cascate di stelle continuava: era uno spettacolo. E proprio quando l’ultima ritardataria spariva dentro l’acqua cessarono i lampi di luce cadenti: era il 10 agosto, la notte di San Lorenzo…
Riaprii gli occhi…
Le mie avventure di gioventù mi mancano, ma ormai sono vecchia e sono passati decenni, quindi ho deciso passare il testimone alle nuove generazioni.
E’ diventato quasi buio ora. Avviandomi verso casa noto la lunga ombra di un cane snello e mi viene da sorridere rammentando il mio passato.

[Liberamente tratto dai ricordi di una vacanza passata assieme alla mia famiglia in camper a Torresalsa - Sicilia 2006]


Ehilà, salve a tutti. Questa è la mia prima ff (quindi siate clementi con me… ^-^), spero vi piaccia.
By Altair


  
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