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Autore: Shee    12/09/2006    17 recensioni
[Eriol/Tomoyo(principale)][Sakura/Li(un accenno)]
"- Dio, ora si che mi sento stupida-commentò riassestandosi sorridente, lui la abbracciò ancora ridacchiando - io no, credo sia la cosa più intelligente che io abbia mai fatto- le baciò la fronte poi riprese - ora non hai più scuse per non vincere il concorso di canto-
- ne sei sicuro? E se la mia bocca fosse troppo impegnata per trovare il tempo di cantare?- chiese maliziosa sedendosi sul davanzale della finestra dove poco prima stava seduto Eriol.
- decideremo gli orari, non ti preoccupare- disse serio, si guardarono brevemente e scoppiarono a ridere"
Genere: Romantico, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eriol Hiiragizawa, Li Shaoran, Sakura, Tomoyo Daidouji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction su card captor Sakura… era da tempo che volevo farne una cn Tomoyo ma non trovavo l’ispirazione giusta… poi stavo provando a continuare una cosa che avevo cominciato tempo fa ascoltando musica e sento “ho in testa te” di Nek… è un colpo di fulmine questi sono Eriol e Tomoyo, mi dico… ed eccomi qui^^

Mi farebbe molto piacere un commento, grazie comunque anche se non lo farete^^

Qualche avvertimento: lo ammetto non conosco molto bene la storia di Sakura, ho visto l’anime da bambina e non me lo ricordo e ora lo sto seguendo, ma qualche puntata non riesco a vederla e comunque non ho mai letto il manga e credo che non lo farò mai (ti pare che quegli spilorci dei miei me lo fanno comprare?) quindi non so quanto senso può avere… è passato qualche anno, i nostri eroi hanno 16 anni, Eriol e Li sono in Giappone e preferisco dire che intendono restarci eheheh! È principalmente Eriol/Tomoyo, un po’ OOC anche se ho provato a renderlo bene… verso la fine c’è un accenno a Sakura/Li ^^

Lasciate un commento… grazie^^

Ho in testa te

Perché

Sei trasparante

Con le tue curiosità

Stava seduto sul davanzale della finestra, le gambe a penzoloni, che pensava. I capelli scuri che ricadevano sulla fronte leggeri e spensierati. Scrollò la testa per toglierli da lì, davano fastidio.

C’era qualcun altro che non sopportava i capelli davanti agli occhi, davanti a quegli stupendi occhi.

Di sicuro ce l’avete presente, è una bellissima ragazza di sedici anni, come lui, aveva occhi blu scuro, che viravano dolcemente al viola, uno sguardo affascinante e vivace, mai coperto dai capelli scuri e lucenti, lunghi e leggermente mossi, sempre tirati indietro quando da un cerchietto, da una fascia o da una pinza.

Poggiò la fronte alla mano destra, strizzando gli occhi, perché non riusciva a dimenticarla? Ce l’aveva sempre lì, in testa, e le sue parole, i suoi gesti, i suoi sorrisi, gli sguardi complici, allegri gli rimbombavano in testa come un’eco in una grotta, evidentemente il suo cervello era l’orso che era scappato. Lui, lui che era parte di un grande mago, che aveva dentro di sé qualcosa di Clow, lui stava così pensando ad una ragazza, doveva stare attento, ultimamente sembrava più un adolescente che un grande mago con un grande potere, già adulto e vaccinato.

Ma dopotutto Eriol rimaneva comunque un ragazzino, un ragazzo innamorato a dirla tutta.

E sapete perché stava seduta sul quel davanzale, a quell’ora, senza dare segno di volersene andare?

Perché sapeva che di lì a poco Tomoyo avrebbe finito le lezioni di canto e che sarebbe passata di lì. Avrebbe potuto vederla, sentirla, parlarle se avesse avuto un po’ di fortuna.

Per ora si accontentava di ascoltare il rimbombo della sua voce che cantava una canzone che sembrava fatta apposta per lui… e per lei.

Ho in testa te

Perché non chiedi niente

Ma mi vai in profondità

- Tomoyo, oggi sei strana, sicura di star bene?- la ragazza annuì alla professoressa di canto che la seguiva da qualche mese a questa parte.

- sembri distratta, lontana, di solito metti più passione in quello che canti- commentò tristemente la professoressa e lei si sedette su un banco, mentre la donna sistemava le sue cose per andare a casa.

- questa canzone è troppo… mia- rispose con un filo di voce – la sento troppo, e non mi fa affatto sentire felice…- la professoressa portò i capelli dietro l’orecchia avvicinandosi alla ragazza che sedeva di fronte a lei.

- è normale innamorarsi alla tua età, ed è normale in quel periodo avere un calo, anche se la cosa ci piace molto, anzi ancora di più se è una cosa che amiamo. Amore per amore, le due cose si ricordano a vicenda, non è vero?- Tomoyo alzò lo sguardo, quella donna era davvero sensibile e ormai la conosceva bene, intuiva quel che le passava per la mente.

- era esattamente quello che pensavo… si capisce molto che mi sono innamorata?-

- non tutti lo capiscono Tomoyo, lui di sicuro non se n’è accorto, sei una grande attrice, sai?- la ragazza sorrise appena mentre la prof si avvicinava alla porta e la salutava con un cenno della mano, subito si richiuse la porta alle spalle, uscendo rivolse un sorriso scintillante al ragazzo seduto alla finestra del corridoio, che la ricambiò senza troppo entusiasmo.

“ benedetti ragazzi…” pensò quella subito dopo.

Dentro la classe ormai vuota e triste Tomoyo scese dal banco con grazia e si avvicinò al piano, ricordando quella volta che, tempo prima, aveva cantato mentre Eriol suonava il piano, suonava stupendamente.

Magnetizzi gli sguardi miei

È il potere che hai

Se soltanto cammini sai

Mi fai morire

- permesso?- chiese una voce alla porta, Tomoyo senza fare una piega annuì, spesso i bidelli venivano a pulire quando ancora ei doveva uscire, ormai aveva fatto amicizia con tutti gli addetti.

- ti va di cantarmi qualcosa?- chiese il ragazzo dopo essersi chiuso la porta alle spalle. Si avvicinò al piano e si sedette, mentre Tomoyo si voltava per guardarlo, con un misto di stupore e dolcezza, anche imbarazzo forse.

- certo…- rispose abbassando gli occhi per nascondere il rossore sulle gote, Eriol posò le dita sulla tastiera e dal piano si alzarono in volo alcune note, mentre Tomoyo cominciava a cantare, prima piano poi prendendo sempre più coraggio.

A metà canzone circa Eriol smise di pigiare sui tasti, per ascoltare la voce di Tomoyo che aveva continuato a cantare qualche altra parola.

- come mai hai smesso?-

- ho una cosa importante da fare, ora- disse Eriol, Tomoyo fece un passo indietro e fece un cenno con la testa, indicando l’uscita.

- allora ciao…-

Eriol si avvicinò e le prese il viso tra le mani, ignorando il fatto che la pelle chiara della ragazza era arrossata - chi ti dice che me ne voglio andare-

Ho in testa te

Perché sai esagerare

Non mi dai fastidio mai

Con quegli occhiali che guardi

e non fai guardare

Se ti va prendi quello che vuoi

- balliamo?- chiese piano lui, Tomoyo lo guardò per alcuni secondi, cercando di decifrare la sua espressione. Perché stava facendo tutto questo? Si sentiva sempre più in imbarazzo, agitata, ma al contempo desiderava che quel momento non finisse mai.

- perché?- Eriol sorrise istintivamente, un sorriso un po’ sbilenco, la guardò finalmente dritta negli occhi – è una cosa che desidero fare da molto tempo-

La ragazza per tutta risposta fece ricadere i propri capelli sulla schiena e i mise in posa poggiando una mano sulla spalla del ragazzo e una quasi tesa nel vuoto.

- balliamo, allora-

Eriol le afferrò la mano vuota e con dolcezza se la portò dietro il collo –non voglio mica ballare un valzer…- disse sorridendo furbo a Tomoyo che era arrossita violentemente al contatto con il ragazzo.

Eriol lanciò uno sguardo intenso al piano e quello cominciò a suonare la melodia di qualche minuto prima, che lui aveva lasciata impressa nelle corde e nei martelletti di quello strumento. Tomoyo trasalì a guardò curiosa il piano.

- gli hai fatto qualcosa, confessa!- disse ridacchiando, lui rise piano e la strinse di più a sé.

- ne vale la pena, no?-

- e se vengono i custodi per pulire che gli raccontiamo?- chiese cercando di soffocare il battito del cuore esagerato, che stranamente le batteva in gola.

- mi sono offerto di pulirla io questa classe-

- oh…-

Magnetizzi gli sguardi miei

È il potere che hai

Se potessi ti sdoppierei

Per avere due volte te

Io mi sento qualcuno

da quando sei con me

Eriol inspirò profondamente, Tomoyo aveva quel suo profumo particolare, che si sentiva solo se si voleva sentire, e lui lo voleva. Non era quei profumi che stordiscono, non era uno di quel profumi fruttati, ultra dolci. Quello era un profumo di fresco, di pulito, leggermente di ciliegia, Tomoyo. Era lei, era il profumo di lei che lui sentiva tutte le notti prima di addormentarsi, era il suo specialissimo odore quello che gli pervadeva la mente quando era ad un passo dal sonno profondo, che lo accompagnava nei suoi sogni più belli, ma forse anche quelli più proibiti, sicuramente quelli più dolci. Uno di questi era ballare con lei, ed ora quel sogno era realtà, era il continuo del sogno che non sarebbe accaduto…forse.

Una specie di ghignò e risatina gli salirono alle labbra, mentre lo sguardo di Tomoyo sul suo si faceva interrogativo, lui scosse la testa, meglio non metterla al corrente di quello che lui avrebbe voluto fare di quella stupende labbra rosate e sottili che ora sorridevano in modo strano, quasi impercettibile. Si accorse di essere arrossito fino alle punte delle orecchie a quel pensiero, che però si faceva sempre più strada in lui.

- Tomoyo, senti io…-

- sai, era da tempo che volevo… stare un po’ con te- lo interruppe Tomoyo, Eriol fece per dire qualcosa – noi stiamo spesso insie…-

- soli- rispose lei comprendendo ciò che lui voleva dirle, prese ad osservare le proprie dita quasi strette sulla stoffa del leggero maglione blu del ragazzo, lui emise uno strano suono con il naso, a metà tra uno sbuffo e una risatina soffocata.

- Tomoyo… come mai volevi...-

- oh insomma Eriol, è colpa tua se quando canto ultimamente faccio schifo, è colpa tua se cantare mi è così difficile, è solo colpa tua se cerco di sentirmi il più lontano possibile da quella maledetta canzone che devo portare al quello stupido concorso tra una settimana. E sarà sempre colpa tua se in quell’occasione sarò ridicola- sbottò lei innervosita da quello sbuffo e dal tono strano che avevano le parole di Eriol, si staccò da lui bruscamente e subito il pianoforte si zittì, facendo piombare nel silenzio la stanza.

Magnetizzi gli sguardi miei

Ed è il potere che hai

È sfrenata la mia voglia sai

Sai riempire i giorni

- io? Cosa ti ho fatto io?- chiese Eriol sbigottito e preoccupato, Tomoyo gli voltò le spalle e prese la sua borsa.

- tu non hai fatto niente, esisti, questo basta e avanza. Sei così e questo aggrava le cose. Io sono una stupida e questo fa precipitare il tutto nel fango. Non è colpa tua- disse fredda, uscendo dalla porta semi aperta e prendendo il corridoio verso sinistra. Eriol rimase a fissare quella porta sbigottito e atterrito, non aveva capito perché lui faceva così male al canto della ragazza, e non capiva cosa le era preso, e contemporaneamente sentiva il cuore battere in modo strano, saltando un battito qui e un battito poco dopo, seguendo il ritmo dei proprio pensieri. Poi tutto fu chiaro, o almeno cosa avrebbe dovuto fare lui. Lasciarla andare? Pensare? Rimuginare sulla cosa? No, sarebbe stato meglio, era ora di chiarire, era arrivato il momento.

Con passo deciso la seguì lungo il corridoio deserto e la vide che svoltava l’angolo, con uno scatto finale la raggiunse e le afferrò un braccio.

- che vuoi?- chiese brusca guardandolo con gli occhi assottigliati e lucidi, si morse il labbro inferiore, nervosa.

- ti amo- Tomoyo che fino a qualche secondo prima stava cercando di liberarsi dalla stretta decisa e dolce del ragazzo si pietrificò e sgranò gli occhi.

- come, scusa?- come risposta Eriol le posò le labbra sulle sue, in un bacio fugace, dolce, ma emozionante.

- devo ripeterlo?- chiese Eriol inclinando la testa di lato.

Parli anche se non ci sei

Meglio se resti qua

Se potessi ti sdoppierei

Per avere due volte te

Per avere due volte te

Tomoyo lo guardò sorpresa ed emozionata più di quanto avrebbe mai immaginato. Indirizzò il capo nella stessa direzione di quello di Eriol dischiudendo le labbra senza rendersene conto, con un’espressione strana, come se l’unica cosa che desiderasse fosse proprio ripete l’esperienza di qualche secondo prima, sentirsi lì, con lui, finalmente.

Lei scosse leggermente la testa - no...- rispose alla domanda di Eriol, poi lo baciò, in modo diverso da prima. Il primo era stato il raggiungimento, ora era invece il godersi la cima di quella montagna che avevano scalato. Eriol le avvolse la vita con le braccia mentre lei istintivamente scompigliava quei capelli che da tanto desiderava toccare, accarezzare, scombinare, preferibilmente facendo quello che stava facendo ora.

Quando finalmente si divisero, con il fiato corto e scrutandosi di sottecchi, per vedere l’espressione dell’altro.

- Dio, ora si che mi sento stupida- commentò riassestandosi sorridente, lui la abbracciò ancora ridacchiando - io no, credo sia la cosa più intelligente che io abbia mai fatto- le baciò la fronte poi riprese - ora non hai più scuse per non vincere il concorso di canto-

- ne sei sicuro? E se la mia bocca fosse troppo impegnata per trovare il tempo di cantare?- chiese maliziosa sedendosi sul davanzale della finestra dove poco prima stava seduto Eriol.

- decideremo gli orari, non ti preoccupare- disse serio, si guardarono brevemente e scoppiarono a ridere.

E qualcosa di nuovo nella mia vita c’è

Sei te…

- dopotutto amore per amore…- borbottò Tomoyo ripensando a quello che le aveva detto la professoressa di canto.

- cosa?-

- la mia professoressa di canto, mi aveva detto che se sto male per amore allora viene male anche fare cose che amo, come cantare-

- per questo era colpa mia?-

- hai rimediato in modo più che soddisfacente, Eriol- rispose astutamente lei mentre lui si avvicinava, lei balzò giù e lo prese per mano, tirandolo giù dal ripiano, si affacciò dalla finestra stupita, sotto la leggera pioggia c’era la professoressa di canto, che li guardava con un sorriso furbo sul volto.

Eriol sgranò gli occhi accorgendosi che era avvolta da una leggera luce, la professoressa si stava trasformando in qualcos’altro.

- ma quella è la carta della canzone!- disse lui, da un cespuglio nelle vicinanze saltò fuori Sakura che riacciuffò la carta, poi sorrise al cespuglio dal quale era appena sbucata, Shaoran uscì dal suo nascondiglio e le indicò la finestra, così che anche lei si accorgesse di loro due.

- è stata lei!- esclamò Tomoyo guardando la ragazza battibeccare con il ragazzo e agitarsi per essere stata scoperta.

- dovevi dirmelo prima che loro stavano guardando!- esclamò Sakura agitata gesticolando in varie direzioni differenti.

- dai Sakura che importa, si sono messi insieme non vedi? E non è che gli importa molto che noi centriamo qualcosa- replicò quello avvicinandosi a lei per calmarla.

- dici?- chiese quella guardandolo mortificata, allora Shaoran le indicò con un cenno del capo la finestra, della quel si vedevano chiaramente due persone che si stavano baciando senza più curarsi di quello che succedeva laggiù.

- hai ragione…- disse la ragazza mentre sentiva le braccia di Shaoran stringerla.

- pensi che noi sarebbe importato qualcosa se Tomoyo avesse macchinato qualcosa per farci mettere assieme?-

- non ti sarebbe importato?-

- affatto, io ti volevo con me, in qualunque modo…- disse cercando di baciarla, ma lei gli posò due dita sulle labbra, bloccandolo.

- lei ha macchinato qualcosa per metterci insieme sai? E direi che il suo piano è riuscito-

- lei centrava qualcosa?- chiese irritato.

- avevi detto che non ti importava-

- mi importa invece, mi sono impegnato per dirti ti amo ed ora il merito è suo?-

- non ho mai…-

- TOMOY…!!- fece per gridare Li ma Sakura gli tappò la bocca con un bacio.

- e lasciali in pace una buona volta-

Allora? Ditemi se è da buttare o no… grazie^^

carillon

  
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