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Autore: Lyla    12/09/2006    9 recensioni
Dopo aver visto la videocassetta dell'ep.18, Faye si è chiusa nella sua cabina senza una parola. Spike va a parlarle, ma succede qualcosa d'inaspettato...
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Faye Valentine, Spike Spiegel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ieri ho rivisto la session 18 dell’anime, e mi è venuta l’ispirazione per scrivere una fic su Cowboy Bebop dopo mesi

Ieri ho rivisto la session 18 dell’anime, e mi è venuta l’ispirazione per scrivere una fic su Cowboy Bebop dopo mesi. Credo di aver fatto Faye e Spike un po’ OOC, tutta colpa delle idee del mio cervellino malato (questa fic è nata all’una di notte XD). Avrei bisogno di ascoltare altri pareri per capire se la mia paura è fondata. Dopotutto, non credo che Spike o Faye si comporterebbero mai in modo simile, nell’anime…

Lost past

 

Quando il video era finito, Spike era rimasto a fissare lo schermo con aria inebetita per quasi mezz’ora di fila.

E Jet non sembrava stare meglio di lui.

Più ci pensava, più la sua mente si rifiutava di crederci.

La ragazzina della registrazione era davvero Faye Valentine?

Era davvero la rompiscatole, approfittatrice, bugiarda ventitreenne che si cacciava in un mare di guai con la rapidità di un fulmine – guai da cui di solito toccava a lui e Jet tirarla fuori -, quella che un tempo era stata la ragazzina del video?

Com’era possibile…?

Un vuoto.

Ecco quello che avvertiva Spike.

Non c’era altro che un immenso baratro tra la Faye che conosceva e quella di tanti, forse troppi anni prima.

Di certo lei non si aspettava di trovarsi di fronte a un vivido scorcio del suo passato così all’improvviso.

Aveva fissato incredulo le immagini che scorrevano sullo schermo di quel vecchio televisore per tutto il tempo, ma non gli era sfuggito, quando erano terminate, il lampo improvviso alle sue spalle.

Gli era sembrato di vedere delle lacrime nei suoi occhi, quando si era voltato istintivamente per guardare l’effetto del video su di lei, per sentire quello che lei avrebbe avuto da dire sulle immagini di quell’antico nastro.

Si era aspettato una reazione diversa, da parte di Faye.

Decisamente diversa.

Si era aspettato un commento allegro, magari qualcosa come: "Che meraviglia! Quello è il mio passato! Mi sembra ieri!"

Invece, lei se n’era andata senza dire una parola.

Come un fantasma.

Anche Jet era rimasto in silenzio.

Non c’era nulla da dire.

Poi, l’ex-poliziotto si era reso conto che era ora di cena, e che sarebbe stato meglio cucinare qualcosa da mettere sotto i denti.

Invece, lui era rimasto lì seduto, la mente che tornava a ciò a cui avevano assistito quella sera, allo strano video e all’effetto che aveva avuto su Faye.

Era chiaro, che non ricordava nulla del suo passato.

Non ricordava assolutamente nulla.

Spike si alzò, sentendo lo sguardo interrogativo di Ed su di sè e decidendo di ignorarlo completamente.

L’hacker lo vide sparire nello stesso punto dove Faye era scomparsa mezz’ora prima, scosse la testa e guardò Ein dritto negli occhi.

"Sono tutti così strani!" gli disse, e il cane rispose con un guaito desolato. "Ed ha fame! Cosa c’è per cena?" esclamò quindi la ragazzina, dimenandosi sul pavimento e dimenticandosi delle domande che si era posta un momento prima, e alle quali non aveva saputo dare risposta.

***

Non era riuscita a pensare più a niente.

Aveva dimenticato la sua doccia e i suoi battibecchi con Jet in un attimo, tutto sembrava scomparso, cancellato come da un deciso colpo di spugna dalla sua vita.

Una dolorosa sensazione le aveva confermato quello che la tormentava da quando aveva riaperto gli occhi dopo quasi cinquant’anni di sonno criogenico.

Lei non aveva più un passato.

Non riusciva a ricordarlo, per quanti sforzi facesse…

…era come se non fosse mai esistito.

Ma lei sapeva che c’era stato.

La ragazza del video gliel’aveva fatto capire chiaramente.

Possibile che lei non ricordasse più nulla di quelli che sembravano giorni così felici?

Possibile che fosse davvero lei, la Faye del video?

Si era chiusa nella sua cabina, nello sconforto più totale.

Non voleva vedere nessuno.

Non aveva nemmeno fame.

Quel senso di vuoto che la attanagliava sempre di più, non le dava un attimo di respiro.

"Perchè è successo proprio a me? Perchè non riesco a ricordare? Che senso ha tutto questo?"

Le parole le riecheggiavano nella mente, come un’eco martellante destinata a non spegnersi mai.

Si strinse ancora di più al cuscino, stesa sul letto della sua cabina.

"Perchè sono tornata in vita? Avrei preferito dormire per altri cinquant’anni, piuttosto che sprofondare in mezzo a un mare di problemi e di domande a cui non so dare una risposta!" pensò disperata.

Lacrime tornarono a formarsi nei suoi occhi, mentre ripensava a come si era sentita al termine del video.

Completamente svuotata.

Quella ragazzina era lei, era stata lei, non c’era alcun dubbio.

Ma non era giusto.

Non era giusto non ricordarlo affatto.

Qualcuno stava bussando leggermente alla porta della sua cabina.

Faye si sollevò di scatto dal cuscino, colta alla sprovvista.

Provando un intenso fastidio.

"Faye…"

Era la voce di Spike.

Lei non rispose, chiedendosi che ci facesse, quell’idiota, in quel momento, dietro la porta della sua cabina.

"Hai intenzione di restartene lì dentro ancora per molto?"

Parlava in un tono a metà strada tra il cauto e l’annoiato.

Che accidenti gliene importava, a lui, di quello che lei aveva intenzione o meno di fare?

Faye poteva benissimo decidere di starsene lì dentro anche per l’eternità, per quanto le riguardava.

Silenzio.

Faye se lo immaginava perfettamente, in piedi dietro la porta, una mano in tasca, l’altra ancora sospesa a mezz’aria, il viso atteggiato in un’espressione insofferente che forse si stava trasformando in una lievemente indispettita.

Dopotutto, lei non l’aveva degnato di una risposta.

Ancora silenzio.

"Ma fa un po’ come ti pare," disse Spike a un certo punto con indifferenza, lasciando perdere ogni tentativo di parlare con la ragazza.

Si allontanò dalla porta ed estrasse una sigaretta dal pacchetto che aveva in tasca, accendendola un attimo dopo, per poi avviarsi lentamente verso la stanza che aveva lasciato per andare da lei…

…in preda a uno stupido, insensato sentimentalismo.

Che restasse da sola, quella rompiscatole.

Che andasse pure al diavolo.

Non aveva niente da dirle.

Non più.

Sentì la porta aprirsi alle sue spalle.

Si fermò nel corridoio, le mani in tasca, la sigaretta sempre tra le labbra.

"Spike…" si sentì chiamare.

"Ma guarda. Alla fine ti sei decisa a degnarmi di una risposta. Peccato che ora non m’interessi più," disse Spike tranquillo, quindi fece per andarsene.

Ma lei lo inchiodò nuovamente lì dov’era con due parole.

"Spike, io…"

Sembrava…insicura. Più…debole del normale.

Si voltò lentamente a guardarla con quell’espressione indecifrabile negli occhi che mostrava spesso, soprattutto negli ultimi tempi.

C’erano ancora tracce di lacrime, sul viso di Faye.

"Io…ho bisogno di parlarne con qualcuno. Ho bisogno che tu mi ascolti…io…"

Non riuscì a sostenere il suo sguardo penetrante, e gli voltò le spalle, sentendo che gli occhi le stavano per riempirsi nuovamente di lacrime.

"Io non riesco a capire, Spike…perchè è successo proprio a me? Perchè non ricordo nulla del mio passato? Io…quando ho visto la me stessa di tanti anni fa…ho sentito un vuoto dentro di me, il vuoto del mio passato…"

Era davvero la sua Faye, quella che gli stava parlando in quel momento?

Era Faye, quella che gli stava aprendo il cuore così all’improvviso?

"…non ho potuto fare a meno di chiedermi…perchè sono viva…perchè non posso essere felice? Perchè non posso avere un passato come tutti? Perchè?"

Parlava più con sè stessa, che con lui.

O almeno sembrava.

Stava tremando.

"Io…ti invidio. Perchè tu hai un passato e io no? Perchè tu sei stato così fortunato? Ti rendi conto…di quanto ti invidio? Tu hai un passato, Spike, non capisci…non capisci quanto sei fortunato?"

Quelle parole fecero agitare qualcosa dentro di lui.

Gli provocarono una sgradevole, orribile sensazione.

"Ora basta, Faye!" cominciò Spike, il volto contratto in una smorfia di rabbia.

"Anch’io voglio avere un passato! Voglio essere uguale a te, uguale a tutti gli altri!"

"Stai esagerando!"

La sua pazienza stava per venir meno. A dire il vero, lui non ne aveva mai avuta troppa…

Faye si voltò di scatto a guardarlo, in preda alla rabbia e al dolore.

"Perchè tu puoi avere un passato e io no?"

"Smettila, Faye!"

"Io ti invidio, Spike!"

"ADESSO BASTA!"

Faye rimase impietrita per un istante.

Quelle parole…gliele aveva praticamente urlate contro.

Era fuori di sè dalla rabbia.

L’afferrò violentemente per le spalle, e la costrinse a guardarlo negli occhi.

"Se c’è qualcuno che invidia qualcun altro, qui a bordo, quello sono io, chiaro? Che cazzo vuoi che me ne freghi, di avere un passato? Credi veramente che sia una fortuna averne uno? Il passato può fare male, può anche non esistere più, ma non si può vivere solo di esso, Faye!"

Lei si divincolò dalla sua stretta, senza però smettere di guardarlo negli occhi.

"E’ guardando verso il futuro, che si deve andare avanti. Possibile che tu non riesca a capirlo? Bè, se vuoi continuare a piangerti addosso, fai pure, ma non aspettarti che venga un’altra volta a cercarti," disse Spike sbrigativo, quindi la lasciò lì impalata, in mezzo al corridoio, senza parole.

"Oh, accidenti," commentò indispettito.

Nella foga, gli era caduta la sigaretta che stava fumando.

Una mano affusolata gli apparve accanto, porgendogliene una nuova.

Si voltò verso Faye.

I loro sguardi s’incrociarono.

Prese la sigaretta, se l’accese.

Sul volto, la solita espressione impenetrabile. La rabbia di poco prima era del tutto scomparsa…

Le sue parole l’avevano colpita nel profondo.

Possibile che in realtà, Spike avesse dentro un simile rancore…una simile…sofferenza?

Il suo passato…

Non doveva essere stato piacevole.

Vicious.

Julia.

Un nome al quale non sapeva dare un volto.

Un passato che lui voleva dimenticare.

O fingeva di voler dimenticare.

Le aveva fatto vedere cos’aveva dentro per la prima volta.

Si era…preoccupato per lei.

Era venuto a cercarla per scuoterla un po’, per tirarla su di morale.

Faye lo vide rimettersi l’accendino nella tasca della giacca, lo sguardo serio.

Impenetrabile.

"Grazie," mugugnò, allontanandosi definitivamente.

"Grazie a te, Spike," pensò Faye, in preda a strane sensazioni.

Non riusciva a togliersi dalla testa quello che lui le aveva detto.

Il fatto che fosse venuto per parlarle.

Per parlare con lei.

Per farla sentire meglio.

Spike…

FINE

 

 

  
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