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Autore: Aneurysm    02/02/2012    1 recensioni
''Le regole sono semplici,'' ripetè Sasuke nella sua testa, imprimendo nella memoria le parole che venivano dettate ''se vedete una ''Madre'' potete ucciderla. Vietato mirare ai compagni e alla popolazione indifesa. Lavorerete in gruppi di minimo due, massimo quattro individui, e vi dovrete riunire in questo stesso luogo prima dello scadere della terza ora a partire da quando i giudici faranno cominciare il conto alla rovescia.'' ci fu una pausa, come se un occhio invisibile si fosse preso il suo tempo per sondare gli animi dei ragazzi riuniti. ''E' tutto chiaro?'' Nessuno fiatò; Sasuke intravide chiaramente il guizzo dei muscoli di Ino che si irrigidivano, in tensione, poi null'altro.
{A May Cry}
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sasuke Uchiha, Zetsu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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    Le Note precedono eccezionalmente la storia, perchè essa è decisamente troppo lunga e meno rilevante delle note stesse, pensate come siamo messi.
Qualche carino e simpatico Avvertimento, non continuate la storia se non avete tempo da perdere, se non vi piacciono le AU vagamente insensate, se ci tenete alla salute vostra e del vostro cricetino cranico. Qualche carina e simpatica Lamentela personale, cioè questa storia mi ha preso molto più del tempo che mi ha lasciato, ed è un regalo del tutto indegno, cosa che ci porta alla carina e simpatica Dedica, ovvero tutto questo obbrobrio è interamente dedicato a May Cry, per un sacco di ragioni che risiedono in lei, nei suoi messaggi, nel fatto che anch'io fra poco avrò dilapidato il mio credito, nel fatto che mi deve comunque rispondere alla domanda su John Doe o Tesi e la donna della mia vita Cal continueranno a rompere le scatole. Sopracitata Tesi ha anche affermato che se vedeva qualcosa di mio si sarebbe a sua volta messa a scrivere quindi lavora, nee-san. Se avrete la gentilezza di leggere e /o lasciare recensioni in questo caso sarà un piacere personale all'autore che realizza quanto questa fanfiction sia pesante.

E, lascia stare, May. Grazie di tutto.
[Nel caso qualcuno mi stesse dando per scomparso, suddetta ipotesi è corretta. Ma aspettate e vedrete, come diceva Papà Castoro.]

 

All in all is all he is

 
Intorno alla luna umida si era creato un ematoma violaceo di nuvole, sembrava quasi appesantire il cielo che si accartocciava tutto verso la sua superficiale ferita. Contro lo scenario quasi crepuscolare si stagliavano, ad intervalli regolari, dei rumorosi fuochi d'artificio; con bassi crepitii si spegnevano in lontananza, più esausti dell'esplodere che del luminoso tratto compiuto.

 

Era un grande giorno e tutto era predisposto per la caccia. Attorno ai tavoli all'aperto una fiumana di giovani si agitava e cercava di scrollarsi di dosso la tensione che quella sorta di iniziazione stava accumulando, riuscendo più che altro come intrattenimento degli anziani e dei bambini che si erano radunati in un grosso cerchio attorno alla calca.

-Sasuke! O bevi o guidi, dannato! - chiamò un ragazzo fintamente irritato, richiamando l'attenzione del minore degli Uchiha.

-Mh, bevo.- rispose divertito il giovane, mandando giù per buona misura un altro sorso dell'alcolico tiepido.

Naruto ghignò, a sua volta ingollando la bevanda. -Gioventù bruciata.- commentò ironico prima di rubare a Sasuke le chiavi del velivolo pronto poco lontano, chiarendo che sarebbe quindi stato lui ad assumerne la guida. Il terzo compagno fece per replicare qualcosa, ma dagli altoparlanti iniziavano ad udirsi le istruzioni della caccia, sillabate con una bassa voce meccanica. Il silenzio più totale scese sull'uditorio attento.

Le regole sono semplici,” ripetè Sasuke nella sua testa, imprimendo nella memoria le parole che venivano dettate “se vedete una “Madre” potete ucciderla. Vietato mirare ai compagni e alla popolazione indifesa. Lavorerete in gruppi di minimo due, massimo quattro individui, e vi dovrete riunire in questo stesso luogo prima dello scadere della terza ora a partire da quando i giudici faranno cominciare il conto alla rovescia.” ci fu una pausa, come se un occhio invisibile si fosse preso il suo tempo per sondare gli animi dei ragazzi riuniti. “E' tutto chiaro?” Nessuno fiatò; Sasuke intravide chiaramente il guizzo dei muscoli di Ino che si irrigidivano, in tensione, poi null'altro.

Partite.”

L'ordine agitò con un fremito la figura di Naruto dinanzi a lui, il ragazzo voltandosi di scatto con un ghigno già vittorioso.

-Andiamo, Sasuke.- lo esortò il ragazzo, artigliando le spalle della ragazza e di Juugo, poi dirigendosi verso il loro ordinario mezzo di trasporto- due ali tozze e ruote piccole, uno spazio ristretto in cui, nonostante i dubbi dell'Uchiha sulla riuscita dell'operazione, si compressero i quattro giovani, spalla contro spalla e gomiti ben piantati nelle costole del vicino.

-Sei sicuro di saper guidare senza causare danni irreversibili al mezzo e ai passeggeri?- si informò Ino all'indirizzo di Naruto, quasi distrattamente, ma stringendo nervosamente al contempo il braccio di Juugo, ricevendo un ampio sorriso da parte del biondo.

Il quale, con grande diplomazia, non rispose; si limitò ad interrompere lo stato di quiete del velivolo con uno sbalzo e una brusca accelerazione, puntando dritto verso il limitare del paese.

Gli arbusti radi iniziavano a comparire come macchie nere accanto al mezzo in corsa; con un fruscio di foglie Naruto si addentrò nella boscaglia che si infittiva, il paese ormai solo un ricordo di luci alle loro spalle.

- Le Madri - avvertì Sasuke, a disagio nel rompere il silenzio teso che si era creato - non sono del tutto incivilizzate, quindi tendono a creare insediamenti primitivi nel quale ripararsi. - tirò un respiro, osservando la nuca di Naruto che annuiva. - Ciò che voglio dire è che, specialmente oggi, le possibilità di trovarle fuori dai loro nascondigli sono scarse, quindi dovete prestare attenzione ai vostri dintorni.

Il suo sguardo si posò sui compagni, che fecero cenni di assenso. I consigli di Sasuke erano sempre ben accetti dal momento che i suoi genitori erano entrambi cacciatori rinomati, così come lo era stato il suo stesso fratello, prima di perdere la vita durante una battuta di caccia.

-Ci fermiamo qui?- propose Naruto rallentando l'andatura, facendo cenno verso uno spiazzo erboso più o meno coperto da cespugli e arbusti secchi; e senza nemmeno aspettare risposta atterrò con un distinto clung nel mezzo della zona prescelta. Con un sibilo seccato per via del contraccolpo Sasuke assestò una manata al biondo che si limitò a ridacchiare e a scendere con dubbia agilità dal mezzo, liberando l'Uchiha da una posizione piuttosto scomoda a stretto contatto con il finestrino.

Juugo scrollò la testa rassegnato. -Da qua in poi ci separiamo.- constatò a sua volta allontanandosi da Ino, e afferrando con più decisione l'arma da fuoco che aveva tra le braccia. Il tempo di un cenno, e i quattro erano partiti in tre prestabilite diverse direzioni.

La corsa di Sasuke era regolare, non aveva incertezze nel suo procedere sempre dritta ora verso i cespugli che si profilavano in mezzo al cammino, evitate dal giovane con balzi erratici, ora verso la meta immaginaria che Sasuke si era prefissato.

Poi vide le rovine. Non si sforzò neanche di associarle a qualche paesaggio già conosciuto; quella Konoha vecchia era stata abbandonata e dimenticata dai suoi compaesani al tempo della prima invasione delle Madri, e niente della sua struttura si era conservato nella costruzione del nuovo centro abitato. Non per questo le degnò di scarsa attenzione; tutt'altro, sapeva per esperienza dei suoi genitori che quegli insediamenti diroccati erano l'habitat prediletto delle Madri; si avvicinò quindi con circospezione.

Ispezionò i resti della costruzione con cura, ma non vide più di quanto aveva percepito ad una prima occhiata; un muro di mattoni sporgenti, un altro muro ad angolo col primo, e dei resti di intonaco umido sulle pareti, come piaghe appiccicose. Un rumore viscido, suonava come corse su pavimenti freddi con zampe umide e tozze, lo costrinse a girarsi rapidamente, evitando il primo attacco della Madre dinanzi a lui.

Madri con apparenze maschili erano piuttosto rare – riflettè l'Uchiha rotolando per ripararsi dietro al muro, approfittando della confusione dell'essere, il quale emetteva versi sorpresi a causa della carta bomba che il giovane aveva tirato alla cieca.

Piuttosto rare, decisamente. Sarebbe stato un gran bel trofeo. Con un mezzo ghigno, Sasuke immaginò di tirar via gli arti della creatura per regalarli al suo villaggio, uccidere quei mostri assassini con la loro stessa ferocia.

-Sasuke.- sibilò la Madre da sopra la sua spalla, cogliendolo di sorpresa. Con un urlo, il ragazzo saltò qualche passo più lontano, armeggiando con le sue armi prima di sparare un proiettile che mancò l'obiettivo.

La Madre sorrise, chiaramente soddisfatta della reazione. -Sasuke, Sasuke.- i suoi occhi si ingrandirono estasiati mentre una seconda pallottola lo sfiorava. Incurante delle occhiate feroci del giovane, la schiena eretta per non lasciar immaginare debolezze, parlò. - Hai paura del buio, Sasuke?

Il corpo della Madre era suddiviso in due metà grottesche, l'una chiara, l'altra scura; sembravano agire di comune accordo, ma impercettibili smorfie e movimenti indipendenti ora di una ora dell'altra metà rendevano facile individuare un'anomalia nel corpo del mostro. Ignorò le sue parole.

-Fanculo. - grugnì Sasuke, arretrando di qualche passo.

La Madre nera emise un suono basso e nervoso, di gola. -Itachi aveva paura del buio.

Gli erratici movimenti dell'Uchiha si fermarono.

-Zetsu. - esalò la Madre, presentando se stesso con evidente soddisfazione per l'attenzione ricevuta.

-Dov'è Itachi?- la voce di Sasuke si ruppe sulle ultime sillabe, mentre il giovane estraeva il coltello. La lama si aprì con uno scatto e Zetsu indietreggiò sogghignando.

-Niente. E' morto, è successo qualcosa, chi lo sa?, ma non ti pare quantomeno sospetto che io sappia il tuo nome con tanta accuratezza?- quell'eterna espressione soddisfatta non abbandonava una delle metà; impossibile determinare quale delle due perchè l'ambiente era divenuto davvero buio.

Sasuke non cercò nemmeno di comprenderlo, poco incline a portare avanti la discussione, ma un tendersi di muscoli avvertì il suo interlocutore che il nome del fratello continuava ad esercitare il suo fascino sul ragazzo.

-E l'ha detto lui a te?- sibilò beffardo l'Uchiha, assottigliando gli occhi ma ancora eludendo lo sguardo di Zetsu.

-Oh, mi ha detto più cose di quanto tu possa pensare. - sogghignò questo, la frase quasi sospesa in un contesto volutamente ambiguo.

-Sei disgustoso.-sibilò Sasuke con uno scintillio folle nelle iridi scure. Si avvicinò con un balzo, brandendo il coltello. La Madre si spostò all'ultimo, raggiunto però dal calcio che l'Uchiha aveva sferrato disperatamente, senza uno scopo preciso.

Qualcosa nel torace della creatura emise un angoscioso scricchiolio, e Sasuke sorrise; ancora non riusciva a distinguere i due Zetsu, e rifletteva di trovarlo raccapricciante.

-Che tipo di rapporto avevi con mio fratello?

-Che-tipo-di-rapporto-avevi-con-mio-fratello, - lo motteggiò Zetsu, cantilenando la frase e portandosi una mano al costato. - quanti paroloni, Sasuke. Che tipo di rapporto avrei potuto avere con lui? Voleva uccidermi!

Il giovane di Konoha, in guardia, ridacchiò. Le labbra spaccate e sanguinanti per il freddo, rimase fermo al suo posto attendendo spiegazioni, movimenti, da parte di Zetsu.

-Vedi, - stava sussurrando l'essere. Le metà sembravano quasi scardinarsi, lasciarsi con movimenti del tutto simili a quelli delle onde. Sasuke le unì mentalmente, bianco e nero, le scompose di nuovo e in bella fila le adagiò davanti al proprio sguardo affamato. Davano una sensazione di vulnerabilità, facevano pensare di aver finalmente carpito il segreto - qualsiasi esso fosse – dell'imperscrutabile Zetsu. - vedi, i pezzi non sono tutti insieme, - passò un dito lungo la linea che divideva le due metà, il segno rosso del calcio di Sasuke, i propri lombi – ma si stanno avvicinando. Tuo fratello era un pezzo, e si è avvicinato troppo.

Zetsu alzò gli occhi sullo sguardo orripilato, ora più consapevole, dell'Uchiha. - Non che mi importi della tua situazione familiare, comprendi? Solo che mi pareva corretto avvisarti, oggi sarai tu a morire. - sorrise, portando il braccio in alto. Spiccò un balzo e fu a due passi da Sasuke. Il resto fu un'esplosione nera di corpi contro corpi in ombra, e labbra che a malapena si toccavano e poi bruciavano. Piano. Una metà sorrideva, e non apparteneva a Zetsu.

 

 

-Sasuke!- la voce di Ino fendette l'aria attraverso i residui di fumo pesante e di fogliame fitto. Un coro di voci maschili si unì al richiamo.

Da dietro un albero, sfinito, apparve l'Uchiha. I denti neri di incendio e il corpo lurido di sangue e qualcosa di non meglio identificato risaltavano l'aria disperata, a tratti folle dello sguardo tremulo.

Naruto parlò per primo, tremando vagamente. -La Madre?

Sasuke alzò un moncherino di sogghigno e arti bruciati.

-E' solo metà, ma andrà bene lo stesso.- sussurrò, quasi riflettendo tra sé e sé. - Si era avvicinato troppo. - soggiunse con un tono leggero di scusa, lo sguardo teso ad esaminare i volti dei ragazzi intorno a lui; nessuno fiatò.

  
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