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Autore: IamSimo    02/02/2012    1 recensioni
Tratto dalla One-Short : "E tu morte, morte di cui ho riso tante volte, ti ho soggiogato, umiliato, avevo vinto. Avevo chiesto troppo ? E ho avuto troppo." Sarebbe piacevole sapere dei pareri (:
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charlie Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’alba di un nuovo giorno, il crepuscolo di una nuova notte. Così era la mia vita, se essa ora poteva definirsi tale, ma ormai testarda come una semplice ragazza umana la quale non ero più, sognavo a volte - se sognare fosse lecito alla mia natura che tanto avevo agognato – un paradiso, che come non so, potesse essere migliore di ogni respiro che ispiravo ed espiravo facendomi sussultare meravigliata ogni qual volta che non ne traessi sollievo ma solo una certa dolcezza sulla lingua che assaggiava l’odore superfluo che mai avevo assaporato in maniera così amabile, anche quando le onde mi buttavano giù a La Push, nemmeno ritornare a respirare dopo che i miei polmoni venivano maltrattati dall’acqua fu così unico, ogni respiro da essere umano, lo riconobbi superficiale, quel poco che ricordassi ovviamente.
 
La mia vi… esistenza, era paradisiaca, lo sapevo bene. Mi sentivo protetta nel mio guscio di felicità, niente poteva scalfire la gioia che provavo da ormai dodici anni, dodici, e pensare che io dovrei avere trentuno anni – le mie labbra si mossero impercettibile facendo fuoriuscire una risata incredibilmente intonata, come sempre – quei trentuno anni che tanto Edward sognava di poter vedere in me. Riflettendoci, chissà se i Volturi sarebbero davvero arrivati quel giorno, a piombare dodici anni dopo nella mia vita, chissà se al mio fianco avrei avuto Edward, eterno diciassettenne accanto a una donna ormai lasciata a invecchiare. Non poti non rabbrividire, immaginare la mia orribile figura umana avanzare verso la vecchiaia, verso la morte che poteva dividermi dai suoi occhi, da tutto ciò che amavo, dalla mia bambina.
 
Sentii qualcosa di caldo circondarmi la vita perfetta, dovetti inclinare il collo indietro, dando spazio al viso di costui per potersi poggiare nell’incavo del collo, bianco, quasi come lui.
Sentivo i capelli irradiare elettricità, era raro che usassi il mio amato scudo che mi aveva salvato dal passato, perciò era sempre una sorpresa vederlo, o meglio, sentirlo sulla mia pelle ogni qual volta che Edward mi sfiorava scatenando quelle sensazioni troppo visibili.
Pensavo che prima o poi avrei smesso di sentirmi in quel modo, ma avrei mai potuto smettere di amare Edward ? Domanda a cui non osavo, né volevo dare una risposta. Di certo fino ad allora non avevamo ancora imparato a fare a meno del letto che distrutto quasi implorava pietà, ricordai a mala pena la prima volta in cui mi sfiorò su quel letto che aveva fatto da sfondo alle nostre notti e perché no ? Mattine di semplice passione. Avevamo superato il grande record di Rosalie ed Emmet, quest’ultimo non ne era rimasto tanto felice, dopo quella volta in cui ancora da neonata riuscii a batterlo 8 volte di fila, non che ora mi chiedesse di riprovarci, vivevamo nel dubbio della mia forza in quel momento.
 
Edward : “Ho sentito la tua voce risuonare per tutta Forks sai ?” – Ridacchiò, sapevo bene come i suoi occhi erano illuminati durante una risata, e non potevo non mordermi le labbra anche se per finta, uno dei tanti istinti di Bella Swan rimasti in me – “Dopo tutto questo tempo, diventa ancora più frustante non sapere cosa ti passa qua dentro” – In nemmeno mezzo secondo era davanti a me, poggiato sulle ginocchia, le sue mani sorreggevano curioso il suo viso, il mio eterno diciassettenne, ecco cosa stavo pensando.
 
Bella : “Sai cosa ? Pensavo di amarti” – Sussurrai sinceramente, e se avessi potuto, sentendo il suo sguardo sprofondato nel mio e ammaliato dalle mie parole, sarei sicuramente arrossita.
 
Lo sentivo a un soffio da me, la cosa non poteva di certo calmarmi, avrei voluto dire ‘Cuore smettila di battere così tanto’, ma il mio cuore non batteva già da tempo, il mio amore per lui restava. Riflettendoci, che cosa sciocca pensare all’amore e associarlo a un cuore che batte.
 
Ma non poti pensare a nient’altro, le sue labbra si appoggiarono sulle mie, vedevo già le stelle al semplice contatto. Chiusi gli occhi, assaporando il buio che mi stava oscurando, assaporando il caldo delle sue sottili labbra abbracciarsi alle mie di gran lunga più carnose. Le dischiusi in fretta, cercando la sua lingua, tesi le braccia sul suo collo e lo avvicinai a me, ed anche se fossi stata ancora più forte di lui, nessuno si sarebbe opposto a quell’unione che dopo tanto tempo, faceva ancora vibrare i nostri polmoni soggiogati dal fatto di voler assaporare l’aria che si scontrava mentre ci baciavamo, ma anche intenta a prolungare il bacio. Entrambi cercammo la forza di poterci lasciare andare, ma perché dovevamo ? Sentivo le braccia di Edward allontanarmi, come se fossi ancora così fragile da potermi uccidere o così dissetante da potermi mordere.
 
Bella : “Cosa c’è che non va ?” – Posai una mano sulle labbra, pensando che in qualche modo fossi risultata così inadeguata nel bacio da doversi allontanare dalla presa.
 
Edward : “Niente, non è successo niente, torno subito, resta qua “ – Lo vidi alzarsi, sembrava pensieroso, io lo guardavo dal basso, la sua faccia era tesa, ma le labbra sorridevano verso di me per rassicurarmi, no, era successo qualcosa.
 
Bella : “Edward, cosa è successo, dove stai andando ?” – Mi alzai e aspettai una risposta mentre lui procedeva dritto verso l’uscita, come se davanti a me dovesse nascondere il suo aspetto : ecco, stava prendendo tempo.
 
Edward : “Vuoi per una volta ‘ascoltarmi’ e restare qui eh ?” – Mi canzonò alzando gli occhi al cielo, ma prima che la cosa potesse risultarmi goffa già era andato via.
 
Di certo non potevo rimanere nelle mani in mano, cosa poteva aver scatenato quella reazione ? Sicuramente Alice già lo aveva visto : ALICE. E uscendo dalla mia accogliente casa mi feci spazio fra le felci umide che ormai non mi infastidivano più e con molta fretta arrivai a casa Cullen.
 
Entrai dalla porta già aperta, come se si aspettasse qualcuno, il soggiorno identico, luminoso e accogliente come sempre mi faceva accomodare all’interno. La chioma caramello di Esme era come una macchia sullo sfondo bianco della poltrona dove sedeva, al suo fianco Carlisle li teneva la mano disorientato ma distaccato, come se stesse lavorando. Alice era in un angolo, dove la scala a chiocciola poteva dare buona mostra di se, Jasper accanto mi guardava, teneva lo stesso sguardo di quando mi risvegliai nella mia nuova vita, era attento, impassibile, pronto a dominare la situazione. Rose, assieme al mio fratello orso erano alzati e fermi come due statue, quasi riconobbi i lineamenti di Elena di Troia e Teseo, un antico guerriero, era difficile ritrovare vecchi ricordi umani, ma loro facevano da aiuto. Nessuno dei due come le statue però, sapeva come stare, come se non avessero espressione. Lasciai per ultimo il viso agonizzato di Edward, che distava a pochi passi da me, lo avevo già visto, notato, però non volevo leggere in lui un brutto segno. Poi capii, stavano aspettando ‘me’.
 
Un odore aspro quasi come quello di cane bagnato perforò le mie narici, e trattenni il respiro, ne ero abituata, ma poco Jacob si fermava a casa Cullen, non sopportava in ugual modo il nostro ‘profumo’. Mi girai verso di lui, teneva in braccio Nessie, la guardai disorientata, la mia bambina ormai diciottenne e immortale, il suo viso faceva intravedere l’orrore, Jacob mostrava il disappunto di quella riunione.
 
Bella : “Volete parlare o ci guarderemo negli occhi per sempre ? “ – Dissi ad alta voce, per far si che anche Jake potesse ascoltare, la mia voce emanava un non so che di stridulo eppure ricordava comunque il suono di un violino.
 
Il sospiro atroce di Edward e il battito del cuore di Jake scandiva il tempo che correva veloce, senza però dare un senso a quella situazione.
 
Nessie fu subito accanto a me, la guardai negli occhi, quegli occhi che assomigliavano ai miei di quando ero umana, e che di estate brillavano di qualche linea di verde come gli occhi mai conosciuti di Edward, quegli stessi occhi ora intrisi da una insopportabile verità.
Mi tese la mano, dovevo sapere, e la mia piccola stava aiutando la sua mamma, me.
Si sporse ancora di più a me, sentii la sua pelle, la sua mano perfetta sfiorare il mio viso.
 
Ciò che vidi fu un schiamazzo di colori, mille scene capovolte, l’unica cosa che sentivo era il dolore, un dolore che inconsapevole si faceva spazio fra le immagini e si nascondeva dentro di me.
Jake chissà come vicino a Nessie la guardava per incoraggiarla, la mia piccola sospirò e mi fece percepire le immagini più chiaramente. Ero io da bambina, io quando crescevo, io di Estate, io a Forks. Ero io in ogni immagine, fino a quella in cui riconobbi qualcosa di strano in ognuna di esse, qualcosa di sfocato, l’ultima cosa che percepii grazie a Nessie, fu la voce rauca di un uomo che chiedeva alla propria figlia di non andarsene.
 
Bella : Charlie.. – Spezzai il contatto con Nessie, troppo in fretta, mi ritrassi a quelle immagini, a quella me, a quel lui. Non POTEVA essere possibile, non DOVEVA essere possibile. Sentivo la gola bruciare, ma non per sete, ma per mancanza di lacrime, mancanza di quei singhiozzi che tanto avrei voluto buttare fuori, per favore, NO. Solo poco dopo mi accorsi di essere caduta per terra, caduta per modo di dire, mi sorreggevo sulle pieghe della maglia che stritolavo, e che volevo potesse intingersi di lacrime amare, lacrime che mi avrebbero resa libera.
 
Lacrime che la mia esistenza non poteva più permettermi di avere, dolore perché non scompari anche tu ? Perché non vai via assieme alle lacrime ?
 
E tu morte, morte di cui ho riso tante volte, ti ho soggiogato, umiliato, avevo vinto. Avevo chiesto troppo ? E ho avuto troppo. Inutile lamentarsi, che ora, mentre io vivevo nel mio corpo da eterna diciottenne, mio padre fosse morto, là fuori solo e senza di me.

Fine.

Credo si sia capito che si aprla della presunta morte di Charlie, dopo ormai un po' di tempo. Ho avuto questa idea, nel pensare alla superficialità di Bella fondata in Breaking Dawn quando sa che forse no nrivedrà più suo padre, e non si accenna a un suo pensiero su ciò, così eccomi qua. Non so scrivere bene, apprezzerei delle recensioni.
  
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