Prima
di andare
a dormire.
“Ve,
sono davvero stanco…Non
vedo le ore di andare a dormire!” mormorò
l’italiano mentre sbadigliava
sonoramente.
“Tu sei sempre stanco”
replicò infastidito Romano, marcando acido
“sempre” e ghignando cattivo.
Feliciano si limitò a
sorridergli stupidamente stropicciandosi l’occhio con un
pugno e sbadigliò di
nuovo.
Senza più dirsi nulla si
sistemarono dentro il letto, pronti per andare a dormire…
“Ehi, ma che cavolo fai!”
esclamò, anzi ringhiò, il meridionale sentendo il
più piccolo farsi più vicino
a lui.
“Voglio dormire vicino al
mio fratellone” provò a giustificarsi Feliciano
cercando di poggiare la sua
testa sopra il petto del più grande.
“Ma io non sono il tuo
cuscino! Quindi smamma e non rompere!” detto questo, con uno
spintone che fece
quasi cadere dal letto l’italiano, rapidamente si mise di
fianco, dandogli così
le spalle.
“Fratellone?” provò a
chiamarlo Feliciano ma il ragazzo non gli rispose e iniziò a
russare.
Sconsolato e rassegnato, il
castano decise di dormire lontano dal suo fratellone.
Il ticchettio dell’orologio
segnava le 23.30. Bene, era passata solo un’ora.
Facendo il meno rumore
possibile, lentamente Romano iniziò a girarsi
sull’altro fianco, sino a dare la
faccia al ragazzino.
Sentì il suo respiro caldo e
leggero toccare le sue labbra.
Sembrava proprio un bambino,
dolce e tranquillo. Almeno quando dormiva evitava di dire
stupidaggini…
“Pasta…Ve” sussurrò sognante
il ragazzino facendo poi un sorriso stupido.
Ok, neanche quando dormiva
la smetteva di dire idiozie…
Ma era così carino.
Lentamente alzò una mano e
iniziò a sfiorargli i capelli ramati, poi cautamente
percorse il dolce profilo
del fratellino sino ad arrivare alle sue labbra, morbide e tiepide.
Lì si
fermò.
Non c’erano altre parti che
li interessassero oltre a quelle. Beh, tutte tranne una.
“Ohi, stai dormendo stupido?”
domandò a bassa voce Romano e scosse con delicatezza una
spalla del ragazzino. L’italiano
emise un flebile gemito per poi girarsi su un fianco.
Stava dormendo e
profondamente.
Rimase a contemplarlo sempre
in silenzio, tormentandosi il labbro inferiore con fare nervoso.
Era da diverse notti che
faceva una cosa…Per ore gli era sempre andata bene, non
l’aveva mai scoperto…Eppure
non poteva fare a meno di pensare a “se l’avesse
scoperto”. Ma dopotutto, Feliciano
aveva il sonno pesante e durante le notti precedenti non si era mai
svegliato, perché
l’avrebbe dovuto fare quella notte?
Arrossendo come un pomodoro,
Romano iniziò a chinarsi verso il fratellino che dormiva
placidamente, del
tutto incosciente.
“ Ohi!” fece a bassa voce,
per assicurarsi che il suo fratellino stesse dormendo sul serio.
“Hmn” mugugnò assonnato il
castano e si accoccolò contro il cuscino.
Una volta vicino all’orecchio
di Feliciano, trattenendo il respiro e anche cuore, Romano
sussurrò con
dolcezza “Mi piaci, stupido” e si
arrischiò a posare le labbra sopra una sua
guancia.
Detto questo si buttò letteralmente
sopra il suo posto nel letto e affondò il viso bollente come
un termosifone
sopra il cuscino.
Era uno stupido! Un grande
stupido a rischiare tutte le notti per ripetere sempre le stesse cose,
senza
mai aggiungere altro. E poi era così poco da lui.
“La prossima volta, sarà
l’ultima”
si promise sottovoce il meridionale sapendo bene di aver appena detto
una
grossa bugia.
Con il cuore in subbuglio e
il viso che gli andava a fuoco, finalmente si addormentò sul
serio.
Si sentiva ancora più
stupido per il fatto che ogni santa notte aspettasse che suo fratello
si
addormentasse, sprecando così ore preziosissime di sonno.
Ma così si spiegava il perché,
ogni pomeriggio a casa dello stupido spagnolo, si addormentasse.
Recuperava le
ore di sonno perdute.
La stanza venne invasa da un
russare meno discreto del primo, in una parola, rumoroso.
Feliciano lentamente aprì
gli occhi, si girò su un fianco, e avvicinandosi a suo
fratello gli cinse con
le braccia i fianchi affondando il viso tra le sue scapole. Ora
finalmente
sollevato iniziò ad addormentarsi, e prima di sprofondare
completamente nel
mondo dei sogni, sussurrò “Anche tu mi piaci
fratellone” e sorrise.
Queste erano le tre parole
che lui adorava sentire prima di dormire e suo fratello, ogni notte,
non si
risparmiava a ripetergliele.
Speaker
corner di nena92:
perdonami
Ku, se non sono
riuscita a fare di meglio ma spero lo stesso che ti sia piaciuta. Giuro
che ci
ho messo impegno, ma per ora l’Itacest non è il
mio genere.
Con la speranza che abbia
gradito, baci da nena92.
Grazie a chi vorrà leggere
oltre a Ku.