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Autore: nena92    03/02/2012    4 recensioni
ci sono tre parole che Feliciano ama sentire prima di andare a dormire e Romano sa quali sono. Leggermente Itacest.
Per Kumiko095
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di andare a dormire.

 

“Ve, sono davvero stanco…Non vedo le ore di andare a dormire!” mormorò l’italiano mentre sbadigliava sonoramente.
“Tu sei sempre stanco” replicò infastidito Romano, marcando acido “sempre” e ghignando cattivo.
Feliciano si limitò a sorridergli stupidamente stropicciandosi l’occhio con un pugno e sbadigliò di nuovo.
Senza più dirsi nulla si sistemarono dentro il letto, pronti per andare a dormire…
“Ehi, ma che cavolo fai!” esclamò, anzi ringhiò, il meridionale sentendo il più piccolo farsi più vicino a lui.
“Voglio dormire vicino al mio fratellone” provò a giustificarsi Feliciano cercando di poggiare la sua testa sopra il petto del più grande.
“Ma io non sono il tuo cuscino! Quindi smamma e non rompere!” detto questo, con uno spintone che fece quasi cadere dal letto l’italiano, rapidamente si mise di fianco, dandogli così le spalle.
“Fratellone?” provò a chiamarlo Feliciano ma il ragazzo non gli rispose e iniziò a russare.
Sconsolato e rassegnato, il castano decise di dormire lontano dal suo fratellone.
Il ticchettio dell’orologio segnava le 23.30. Bene, era passata solo un’ora.
Facendo il meno rumore possibile, lentamente Romano iniziò a girarsi sull’altro fianco, sino a dare la faccia al ragazzino.
Sentì il suo respiro caldo e leggero toccare le sue labbra.
Sembrava proprio un bambino, dolce e tranquillo. Almeno quando dormiva evitava di dire stupidaggini…
“Pasta…Ve” sussurrò sognante il ragazzino facendo poi un sorriso stupido.
Ok, neanche quando dormiva la smetteva di dire idiozie…
Ma era così carino.
Lentamente alzò una mano e iniziò a sfiorargli i capelli ramati, poi cautamente percorse il dolce profilo del fratellino sino ad arrivare alle sue labbra, morbide e tiepide. Lì si fermò.
Non c’erano altre parti che li interessassero oltre a quelle. Beh, tutte tranne una.
“Ohi, stai dormendo stupido?” domandò a bassa voce Romano e scosse con delicatezza una spalla del ragazzino. L’italiano emise un flebile gemito per poi girarsi su un fianco.
Stava dormendo e profondamente.
Rimase a contemplarlo sempre in silenzio, tormentandosi il labbro inferiore con fare nervoso.
Era da diverse notti che faceva una cosa…Per ore gli era sempre andata bene, non l’aveva mai scoperto…Eppure non poteva fare a meno di pensare a “se l’avesse scoperto”. Ma dopotutto, Feliciano aveva il sonno pesante e durante le notti precedenti non si era mai svegliato, perché l’avrebbe dovuto fare quella notte?
Arrossendo come un pomodoro, Romano iniziò a chinarsi verso il fratellino che dormiva placidamente, del tutto incosciente.
“ Ohi!” fece a bassa voce, per assicurarsi che il suo fratellino stesse dormendo sul serio.
“Hmn” mugugnò assonnato il castano e si accoccolò contro il cuscino.
Una volta vicino all’orecchio di Feliciano, trattenendo il respiro e anche cuore, Romano sussurrò con dolcezza “Mi piaci, stupido” e si arrischiò a posare le labbra sopra una sua guancia.
Detto questo si buttò letteralmente sopra il suo posto nel letto e affondò il viso bollente come un termosifone sopra il cuscino.
Era uno stupido! Un grande stupido a rischiare tutte le notti per ripetere sempre le stesse cose, senza mai aggiungere altro. E poi era così poco da lui.
“La prossima volta, sarà l’ultima” si promise sottovoce il meridionale sapendo bene di aver appena detto una grossa bugia.
Con il cuore in subbuglio e il viso che gli andava a fuoco, finalmente si addormentò sul serio.
Si sentiva ancora più stupido per il fatto che ogni santa notte aspettasse che suo fratello si addormentasse, sprecando così ore preziosissime di sonno.
Ma così si spiegava il perché, ogni pomeriggio a casa dello stupido spagnolo, si addormentasse. Recuperava le ore di sonno perdute.
La stanza venne invasa da un russare meno discreto del primo, in una parola, rumoroso.
Feliciano lentamente aprì gli occhi, si girò su un fianco, e avvicinandosi a suo fratello gli cinse con le braccia i fianchi affondando il viso tra le sue scapole. Ora finalmente sollevato iniziò ad addormentarsi, e prima di sprofondare completamente nel mondo dei sogni, sussurrò “Anche tu mi piaci fratellone” e sorrise.
Queste erano le tre parole che lui adorava sentire prima di dormire e suo fratello, ogni notte, non si risparmiava a ripetergliele.


Speaker corner di nena92:
perdonami Ku, se non sono riuscita a fare di meglio ma spero lo stesso che ti sia piaciuta. Giuro che ci ho messo impegno, ma per ora l’Itacest non è il mio genere.
Con la speranza che abbia gradito, baci da nena92.
Grazie a chi vorrà leggere oltre a Ku.

 

  
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