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Autore: ChibyLilla    03/02/2012    2 recensioni
La prima volta che vidi Sirius Black ero al binario 9 e tre quarti: mancavano ancora quindici minuti alla partenza del treno, quando una bambina vestita in modo alquanto bizzarro, mentre parlava con due ragazze un po’ più grandi, mi finì praticamente addosso.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I'll always be there

La prima volta che vidi Sirius Black ero al binario 9 e tre quarti: mancavano ancora quindici minuti alla partenza del treno, quando una bambina vestita in modo alquanto bizzarro, mentre parlava con due ragazze un po’ più grandi, mi finì praticamente addosso.

-Attento a dove vai!- mi aveva rimproverato la ragazza più alta, quella che somigliava di più al mostriciattolo che mi aveva urtato.

-Attenta ci deve stare lei- avevo risposto indicandola.

Dopo una frazione di secondo, la mia testa era stata spiaccicata in uno dei pilastri della stazione dalla graziosa ragazzina.

-Femminuccia sarai tu!- mi aveva detto quello che avevo appena scoperto essere un ragazzo con uno strano taglio di capelli, facendo un brutto gesto con le mani.

“Cominciamo bene” era stato il mio primo pensiero.

 

Rividi quello stesso ragazzino solo una volta arrivati di fronte ai cancelli di Hogwarts: impossibile non riconoscerlo! E questo non solo per i riccioli perfetti, neppure per la vocina gracchiante che si sentiva lontano un miglio; piuttosto, non passava inosservato perché non faceva che vantarsi con gli altri del primo anno di sapere già tutto sulla scuola.

Confesso che un po’ lo invidiai: io avevo letto il libro “Scuola di Hogwarts”, eppure non sapevo molte delle cose che lui raccontava divertito.

-…E di sicuro finirò a Serpeverde anch’io!- aveva detto spavaldo, al termine del suo racconto, spiegando che era il posto adatto a tutti i maghi purosangue come lui.

A rispondergli era stato un ragazzino alto ed occhialuto –Anche io sono un purosangue! E finirò a Grifondoro, come tutta la mia famiglia- affermò, con sguardo fiero, mentre sistemava gli occhiali sul naso.

La discussione si spense, perché Sirius aveva abbassato lo sguardo, senza sapere cosa replicare.

Di lì a poco avrei capito che neppure lui sapeva perché tutti i maghi purosangue che conosceva erano di serpeverde.

Al momento dello smistamento, dopo che sia il ragazzo con gli occhiali, sia io eravamo stati assegnati a Grifondoro, era stato chiamato anche lui. 

Allora seppi il suo nome: Sirius Black.

Quando il cappello parlante aveva emanato il proprio verdetto, il giovane era rimasto sconcertato: subito pensai “Ben ti sta” e forse lo pensai a voce troppo alta perché vidi le persone intorno a me ridere piuttosto di gusto, mentre Sirius veniva a sedersi al nostro tavolo, senza dire neppure una parola.

Ancora non sapevo quanto quella scelta avrebbe cambiato non solo il suo destino, ma anche il mio.

 

Si vociferava che il preside, tale Albus Silente, fosse un tipo alquanto logorroico e già in treno ci era stato detto che il suo discorso di benvenuto sarebbe durato ore intere: ebbene, il nostro fu l’unico anno in cui Silente ebbe appena il tempo di prendere parola.

Ad interromperlo era stata una donnona infuriata,  le cui fattezze ricordavano una regina vittoriana, ma il cui movimento, vagamente simile a quello di un soldato, tradiva una rabbia sproporzionata:  Walburga Black.

Non ci eravamo ancora resi conto di quel che succedeva, quando Sirius venne trascinato per un braccio fuori dalla sala.

Osservammo la scena con una certa curiosità, sorridendo nel  vederlo incespicare per reggere il passo troppo svelto della mamma: eravamo rimasti tutti in silenzio e non era difficile recepire brandelli della loro conversazione anche oltre l’immenso portone.

Per farla breve: Lady Walburga minacciava di mandare Silente oltre il velo se non avesse cambiato casa al figlio; poi, arresasi all’idea che il preside non sarebbe tornato sui suoi passi, aveva iniziato a riempire di improperi il figlio, lanciandogli contro maledizioni in tutte le lingue.

Sirius non era tornato a tavola.

 

Quel giorno constatai con rammarico che ci fossero croci ancor più ingombranti della mia da portare sulle spalle: se io avevo la mia famiglia a consolarmi quando mi svegliavo dopo ogni luna piena, Sirius conviveva con la solitudine da quando era nato.

 

Rientrai nel dormitorio insieme a James e un tale Peter, i miei nuovi compagni di stanza, ridendo di gusto. James davanti a noi si fermò sulla porta della stanza e Peter gli finì praticamente addosso.

-è addormentato?!- constatò, permettendoci di entrare ed indicando il ragazzo che, ancora vestito, giaceva immobile su un letto, dandoci le spalle.

Peter aveva aperto la bocca, pronto a parlare, ma lo precedetti.

-è sveglio- risposi a James, avvicinandomi all’altro ragazzo –Sei sveglio, vero?- chiesi sedendomi accanto a lui, fissando i suoi occhi grandi, liquidi per il pianto e le sue guance arrossate.

 

Quello era stato l’inizio della più grande amicizia di tutti i tempi…

NdA

Ha scelto da sola di venire così! Lo giuro...

Ammetto che sono profondamente ispirata da Sirius Black in questo periodo e che sto costruendo della mente la mia prossima long fic, ma per potrerla scrivere dovrò aspettare a metà febbraio, quando, finiti gli esami, potrò dedicarmi a lei come si deve!

Questa fic ha voluto che la scrivessi, ma non ne sono granchè entusiasta... Nonostante ciò gradirei davvero sapere cosa ne pensate! (invito velato a RECENSIRE...se non si fosse capito) .

Chiby

  
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