.
-Maki! Maki passa la palla!- il vociare dei ragazzi del Sun Garden riempiva
il campetto d’erba sintetica appena fuori l’orfanotrofio. Era nuovo, lì da
poco, ed era bellissimo.
-Miura, guarda dove tiri,
insomma!- era tutto così piacevolmente normale. Niente più
pressioni, niente più identità aliene, niente più tutine aderenti dagli
improbabili colori.
Midorikawa, un asciugamano bianco al collo e la
borraccia d’acqua in mano, si mise a sedere sulla panca di legno poco fuori dall’area di gioco. Il sole gli scottava la pelle.
Dopo aver bevuto, si pulì le labbra con il polso. Sorrise. Gli sembrava di
essere tornato bambino assieme a tutti i suoi compagni, era da tanto che non si
divertivano così tanto a calciare un pallone.
Si mise ad osservare i suoi amici, le spalle che si alzavano e si abbassavano
al ritmo del suo ansimare per via dell’allenamento appena fatto.
Natsuhiko
con una scivolata tolse la palla da sotto i piedi di Yuu,
mandandola a Shuuji, che a sua volta la passò a Suzuno.
Era tutto così calmo, si sentiva in pace con sé stesso.
-Hiroto!- Nagumo,
conquistata la palla, andò al passaggio. Ryuuji tirò
su con il naso e si concentrò sui piedi di Reina che tentava di riprendersela.
Doveva seguire la partita.
Niente poteva metterlo
in agitazione.
-Hiroto! Passa qui!- il ragazzo dai capelli verdi
sussultò impercettibilmente. Si passò il polso sulla fronte e
socchiuse gli occhi, fissando intensamente il pallone. Non doveva pensare ad
altro che a quello. Il pallone. Si.
Era con i suoi amici e si
divertiva.
-Hiroto sono qui!- strinse l’asciugamano che aveva al
collo e si schiarì la voce, un sorrisino nervoso sulle labbra. Cercò di darsi
un contegno, gli occhi neri attenti ai movimenti di gambe dei giocatori.
Focalizza il pallone, Ryuuji. Il pallone.
-Hiroto!-
Tutto. Davvero. Calm-
-Hiroto!-
-Hiroto!-
-Hiroto!-
Lo sguardo di Midorikawa, per quanto si potesse
sforzare di evitarlo, come fosse stato attirato da una
calamita andò a posarsi sul ragazzo oggetto di così tante attenzioni. Troppe, attenzioni.
Oh, dio.
Hiroto era veramente figo.
Non potè fare a meno di avvampare; era più forte di lui, e nonostante se ne
vergognasse come un ladro, era esattamente quello il pensiero che gli era balenato
in testa non appena aveva messo a fuoco il ragazzo dai capelli rossi.
“Hiroto Kiyama è
veramente un figo.”
Scosse la
testa con veemenza, tentando di scacciare quell’osservazione molesta, e cercò
di tornare a seguire gli scambi dei ragazzi in campo.
Ma ogni
volta la sua attenzione veniva richiamata da una
chioma rossa e un paio d’occhi verde chiaro.
Diamine, quanto era figo.
Si portò le mani alla testa, storcendo le labbra in una smorfia. Si diede del
deficiente, dell’idiota e dell’imbecille, poi prese a fissare insistentemente
la porta, che Kimiyuki si stava preparando a
difendere da una probabile conclusione a rete.
Che terminò appunto con un goal. Tirato da…
-Hiroto, sei un grande!- Nagumo, entusiasta, aveva preso a battere pacche
amichevoli sulle spalle dell’amico, in campo.
Così. Dannatamente. Fig-
-Daah!- Midorikawa si alzò
in piedi, stizzito, le guance in fiamme e i pugni stretti.
Era sconvolto. Era così imbarazzante
pensare certe cose.
Se ne sarebbe tornato dentro, ecco cosa. Si. Lo avrebbe fatto. Così magari
sarebbe rinsavito.
-Ehi, Midorikawa, tutto ok?- era la voce di Saginuma, che lo guardava come fosse stato un fantasma, il
che non fece che far arrossire ancora di più l’ex capitano
della Gemini Storm, che si sentiva colto con le mani
nel sacco; di certo Saginuma aveva strani poteri
paranormali e gli aveva letto nel pensiero. Saginuma
sapeva ciò che stava pensando. Santi numi.
Annuì, tentando di risultare il più rilassato
possibile -Si, tutto ok. Sento solo un po’… caldo.- e si sventolò
una mano all’altezza del collo, spostandosi con l’altra il colletto della
maglia a maniche corte che indossava, un sorriso ebete stampato in faccia.
L’altro
non parve molto convinto. Assottigliò lo sguardo –Come vuoi.-
scrollò le spalle nell’esatto momento in cui la signorina Hitomiko
fischiava la fine della partita d’allenamento.
Ryuuji sentì le voci degli altri avvicinarsi e venne colto dal panico. In quel momento era psicologicamente
instabile e urgeva andare a nascondersi da qualche parte.
-Midochan!- il suo poco coraggioso tentativo di fuga
fu impedito dal chiamare di, guarda caso, Hiroto, che, un meraviglioso
sorriso in volto, gli si avvicinò. Quello lo guardò tra il “oh, un dio sceso in
terra mi sta guardando”, il “devo defilarmi o muoio” e il completamente terrorizzato.
-M-Midochan, ti senti bene?-
chiese l’altro inclinando il capo, preoccupato, al che il ragazzo dai capelli
verdi annuì lentamente, deglutendo, facendo un passo indietro. Se l’avesse toccato sarebbe stata la fine.
Hiroto, invece, avanzò verso di lui, la mano tesa
–Ehi, dì qualcosa…- biascicò, confuso, mentre una piccola folla di curiosi si
riuniva attorno ai due.
Oh. Quello era ciò che si definisce “essere messi
sotto pressione”.
Midorikawa ne prese coscienza quando, spinto dalla
richiesta di parlare, se ne uscì con un balbettante “O-Oh” non sapendo cosa
tirar fuori.
Pensò
velocemente a qualcosa da dire prima di passare per idiota, e alla fine optò per la prima cosa che gli passò per la testa.
Già.
La prima.
-... Hiroto, sei veramente figo.-
Silenzio.
Cadde un lungo, profondo e imbarazzante silenzio.
I ragazzi
radunatisi lì intorno si scambiarono brevi occhiate incredule; Midorikawa, la bocca semiaperta, si rese conto solo dopo un
paio di secondi di ciò che aveva detto; Hiroto, gli
occhi sgranati e le guance lievemente arrossate, chiuse a pugno la mano ancora
a mezz’aria –S-Scusa?- azzardò, basito.
E Ryuuji avvampò fino alla
punta dei capelli.
Oh, merda.
*
Buonasera a tutti!
Eccomi di nuovo qui con una nuova Shot! Cavolo, le
sforno come fossero biscotti. Beh, spero che almeno
siano buoni (che metafora, che ho tirato fuori *si scosta una ciocca di
capelli*).
Questa volta abbiamo una mezza Hiroto/
Midorikawa. Bhè, ammetto
che sia uno dei miei pairing preferiti. Più che
altro, amo quei due (da soli o insieme che siano) infinitamente.
Ma non voglio farvi perdere tempo con i miei discorsi u.u
Nella fic compaiono i veri nomi di alcuni alieni. Li
riporto qui con entrambi i nomi in caso qualcuno non li conoscesse
(perché prima di scrivere non li sapevo nemmeno io *coff*)
Miura- Diam
Natsuhiko- Nepper
Yuu- Wheeze
Shuuji- IQ
Kimiyuki- Nero
Poi ci sono i più conosciuti (ma dai?) Maki (Maquia), Reina (Ulvida), Suzuno (Gazel), Midorikawa ed Hiroto u.u
Dunque, concludo ringraziando infinitamente tutti coloro che hanno letto, recensito
e messo tra le preferite/ ricordate le mie precedenti fic Tutta Colpa Dei Ventilatori e Strenght *inchino*
Alla prossima fic!
Greta.