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Autore: MarchesaVanzetta    03/02/2012    0 recensioni
Prospero l'Incantatore dovrà pagare caro il favore fatto a Catherine. Riuscirà Andrew a perdonarlo?
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un forte scoppio spezza il silenzio che si è insinuato tra loro. Il rumore dei cocci che cadono per terra fanno girare la testa al biondo.
“Hector!” esclama questi, sconvolto.
“Hector un cazzo! Cosa hai detto?” sbraita il moro, furente. Non può aver sentito quelle parole uscire dalle labbra che da anni lo amano, non possono aver pronunciato una simile frase…
“Che me ne vado. Il circo dei sogni non è più il mio posto” ripete, apparentemente tranquillo. Non può continuare a farsi prendere per il culo –letteralmente- da un tipo così. Non può stare male per un tizio che lo considera un giocattolo, qualcuno da sostituire con il primo buco che gli passa davanti.
“Non mi frega qual è il tuo posto! Io so che il mio posto è vicino a te. Dimmi come faccio a stare al mio posto se tu ti rinchiudi in qualche ufficio fingendo di avere una vita normale! Se entri nel circo non ne esci più, ti ricordi?” gli ricordò urlando l’amante, cercando ogni appiglio per tenerlo con sé, per non farselo sfuggire dalle sue dita lunghe e aggraziate che incantano ma evidentemente non sanno tenere le altre mani strette alle sue.
Antiche memorie colpiscono vivide la mente di Andrew, l’omaccione nero che diceva le stesse parole di Hector, loro due –bambini: hanno tredici anni, mese più, mese meno- che ridono e accettano di entrare a far parte del circo.
“Ricordo. Come ricordo le tue parole quella prima notte insieme! Dov’è il finito il tuo –il nostro!- per sempre, ora?” gli chiede cattivo, sperando di ferirlo. Ferisce solo se stesso ricordando quei momenti, quei baci, quelle dolci parole inesperte sussurrate all’orecchio.
“C’è! È qui! Qui con me, con i ragazzi, con il circo! A casa nostra Andy! Perché non mi credi?” gli risponde il riccio, temendo quello sguardo determinato. Sa che non sarà una battaglia facile, ma deve rischiare di perdere tutto, per non perderlo.
“Come posso? L’ho sentita sai, quella ragazza che è venuta da te per dirti quella sola parola!” lo accusa senza remore. Stava andando a posare gli attrezzi, quando l’ha visto insieme a una donna minuta e carina. L’ha già vista al circo ma non si è mai interessato a lei. Ma quando sente quella parola, vede la mano candida posarsi sul ventre e il sorriso sincero di colui che chiamava amore e compagno e luce, esplode. Vorrebbe ucciderli entrambi o commettere qualcosa di ancora più terribile. Una voce dentro di sé lo ferma, per poco.
“È una cosa diversa! Catherine è una mia amica, mi ha chiesto un favore! Nient’altro!” si difende Hector, sapendo di essere nel giusto. Non vuole litigare con lui, non adesso, non dopo quello che ha sentito su suo fratello…
“Metterla incinta? Scopartela? Tradirmi? Questa era la sua richiesta?!” esplode Andrew. Un conto è lasciarsi sfuggire un tradimento, un altro è fargliela passare liscia. Non perdona mai gli errori altrui. Ha imparato che non portano mai a niente di buono, per lui.
“Vuole un figlio. Lo vuole con tutta se stessa. E suo marito, oltre che stupido, arrogante e violento, è pure sterile. È così anormale che una donna voglia un bambino?” ribatte il riccio, esasperato da quella situazione. Sapeva che doveva dirglielo, lo sapeva! Ma il suo tanto decantato coraggio l’aveva abbandonato e aveva fatto passare la cosa nel silenzio, per evitare una scenata. Brillante idea, davvero brillante!
“Ma se era tutto così facile e giusto, perché non me l’hai detto? Perché l’hai tenuta nascosta come se fosse una tua amante?” domanda ancora, estenuato da quella discussione, dal senso che sfugge man mano che le parole escono dalle loro bocche. Non riesce a sopportare tutta quella situazione, non vuole neanche farlo.
“Perché non volevo che facessi così come stai facendo adesso!” sbotta piccato Hector, mostrandogli la verità. Lo sa, lo conosce, è memore delle scenate di gelosia dei primi tempi. L’ha fatto per il suo –il loro- bene.
Sfiancato, il biondo cadde sulla sedia, le spalle ricurve e i capelli lunghi a coprire il volto. Non sa cosa pensare. Non sa cosa sperare. Era davvero come diceva il suo bel Prospero? O era solo uno dei mille inganni con cui l’amante giocava ogni giorno? Era una delle sue più riuscite menzogne o la semplice verità?
Sente un braccio circondargli lievemente le spalle e il respiro caldo di Hector solleticargli la mandibola.
“Credimi, ti prego. Non andare. Non sopravvivrei” gli mormora all’orecchio, dolce come quando giurava di amarlo. Non poteva essere tutto una menzogna, sin dall’inizio. Quindi queste parole devono essere vere.
“Giurami che posso fidarmi. Sei l’unica cosa che ho, lo sai” risponde sussurrando, speranzoso. Non vuole che il mondo gli crolli addosso, non di nuovo.
“Ehi, guardami” gli dice, prendendo il mento tra due dita e girandolo verso destra, per fare in modo che i loro occhi si incontrino “Te lo giuro” afferma infine, a un soffio dalle sue labbra.
 
Un’ora dopo Mario, il domatore di bestie, entra nella tenda dei due, ritenendo abbastanza il tempo trascorso tra le urla che si sono sentite fino al paese vicino e l’improvviso silenzio. Abbastanza per non rischiare di farsi ammazzare da entrambi per averli interrotti o di trovarli avvinghiati come animali, con gemiti non esattamente di dolore a riempire lo spazio della stanza.
Ma quando li vede addormenti abbracciati –perfettamente vestiti-, con le dita di Andy tra i ricci di Prospero e il braccio del moro che circonda l’altro, non può far altro che coprirli con una trapunta e uscire sorridente, pensando all’imminente spettacolo serale.

  
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