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Autore: hummelssmythe    04/02/2012    7 recensioni
{Spoiler 3x12} | Kurt Hummel | David Martinez | - Cosa può succedere mentre Blaine sta fuori una settimana per l'operazione all'occhio? E soprattutto, quando Kurt si ritrova davanti uno dei professori più sexy che l'America ricordi sin da quando fu scoperta? E la cosa peggiore non è neanche che sia sexy: he knows it!Folle momento Hummartinez del post sneak peak. Non fateci caso!
Genere: Erotico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kurt Hummel
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Kurt Hummel, David Martinez
Oneshot
Ain’t it Funny” / “i Qué Ironìa !” {Jennifer Lopez}


Kurt Hummel era decisamente confuso riguardo quella situazione. Essere in aula canto non era mai stato così difficile al McKinley. Non aveva un’idea precisa sul perché Schuester avesse chiamato un collega a migliorare il loro spagnolo, ma era convinto di una cosa: non aveva e non avrebbe mai più visto un professore così … hot. Non si era neanche reso conto di essere rimasto per tutto il tempo a sbavare mentre cantava quella versione spanglish di “Sexy and I know it” con il resto dei ragazzi e, quando gli era passato accanto, si era sentito come una ragazzina innamorata … una Rachel Berry, insomma. Per quanto tentasse di non pensare a male, quei movimenti di bacino e quei bicipidi lo stavano facendo impazzire. Era sicuro di aver terminato di assistere a quella esibizione con le orecchie più rosse del naso di Rudolph, la renna di Babbo Natale.

A lezione finita vide i ragazzi e David Martinez – così si chiamava – battersi il cinque e corse verso di lui, senza pensarci due volte.
- Professor Martinez! – esclamò col sorriso più raggiante che il suo volto potesse generare, ottenendo subito la sua attenzione. – E’ stato … fenomenale! – si complimentò, tentando di non fargli notare troppo quanto fosse ruffiano. Fissò le labbra dell’uomo mentre si allargavano in un sorriso splendente che a Kurt sembro più accecante del sole: sarebbe potuto svenire per quel sorriso.
- Grazie … - rispose David, per nulla imbarazzato, tentando di ricordare il nome del ragazzo. Li conosceva appena.
- K-Kurt, Kurt … sono Kurt! – balbettò quasi in falsetto il soprano, tendendogli la mano. Il professore senza far sparire quel sorriso assassino dal volto gli strinse la mano, facendogli provare immediatamente un brivido lungo tutto il corpo. Non era un’esagerazione: quell’uomo era davvero troppo sexy. Senza rendersene conto, Kurt rimase a contemplarlo con gli occhi luccicanti, senza lasciargli la mano.
- Kurt? – fece l’uomo, indicandogli con lo sguardo le loro mani. Kurt sobbalzò, risvegliatosi da chissà quali pensieri, e lasciò la mano del professore, ridendo imbarazzato.
- Mi scusi, è che ho tante cose per la testa, professore. – si giustificò, tentando di non lasciar trasparire malizia o doppi sensi.
- Tranquillo, e chiamami David. – rispose Martinez, senza mai smettere di sorridere, quel dannato sorriso faceva impazzire chiunque - Non sono poi così vecchio. – continuò facendogli l’occhiolino.
Okay. Era una frase del tutto innocente e da puro narcisista, ma Kurt non poté fare a meno di cogliere un altro senso tra le righe, preso com’era da quell’uomo. Spalancò la bocca e gli occhi contemporaneamente a quella parola e Martinez lo guardò un po’ confuso.
- Bene, Kurt, ci vediamo in giro? – chiese, poggiandogli una mano sulla spalla. A quel secondo contatto Kurt arrossì e si paralizzò chiedendosi se fosse una sua impressione o aveva smesso di esserci aria respirabile intorno a lui.
- B-beh, io, cioè, in realtà … - si rendeva conto di balbettare cose completamente prive di senso, ma era troppo incantato da quella pelle un po’ scura, quei denti bianchissimi, quei modi di fare così naturali e sensuali allo stesso tempo. - … sa sono un fenomeno in francese, ma lo spagnolo mi crea qualche … problema. M-mi stavo chiedendo se potesse darmi qualche consiglio. – tagliò a corto, sperando in un’impossibile risposta positiva. Pensò che probabilmente lo stava soltanto disturbando con quei modi di fare, ma non riusciva proprio a trattenersi.
- Certo, Kurt! – rispose, lasciandolo di nuovo a bocca aperta, senza allontanare la mano dalla sua spalla. E poi, il fatto che pronunciasse il suo nome ad ogni frase lo estasiava. Non aveva mai pensato che il suo nome potesse suonare così meraviglioso, se pronunciato da labbra come quelle. Kurt lo guardò incantanto, non sapendo cosa dire.
- Magari ci cantiamo su! – continuò Martinez divertito dall’idea: cominciava a prenderci gusto col Glee Club. – Forse è un modo veloce per imparare per voi!
Aveva sentito bene? Cantare con lui sarebbe stata un’impresa! Qualche istante prima aveva dovuto raccogliere praticamente la propria bocca da terra durante l’esibizione, figurarsi cantare insieme. Ma non poté fare a meno di annuire. Non si sarebbe di certo perso quell’occasione per stare a stretto contatto con lui, senza malizia … beh, proprio senza sembrava un po’ eccessivo per lui.
- Magari uno di questi pomeriggi possiamo provare un numero in auditorium! – esclamò il professore entusiasta, allontanando la mano dalla sua spalla e aspettando una risposta. – Magari domani?
Kurt rimase per qualche istante pietrificato. Poi annuì di nuovo, degluttendo per la situazione. Si sarebbe trovato solo con lui in auditorium. Gli sembrava di vivere una di quelle fantasie adoloscenziali ridicole, e sicuramente stava esagerato in quel senso, con l’interpretazione.
- C-certo! – rispose, dopo un bel po’ di tempo. – Non vedo l’ora … - aggiunse, realizzando soltanto in un secondo momento di averlo detto ad alta voce. - … di perfezionare il mio spagnolo! – si affrettò a precisare, cercando di evitare una pessima figura.
David Martinez si limitò a sorridergli (di nuovo) e salutarlo con la mano, prima di allontanarsi. Lo osservò andare via e, per quanto ci avesse provato, non riuscì a trattenere il suo sguardo dal cadere su quelle natiche perfette e sode, definite da pantaloni neri stretti. Si sentì in imbarazzo perfino per aver pensato una cosa del genere su di un professore e, prima di sbuffare, si allontanò dall’aula chiedendosi quando sarebbe arrivato il giorno dopo.

L’auditorium non lo aveva mai messo così a disagio prima. Era solo, al centro di quel grande palco, aspettando il suo nuovo professore che portava un leggero ritardo. Nonostante l’auditorium fosse enorme, sentiva l’aria mancargli. Si allargò il colletto della camicia, sapendo che sarebbe stato difficile respire e non inalare la spaventosa quantità di ormoni che quell’uomo lasciava nell’aria. Chiuse gli occhi, inspirando lentamente ed immaginando già cosa lo aspettava. Quando li riaprì però, trovò Martinez avanti ai suoi occhi, che lo osservava, sempre con quel meraviglioso sorriso sulle labbra. Non se lo toglieva mai, purtroppo per Kurt.
- Scusami il ritardo, ma non avevo mai visto l’auditorium. Me puso un poquito en “¿donde se encontrará?” – Kurt pensò di svenire al sentire quella pronuncia così … perfetta. Non gli era mai piaciuto così tanto lo spagnolo come negli ultimi due giorni. Martinez gli sorrise (la tortura non aveva fine), salendo sul palco con una radietta in mano.
- Ti stavi concentrando? – chiese, mentre la posava sul palco e cominciava a sgranchirsi con dei movimenti delle braccia.
- Beh, io – sì, in effetti. – rispose, chiedendosi come facesse a non riuscire a terminare una frase decentemente. Doveva sembrargli uno stupido. Doveva tentare di tranquillizzarsi e ricordarsi che era solo un incontro a scopo didattico. Ma era davvero difficile pensarlo, osservando quei jeans terribilmente stretti che delineavano un corpo perfetto. Degluttì, cominciando ad andare in panico, ancora prima che il professore gli porgesse la mano. Incontrò il suo sguardo naturale prima di prenderla con la propria. Vide che si abbassò facendo partire una canzone di sotto fondo. Non era sicuro di conoscerla, gli sembrava qualcosa di Jennifer Lopez – forse Ain’t it funny - ma non fece in tempo a pensarlo che Martinez lo attirò a sé, facendogli poggiare la mano sul suo fianco e cominciando a ballare a tempo di musica.
- Estoy … - sussurrò a tempo con JLO, impartendogli i primi passi, anche se Kurt non capiva esattamente cosa avessero a che fare con lo spagnolo. Non capiva neanche come si fosse ritrovato a ballare, in effetti. - loco … enamorado … - continuò imitando le parole della cantante, e improvvisamente portandosi faccia a faccia con lui con un passo rapido, facendo incontrare le punte dei loro nasi. – de tì.
Kurt sussultò. Non era un asso in spagnolo, ma aveva capito quella frase semplice, e non poté che degluttire nuovamente, quando sussurrò quelle parole, col proprio volto incollato al suo.
Estás aqui, ya lo ves, la vida es así.
Como en un sueño tu llegaste y yo te conocí.
Continuò a cantargli, stupendolo con una versione spagnola della canzone della quale Kurt ignorava decisamente l’esistenza, mentre continuava a costringerlo ad una coreografia di coppia che includeva movimenti di bacino, che non erano un problema né per lui, né per Hummel, che però aveva qualche difficoltà con i passi veloci e inediti, appartenenti ad una cultura a lui ignota.
Él nos unió y el amor nos cambió a la vez.
Tan sólo pido que me puedas entender.
Era incredibile come cantasse una canzone così veloce senza distrarsi minimamente da quelle movenze sensuali e rapide. Kurt era praticamente incantato, ipnotizzato dai suoi fianchi. Non gli era mai capitato nella sua intera vita di trovarsi in una situazione così … caliente, con un uomo così affascinante, anzi un vero figo.
Éste romance yo lo viví mil veces ya.
Mi vida junto a ti me dice que no hay nadie más.
Continuò David, facendolo girare su se stesso, costringendolo poi ad un casqué veloce. Kurt non sapeva se la testa gli stesse girando per quella situazione o per quel movimento svelto e inattesto.
Más yo no sé si el destino tiene otro final.
Él decidió si te quedas o te vas.
Lo riportò all’in piedi, costringendolo con i passi della coreografia ad indietreggiare, quasi in una sorta di tango. La canzone tagliò improvvisamente sulla terza strofa e in un istante, senza sapere come Kurt si ritrovò a terra, con le braccia lungo i fianchi e le gambe semi aperte in avanti.
Te di mi corazón y lo dejaste ir.
Vide improvvisamente il professore abbassarsi e cominciare pericolosamente a gattonare verso di lui. Gli venne sponteaneo indietreggiare, non sapeva perché. Era una situazione senza senso, e non poteva star accadendo davvero.
Cambiaste mi destino desde que llegaste a mi.
Arrivò quasi all’inizio del sipario e, non potendo più indietreggiare, lo osservò inserirsi tra le sue gambe, incrociare le sue braccia con le proprie, sporgersi pericolosamente col volto verso il suo.
Cuando yo te busqué.
Ya no estabas aquí.
Gli cantò quasi in un sussurrò, poggiando una mano contro il suo collo dal lato sinistro, mentre con le labbra si avvicinava al suo orecchio destro.
Tal vez será porque tu amor no es para mi.
Kurt aveva tutte le migliori intenzioni del mondo, tutte. Non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere, era tutto un gioco per lui e doveva essere un dovere didattico per David Martinez, ma sentì la necessità di girare il volto verso di  lui, incontrando le sue labbra in un bacio a stampo, una follia, mentre sentiva il ritornello della canzone, in inglese, in sottofondo.
Ain't it funny how some feelings you just can't deny
Sì, era davvero strano non riuscire ad allontanare quella sensazione, quel formicolio piacevole a quel contatto appena accennato. Le loro labbra si staccarono per un istante.
And you can't stop move on even though you try
No, non avrebbe potuto far finta di niente, nonostante ci avesse provato. Non avrebbe potuto trattenersi. Lo guardò un istante negli occhi prima di annullare nuovamente quelle distanze, lasciandosi andare ad un bacio passionale.
Ain't it strange when your feeling things you shouldn't feel
Sì, era strano provare cose che non doveva provare. O fare cose che non doveva fare con un professore. Non fece in tempo a pensare che si ritrovò la sua mano lungo il fianco che scendeva pericolosamente verso il basso.
Oh, I wish this could be real
Cara JLO, Kurt desiderava il contrario. Voleva che tutta quella situazione non fosse reale, che fosse soltanto un sogno dal quale si sarebbe svegliato presto, perché per quanto piacevole fosse, poteva avere delle serissime conseguenze.
Ain't it funny how a moment could just change your life
Un momento poteva cambiare la vita. Un momento come quello. Sentì la mano di Martinez accarezzare le sue intimità sopra il tessuto spesso dei jeans che cominciavano ad essere piuttosto fastidiosi a causa della dolora erezione che contenevano.
And you don't want to face what's wrong or right
Giusto o sbagliato. Giusto o sbagliato. Sentì che gli stava decisamente sbottonando i suoi jeans, senza chiedergli alcun tipo di permesso. Non poteva credere che stesse accadendo davvero.
Non a lui. Non con un uomo come quello. Era incredibile, in ogni movimento, ogni cosa che faceva.
Ain't it strange how fate can play a part
In the story of your heart
Sentiva le ultime note della canzone svanire in sottofondo, mentre quella mano calda si infilava sotto i suoi jeans e i sui suoi boxer, sfiorando la sua erezione. Kurt indietreggiò di nuovo, istintivamente, a quel contatto, sfuggendo al suo tocco, finché non si ritrovò esattamente sotto il sipario. Martinez lo seguì istintivamente, ancora gattonando verso di lui e afferrando il suo volto tra le mani.
Gli fece un sorriso così dolce e naturale che Kurt non poté fare a meno di sciogliersi e arrossire e arrestare quella fuga disperata.
Non poteva resistere. Non voleva resistere.
In un instante, si ritrovò steso, costretto al suolo dalle sue possenti mani, sotto di lui, con la testa piegata verso l’alto per lasciargli uno spazio sul collo che quell’uomo che conosceva appena si divertì subito a ricoprire di baci e carezze con la punta della lingua.
Sentì il muscolo tra le sue gambe pulsare per l’eccitazione, per il desiderio che cresceva sempre di più in lui, mentre quella lingua umida accarezzava la sua pelle di porcellana.
Lo vide abbassarsi, fin quando le loro erezioni non entrarono in contatto, e anche se erano ostacolate dagli indumenti, Kurt non poté fare a meno di muovere il bacino in direzione di quello che sarebbe diventato certamente il suo professore preferito.
Questi salì nuovamente verso il suo volto, reincontrando le sue labbra.
Questa volta, Hummel poté sentire le lingue entrare in contatto fameliche, bramose, avide di piacere, sempre più rapide ogni volta che David - lo chiamava anche per nome nella sua testa – aumentava la pressione con cui il suo bacino si schiantava contro quello del ragazzo, facendogli provare sensazioni nuove ed estremamente soddisfacenti.
Sentì la sua mano intrufolarsi sotto la sua camicia e cominciare a giocare con un capezzolo. Non poteva credere che stesse accadendo, non si capacitava.
Un lamento uscì dalle sue labbra per quella piacevole tortura e fece sorridere quell’uomo meraviglioso che riscendeva con la bocca lungo il suo collo per succhiare avidamente la sua pelle, lasciandogli probabilmente qualche segno pericoloso.
- N-no! – commentò Kurt che era, però, del tutto incapace di opporsi ad ogni suo movimento.
- deja todo a mí – sussurrò però Martinez risalendo lungo il suo orecchio rendendo il tutto più eccitante. – tranquilo.
Sentì ancora qualche spinta potente che incollava quel corpo latino e follemente attraente al suo. Cominciava a sentirsi vicino al culmine per quei contatti decisamente bruschi e poco gentili, ma … estremamente gradevoli.
- I-io … - mugugnò Kurt, frustrato dal fatto di non avere idea di come chiamarlo in un momento così delicato. Non poteva fare il suo nome.
- ¿ Sí ? – chiese, con un filo di voce il professore mentre giocava col suo lobo tra le labbra.
- S-sono … - Era vicino, sì. Non riuscì a completare la frase che  Martinez fece scivolare la propria mano sui suoi boxer, facendo pressione sulla creatura che ospitavano prima di dargli una spinta decisamente devastante.
Kurt rispose con un suono vocalico indefinito a quella scarica finale di piacere, mentre sentiva il proprio intimo inumidirsi velocemente. Lo stesso non si poteva dire dell’altro.
Con le sue ultime spinte rapide e poco controllate aveva chiaramente fatto capire a Kurt che era ancora nel mezzo dell’eccitazione. Nonostante questo, si sollevò portandosi sulle ginocchia e guardando il ragazzo, incontrando i suoi occhi azzurri.
Kurt sollevò la schiena da terra, strusciando il sedere sul palco per avvicinarsi a lui e avvolgere le gambe attorno alle sue piegate. Toccava a lui ora soddisfarlo.
Poggiò le mani sul suo petto assolutamente perfetto, facendole scendere lungo il suo addome e sbottonando i suoi jeans strettissimi. La sua mano cominciò ad accarezzare l’eccitazione di Martinez …
- Kurt? – si sentì chiamare, da una voce del tutto diversa, da una voce femminile.
Avvicinò le proprie labbra al suo addome, facendole scendere lentamente verso la zona inguinale che stava per scoprire, e questo lo rendeva ansioso. Prima di sentire di nuovo quella voce.
- Kurt? Stai bene?

Alzò lo sguardo, trovandosi davanti Rachel e Mercedes che lo guardavano piuttosto preoccupate. Erano seduti al BelGrissino, quasi aveva dimenticato quel piccolo dettaglio.
- A cosa starà pensando? – chiese la ragazza di colore all’altra notando che non rispondeva in alcun modo.
- Starà ricordando il nostro duetto sul palco di Broadway. Anche a me fa quell’effetto! – rispose Rachel Barbra Berry, come sempre egocentrica, mentre sorseggiava la sua acqua naturale.
Improvvisamente Kurt sbatté le ciglia, sembrando nuovamente lucido e, soprattutto, tornato tra loro.
- Finalmente! – Commentò Mercedes col sorriso sulle labbra. – Stavi sognando ad occhi aperti? – entrambe lo scrutarono in attesa di risposta.
Kurt realizzò che era una delle fantasie più realistiche che avesse mai fatto in vita sua, quel modo di toccarsi, quel modo di sorridergli, quella canzone che probabilmente aveva sentito qualche volta per radio nell’officina del padre.
Pura follia! Sorrise a entrambe, con aria innocente.
- Sto sognando di rubarvi l’assolo alle regionali. Chissà, magari è un sogno premonitore! – rispose, tirandosi fuori da guai e facendo storcere il naso ad entrambe.
Si era salvato giusto in tempo. In quel momento non poté fare a meno di pensare che la causa di tutta quella folle immaginazione fosse l’astinenza da Blaine per una settimana,  a causa dell’operazione.
Se Blaine fosse stato lì con lui, quel giorno durante l’esibizione del professore, probabilmente l’avrebbe schiaffeggiato.
Sorrise di nuovo, all’idea che se lo meritava davvero e tornò a concentrarsi sulla sua cena.
Best. Dream. Ever!

Angolo dell’autrice
Lo so, sono una pazza. Vi giuro che ci ho provato, ma guardando la faccia di Kurt durante l’esibizione di Ricky Martin, non ho resistito. Se Blaine lo vedesse, lo schiaffeggerebbe davvero! xD L’ispirazione mi è nata da un commento su YouTube all’esibizione che diceva appunto “Kurt, se Blaine fosse qui …” e in effetti. Fa delle facce spaventose, secondo me stava pensando davvero una cosa del genere xD! Da piccolo agnellino innocente a tigre famelica … questi sono gli effetti di un professore così. Aspetto con ansia la puntata <3 !
Questa è la versione 3x12 di quello che è successo col 3x11 quando è uscita Smooth Criminal xD solo che vi avviso, questo non è un pairing, assolutamente, è soltanto Kurt che naviga con la fantasia, quel biricchino *w*. Vi piace lo spagnolo? Magari lo uso più spesso *_*!
Grazie a chi legge, recensisce o segue la storia. You make my heart my melt <3
A presto, xoxo RenoLover <3
Curiosità
- Fino a ieri sera non sapevo neanche esistesse Qué Ironìa, la versione spagnola di Ain’t it Funny che è una delle mie preferite di JLO. Come vedete è una specie di Mash up tra le due versioni quella utilizzata. In fondo, è tutta una fantasia di Kurt!
Ho lasciato la frase iniziale “Estoy loca enamorada de ti” perché la adoro, mi ha sempre fatto impazzire, anche se nella versione spagnola è tagliata.
Informazioni
- Come ho scritto sul mio account, tra le note dell’autore, da ora accetto anche richieste di fan fiction. Se a qualcuno interessasse, contattate in privato.
- Entro domani sera arriveranno sicuramente gli aggiornamenti di Waiting for a girl like you e Someone like you.
   
 
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