N.B:  leggetela con questa di sottofondo àhttp://www.youtube.com/watch?v=Pa33P9A5iHs
-Ohh you can smirk and joke and lie to your brother, lie to yourself-
 
Mentire.
Non fai altro da quando eri piccolo.
E lo sai che la cosa che ti da fastidio non è il semplice fatto di mentire.
Quello che ti da fastidio, che ti fa stare svegli ola notte è che quelle che sei costretto a dire, non sono le bugie che avresti voluto.
No.                                                                                
Non sono quelle che gli adolescenti rifilano ai loro amorevoli genitori per andare ad una festa o per nascondere loro che si son fumati uno spinello.
Le bugie che ti hanno forgiato, mio caro Dean, sono quelle che ti tengono in vita, sono quelle che ti parano il culo a scuola quando ti trovano un machete nell’armadietto, una calibro 22 nello zaino.
Quelle che ti mangiano dentro, che ti corrodono l’anima come l’acqua corrode le rocce.
Quelle che costruiscono quei giganteschi muri di finti sorrisi, di finta voglia di vivere, di finti interessi.
Quelle che ti impediscono di essere bambino. Di giocare.
Quelle che ti fanno restare fermo sotto la pioggia per ore.
A sognare, guardando nelle altre case (quelle vere, non quegli inutili motel) sentendo la nostalgia di qualcosa che a malapena ricordi di aver avuto.
Quelle che ti danno il coraggio di camminare nel buio più assoluto, cercando l’uscita di un tunnel di cui quasi nessuno conosce l’esistenza.
Sono quelle che ti fanno crescere in fretta. Troppo in fretta.
 
-I can see how broken you are-
Rotto.
Esatto.
Ecco come ti senti: rotto, diviso, distrutto.
Ma non diviso tra bene e male.
Non sono gli altri questa volta.
Non è il paradiso, non è l’inferno.
Sei tu.
Sei tu quello marcio, quello cattivo.
Tu.
Tu a distruggerti.
Tu a punirti.
Tu a romperti.
Con le tue menzogne, con la tua finta aria da duro.
Anche se continui a negarlo.
Anche se continui a ripeterti di essere un bravo ragazzo, di non essere un fottuto mostro.
Non è buffo, Dean? Hai sempre pensato che fosse Sammy quello con i lato oscuro.
E invece c’è voluto un fottuto Cavaliere dell’ Apocalisse per farti capire come stanno realmente le cose.
Hai paura? Forse vorresti solo qualcun oche ti dica “hey, amico sono qui, andrà tutto bene”.
Ma evidentemente è chiedere troppo.
Perché son tutti buoni e cari finché devi parargli il culo.
Finché devi salvarli, e allora si, ti tirano fuori dall’inferno.
Ma adesso che sei tu a dover essere salvato?
Mi spiace Dean, dall’inferno si esce solo una volta.
 
 
-because inside, you already …-
sono solo voci lontane quelle intorno a te.
Solo puntini gelidi la pioggia che ti lacera la pelle.
Solo dolore quello che esce dalla tua mente e si riversa, rapido, a macchiare il terreno.
Ad avvelenare l’aria.
Pensi.
Troppo e a troppe cose.
Perché sei sempre stato consapevole.
Anche se non avresti voluto.
Ti ripeti  di non piangere.
Non devi farlo.
I bambini grandi non piangono ,Dean.
Ti nascondi, come sempre.
Codardo … ?
 
 
-DEAD-
Un urlo.
Secco.
Al Cielo? A Dio?
A te stesso.
Una voce troppo forte per non essere sentita.
Perché sei stanco di mentire … ?
Stanco di nasconderti.
Hai bisogno di aiuto, anche se non lo ammetterai mai.
Hai bisogni di capire.
Sei stanco di obbedire e basta.
Prima papà, poi Dio.
Non sei un cazzo di burattino.
La senti dentro tutta questa rabbia.
Forte.
Ti fa sentire forte.
Svuoti i polmoni.
La mente.
L’aria porta via il dolore. Il male …
Male.
Fa male. Davvero troppo.
Piangi e non riesci a smettere.
Perché alla fine, lo sai che ti importa.
E allora, forse, non sei poi così morto dentro, no?
 
 
*spazio Autrice*
Avevo dannatamente bisogno di farla uscire …
Scusate se non è il massimo.