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Autore: Soul Sister    04/02/2012    3 recensioni
Kurt stava ancora parlando, quando a Blaine balenò un’idea in testa.
Un sorrisetto furbo stava spuntando sulle sue labbra, ma il suo ragazzo era così preso dal suo discorso che non ci fece troppo caso.
Senza perdersi una parola di Kurt –era un affronto non ascoltare quella bellissima voce e i suoi pensieri genuini-, Blaine allungò una mano sul muretto basso di una casa raccogliendo un bel po’ di neve nel palmo, con finta nonchalance.
Kurt non fece in tempo ad accorgersi e a realizzare la cosa, che si ritrovò la faccia completamente seppellita dalla neve. Gli ci volle qualche istante per associare il nome di Blaine a quel gesto; poi sbattè le palpebre, scrollando la neve dalle ciglia, e fissò il suo ragazzo indecifrabile.
Blaine se ne stava appoggiato al muretto con un sorrisetto compiaciuto e una palla di neve nella mano avvolta nel guanto che lui, gentilmente, si era tolto per cederglielo.
-Non ho saputo resistere.- ammise, sfoggiando uno dei suoi sorrisi da angioletto.
Kurt, allora, scoppiò a ridere, passandosi una mano sul viso per scrollare via la neve.
-Cos’era, una vendetta perché ti ho detto che sei un pessimo lanciatore di palle di neve?-

Una fluffosissima Klaine a base di neve e tanta dolcezza.;)
Hope you like it!
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beautiful as snow

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Kurt adorava la neve, nel modo più genuino possibile; certo, non amava gelare dal freddo, né gli piaceva particolarmente quando i suoi amici tendevano degli attentati ai suoi poveri capelli perfettamente in piega, anche se, in quei casi eccezionali, evitava di impazzire.
Rimaneva semplicemente incantato davanti allo spettacolo di quei meravigliosi e delicati fiocchi di neve che imbiancavano tutto ciò che lo circondava; e, ancor più bello, era quando osservava il mondo innevato intorno a sé che rifletteva la luce, giocandoci e rendendo tutto ancor più suggestivo.
Adorava vedere i bambini del vicinato correre in strada con addosso solo un pigiama di lana e i calzini, che esultavano gioiosi e incantati, e le loro madri che li inseguivano per riportarli dentro prima che si prendessero un malanno.
Adorava quando Burt chiudeva l’auto-officina, perché già sapeva che, almeno a Lima, nessuno si sarebbe mosso in macchina salvo casi eccezionali, dando l’opportunità a Kurt di preparare una colazione abbondante e calda per tutta la famiglia.
E, soprattutto, adorava la neve perché, puntualmente,il McKinley chiudeva fino a nuovo ordine: una specie di miracolo, insomma.
Così, quando quella mattina Kurt aprì le tende per vedere che tempo ci fosse e abbinarci un outfit, trovò la strada e i tetti di Lima completamente bianchi e si mise a saltellare e a ridere come un bambino; uscì dalla sua camera come un razzo, infischiandosi del fatto che avesse i capelli completamente sconvolti e la pelle che implorava semplicemente di essere idratata.
Spalancò la porta della camera di Finn, e lo privò delle coperte con uno strattone; suo fratello mugugnò qualche parolaccia indefinita, sfregandosi gli occhi. –Ma che..?
Kurt lo accecò con il suo sorriso, e battè le mani:
-Finn! NEVICA!
Il ragazzone, che stava sbadigliando, strabuzzò gli occhi e guardò incredulo il suo fratellastro.
-Giura!- Finn sembrò leggere nel pensiero Kurt, e si fiondarono contemporaneamente alla finestra per vedere.
Appena poterono ammirare i fiocchi scendere dal cielo e posarsi in ogni dove, Finn lanciò i pugni in aria ed esultò apertamente, unendosi al balletto entusiasta di Kurt.
-Ehy, dobbiamo ascoltare se la scuola rimarrà chiusa!- esclamò il moro, fiondandosi ad accendere la tv sul telegiornale del mattino.
Proprio in quel momento, stavano cominciando ad elencare le scuole che non sarebbero state aperte, causa disagi della neve.
-..McKinley High School, lezioni sospese..- Non si sentì il resto della frase della giornalista, perché le urla entusiaste di Finn e Kurt che si abbracciavano coprirono la sua voce.
Carole, perplessa per tutto quel baccano, si affacciò nella stanza del figlio, trovando lui e Kurt che saltellavano come dei bambini, gli occhi luccicanti di felicità e un sorriso incancellabile.
-Ragazzi..?-
-Niente lezioni! Niente lezioni!- i due ragazzi si fiondarono addosso alla donna per abbracciarla e coinvolgendola nella loro pazzia. Carole scoppiò a ridere, dando un buffetto ad entrambi.
-Beh, allora in tal caso..- scoccò un’occhiata complice a Kurt, che sorrise fieramente.
-In tal caso- continuò lui,-è meglio che vada a preparare una colazione coi fiocchi!- annunciò.
Finn annuì concitato, avvicinandosi al suo cellulare. –Sì, intanto io chiamo Puck e organizzo qualcosa con i ragazzi!-
Mentre Kurt padellava ai fornelli con l’aiuto di Carole, Burt leggeva pacificamente il giornale con un sorriso –coinvolto certamente dall’entusiasmo del figlio- e Finn faceva un giro di telefonate a tutti i ragazzi del glee.
L’appuntamento venne fissato per l’ora successiva, così, dopo aver mangiato con gusto i pancakes di Kurt, i due ragazzi filarono nuovamente nella loro camera per prepararsi.
Una volta tanto, il controtenore decise di vestirsi a strati, per rimanere quanto poteva al caldo e all’asciutto; poi si dedicò alla sua pelle, ovviamente.
Si stava passando il latte detergente, quando il suo cellulare vibrò.
Kurt si aprì in un sorriso estasiato, quando vide che era Blaine. Sembrava passato un secolo dal suo ultimo messaggio.
Sono a Lima, cause di forza maggiore. Possiamo vederci? Mi manchi da morire D:
Kurt mollò la presa sul batuffolo di cotone, e digitò velocemente una risposta, col cuore che batteva veloce come le ali di una libellula.
Mi sembra chiaro, Blaine Anderson. Davanti al Lima Bean tra mezz’ora: stai per assistere ad una battaglia epocale.
Quando inviò, il ragazzo ridacchiò da solo, immaginandosi l’aria perplessa del suo fidanzato.
Non s’immaginava nemmeno in cosa sarebbe stato immischiato.
-
Mezz’ora dopo, Blaine si era accostato accanto all’ingresso del Lima Bean, tremando dal freddo da capo a piedi; la cuffia calata quasi sugli occhi e la sciarpa avvolta fino alla punta del naso sembravano inutili, dato che non svolgevano il loro compito principale, ovvero scaldarlo: in quel momento, Blaine capiva come si sentissero i ghiaccioli, se non altro.
Con un’enorme forza di volontà, racimolta non sapeva come, tirò fuori le mani gelate dalla tasca per controllare l’ora dal cellulare.
In quel momento, Blaine non stava fremendo solo per il freddo; continuava a guardarsi intorno attentamente, sperando di veder comparire improvvisamente il suo ragazzo.
Non vedeva l’ora di riabbracciarlo.
Da quando era partito con i suoi per Denver a causa di un ritrovo di famiglia-rivelatosi, poi, un completo fiasco-, Blaine non era più riuscito a vedere Kurt. Quella, dunque, era la prima volta che l’avrebbe rivisto dopo ben una settimana senza potersi sentire nemmeno per telefono.
Perché oltre ad aver bandito i termini come “gay” o “omosessuale” dal suo vocabolario, i suoi gli avevano proibito categoricamente di professare il suo essere -testuali parole di suo padre: in sintesi, gli avevano confiscato il telefonino fino alla sera prima.
Blaine fece una smorfia; come se i suoi parenti non sapessero che fosse gay..non riusciva a concepire perché non potesse semplicemente essere sé stesso, almeno con la sua famiglia.
Il suo cervello stava continuando a percorrere la strada dei pensieri tristi, ma tutto venne come resettato quando qualcosa di freddo gelato gli arrivò dritto in faccia, seguito subito dopo da una risatina cristallina.
Le sue labbra, viola e indolenzite per il freddo, si tirarono automaticamente in un sorriso.
Perché quella risata era inconfondibile, e senza dubbio la sua musica preferita.
Levò le mani dalle tasche del cappotto per pulirsi il viso, ma quelle di Kurt anticiparono le sue, cominciando a scrollare dolcemente la neve dalla sua faccia.
-Sei in ritardo.- gli fece presente Blaine, con un tono fintamente puntiglioso, mentre il suo ragazzo continuava ad accarezzargli il viso. Sentire il tocco delle sue mani,per quanto freddo, era la miglior medicina alla tristezza. Poteva amare una persona più di così?
Kurt ridacchiò, soffiandogli il fiato caldo sulla pelle. –Sì, scusa. Diciamo che ho dovuto trovare un modo per svignarmela senza che Finn mi tramutasse in un pupazzo di neve vivente.-
Blaine battè le palpebre, tornando ad aprire gli occhi, e osservò incantato Kurt da sotto le ciglia lunghe e umide. L’angolo della bocca del controtenore andò verso l’alto, in un sorrisetto sghembo che era semplicemente la causa di uno scompenso cardiaco al cuore di Blaine; allungò le mani verso la sua cuffia di lana, e la sistemò alla bell’e meglio sulla sua testa, dandole un buffetto per togliere un po’ di neve rimasta sopra.
-Bellissimo.- mormorò Kurt, incantato dagli occhi dorati e caldi di Blaine.
-Mai come te.- ribattè il moro, carezzandogli dolcemente la guancia.
Il loro scambio di sguardi venne interrotto dall’ennesima palla di neve, che stavolta beccò esattamente la testa di Hummel. –EHY, PICCIONCINI! MUOVETEVI!-
Blaine strabuzzò gli occhi, e automaticamente bloccò ogni muscolo, in attesa dell’esplosione.
Ma quella non avvenne, perché Kurt, dopo qualche istante iniziale, scoppiò a ridere per l’espressione di Blaine. Si passò una mano sui capelli per pulirli, e sorrise al suo ragazzo.
-Sta nevicando. Niente al momento può farmi arrabbiare.- spiegò Kurt, scrollando le spalle.
Poi si voltò verso Puck, che stava sghignazzando apertamente. –Tieniti pronto, Blaine- disse Hummel, tirando le labbra in un sorrisetto furbo, -La guerra sta per cominciare.-
-..
Kurt, quando si parlava di battaglie di neve, pareva inarrestabile.
Questo potevano affermarlo con certezza Rachel e Mercedes, che erano state sbaragliate completamente da lui e Puck, senza pietà alcuna.
Ma, dopotutto, le ragazze non si sarebbero mai lamentate di vedere Kurt entusiasta di qualcosa che, effettivamente, scombinava capelli e abiti. Era una visione sublime, e Anderson non poteva che essere sulla stessa linea d’onda delle due.
Perché Blaine non l’aveva mai visto così spensierato: con le guance e il naso rosso, gli occhi ridenti e gioiosi come quelli di un bambino, i capelli scompigliati.
E non gli era mai sembrato tanto bello come in quel momento. Perché Kurt brillava di una luce tutta sua, e Blaine ne era attratto paurosamente: lui era il suo sole, e attirava tutto a sé con il suo magnetismo, il suo calore, la sua bellezza.
Era così fiero di essere il fidanzato di quel ragazzo meraviglioso che, in quel momento, gli stava correndo incontro proprio come nelle scene dei film.
La mente di Blaine era completamente assuefatta dall’immagine di Kurt, tanto da escludere il resto del mondo al di fuori di sé, compresi i suoni, sostituiti da una colonna sonora nella testa tutta sua.
Per questo motivo, quando si ritrovò scaraventato nella neve con addosso Kurt, ad un palmo dal suo naso, che rideva spensierato, ci mise qualche secondo a tornare alla realtà.
Se avesse avuto la percezione dell’esterno, circa qualche istante prima, avrebbe notato il tiro micidiale di Puck diretto alla sua faccia, e avrebbe percepito l’urlo spaccatimpani di Kurt che gli intimava di spostarsi.
-Blaine Anderson, sei assurdamente distratto oggi.- soffiò sulle sue labbra, -Questa è una battaglia all’ultimo sangue, e tu ti perdi in un bicchier d’acqua. Mi servi vivo, sai?- scherzò, accarezzandogli una guancia con i guanti, infilati ovviamente per la battaglia, umidicci dalla neve.
Blaine si sentì nuovamente sbalzato nella sua bolla privata con Kurt.
-È che sei così assurdamente bello, Kurt..non riesco a levarti gli occhi di dosso.- borbottò Blaine, in risposta.
Kurt diventò, se possibile, ancor più rosso, ma di certo non per la corsa e le risate. –Potrei farti lo stesso discorso. Sei una dannata distrazione, e devo pure farti da baby-sitter o i ragazzi ti riducono ad una frittella di neve.-
-Già, ti servo vivo.- ricordò Blaine, facendo ridere Kurt.
Dopo un buffetto sulla spalla del suo ragazzo, Kurt si rialzò, porgendo poi la mano per aiutare l’altro a rimettersi in piedi; Blaine rabbrividì, percependo un po’ di neve scendergli nel giubbotto. –Brr..accidenti- bofonchiò.
-Dai, coraggio. Cerchiamo di rimanere vivi per i prossimi dieci minuti, e una volta che avrò finito Puck, andiamo a berci qualcosa.- lo consolò Kurt con un sorrisetto dolce, scoccandogli un bacio congelato sulla guancia, per poi riacquistare l’espressione determinata da combattente.
Blaine sorrise ebete per qualche istante, poi cercò di concentrarsi: prima finiva questa infinita partita a palle di neve, prima avrebbe avuto il suo momento d’intimità con Kurt all’asciutto.
Seguì Kurt nella sua spavalda carica contro suo fratello e il suo amico con la cresta dalla vita propria, nascondendosi dietro gli alberi del parco e scagliando palle di neve alla cavolo, sperando di colpire qualcosa. Purtroppo senza guanti, non riusciva a combinare un granchè.
La sfida all’ultimo colpo si concluse con Blaine e Sam atterrati da Finn, Finn e Noah atterrati da Kurt, e Rachel e Mercedes che se la ridevano alla grande.
Puck era semplicemente basito dalla tenacia di Kurt: non si aspettava proprio che il piccolo Hummel fosse così spietato, quando si trattava di battaglie con la neve; probabilmente, non si sarebbe fermato nemmeno se avesse usato una bambina del Perù che gli faceva gli occhi dolci come scudo personale.
-Kurt..cavolo!- fece Finn, scrollandosi la neve di dosso in modo molto goffo, -Ho neve ovunque, per colpa tua!-
Hummel ridacchiò, dandosi dei buffetti sulla spalla, togliendo un po’ della neve rimastagli addosso. –Sono micidiale, lo so.-
-Ed io che pensavo ti saresti rifiutato!- commentò Puck, passandosi una mano sulla cresta, -Sei sempre così perfettino! Quasi quanto Rachel!-
La ragazza lo fissò male, incrociando le braccia al petto. –Ehy!-
Kurt e il resto della ciurma scoppiarono a ridere. –E’ la verità, mia cara.- la apostrofò Hummel, con un sorrisetto divertito. Poi continuò, indicandosi: -La neve è rara quanto vedere me con qualcosa di terribilmente ingombrante addosso e con i capelli scompigliati. Quindi, ci sta tutto.-
Poi afferrò la mano di Blaine, e sorrise ai suoi amici; -Ed ora, se potete scusarci, io e Blaine abbiamo bisogno di parlare.-
I suoi amici lo guardarono piuttosto scettici, ma l’unica che parlò fu Mercedes, con un ghignetto malizioso. –Sì, certo, parlare. Come minimo v’imboscherete da qualche parte a recuperare il tempo perso la settimana scorsa.-
Kurt arrossì, mentre Blaine si limitò a ridacchiare; sotto sotto, però, sperò che la migliore amica di Kurt avesse ragione davvero.
Hummel fece una smorfietta seccata, a cui Blaine attribuì l’aggettivo adorabile. –Forza Blaine, andiamo.-esclamò, cominciando a tirarlo verso l’uscita del Lima Bean, dove avevano preso qualcosa di caldo giusto per non morire assiderati; Kurt scoccò un’occhiata fiera a Mercedes e a Puck, che continuavano a ghignare. –Lasciamo questi invidiosi della mia bravura a rodersi il fegato.-
-Mi raccomando, Blaine, non sciupare il bel faccino di Kurt, a furia di mangiartelo!-
Mentre Blaine seguiva un imperterrito Kurt verso la porta del locale, si sentì distintamente il commento di Puckermann seguito dalle risatine degli altri.
Kurt alzò gli occhi al cielo, borbottando un –Idioti- tra i denti.
Blaine attese pazientemente che Kurt smaltisse l’irritazione, lasciandosi tirare a destra e a manca, dopodiché se lo tirò a sé per abbracciarlo forte, ormai in una via di Lima poco trafficata. –Mi sei mancato davvero, davvero tanto.
Quello di Blaine era stato solo un sussurro, ma giunse al cuore di Kurt con la potenza distruttiva di un uragano.
Kurt sospirò, aprendosi in un sorriso beato. Ogni sua terminazione sembrava urlargli quanto avesse avuto bisogno di stringerlo forte, nella settimana di lontananza. Ora che poteva farlo, non aveva nemmeno la mezza idea di sciogliere la presa dal suo ragazzo meraviglioso, così poco combattivo nelle sfide all’ultimo sangue con la neve.
-Anche tu mi sei mancato, Blaine..non puoi immaginare quanto.-
Nonostante lì fuori ci fossero poco meno di zero gradi, nonostante stesse ricominciando a nevigare forte e rischiavano di trasformarsi in due cubetti di ghiaccio alla prima folata di vento freddo, il cuore di entrambi si scaldò, battendo forte all’unisono l’un con l’altro.
Blaine allungò la mano per sfiorare delicatamente il viso arrossato e tenero del suo ragazzo, e Kurt, semplicemente, fece incrociare i loro sguardi.
Gli occhi dorati di Blaine divennero come un meraviglioso libro aperto: Kurt lesse tutta la tristezza della lontananza, la rabbia per la sua famiglia, e la sua felicità nel ritrovarsi; in quel momento, avrebbe semplicemente voluto stringerlo ancor più forte, ma non era umanamente possibile.
E avrebbe voluto dirgli di non cambiare mai, perché Blaine era semplicemente perfetto così com’era; perfetto per Kurt, perlomeno. Lo stesso meraviglioso ragazzo che l’aveva sempre sostenuto e protetto, lo stesso ragazzo che gli aveva rubato il cuore, e che poi aveva riposto il suo amore in lui, e che non meritava di soffrire. Per nessun motivo.
Automaticamente, Kurt si abbassò quel che bastava per raggiungere le labbra di Blaine e baciarlo dolcemente, lieve come un fiocco di neve posato sulle ciglia.
Blaine inspirò il profumo di Kurt, sfregando lentamente il naso contro il suo.
-Lo sai..- disse, con tono calmo e pacato, -Hai ragione, tu sei come la neve. Sei esattamente come un miracoloso fiocco di neve, candido, delicato, piccolo.. eppure porti felicità alla gente che ti sa apprezzare, e rendi tutto più magico. Rendi la mia vita più magica, Kurt.-
Kurt non sapeva che dire. O meglio, avrebbe voluto dire un sacco di cose a Blaine, ad esempio di come avesse reso la sua, di vita, degna di quel nome e di essere vissuta, ma non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito ad articolare sillaba.
Una lacrima solcò la sua guancia, non era riuscito a trattenerla; Blaine posò immediatamente le labbra su quella per catturarla, poi gli sorrise solcemente.
Kurt prese un respiro tremolante, e quando riaprì gli occhi dopo qualche istante, li fissò in quelli di Blaine. –Ti amo.- disse, emozionato.
Il suo ragazzo ricambiò il sorriso, il cuore gonfio di felicità. Avrebbe potuto toccare il cielo con un dito, se solo avesse avuto la voglia di staccarsi da Kurt per farlo.
-Ti amo anch’io.-
..
Dopo un tempo indefinito, occupato da baci e sguardi innamorati, i due avevano ripreso a camminare per le strade di Lima, tenendosi per mano e chiacchierando tranquillamente.
I momenti importanti e solenni erano finiti, lasciando Kurt e Blaine con il cuore colmo di felicità e una pace interiore che riuscivano a provare solo quando erano vicini.
Blaine era ormai convinto che il sorriso non sarebbe sparito dalle labbra nemmeno a pagarlo, e probabilmente avrebbe lasciato perplessi i suoi genitori con la sua ritrovata allegria; non che gli importasse tanto, comunque.
-..poi ho aperto le tende e mi sono detto: cavolo, sta nevicando! Sono corso da Finn e l’ho buttato giù dal letto. E poi..-
Blaine sorrise, mentre guardava Kurt raccontargli la sua reazione, quella mattina, trovando tutto completamente bianco e innevato; il suo ragazzo sembrava un bimbo che raccontava al suo amichetto cosa gli aveva portato Santa Claus: era semplicemente entusiasta.
Nei suoi occhi azzurri persisteva l’ombra di una risata di cuore, e Blaine li trovava ancora più belli, in quel momento. Avrebbe voluto che fosse sempre così spensierato: eppure, nutriva il sospetto che quella pace che avvolgeva Kurt in quegli istanti si sarebbe dissolta con lo sciogliersi della neve.
Sentì il cuore stringersi in una morsa soffocante.
Blaine, nonostante adorasse la neve, non sopportava di buon grado il gelo che calava insieme ai fiocchi, eppure avrebbe dato tutto ciò che poteva pur di prolungare quella giornata per sempre, perché il calore che gli trasmetteva Kurt era qualcosa di accogliente e destabilizzante insieme.
Il sorriso bambinesco e gioioso di Kurt lo faceva sentire a casa, protetto, come non si sentiva veramente in quella che effettivamente era casa sua; quando stava con Kurt era semplicemente sé stesso, senza aver paura di commettere errori o sentirsi sbagliato, perché sapeva che il suo ragazzo lo amava e non l’avrebbe giudicato per quello che era.
E, allo stesso tempo, quello stesso sorriso era così bello, così spontaneo e genuino, che lasciava Blaine semplicemente incantato da tanta bellezza; era accecante, solare, così..da Kurt, lo stesso Kurt che stava imparando a conoscere ed amare.
Blaine, in cuor suo, sperava di continuare per quella strada, finché non se ne sarebbero andati insieme, e, finalmente, avrebbero potuto sentirsi liberi e non giudicati dal bigottismo che regnava nelle piccole cittadine dove abitavano. Finché Kurt non avrebbe avuto perennemente quel sorriso sulle labbra.
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Kurt stava ancora parlando, quando a Blaine balenò un’idea in testa.
Un sorrisetto furbo stava spuntando sulle sue labbra, ma il suo ragazzo era così preso dal suo discorso che non ci fece troppo caso.
Senza perdersi una parola di Kurt –era un affronto non ascoltare quella bellissima voce e i suoi pensieri genuini-, Blaine allungò una mano sul muretto basso di una casa raccogliendo un bel po’ di neve nel palmo, con finta nonchalance.
Kurt non fece in tempo ad accorgersi e a realizzare la cosa, che si ritrovò la faccia completamente seppellita dalla neve. Gli ci volle qualche istante per associare il nome di Blaine a quel gesto; poi sbattè le palpebre, scrollando la neve dalle ciglia, e fissò il suo ragazzo indecifrabile.
Blaine se ne stava appoggiato al muretto con un sorrisetto compiaciuto e una palla di neve nella mano avvolta nel guanto che lui, gentilmente, si era tolto per cederglielo.
-Non ho saputo resistere.- ammise, sfoggiando uno dei suoi sorrisi da angioletto.
Kurt, allora, scoppiò a ridere, passandosi una mano sul viso per scrollare via la neve.
-Cos’era, una vendetta perché ti ho detto che sei un pessimo lanciatore di palle di neve?- chiese Kurt, con un sorrisetto divertito.
Blaine alzò il mento, assumendo un’aria sostenuta. –Può darsi.
Hummel scosse la testa, piano, avvicinandosi con una calcolata e ciondolante lentezza verso l’altro.
-Blaine..Anderson..Cooper.- sillabò, una volta raggiunto. Kurt gli avvolse la vita con le braccia, vagamente lascivo. Quel gesto fu deleterio, per i neuroni di Blaine, che sentì la ragione abbandonarlo immediatamente, assuefatto dal profumo di vaniglia e di neve del suo ragazzo e dal suo sguardo improvvisamente magnetico.
Kurt si abbassò appena sulle labbra di Blaine, e tirò le sue in un sorrisetto malizioso: -Sei un bambino dispettoso.-
Con uno scatto repentino, Kurt scagliò un mucchio di neve sul viso di Blaine, per poi ghignare, mentre l’altro rimaneva a boccheggiare, preso di sorpresa. –Kurt! Non vale! Hai barato!-
Hummel rise apertamente. –Non ho barato! Ho solamente fatto come hai fatto tu!-
Blaine scosse la testa, togliendo la neve rimasta dal viso: -Tu mi hai sedotto! Mi hai incantato!- Poi assunse un’aria da cucciolo bastonato, mettendo un broncio adorabile che fece ridacchiare intenerito Kurt.
-Mi hai illuso, e non mi hai nemmeno dato un bacio.- borbottò. Non era offeso veramente, era chiaro, ma il bacio lo voleva davvero. Non si vedevano da giorni e giorni, che sembravano secoli in realtà, e non si erano ancora baciati come si doveva; okay il romanticismo, ma Blaine sentiva anche la mancanza dal corpo di Kurt.
Il sorriso del suddetto si allargò maggiormente: -Beh, per quello si può rimediare.-
Dopodichè, afferrò Blaine per la manica del cappotto e lo attirò a sé nuovamente, baciandolo con trasporto.
Blaine sospirò sulle sue labbra.
Ora sì, che si ragionava.
--
*Angolo Autrice*
Cinque secondi, veloci veloci, per ringraziare chi ha letto fin quaggiù. :)
Spero di aver scritto qualcosa di decente. Volevo scrivere una storiella divertente, ma è diventato un fluff unico ^^" Posso solo dire che non è colpa mia, la neve mi ha dato alla testa! E, non chiedetemi perché, ma la neve mi ricorda Kurt e Blaine... di conseguenza, non ho potuto fare a meno di scrivere una shot su di loro. XD
Beh, ora vi saluto :D Se volete lasciare un commento, è sempre ben accetto :P Critiche comprese.
Un bacio :*
  
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