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Autore: gm19961    04/02/2012    5 recensioni
Chichi era una donne forte, o per lo meno così voleva dimostrare all'umanità intera. Perché lei, in realtà, non era una donna isterica, bensì solo un'anima a cui veniva continuamente strappata la sua unica ragione di vita. E lei aveva capito che non avrebbe potuto far nulla per evitarlo, doveva solo lasciar scorrere, e ricevere nuovamente la solita pugnalata al cuore.
"Mi dispiace di essere un pessimo marito, ma io... io ho un compito, e le devo portare a termine. Lo capisci vero... Chichina?"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Tutti i personaggi appartengono ad Akira Toriyama. Questa storia non è scritta a scopi di lucro.
 
 
Shot ambientata l'ultima notte prima del Cell Game. Protagonisti esclusivamente il mio pairing preferito, con anche una scena relativa al figlio Gohan; per il resto vi auguro che vi piaccia, e potete anche lasciarmi un commentino se vi va. ^^  
Il titolo è una frase presa dalla canzone Every breath you take - Police (Sting).



 
L'oscurità aveva prevalso su tutta la distesa celeste: la luna si era posizionata in alto nel cielo, pronta ad illuminare quel poco che bastava, la Terra e i suoi abitanti. Quella notte sarebbe stata probabilmente l'ultima per gli umani, infatti, il giorno avvenire si sarebbe dovuto svolgere il Torneo che avrebbe deliberato il destino dell'umanità; si pensava che Goku si stesse allenando ulteriormente, anche quella notte, l'ultima in cui avrebbe potuto respirare l'aria terrestre e sentire le diverse combinazioni di profumi che poteva respirare nel suo amato pianeta.
Invece il guerriero saiyan, al contrario di quanto si sarebbe potuto aspettare, stava rimboccando le coperte a Gohan: l'undicenne con un sorriso forzato, chiese al padre: "Andrà tutto bene, vero papà?"
Goku lo guardò intenerito e appoggiò la fronte contro la sua, cercando di placare il contatto di cui Gohan aveva disperatamente bisogno. 

"Qualsiasi cosa accadrà, noi due daremo il massimo, giusto Gohan? Non aver paura, la paura non esiste se credi in te stesso. Tu credi in te stesso, vero?"
 
Gohan, socchiuse gli occhi e annuì, mordendosi le labbra. Non poteva nascondere il suo timore per quella che sarebbe potuta essere l'ultima notte che passava nel suo letto, nella stanza accanto a quella di mamma e papà. Si guardò intorno: la sua scrivania era perfettamente ordinata, con i libri sistemati quasi maniacalmente secondo materia e spessore; l'armadio con le ante chiuse, all'interno del quale vi erano le sue tute e i suoi bei vestiti accuratamente rammendati e puliti dalla mamma; le piantine sul davanzale della finestra erano verde e rigogliose, e che aveva provveduto ad annaffiare la mattina. Era tutto perfetto, poi ritornò a guardare gli occhi del papà: erano celesti, come i suoi. Una lacrima uscì dalle perle azzurre del bambino, il quale si alzò di scatto e abbracciò il padre. Aveva paura di perdere tutto ciò che gli era caro e Goku non poteva far altro che comprenderlo; sebbene non avesse paura come il figlioletto, la sua preoccupazione era aumentata notevolmente: solo che era troppo affezionato al figlio per mostrargliela. Accarezzò i capelli biondo platino del figlio e gli bacio la nuca. 

"Adesso dormi Gohan. Domani ci aspetta una giornata lunga, e tu stai tranquillo, d'accordo? Per qualsiasi cosa, chiama me o la mamma." 
 
Il bambino annuì e il padre gli asciugò la lacrima ancora presente sulla guancia candida. Gli fece l'occhiolino e gli spense la luce della camera, chiudendo la porta delicatamente. Goku sospirò, e si guardò intorno: ora doveva fare un'altra cosa, visto che era l'ultima volta che avrebbe potuto parlare con lei. Con le mani nella giacca arancione, girovagò la casa alla ricerca della moglie, ma di Chichi non vi fu traccia. La cucina era come al solito pulita e profumata, e la camera da letto vuota, con i lembi delle lenzuola già pronti per essere utilizzati. Ma nessuno all'interno dell'enorme letto matrimoniale. Goku osservò con attenzione che nella parte in cui era solita dormire Chichi, vi erano le forme delle sue posizioni in cui era solita dormire: accovacciata o di solito, quando lui era ancora a casa, posta di lato con la mano che stringeva la sua. Chissà invece come dormiva quando lui non c'era, chissà come aveva dormito negli ultimi anni. Camminò lentamente verso la finestra e la aprì: Goku girò lentamente il capò e vi trovò Chichi seduta sull'erba del giardino a guardare la luna, non poco distante da lui. Il saiyan sorrise e corse verso di lei, restando in piedi a pochi metri da lei.

"Cosa guardi, Chichi?"
 
La donna, che era seduta dandogli le spalle, girò il capo verso di lui: aveva gli occhi lucidi e le labbra arricciate. Goku capì che in quel momento non poteva proprio rifiutarsi di stare con lei e darle tutto quell'amore che non le aveva dato negli ultimi anni. Camminò verso la donna e si sedette in parte a lei; Chichi non aveva distolto lo sguardo dalle stelle che stavano proprio sopra di loro, illuminando quel poco, i contorni dell'umanità. Goku osservò per parecchi minuti Chichi, cogliendo anche i più minuziosi particolari: aveva i capelli sciolti, con la frangetta sbarazzina che le ricadeva disordinatamente sulla fronte; i grandi occhi cenere della moglie avevano i riflessi della luna nelle pupille, e Goku notò dei residui acquosi ai lati dei suoi grandi occhi; le guardò le labbra coperte dal solito rossetto chiaro, che incredibilmente nella notte, aveva preso una tonalità più scura del solito. Le due lunghe ciocche di capelli che di solito lasciava sempre in bella vista in ogni suo aspetto e abbigliamento, questa volta erano accuratamente posizionate dietro alle orecchie, scorgendo anche degli orecchini a perle bianche, le quali sembravano splendere in quel bagliore notturno. Il collo lungo e delicato, che poche volte Goku aveva avuto il privilegio d'accarezzare, era coperto dal solito colletto alto del kimono, di cui stavolta, i colori erano diversi: era blu scuro con un fiocco -da quanto era possibile vedere- rosso in vita. Sotto la lunga gonna, per la prima volta, non indossava i soliti pantaloni: aveva lasciato le gambe libere, lasciandole accarezzare dal solletichio che i fili d'erba fresca le provocavano mentre erano scossi dal venticello notturno. Goku, dopo tanto tempo, pensò a quanto fosse bella Chichi nella sua semplicità. Riconobbe subito il kimono, il primo che le vide addosso al Torneo a cui parteciparono insieme come sfidanti, e non pensò ad una casualità. 

"Chichi... perché stai piangendo?" 
 
Chiese ingenuamente Goku, mettendosi a gambe incrociate e appoggiando la mano in parte a quella della moglie. Chichi chiuse gli occhi, sospirò e con un gruppo in gola scosse la testa. 

"Perché sento che accadrà qualcosa di brutto, e io non potrò fare nulla per impedirlo. Goku, lo so che dopo questa cosa, bella o brutta che finisca, io e te non staremo più insieme. Sono abbastanza previdente in certe cose..."
 
Goku guardò dispiaciuto gli occhi ancora chiusi della moglie si sporse un po' verso di lei, toccando il suo naso con il suo. Chichi sgranò gli occhi e arrossì in pieno viso, e questo l'uomo dal cuore pure lo notò, sebbene le tenebre stavano prevalendo la sua vista.

"Chichi... mi dispiace."
 
Ammise il saiyan, ritirandosi un po' con il viso, con gli occhi chiusi; Chichi aprì gli occhi dagli iridi cenere e gattonò verso di lui, prendendo il suo viso tra le mani: scosse la testa e abbozzò un sorriso amaro.

"Non devi dirlo. Hai sbagliato a dirmelo all'ultimo momento, e non sprecherò l'ultima notte insieme a te sentendo un piagnisteo infinito."
 
Chichi era una donne forte, o per lo meno così voleva dimostrare all'umanità intera. Perché lei, in realtà, non era una donna isterica, bensì solo un'anima a cui veniva continuamente strappata la sua unica ragione di vita. E lei aveva capito che non avrebbe potuto far nulla per evitarlo, doveva solo lasciar scorrere, e ricevere nuovamente la solita pugnalata al cuore. Si ripeteva spesso che doveva fare la parte della donna forte solo per non farsi compiangere, perché odiava far pena alla gente, e perché odiava piangere con tutta sé stessa. E con suo immenso dispiacere, purtroppo non poteva farne a meno: Goku infatti, non se ne era mai accorto in quel breve periodo di nove giorni con lei. Ogni notte le lacrime amare percorrevano il suo viso, torchiandolo come carboni ardenti, senza pietà.  Goku, dal canto suo, ancora con il capo tra le morbide mani di Chichi non sapeva cosa dire. Stava guardando davvero sua moglie? Era quella la Chichi che non vedeva da tanto tempo?
Ormai il suo alter ego aveva sempre preso possesso di lei ogni qualvolta lui facesse qualcosa. Se si sporcava veniva sgridato, se non riusciva a prendere la patente veniva sgridato, qualsiasi cosa facesse veniva costantemente sgridato dai modi rudi della moglie; Goku era troppo ingenuo per capire la corazza d'acciaio che Chichi aveva costruito intorno al cuore, solo per non ricevere continuamente le solite pugnalate che la facevano stare male all'interno del suo esile corpo.

"Mi dispiace di essere un pessimo marito, ma io... io ho un compito, e le devo portare a termine. Lo capisci vero... Chichina?"
 
Goku sorrise sull'ultima parola, solo per dare un po' di conforto e un po' di allegria nel cuore della moglie, la quale però come si aspettava, chiuse gli occhi e sospirò affranta. 

"E' tardi per le scuse Goku. Lo sai... e poi è tardi, e dobbiamo andare a dormire."
 
Dicendo questo, lasciò le mani dal viso del marito e si alzò in piedi, tornando indietro verso la finestra da cui era scappata per andare a guardare la luna e le stelle. Goku incuriosito dalle sue parole, volò verso di lei e si posò davanti, in modo da non lasciarla entrare dalla finestra. Chichi lo guardò con aria di sfida e cercò di entrare nella camera, tentando invano di scostarlo. Goku le prese i polsi e la prese in braccio, coricandola sulle spalle e volando via ridendo soddisfatto. Chichi iniziò a dimenarsi, tirandogli nella schiena dei pugni potenti.

"Goku, mettimi giù!"
 
Urlò al marito, che scosse la testa divertito. "Eh no, mi dispiace, ma non lo farò. Prima ti devo portare in un bel posto." 

"Son Goku mettimi giù!"
 
Dopo un brave tragitto di volo, si ritrovarono in un posto famigliare, e che Chichi riconobbe all'istante. Erano sopra un lago, con degli alberi in fiore sulla terra ferma: peccato che fosse notte, altrimenti quel luogo sarebbe stato ancora più bello.

"Goku vuoi mettermi giù?"
 
Urlò Chichi seccata, sferrandogli un calcio nello stomaco con il ginocchio.
"Chichi così mi fai mal--"
 
Fu troppo tardi. Chichi riuscì a liberarsi, e cadde in acqua, portando giù con sè Goku, che riemerse respirando affannosamente, e guardando divertito la moglie e massaggiandosi prontamente la pancia disse amareggiato:"Urca Chichi, che botta che mi hai dato."
Chichi rise divertita e nuotò verso la riva del lago, strizzandosi subito i capelli dall'acqua tiepida del lago. Goku volò verso di lei e starnutì violentemente, tanto da far cadere vicino a loro i frutti rossi dell'albero non poco distante. Ai loro piedi delle mele rosse, Goku e  Chichi si guardarono emozionati.

"Goku... quindi tu ti ricordi di questo posto."
 
Chichi con gli occhi prossimi alla commozione, e con le mani unite guardò il marito gioiosa, lasciando da parte il solito lato triste che mai si sarebbe potuto più spegnere dentro di lei. Goku sorrise e annuì, cogliendo per lei il frutto rosso e addentando il suo con un solo morso, facendo riaffiorare il solito sguardo perso e ingenuo che aveva fatto scoppiare l'amore nel cuore di Chichi diciassette anni prima. 
La donna rise e il saiyan toccò i suoi capelli morbidi e bagnati con la mano destra, sentendone il profumo all'aroma di vaniglia. La moglie imbarazzata distolse lo sguardo e Goku le accarezzò il viso. Sicuro di sé si avvicinò a lei chiudendo gli occhi e cercando di darle un piccolo bacio. Si sentiva tremendamente in imbarazzo a baciare Chichi, e quelle poche volte che lo faceva, si sentiva davvero bene. Chichi prese il viso di Goku e sorridendo gli stampò un lungo bacio a stampo sulle labbra profumate di mela del saiyan. Goku aprì gli occhi e si staccò subito dopo, strofinando il naso contro il suo; tendola stretta tra le braccia,  cadde volutamente all'indietro sull'erba portandosi appresso anche la sua adorata moglie. Chichi distesa sopra Goku, e con espressione imbarazzata, guardò gli occhi celesti di Goku e arricciò le labbra.

“Non mi piace questo tuo aspetto da teppista.”
 
Ammise lei, con le braccia conserte, sempre seduta sopra di lui. Goku le sorrise e fece un'eccezione per lei, tornando al suo aspetto originale per far piacere alla sua Chichi. Quest'ultima ridacchiò e sussurrò all'orecchio del marito: ”E ora cosa facciamo?”
Goku perplesso le rispose: “Dormiamo, no?”
Chichi sospirò rassegnata e gli tirò uno schiaffetto sulla nuca, irritata da questa sua infantilità. Goku ridacchiò e posò le mani sulle cosce nude della moglie, accarezzandole dolcemente.

“Urca Chichi, perché mi fai sempre male?”
 
“Perchè sei un babbeo!”
***

La mattina successiva, però, i due completamente svestiti e coperti solamente dai residui dai vestiti che avevano accuratamente tolto l'ultima notte, si svegliarono e si guardarono negli occhi. Goku ammirò per l'ultima volta il viso della sua bella moglie e le baciò le labbra dolcemente, restituendole quell'ultimo sorriso prima della partenza. 
Prontamente si rivestirono e si presero per mano, riguardando il loro posto speciale: sarebbe stata l'ultima volta che avrebbero passato una notte d'amore lì. Chichi scoppiò a piangere nuovamente e si rifugiò nelle braccia del marito, il quale le baciò la nuca e chiuse gli occhi, sorridendo serenamente. 

“Un giorno tornerò Chichi.”
 
Chichi scosse la testa e guardò gli occhi del marito, vide per l'ultima volta i suoi occhi cenere prima che questi ritornassero ad essere cerulei.

“Ti prego, fa ritorno vivo Goku, ti prego... non abbandonarmi!”
 
Disse lei allo stremo, buttando fuori le sue ultime frasi d'addio e stringendo forte il corpo muscoloso del saiyan.
Goku annuì e le baciò la fronte, coccolandola per l'ultima volta.

“Chichi, noi due saremo anche due opposti, ma... noi siamo legati da una forza che nessuno potrà mia controllare. Io non so come si chiama questa parola. Cioè, lo so ma ho paura a dirla, potrei rovinare il momento...”

Disse ingenuamente il saiyan lasciando sorpresa la moglie, la quale le sussurrò le parole giuste.

“Beh, allora a questo punto lo dico. Finalmente Chichi hai la prova che dopotutto sei mia e che nessuno potrà mai averti oltre a me. Ti prometto che sarò sempre fedele a te, e che non vorrò mai nessun'altra come ho voluto te. Sono queste le parole che volevi sentire da me.. ehm giusto?”
 
Chiese imbarazzato Goku a Chichi. La donna annuì e sentì abbandonarsi dal quel tripudio di romanticismo che non sentiva da tempo. Ma era il momento di iniziare la vera battaglia. Cell aspettava inesorabile l'arrivo dei suoi avversari, che pezzo per pezzo, avrebbe distrutto senza pietà.
Chichi saltò in groppa a Goku, il quale prima di partire pronunciò a bassa voce: “Ti amo tesoro. Perdonami per quello che hai sopportato e per quello che sopporterai.” 
Chichi non udì le parole, e Goku pronto a partire volò via verso la lunga distesa celeste, guardando per l'ultima volta il luogo in cui aveva amato per una notte sua moglie, come non lo aveva mai fatto.
L'ultima notte in cui il suo amore fu più potente che mai.

--
Finish. Spero vi sia piaciuta. :)
Baci,
gm19961

 
   
 
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